Enciclopedia delle armi - a cura di Edoardo Mori
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Alberto Guglielmotti
VOCABOLARIO MARINO E MILITARE – 1889
Estratto delle voci militari
a cura di Edoardo Mori©

|  A   |   B   |   CA   |   CE   |   D   |   E   |   F   |   G   |   I   |   L   |   M   |   N   - O |   P   |   Q-R   |   S   |   T - U   |   V - Z   |

D

Dado
Dado. Quella munizione di piombo, tagliata a cubo, con che talvolta si caricavano i tromboni per tirar da vicino, a molta gente.
Dado. Quella munizione di ferro in forma di cubo, che si metteva dentro  alle palle di piombo, e si sparava col cannone.
Dado.. Qualunque risalto o mastio solido, di forme quadrate, che si faccia in un pezzo di costruzione per imboccarne un altro.

Daga
« Spezie di spada. » Lama corta, larga, e senza altra guardia che la croce sotto
l'impugnatura. Arme propria dei legionari romani, come ci danno le scolture e pitture antiche. Più volte è stata ripigliata dalle nostre fanterie.

Daghetta
Piccola daga.

Daghinazzo
Gran daga

Damaschinare
Incastrare filuzzi d'oro od'argento nell'acciaio o nel ferro preparato per farne lame o canne di armi a uso di Damasco, eccellentissime. 2° Damaschinare, altresì. Dare alle lame o canne delle armi la forma, le tarsie, i disegni, il colorito, e più la tempera, all'uso di Damasco, che si stimava di somma perfezione.

Damaschino
« Che ha la tempera di Damasco. » Aggiunto delle lame o canne lavorate alla maniera di Damasco.

Dardiere
Colui che tira dardi, Soldato armato di dardi.

Dardo
« Arme da lanciare: ed è un'Asticciuola di legno, lunga intorno a due braccia, con una punta di ferro in cima, fatta come punta di lancetta, e con' due penne. » L'asticciuola per sostegno, la punta per ferire, le penne per dirigere l'arma al segno. — Si gittava a mano, o coll'arco, o colla balestra al campo, e dalle mura, fortezze, gabbie, navi, e talvolta allacciatigli fuochi lavorati per abbruciare. 2° La velocità del dardo, spinto colla balestra, si può valutare a metri cencinquanta nel primo secondo: e la sua percossa a mezza strada bastava a traforare qualunque corazza che uom potesse aver in dosso, se coglieva in pieno. Si conservano nell'arsenale di Venezia, e nei musei d'Europa, usberghi antichi di gran corpo, passati dal dardo, e ancor visibile il forame del proietto, e le sbavature del piastrone. 3° I dardi si lanciavano con tutte quelle maniere di Balestre che ho noverate a questa voce, e con ogni generazione di archi: indi pigliavano aggiunti diversi, secondo la qualità dello strumento impellente. Si distinguevano ancora dalia forma diversa del ferro a due o più tagli, alati, adunchi, ritrosi: ed anche dalla maniera onde erano impennati, o con lamine metalliche, o con membrane, o con le penne istesse degli uccelli.— Qui stimo conveniente raccogliere tutte le diverse specie e varietà delle armi di proiezione, usate dagli antichi; mettendole sotto la voce Dardo.
a.  Telo. Folgore di Giove. Ogni arme da lancio.
b.  Pilo, manesco, lungo, ferro acuto.
c. Calamo, lieve, romboide, in canna.
d.  Tragula, da potersi ritirare pel saettatore.
e.  Mesancolo, minore, e cordella nel mezzo.
f.  Tricuspide, a tre punte, o a tre tagli.
g.  Quadrello, quattro tagli, e quattro alette.
h. Freccia, piatta, punta acuta, due taglienti. ».
i. Saetta, sottile, ali contorte, punta ramata,
k. Strale, ferro tondo, asta acutissima.
I. Verrettone, duro, tondo, da sfondare il ferro.
m. Giavellotto, manesco ed a tre punte.
n. Chiaverina, ferro corto, largo, tagliente.
oBolzone, capocchiuto, da botta.
p. Gittarola, marina, da mano, gran punta.
q. Racchetta, col pennecchio, a fuoco artificiato.
r. Malleolo, anellato di ferro pel fuoco.
s. Moschetta, sottile, quasi da figgere la mosca.
t.  Mugavero, alla catalana e moresca.
u. Soliferro, tutto un ferro, asta, punta e penne.
v. Ghiera, gran punta e due ali uncinate.
x. Verruto, forma di spiedo e di spuntoncello.
y. Verga sardesca. Lo stesso che verruto.

Debole
II debole della spada, Quella parte della lama, che si allontana dal centro di percossa.
Il debole di una piazza, Quella parte del recinto, che può meno resistere.

Decano
 Specialmente dicevasi per Caporale di fanteria romana, ed anche per capo di conturbernia tra marinari.

Decarea
Capo di dieci soldati leggieri alla greca.

Decarchia
s.f. Term. arch. Grassi. Quel minimo membro della leggiera ordinanza greca e della tarantina; che si componeva di otto, dieci, o dodici teste.

Decimare, v. alt. Crusca: « Punire i soldati, caduti in gravissima colpa o di fuga o di tradimento o di sedizione, con ucciderne d'ogni dieci uno, e forzandoli tutti a tirare a sorte. »

Decipula
 s. f. Crusca: « Piedica. » Lacciuolo, Trappola, Agguato ingannevole.

Decorazione
Adornamento, Abbellimento di alcun luogo: Nome, titolo, o insegna onorevole ad università di persona, o a qualche individuo singolare. In questo senso i militari chiamano Decorazioni i Nomi di guerra, le Collane e gli Stemmi ricevuti dai principi, le Croci cavalleresche, e le Medaglie meritate per fatti di squisita bravura. Le quali Decorazioni talvolta vengono concesse agli ufficiali, soldati e marinari da portarsi sul petto, o al collo, o sugli stemmi di famiglia: talvolta sono date collettivamente alle compagnie, battaglioni o reggimenti, ed anche ai navigli: e sogliono portarsi sulle loro rispettive bandiere.
Decorazione, parlando di architettura civile, militare, e nautica. — v. Ornato.

Decumana
Aggiunto della decima legione romana, e di ogni cosa ad essa appartenente: tanto che pur i soldati della medesima si dicevano i Decumani.
Porta decumana. Quella porta del campo romano che era la più lontana dal nemico. Quivi si compivano le esecuzioni capitali.
Uscire dalla porta Decumana, dicevasi per Esser condotto, e Andare al supplizio.
Flutto decumano, si chiamava Quella decima ondata, che veniva con maggior impeto e più delle altre nove precedenti, e più delle nove seguenti. Quella nella cui formazione le cause del moto ondulatorio giugnevano al massimo della loro potenza. Evidentemente si vede sul lido, dopo un certo numero di ondate, venirne una che si avanza e dilaga più delle altre. Quest'onda presso a poco è la decima.

Decuria
Squadra di dieci soldati romani comandata da un decano di fanti, o da un decurione di cavalli. — Adoperavasi questo nome sotto le armi, poiché nei quartieri la stessa squadra chiamavasi Contubernia. Si usò anche, secondo Eliano, trappassando il numero di dieci, o in più o in meno: ma circa.

Decuriare
Fare le fila, Porre i soldati nelle loro decurie, Far le decurie Ordinare soldati per decurie. — Avvertasi che la decuria tra i romani, come il drappello o plotone tra i moderni, si regolava sotto l'armi dal numero totale dei presenti. Però nel Decurtare, si ordinavano le decurie di otto, di dieci, e anche di sedici soldati, secondo le forze, il bisogno, e il numero della gente.

Decurio
s. m. Crusca: « Lo stesso che Decurione. »

Decurionato
Dignità e Ufficio di decurione.

Decurione
« Quegli che comandava dieci cavalli nelle torme della cavalleria romana. » Ogni torma aveva tre Decurioni, perché composta di trenta cavalli. Non è a confondersi con Decano di fanteria.
Decurione. Comandante di trentadue cavalli, o sia di tutta la torma della cavalleria, dappoiché fu ridotta al detto numero, sotto un solo capo.

Deditizio
Aggiunto di colui che spontaneamente si arrende, senza aspettarne chiamata o violenza. Il soldato stesso che si rende.

Dedizione
« Arrendimento. » Il Darsi al nemico a patti, a discrezione, e simili; ma spontaneamente, senza difesa: e in questo differisce da Resa.

Defezione
Mancamento, Abbandono. Dicesi dei militari che lasciano la bandiera sotto la quale militavano o per dovere o per patto. Dicesi altresì di sudditi che si separano dal loro governo; di milizie dal loro capitano, di alleati dal consorzio, di marinari dal naviglio. Voce presa dal latino, ed usata dal Machiavelli.

Degradare, Digradare
« Privare della dignità e del grado. » Togliere ignominiosamente la dignità o il grado a un uffiziale, soldato, o marinaro in pena di'enorme delitto. Talvolta si priva di ogni grado, talvolta di un solo, talvolta dell' anzianità ponendo il punito alla coda di tutti gli altri dello stesso grado. Sempre il Degradare è più acerbo che il Destituire, meno che il Cassare.

Delfino
Delfìni, chiamavansi Le maniglie del pezzo di artiglieria, perché avevano la figura poetica di questi pesci, incurvati e intrecciati sul pezzo.

Dente
Quel membro di architettura militare, che è composto di due rette e un sagliente verso il nemico. Va unito sempre con altre opere, come modificazione delle medesime.
a. Cortina a dente, Quella che nella spezzatura forma un fianco, volto alla parte più utile : come alla cortina di porta Angelica il dente guarda Belvedere, fiancheggia la fronte, e non minaccia Castello.
b.  Fortificazione a denti, dicesi di opera condotta a risalti, cioè con angoli sporgenti e rientranti che si fiancheggiano a vicenda. Per lo più si applica alla strada coperta.
e. Fortificazione a denti di sega, dicesi di Qualunque linea appuntata ad angoli continui, l'uno dopo l'altro, e tutti col sagliente alla campagna. 6° Contraddente. Dicesi, in ogni caso, Quello che non solo stringe, ma si incontra con un altro dal quale è stretto a vicenda.

Dentrofosso
 Quel fosso minore che è cavato dentro un fosso maggiore, talvolta anche arginato e palificato, per renderne più difficile al nemico il passaggio. Diverso dal Contraffosso, dall'Antifosso, e dalla Cunetta.

Destriero
La femmina del destriero. La giumenta nobile, di gran maneggio, e corso, come di questi giorni la Leda.

Destriere, Destriero
Cavallo nobile di comparsa, addestrato al maneggio militare, coperto già di piastra e maglia, usato dai grandi cavalieri, e condotto talvolta pel freno da scudieri e donzelli. Adesso cavallo di gran capitano.

Destrocherio
Armilla militare che si portava al braccio destro per decorazione.

Difesa
a.  Difesa, per le maestranze, il Battente che ritiene l'imposta di uscio o fenestra, il Battitoio che ripara la soglia, il Mascellare che guarnisce la boccaporta, gli Scontri della macchina, le Ralle, i Cuscinetti, i Broli, i Piumacci, i Guancialetti, Cerchi, Fasciature, Striscie, Incassature, Rinvestimenti, Astucci, Gusci, Coperte, Stiglioni, Moraci, Torselli, Farsate, Guardatesi, Guardalati, Paglietti, Collari, Cercini, Parabordi, Corolle, Ghirlande, Penzoli, Cinte, Baderne, Trecciuole, e simili, con che macchinisti e marinari riparano dall'attrito, dall'urto, dalla corrosione le macchine i canapi, i palischermi, i bordi, le gomene. — Abbiamo, o no, le nostre Voci?
Difesa nazionale, Quella energica resistenza, che un popolo tutto oppone alla invasione straniera. Giovano abbaiamenti e guardie ai confini, ai monti, ai fiumi, alle strade: ma il più sicuro ed economico metodo di tale assunto, insegnato da Scipione ad ogni altro gran capitano, sino a noi, consiste nel portar la guerra in casa al nemico.
Difesa ossidionale, Quella dura e lunga prova, cui deve intendere il presidio di piazza forte in caso di assedio. Opporsi fin dal principio all'avvicinamento del nemico, impedire i suoi lavori, distruggergli le trincere: sortite, contrammine, contrabbatterie, riparazioni, tagliate, e menare in lungo, come fecero a Candia veneti e romani, nella più famosa difesa del tempo moderno per venticinque anni. Chi la dura la vince, se non si lascia svolgere dalla vile teoria della breccia aperta.
Difese murali, nei numero del più diconsi generalmente Tutte le fortificazioni che servono di riparo a cose o persone.
a.  Difese, particolarmente si chiamano Quelle parti di fortificazioni che più coprono i combattenti e la piazza, come sarebbero i Parapetti ai soldati; i Fianchi alla cortina, ed i Baluardi al recinto: di più i Terrapieni, le Casamatte, i Mantelletti, le Corazze, le Blinde, le Barbotte, le Pavesate, le Testuggini.
b. Levare le difese,. Smantellare i parapetti del nemico, scavalcargli le batterie, accecare le sue troniere, demolire le opere sue, tanto che non possa ripararsi né rispondere.
c. Pigliare le difese al nemico, lo stesso che Levargliele, Ruinargliele.
e.  Stare a difesa. Difendersi al posto, senza essere il primo ad offendere, Guardarsi dagli assalti altrui, senza assaltare: Combattere per la difesa propria, Esercitare la guerra difensiva, Stare alla difesa, e sulla difesa.
Difesa balistica, dicesi rispetto all'artiglieria, e significa la Direzione e l'effetto del tiro, applicato alle regole della fortificazione.
a. Difesa di fianco, o fiancheggiante, Quella che si fa da un'opera di fortificazione, posta per fianco ad un'altra.
b.  Difesa di fronte, Quella che un'opera può fare da sé, difendendo sé stessa con tiri diretti contro il nemico.
e. Difesa piombante, Quella di un'opera che difende il suo piede con tiri da alto in basso.
d.  Difesa radente, diciamo Quella che scorre infilata, e lambisce tutta la linea magistrale, cortina, baluardo, fosso, e parti omologhe, senza toccarle giammai: spazza e scopa via chiunque sì accosti al piano del recinto. La difesa radente è il fondamento di tutta la fortificazione moderna, come nota il Galilei. Da essa si hanno due vantaggi: l°Niuno potrà accostarsi al recinto senza essere veduto e percorso; perchè la Difesa radente porta sempre un fianco che guarda ed è guardato. 2° Poca gente, e poche artiglierie bastano ad impedire l'assalto di molti, massime il tumultuario senza breccia, le scalate, e simili. Due soli pezzi ben maneggiati sopra i due fianchi opposti, difendono tutta la fronte: una fortezza triangolare si tiene con sei pezzi; un quadrato con otto, un pentagono con dieci, e via. Al contrario di ogni altro sistema, dove bisognerebbero tanti pezzi e tanta gente, quanti sono i punti attaccabili.
e.  Difesa ficcante, Quella che si fa con tiri né piombanti sulla verticale, né radenti sull'orizzontale, ma obliqui più o meno.
f.  Difesa perpendicolare, Quella stessa di fianco, quando l'opera flancheggiante sia perpendicolare alla fiancheggiata.
g.  Difesa obliqua, Quella di fianco che non fa angolo retto colla fiancheggiata.
h. Difese esteriori, Nome collettivo di tutte le opere esterne e distaccate dal corpo della piazza
k. Sotto la Difesa, Lo stesso che Sotto la guardia, sotto la protezione del fuoco, dell'artiglieria di una torre, fortezza, opera o luogo eminente, e dominante.
In Difesa, modo avv. coi verbi Essere, Mettere e simili, vale. In punto da difendersi.
In Difesa!  Voce di comando perché altri si metta in guardia. Avviso a soldati o marinari di raccogliersi, di volger la faccia, di mettersi in punto por resistere, o per allontanare danno o pericolo

Differenza di metallo
chiamano ancora, Quella spranga o guida di ferro, fornita di traguardi, e messa sulla carronata parallela all'asse per mirare. E ciò atteso il gran rigonfiamento di siffatti cannoni alla culatta, e la gran sottigliezza alla bocca.

Diffilare
Coprire con ripari il terreno sottoposto ad uno o più punti della circostante campagna. — Impedire l'infilata. — Costruire le opere di fortificazione, tanto ben riparate, che non possano essere battute d'infilata. Mettere opposizione all'infilata del nemico: talché come esso da qualche altura circostante, naturale o artificiate, si argomenta battere d'infilata la tua cortina, il tuo Tondello, la tua strada coperta, e qualunque delle opere tue, così tu procacci con alzate di terreno, ripari, muri, e simili di attraversare i suoi tiri; perché non infilino; anzi intoppino nel tuo Diffilamento. — Grassi e Colletta dicono miracoli della novità e importanza di questo trovato, che a me sembra notissimo sin dal primo tempo del fortificare. I cinquecentisti a loro modo dicevano Barraggio, Spalla, Ritirata, Paratìa, Argine, Traversa: e Tartaglia nella giunta al Libro vi Sull'arte di fortificare, in 4° Venezia, 1562. p.68. Propone a questo fine le sue Parianette

Di filare
Andare soldati o bastimenti in lunga fila, e stretta fronte, a drappelli, a squadre, gli uni
appresso agli altri, perfettamente affilati: e ciò, o per festosa comparsa di gran solennità, o per onoranza di grandi personaggi. Ha per contrario Sfilare.

Difilato
Passaggio rapido di soldati e marinari in colonna di piccola fronte, innanzi a personaggi di autorità per comparsa ed onoranza.

Diminuire di carica
Bucare il cartoccio, e levare una certa quantità di polvere. Si usa nelle salve per non isciupare troppa munizione, e nei combattimenti prolungati, quando i pezzi sono troppo caldi.

Direttore
Titolo che si dà tra militari a Ciascuno degli ufficiali superiori, cui sia conferita presidenza agli uffici delle armi dotte, cioè dell'artiglieria,genio, e marina. V'ha il Direttore degli arsenali, delle fonderie, degli armamenti, delle costruzioni navali, dei lavori idraulici, dell'ufficio topografico, delle fortificazioni, dei collegi militari, e simili, che variano nell'autorità, numero, e grado, secondo le leggi di ciascun governo.

Direzione del tiro
Quella linea sulla quale gli artiglieri mettono l'asse maggiore del pèzzo, e verso la quale spingono il proietto, così che non declini né a destra, né a sinistra.

Disciplina militare
Quella regola pratica che riguarda i doveri di coloro che seguono la professione delle armi in terra o in mare. La disciplina militare si concentra in un punto sommario: Ubbidienza degli inferiori ai superiori, e di tutti alla legge. Altrimenti la gente armata tornerebbe più dannosa che utile alla società; e certamente più terribile ai suoi, che non ai nemici. Gli esempi memorabili di disciplina si leggono nelle Storie, e le sue leggi nel Codice militare.

Disfida
« Chiamata dell'avversario a battaglia, a duello, e simili. » Piglia specie dal combattimento: e dicesi Generale, Particolare, Singolare, Campale, Navale, e simili.
2° Portare, Esporre la disfida; Accettarla, Rifiutarla; valgono Portare o Rifiutare la chiamata.
3° Cartello, Colpo, Sogno a Disfida, dicesi secondo il modo di far la chiamata con Scrittura, o segni di bandiere, o con tiri di cannone, suono di trombe, e voce d'araldi.

Distaccamento
 Una mano di soldati staccata dal battaglione, dal reggimento, o dall'esercito per qualche fazione particolare. E vocabolo generico, e possono essere distaccamenti grandi e piccoli. b.  Distaccamento, altresì Quella mano di marinari o di soldati di marina che si gitta in terra per qualche fazione.

Distanza
 Term. di tattica milit. Quello spazio che intercede tra fila e fila,tra petto e schiena, tra colonna e colonna, che si seguono: fermo il nome di Intervallo per lo spazio da fianco a fianco.
Distanza. Term. di arch. milit. Quello spazio che separa gli uni dagli altri i baluardi; e le opere esteriori dal ricinto primario. Le distanze non devono mai passare il tiro del moschetto.
Distanza. Term. di artigl. Quello spazio che è tra la bocca dell'arma da fuoco e il punto obbiettivo preso di mira. Abbraccia tutta l'amplitudine della curva descritta dal proietto.

Distintivo
Segno o nota visibile onde si distingue la diversità delle milizie, e dei gradi, e degli uffici. Sono vari in luoghi e tempi e paesi diversi, si mutano spesso: dirò i più comuni. 1° Distintivi in genere, Colori, Velluti, Sete, Risvolti, Colletti, Polsini, Baragoni, Bindelle, Farsate, Galloni, Cordoni, Ricami, Stellette, Granate, Cornette, Coccarde, Pennacchi, Rappe, Piumini, Cimieri, Passamani, Frangie, Nappini, Canutiglie, Rruchi, Emblemi, Assise.Cincigli, Aghetti, Alamari, Cinte, Fascie, Randoliere, Sciarpe, Dragone, Capriuoli, Scaglioni, Ginnette, Sergentine, Bastoni, Bacchette, Spilletti, Spallini, Filetti, Grillotti, Ritortigli, Piastrini, Lunette, Gorgiere, Decorazioni, Croci, Medaglie, Collane, Monili, Velo.
a. Distintivi di corpo, per lo più visibili nei colori, mostre, rimboccature, e risvolti: di Rosso ai granatieri; di Verde ai cacciatori; di Giallo agli artiglieri, di Scuro ai bersaglieri, di Cremisi al genio; d'Azzurro ai lancieri.
Distintivi di grado: pognamo Galloni di lana, di seta, o di filagrana al braccio, por caporali e sergenti: Spallini a filetti e mozzoni per gli ufficiali; Spallini a grillotti, piastre, stelle, ricami, piume distintivi di ufficiali superiori e generali; Oltre ai piccoli distintivi di passamani, di cifre, e di stellette.
Distintivi navali. La Fiamma nazionale all'albero di maestra per qualsivoglia bastimento militare. La Quadra in mezzo, all'ammiraglio : la Quadra al trinchetto pel viceammiraglio; e alla mezzana pel contrammiraglio. Le Cornette pei comandanti di squadre. I filetti bianchi sul colletto azzurro distinguono le tre classi de' marinari.

Ditale
Ditale. Term. di artigl. Quel piccolo cappuccio di cuoio imbottito che il capo di sinistra mette al dito medio per difenderlo dal bruciore e coprire il focone del pezzo nel ricaricarlo.

Ditalino
s. m. Term. mil. dim. di Ditale. Si dice per Cappellozzo fulminante, v.

Ditello
Quella parte dell'armatura che copriva l'ascella, alzando il braccio.

Divergente
Batteria divergente, Quella che può battere in giro sull'orizzonte, quali sono sulle torri rotonde, o sulle piazze a barbetta, ed alla costa.

Diversione
Diversione, milit. operazione offensiva che si fa in un luogo, a fine di richiamare il grosso dei nimici in un altro. Le diversioni si fanno in terra e in mare: o sull'istesso campo di battaglia, minacciando un' ala del nemico  e ponendolo in sospetto di aggiramento o di tagliata, al fine di tenérlo distratto, impedito, e colle forze non raccolte sul punto decisivo: o si fanno per mezzo di squadre distaccate. le quali vadano scioltamente a mettere in pericolo, o le comunicazioni del nemico, o i suoi magazzini, o le ritirate, per l'istesso fine; o si fanno contro la Capitale, contro l'alleato, contro le più care cose dell' avversario per il fine medesimo e per levarlo dal luogo vantaggioso, e condurlo a rovina in un altro. — Tutto ciò deve avvertire chiunque voglia guardarsi, o mettersi a diversione.

Divisa
Quella foggia di vestimento militare che pel taglio e colore serve a divisare e distinguere i militari dai borgesi, i nazionali dai forastieri, e la genti di una milizia da quelli dell'altra. — v. Costume, Nota la diversità tra Divisa ed Assisa, Che la prima comprende tutto il vestimento, l'altra qualche segni soltanto: Divisa di granatiere, Assisa di festa, e simili. Le divise uniformi sono venute cogli eserciti stanziali. Nel medio evo la cavalleria, nerbo allori degli eserciti, portava l'armadura di ferro: le fanterie andavano ad oste in farsetto, come uscivano li bottega: tutto al più si cacciavano in capo un morione, e addosso un corsaletto. Si distinguevano gli amici dai nemici per qualche croce a diverso colore, per qualche giglio, o biscia, o leone o altro emblema dei comuni, messo per lo più sul petto. I capitani di ventura usarono molto le strisce di drappo ai loro colori per divisare la compagnia. Nel cinquecento spariscono le milizie cavalleresche, le venturiere, e le baronali, come erano sparite quelle dei Comuni. Sottentrano i volontari, levati dai principi. — Loro divisa; il mortone, la corazzina, e le brache gonfie alla spagnola, di panno o di velluto nero. Nel seicento casca il morione, e si leva il piumato cappello a larghe tese: cessa la corazzina e sottentra la casacca variopinta: restano le brache alla spagnola. Nel settecento il giubbone, le falde, lo sparato, grandi bottoni e pistagnoni, codino e cappello appuntato.
4° La divisa dei marinari è stata sempre simile (non uguale) a quella dei soldati : ma sempre più sciolta, più corta, e più leggera. Anche sul ponte delle galere e delle navi passeggiavano cavalieri coperti di tutt' arme, e gente di capo e di mano in farsetto: anche a bordo le bande, e le croci: i morioni e le corazzine; la berretta e la casacca; il giubbone, le falde, la coda e il cappello appuntato. In ogni tempo cappotto e cappuccio; che, senza impedire l'agilità, ripara dalle ingiurie e danni della pioggia, del freddo, e delle tempeste. Adesso la loro divisa, semplice e bella, si compone di Giubba e calzoni di panno turchino, bottoni di metallo ancorati, Camicia bianca col solino, polsini, e sparato di tela azzurra filettata di bianco: il cappello verniciato di nero o di paglia bianca con nastro di seta ove é scritto il nome del bastimento.
5° La Divisa comprende tutto il vestimento: L'Assisa qualche segno soltanto.

Divisione
Divisione. Term. mil. Quel corpo di soldati, fanti e cavalli, che è composto di due o più brigate, dipendenti da un generale, che per questo si chiama Generaledi divisione. Oltre alle due brigate di fanteria porta seco una sufficiente mano di cavalli e di artiglieria: in tutto da dieci a quindici mila uomini. Maniera di scompartimento venuto cogli eserciti stanziali.

Doga
Doghe. Le strisce minori di più colori che portavano i cavalieri nelle soprasberghe, e i paggi dei principi nelle vestimenti di solennità.

Doge
Titolo di superiore e capo delle repubbliche italiane, il quale, come già il Console romano, conduceva talvolta ad oste gli eserciti e le armate.

Dolabra
Accetta, Piccozza a due becchi, di taglio, o di punta: usata pur ne' sacrifici.

Donzello
« Giovane nobile che appo gli antichi era allevato a fine di conseguir la cavalleria. » Stavano al seguito e scuola di gran principi e cavalieri per imparare il mestiere delle armi.
2° Oltre ai Donzelli il Cavaliero feudatario menava seco il codazzo dei villani e di quella gente che allora si chiamavano Saccardi, Saccomanni, Bidali, Burlassi, Briganti, Masnadieri, Bagaglioni, Sgarigli, Mascalzoni, Ribaldi. Pedonaglia di gente mal vestita, mal pagata, che ha lasciato di sé, pur nei nomi, memoria dispregevole ed odiosa.
a.  Donzello, Nobile alunno e giovane per divenir cavaliero.
b.  Paggio, Nobile giovane, pomposamente vestito al seguito di gran comparsa.
e. Scudiero, Adulto, ammesso alla milizia per assistere in guerra il cavaliero.
d.  Araldo, Provetto, ed esperto degli usi cavallereschi per le ambasciate.
e.  Re d'arme, Il capo degli araldi.
f.  Sergente, Il caposquadra delle bande feudali che seguivano il cavaliero.
g.  Servente d'arme, Custode dell' armadura del suo Signore, e addetto a rivestirnelo.
ft. Valletto, Servidore per governare i cavalli.
i. Palafreniero, Valletto principale, e custode del caval di comparsa.
k. Staffiere, Valletto giovane ed agile che pedestre seguiva alla staffa.

Doppia
Doppia. Ciascun di quei bandelloni doppi che servono al giuoco dei ponti levatoi: Cardine, Ganghero doppio.

Doppietta
Term. d'uso. Pistoletta a due canne.

Doppio
Cannon doppio, dicevasi alla fine del xv Quel pezzo che portava cento libbre di palla, cioè il duplicato del cannone ordinario, cui competeva il calibro di cinquanta, ed esser tenuto per unità di ragguaglio.

Doratoforo
Soldato greco armato di lancia speciale che aveva lunghezza maggiore.

Doridrepano
La falce navale, inastata sopra pertica lunghissima.

Doriforo
Lo stesso che Doratoforo.

Dote
Quella quantità di artiglieria, munizioni, attrezzi e simili che si assegnano ad una fortezza, ragguagliatamente alle sue difese ed agli attacchi cui può andar soggetta.

Draghetto
Quel ferruzzo in forma di drago, mobile al tocco del grilletto, nella bocca lei quale si metteva il miccio per allumare le armi la fuoco, prima dell'acciarino a pietra e a ruota.

Draghinassa
« Nome che tra gli altri si attribuisce alla spada, ma per ischerzo. » Sarebbe come dir Cinqudèa, Fusberta, Striscia, e simili nomi, mezzo classici, e mezzo berneschi.

Dragona
Quell'ornamento di gallone, cordonetto, o passamano con frange e nappini di seta, d'oro, o d'argento che, allacciato alla impugnatura della spada e passato nel polso, serye a non perder l'arma; e insieme vale per distintivo di ufficiali, e di soldati scelti, secondo i regolamenti mutevoli.

Dragonaccio
pegg di Dragone, in tutti i sensi di questa voce.

Dragonsirio
Colui che nella legione romana portava l'insegna della coorte, ch' era un Dragone inastato : dicevasi pur Dragoniere.

Dragoncello
s. m. dim. di Dragone, in tutti i sensi.

Dragone
Dragone, Sorta di artiglieria del secolo xv; da libbre 40 di palla.

Dragone
Ciascun soldato di quella milizia moderna di archibugeri a cavallo, che tiene il mezzo tra cavalleggieri e cavallarmati; e può fare il servigio militare a pie' e a cavallo. Nel 600 seguito venne meno l'opinione di questa milizia, fu tolta dalla linea, e deputata alla fazione di stracorridori. Al tempo di Luigi XIV ritornarono nell' ordinanza. Adesso se ne formano squadroni e reggimenti che sottentrano bisognando alla grossa cavalleria, e bisognando alla leggiera. Cavalli mediocri, insellatura lor propria, elmo a criniera, lungo spadone, moschetto e pistole.

Dragonetto
Dim.di Dragone, nel senso specialmente di piccola artiglieria.

Drappella
s. f Crusca: « Quel ferro che è in cima alle lance » Ferro traverso, da una parte sola al di sotto della punta. Da quel ferro pendeva la banderuola di drappo, donde ebbe il nome.

Drappello. Certo numero di soldati sotto la medesima insegna. » Voce bella e sonora, dice il Grassi, e più nostrana del Plotone.

Drizzatoio
Strumento d'armaiolo per drizzar le canne dei fucili, pistole, e simili.

Drizzatore
Artefice che drizza la canne delle armi da fuoco specialmente le portatili. Suoi arnesi; Drizzatóio, Compasso curvo, Squadro, Trapano, Soppressa.

Drungo
Medini: Un corpo di soldati in armi, il quale diviso dagli altri corpi dell' esercito combatteva separatamente da esso: era a un dipresso il Globo delle antiche ordinarne romane. Questa voce passò nella milizia greca dopo la divisione dell' impero, quando i Greci toglievano dai Romani e dai barbari i loro vocaboli militari.


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