Enciclopedia delle armi - a cura di Edoardo Mori
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Alberto Guglielmotti
VOCABOLARIO MARINO E MILITARE – 1889
Estratto delle voci militari©
a cura di Edoardo Mori

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N - O

Nanghinata
Mezza spada larga e inastata, come si usa da' soldati giapponesi.

Nappa
« Unione di più fiocchi. » Nastro, Lama, e fili di seta, d'oro, d'argento, e simili, composti insieme a mazzocchio per ornamento o distintivo di bandiere, vestimenta, berretti, e simili arnesi militari.

Nappino
Piccola nappa: si dice per lo più di fiocchetti riuniti a bottoni e ghiandoline con dei passamani di filagrana per ornamenti militari, e distintivi di grado. I cappellani militari in Toscana portavano i nappini d'oro al cappello.

Nevrobalistico
Aggiunto di macchina militare a corda, che opera per elasticità di nervi sotto tensione: e si dice nel contesto scientifico per opposizione a Pirobalistico, che è attenente all'artiglieria da fuoco.

Nicchia
2°  Nicchia, specie di volta incavata nelle muraglie delle fortificazioni per mettervi a riparo alcuna vedetta.

Nocca
Medini:  La curvatura di alcuna parte di un lavoro; come nella cassa delle armi portatili la nocca del calcio è quella parte curva di sopra che unisce il calcio all' impugnatura; la nocca nel mollone dell9 acciarino è quella sua parte curva che s' appoggia alla leva della noce.

Noce
La noce. f. pel frutto, significa figuratamente più cose fatte a similitudine della medesima, cioè in forma di pallottole: onde il Pomo sull'asta della bandiera, ed il Pomo alla punta degli alberetti, si chiamano Noci.
Noce, pur si chiama Quel tacchetto posto al teniere della balestra, dove s'appicca la corda quando si carica.
Noce, altresì Quel pezzo rotondo dell'acciarino a fucile, o del percussore fulminante, che mediante la pressa del mollone ed il contrasto dello scatto, dirige tutte le mosse del cane stesso; così per condurlo al tutto punto e farlo scattare, come per rimetterlo al riposo od al mezzo punto. In genere ogni pezzo che serve alla snodatura.
Noce a manubrio, nei fucili a retrocarica, Quella leva capocchiuta, che apre e chiude il fondo della canna, o camera, secondo che si governa col manicotto.
Il Medini: Ferro piatto quasi circolare in parte denotato, mobile o aggirevole sul suo centro. È parte essenziale dell’acciarino, e dalla quale particolarmente dipende 1' operazione del far fuoco. Le parti della noce sono due perni diametralmente opposti, uno de' quali chiamasi Fusto; e questo attraversa la cartella; è tondo dalla parte che deve girare nel foro della medesima, e quadro dove da essa emerge, ed a cui s'adatta il cane, fermandovelo con una vite invitata nel capo del fusto: l'altro che dicesi piuolo  ha l’asse nella stessa dirittura di quello del fusto, ed è imperniato nel castello, che tien ferma la noce alla cartella. La parte della noce che regge la nocca del mollone, cagione del movimento, chiamasi la leva. La noce ha in oltre due tacche nelle quali si imbocca il becco dello scatto, quando si arma il cane o si tiene in riposo. La prima si chiama tacca di scatto o del tutto punto e l’altra tacca del riposo o del mezzo  punto.

 O

Obice
Intoppo, Impedimento, Ostacolo, ed anche Sbarra, Serrarne.
Obice. Term, artigl. . Nome novello dei seicentisti sbarroni per quel che avanti dicevasi Petriero. Specie di cannone, largo di bocca, corto di canna, povero di metallo, incamerato svariatamente, per lanciare granate reali e proietti minuti a cartoccio. Parla di tali proietti il Valturio nel 1473, dicendo: « Palle di ferro bugie, et  cariche, da gittare coll’artiglieria. » Quindi il Montecuccoli. « Petrieri grandi e piccoli hanno l'anima  incamerata... I grandi valgono a tirar granate e  palle che, penetrando il terrapieno, vi scoppiano  dentro e vi fanno breccia. Caricansi di gragnuola,  sacchetti, cuffie, o tonnelletti pieni di scaglia, di « polline, di quadrelli... Ma che il tutto non ecceda  il peso della sua propria palla... Tirano da otto sino  a quarantotto libbre di pietra... Tutta loro lunghezza è da quattro sino a otto palle... I piccoli tiran « pietre, cartocci, e fuochi. » I famosi obici portati in Francia nel 1693, dopo la battaglia di Nervinde, dei quali parla M. Surirey de Saint Remy ed i signori di Bouillet e di Chenel, dei quali ho sott'occhio i disegni e le misure, non sono altro che i Petrieri descritti più secoli prima dal Valturio. e poi dal Montecuccoli. — Adesso anticaglie gli uni e gli altri.
Gli Obici, per tutto il secolo passato, e per la prima metà del presente, in ogni batteria di otto pezzi, massime in campagna, entravano come due; ed erano incavalcati e governati alla pari cogli altri pezzi. Riservati gli Obici ai tiri curvilinei, a' rimbalzi, alle metraglie, ed alle granate.
Gli Obici, sopra affusti leggieri, si usavano ancora nella marineria per fazioni di sbarco, e per armare i palischermi
L'Obice cannone, proposto nel 1822 con un libro del gen. Paixhans era Cannone lungo, rinforzato, di gran calibro, destinato a lanciar proietti cavi, con maggior volata e precisione degli Obici comuni. Il Montecuccoli negli Aforismi aveva già descritto questa invenzione, cioè il Cannon lungo, caricato coi proietti cavi e carichi. — E prima il Buontalenti ne aveva fornito la prova coi suoi Scacciadiavoli.
Gli Obici, principiano ora a .ritirarsi dinanzi alla moderna artiglieria rigata e liscia, la quale è tutta per i proietti ogivali così pieni, come vuoti, e carichi.

Obizzo
Il proietto dell'obice: Granata rotonda che si lanciava coll'obice.

Occhiale
Occhiale del Cannone, è Io stesso che Cannocchiale.

Occhio
 2° chiamano gli artiglieri Quella piccola apertura che è nelle bombe, nelle granate, nelle torpedini, ed in ogni altro proietto o detonante, per la quale si métte la carica, entra la spoletta, e passa il fuoco dell'accensione.
Occhio, fig. chiamano i cavalieri, Quel buco che è nella guardia della briglia, dove entrano i por-tamorsi.

Onagro
« Asino salvatico. »
Onagro, Macchina militare degli ultimi tempi tra i Romani, colla quale si lanciavano grosse pietre e macigni. Alcuni vogliono che fosse un sinonimo di Catapulta adottato nella decadenza dell'imperio: altri che fosse lo stesso che lo Scorpione. Ma Vegezio conferma la diffinizione data in principio, e mostra che l'Onagro era specie di macchina tesa a corde la cui leva, concava alla punta, come la zampa dell'asino, o meglio come la cucchiara dei pontoni scavatori, riceveva il sasso o macigno; e scattando in arcata, impetuosamente secondo sua forza, grandezza, e tensione, scagliavala a grande distanza. Gl'Italiani sostituirono alla istessa macchina un nome più noto, e la chiamarono Asinella. Se ne fa menzione nella vita di Cola di Rienzo; e nella XXVI, delle antichità del Muratori. — Più generale e più usato in Italia il Màngano.

Onore
Onore e Onori, milit. Qualunque dimostrazione di rispetto che si faccia dai militari alle persone poste in dignità, secondo il grado e merito loro, presentando le armi, portando la mano al cappello, pigliando posizione militare e ferma, battendo il tamburo, suonando le trombe, dando voci di saluto, scuotendo le bandiere, sparando le artiglierie, facendo parata. Alle quali dimostrazioni i marinari aggiungono il salire sui pennoni, il sospendere la voga, l'ammainar delle vele, il volgersi da certa parte, cedere il passo, mettersi sottovento, dar la destra, coprirsi di bandiere, ed il sibilar del fischietto. Le quali cose sono da trovarsi determinate nella qualità e numero, secondo il grado e merito delle persone, nei regolamenti speciali di ciascun paese.
Onori, parlando della bandiera, si chiamano le dimostrazioni di rispetto che si fanno a quella in terra e in mare, quando si inalbera o sì abbassa, o si trasporta. Suono di trombe, rullo di tamburi, accompagnamento armato, sparo di artiglieria, e tutti si scuoprono il capo.
Onori di guerra, Quelle dimostrazioni di stima e di riverenza che il vincitore concede al vinto, ma prode inimico; bandiere spiegate, tamburi battenti, trombe squillanti, micci accesi, artiglierie di fronte, armi conservate, cavalli, bagaglie, e carri coperti, secondo i patti della capitolazione.

Opera.
Opera Term, arch.  Nome generico di qualsivoglia lavoro fatto o da fare. Parlando di fortificazione, vengono le seguenti:
a.  Opere interne, Quelle che sono le prime nel recinto primario, come baluardi, masti, cavalieri, cortine, e simili.
b.  Opere esterne, Quelle che sono al di là del fosso verso la campagna, come rivellini, lunette, tanaglie, e freccie,
e. Opere basse. Quelle che non oltrepassano il livello della campagna, e sono per Io più nel fosso, come i barbacani, le capponiere, le batterie nereggianti.
d.  Opere alte, Quelle che dominano la campagna, come torri, ridotti, baluardi, cavalieri.
e.  Opere avanzate, o distaccate. Quelle che si fanno a difesa, fuori del recinto della piazza, al di là del fosso. E tali Opere sono antichissime in Italia, checché altri ne dica col Muratori, col Grassi e col Bentivoglio. Citerò in prova il rivellino al castello di Milano, il puntone al forte di Sarzanello, e l'esagono alla rocca d'Ostia, ed alla Malatesta di Rimini, molto anteriori al 1530, ed al signor Maurizio di Nassau.
f. Operaa di demolizione, Quella così fatta, che, dovendosi abbandonare dai difensori, può essere demolita in tutto o in parte, acciò il nemico non abbia la comodità di alloggiatisi: anzi può essere disfatta per mine, o per altri artifici preparati a questo effetto nelle medesime.
g.  Opera a Coda, a Corno, a Corona, a Dente, a Forbice, a Tanaglia, a Stella, a Freccia, a Tamburo, a Puntone, a Sega, e simili; Quelle che hanno tali qualità, quali all'articolo Fortificazione, ed alle dette voci, sono dichiarate.

Oplita
Soldato greco di grave armatura ed a piedi, che portava corazza, elmo, e gambiere, scudo di sei palmi in diametro, o targhe quadrate della stessa misura, lancia o sarissa di palmi quattordici. Erano talvolta costoro imbarcati sull'armata.

Orecchietta
Orecchiette ed Orecchielle chiamano gli armaiuoli Quelle due linguette della guardia, disposte alle due bande di essa, le quali disopra stringono parte dell'impugnatura, e disotto stringono la bocca del fodero.

Orecchione
Orecchioni, fig. Ciascuno di que' due pezzi tondi di metallo che sporgono ai lati del cannone, obice, mortaio o pétriero, coi quali essi poggiano e pigliano diverse elevazioni sull'affusto. — Gli orecchioni per lo più hanno alla base un rinforzo di metallo, che si chiama il Secondo: entrano nell'orecchioniera, e quivi girano assicurati tra la sottobanda, e la soprabbanda.
Orecchioni, pei macchinisti, Tutte le sporgenze appaiate ai lati di un pezzo, perché esso medesimo possa levarsi ed abbassarsi acconciamente, oscillando sull'asse. I bilancieri dirigenti, i cilindri oscillanti, e persino alcuni tubi snodati, si muovono sugli orecchioni.
Orecchione, nella fortificazione militare si chiama in genere Ogni opera sporgente e arrotondata. — Ma specialmente la spalla del baluardo quando sia rotonda. Non tutti i baluardi hanno spalla, né tutte le spalle sono rotonde. I primi baluardi erano senza spalla, che il fianco correva dritto dalla cortina alla faccia: poi venne la spalla per coprire le batterie del fianco; e questa, secondo sua forma, rotonda o quadrata, prese nome di Orecchione, o di Musone.

Orecchioniera
Ciascuna di quelle due cavità che sono negli aloni dell'affusto per ricevere gli orecchioni del pezzo.

Organo
Organo, Una specie di saracinesca cadente dall'alto per chiudere le porte di alcuna fortezza, formata di travi sciolti e non intelaiati, tanto che ove il nemico per suoi stratagemmi riuscisse a mettergli sotto qualche ostacolo, pognamo un carro di fieno, o simili impedimenti, non riuscirebbe che ad arrestare tre o quattro travi della cancellata, senza togliere che gli altri piombassero giù, e si conficcassero in terra. Si chiamava pur Saracinesca sciolta.
Organo, altresì, Una specie di artiglieria da fuoco composta di molte canne, come di fucili, tromboni , ribadocchini, e simili, messe insieme sopra telaio mobile e sopra ruote, per puntarle e spararle a precipizio contro il nemico. Dicevano pur Idra. Valturio ne dà il disegno: ne parla il Cattaro sin dal 1386, S. R. I .XVII, 559: e ne esistono ancora i cimeli negli arsenali e musei di antichità, come io stesso ho veduto a Venezia, a Vienna, ed a Parigi. Si usavano per difesa delle piazze e dei bastimenti, per iscopare. breccie, fossi, corridoi. — Ora (come se fosse roba nuova) ritorna in ogni paese, col nome di Metragliera. v.
Far gli organi, Frase familiare dell'antica nostra milizia per esprimere la brutta vista che mette una schiera raccogliticcia di gente diversa per taglia, vestiario, armi, passo, o per altre cose dissimili: presa la metafora dagli organi musicali, che hanno canne tutte diverse di misura e di tono.

Otturatore
Otturatore. Term, mil. ed uso moderno. Quell'insieme di pezzi, che formano un solo sistema ili perfetta chiusura nelle camere delle armi da fuoco a retrocarica. Di esso fan parte il Vitone, la Leva biforca, la Mantiglia, la Saracinesca, il Pontello, ed il Ritegno, secondo i diversi metodi di chiusura.


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