Enciclopedia delle armi - a cura di Edoardo Mori
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Alberto Guglielmotti
VOCABOLARIO MARINO E MILITARE – 1889
Estratto delle voci militari
a cura di Edoardo Mori©

|  A   |   B   |   CA   |   CE   |   D   |   E   |   F   |   G   |   I   |   L   |   M   |   N   - O |   P   |   Q-R   |   S   |   T - U   |   V - Z   |

CE

Cecca
Specie di corvo, che gracchia, non giova, né nuoce.
Far cecca, si dice, quando il percussore scatta in fallo, senza che la polvere bruci.

Celata
Imboscata, Agguato. Da Celare. Gente nascosta per sorprendere il nemico.
Celata.« Oggi si usa comunemente per elmo. » cioè.Elmo chiuso da celar la faccia, e senza cimiero né cresta, né colori da svelar la persona. Usavanlo i cavalieri per tenersi incogniti ; e i donzelli prima di aver fatte prove da meritare chiarezza di emblemi e di cavalleria.
Celata.Il soldato che portava la Celata nelle antiche bande di milizia, o di ventura.

Celembolo
Nome di particolare ordinanza della milizia greca, nella quale la falange addoppiata, aprendo i due corni di una delle sue fronti, serrava insieme, ed a foggia di cuneo, quelli della posteriore.

Celere
 Quel corpo di trecento cavalli che Romolo pose a guardia della sua persona, sotto il comando dell'Anticelere. Aboliti dalla repubblica.

Centro
 5° Centro della ordinanza.La parte di mezzo dell'esercito o dell'armata, sia schierata di fronte, sia marciante di fila o in colonna: che è il mezzo (razionale non matematico) tra la testa e la coda; o vero tra l'ala destra e la sinistra. I cinquecentisti dicevano: Centro di battaglia.
Centro di attacco.Quel punto principale che é preso di mira da colui che attacca: o vero, dove è più vivo l'attacco.
Centro d'azione.Quel punto donde parte la forza diretta, che muove più agenti ad operare ciascuno secondo sua natura.
Centro di movimento.Quel punto dal quale emana tutta coordinata, in quantità e qualità, la spinta dei diversi moventi, connessi tra loro.
10° Centro di percossa.Quel punto di una verga inflessibile, con che percotendo si fa il massimo effetto. Nei bastoni e sciabole si valuta a due terzi dall'impugnatura.

Centuria
« Compagnia di cento fanti. » Tanto nel tempo antico, quanto nel medio si usava questa voce determinata pel numero indeterminato e prossimamente maggiore o minore. Si dice pur di altre cose composte di cento parti.
Centuria, nel secolo XVI, Parte della Compagnia, quando questa si componeva di tre, e quattrocento teste.

Centurione
« Capitano di una centuria. » Erano di varie classi, in terra e in mare.

Ceppo
 Ceppo di artiglieria, dicevasi Quel grosso e sodo tronco di legno, sul quale nei primi secoli erano bilicate le bombarde, e specialmente le piccole di marina; come adesso i petrieri e gli archibusoni da posta.
Ceppo di mortajo.Quel forte e grosso telajo di legno ferrato, sul quale si mette il mortajo a bomba per maneggiarlo. Anticamente era un parallelepipedo di quercia, ferrato, colle sue orecchioniere, e incavato nel mezzo, per date al mortajo la voluta elevazione. Adesso si compone di due aloni di getto, due calastrelli di quercia, uniti con quattro chiavarde a bietta, e due braccioli. Si trasporta con un veicolo speciale, chiamato la Carretta del mortajo. Simile è il Ceppo del petriero a cofani.
Ceppo di pena. Strumento nel quale si serrano i piedi ai prigioni.
Ceppo capitale.« Quel legno sul quale si decapitano i malfattori. »

Ceratarchia
 Terni, archeol.Ala di elefanti da guerra: che, secondo Eliano, era composta di trentadue elefanti.

Cerbottana
« Mazza lunga intorno a quattro braccia, vota dentro a guisa di canna, per la quale con forza di fiato si spigne fuora colla bocca palla di terra: ed è strumento da trarre agli uccelli.» Era arma del medio evo, di lontana e ignota origine, nominata forse dalle botte o percosse, e dalla cera onde spalmavasi il tubo per chiudervi dentro l'aria compressa, e per togliere spiragli indiretti. Questo beli' arnese di ferro o di legno cacciava pur saettuzze e passatoj. — Serbatana, Sarbatana, Sarbacane, ecc. ecc. tutte varianti.
Cerbottana, si chiamò pure una delle prime armi da fuoco portatili; maggiore dello schioppo, e gittava pallottole di circa due centimetri, cresciuti appresso sino a cinque. — Si dava pur questo nome a una specie di tubo pieno di fuochi artificiali che si volgevano contro i nemici: sostituita la Cerbottana di polvere pirica al Sifone del fuoco greco.
Cerbottana. Crusca: « Tubo interposto pel quale secretamente si parla. » cioè.Tubo sottile col quale si parla altrui all'orecchio, senza che altri senta.

Cerchia
Cinta di mura alla città o al castello. Voce oratoria, non tecnica, per Recinto.

Cerussa
« Biacca. » Ossidio di piombo carbonato. Ve n'ha di nativa e di artificiale. Si usa nella vernice dei bastimenti, delle artiglierie, e simili.

Cervelliera
 Quella specie di cappelletto, o mezza testa, di ferro che si portava in capo a difesa. Armadura antica del capo, come l'elmo dimezzato: copriva mezza testa, ed era minore della cappellina.

Cervo. fig.nell'arte militare dicesi per Quella maniera di stecconata, fatta di pali ramosi e simili alle corna del cervo, che si mette per difesa del vallo o del terrapieno, e talvolta contro l'insulto della cavalleria nemica, nelle opere tumultuarie e repentine.
Cesèllo, s. m. Fanfani.Specie di scalpellerò col quale si lavora e si incide sui metalli, perlopiù di acciajo, ma senza taglio, perchè diverso dal bulino che è taglientissimo, dovendo servire più a cavare e a rilevare sotto al martellino, che non a tagliare.
Cessare, v. intr. Crusca: « Sfuggire, Schifare. » alt.Rimuovere, allontanare.
T Cessa il fuoco! Comando per sospendere il fuoco dell'artiglieria o moschetteria: e così, Cessa, virarel e simili.

Cesta
 Cesta del petriero, Quella che si metteva piena di sassi, catene, o ferracci ne' petrieri antichi.

Cetra
 2° Cetra.Specie di piccolo scudo fatto a foggia di quello strumento, usato in guerra dagli antichi: ed anche in pace dai moderni, per disegnarvi sopra gli stemmi di famiglia: le sue forme sono alla seicentista, cioè bizzarre e accartocciate.

Chiaverina
« Arme in asta adoperata anticamente dalle milizie colla quale percuotevano di punta e di taglio, e talvolta la lanciavano contro i nemici. » Arma frequentemente usata dai cavalieri: entrava più tosto nel genere dei Dardi che delle Aste: non passava un metro di fusto, col ferro largo, corto e tagliente: fu poscia chiamata Partigiana.

Chiavetta
2* Quella piccola leva, alla pressione della quale si faceva scattar la balestra, dicevasi pur Manetta.
Chiavetta di sicurezza, Quella che serve a guardare lo scatto del percussore o della scintilla sulla torpedine.

Chiliarca
 Capo di mille soldati. Capo della chiliarchia.

Chiliarchia
s. f. Term. arch. Grassi.Un membro della falange greca, composto di due pentaco-siarclue, e di soldati mille ventiquattro, secondo Eliano.

Chinea
« Cavallo ambiante. » Quella varietà particolare di cavallo grosso, buon camminatore, che ben porta e va di contrapasso, e si usa come calvacatura di comparsa per colui che sovreggia tra molti seguaci a piedi.

Chiodo
 a.  Barboni, o Barbonati, Quelli la cui spina è fatta a scaglie di più maniere e a risalti: perchè, dopo conficcati, non abbiano a venir fuori. Si usano specialmente a chiodare le catene delle landre: e d'acciajo per inchiodare le artiglierie.

Chiroboarda
 Term. archeol.Voce formata da Chiro mano, e da Boarda macchina strepitosa: valeva Arme da fuoco manesca e portatile, cioè.Schioppo. .Fontanus, De bello Rhodio, apud Lonicerum, De rebus turcicis in fol. 1578. li, 162. — Doc. Stor.2°, 36, 191, 3°, 229.
Chirosifóne. Term. archeol. Leone, Tattica cap. XIX, § 58. Sifone manesco da gittare il fuoco greco.
Chirurgia, s. f. Manuzzi.Scienza ed arte del chirurgo.
Chirurgico, add. Manuzzi.Attenente a Chirurgia ed a Chirurgo.
Chirurgo. 3° Chirurgo militare, dicesi Quel Dottore di chirurgia il quale per ufficio ha cura dei soldati o marinari, feriti o infermi, nelle caserme, sul campo, negli spedali, a bordo. Ha grado di ufficiale, e luogo nello stato maggiore. Deve esser fornito di ferri e strumenti necessari all' arte sua, aver seco la cassetta delle medicine, tenere registro degli ammalati, invigilare che sia somministrato loro il vitto secondo le prescrizioni sue, separare gli infermi di malattie contagiose: e, in caso di combattimento, deve co'suoi
ajutanti collocarsi in luogo opportuno per ricevere i feriti che gli verranno condotti.
Chirurgo maggiore, si chiama Quello che è il primo in un Vascello, in un Corpo, o in uno Spedale; ed ha seco altri chirurgi ordinari a lui soggetti.
Basso chirurgo, si chiama Quello che non ha altra facoltà se non nelle più facili operazioni dell'arte: medicar le piaghe, far salassi, e simili.

Chi va la,   Chi viva!
Grido col quale la sentinella domanda conto di coloro che si accostano, o passano da presso. Grido militare col quale a qualche distanza si interroga chi viene o passa, perchè si manifesti amico o nemico. Come dire, Di chi se’tu? Cui dici tu evviva?

Cianfrogna
». 2° Cianfrógna. Angelucci, Doc. inediti, 518: II Mulinello a vite della balestra. — La trovo nominata negli inventari dei Gaetani.Sembra derivata dalle canne della Zampogna per similitudine, tanto che nel latino barbaro dicevano: « cum infrascriptis « balistis et zamphorniis, sive molinellis. » (Riform. Foligno 444).

Ciarpa
« Quella banda che portano gli uomini di guerra. » Quella fascia di seta ai colori del proprio paese, ornata di frange o tessuta a filagrana, che gli ufficiali portano o cinta alla vita o ad armacollo per distintivo di grado o di ufficio. Dicesi pure Sciarpa: arnese pericoloso nelle battaglie a corpo a corpo.

Cilicio
, Nel medio evo, dicevasi Quel riparo fatto di panno grossolano ripieno di borra, che si distendeva innanzi alle muraglie, dove occorresse ammorzare i colpi dell'ariete, e delle macchine os-sidionali. Era la blinda, e la corazza di quel tempo.

Cimiera, Cimiere, Cimiero
« La impresa che si porta dai cavalieri in cima all'elmetto. » Quel fregio metallico appiastrato in cima all'elmo, che già rappresentava con simboli o figure le imprese del cavaliere prestante: ed ora non serve, se non a sostenere cresta o pennacchio o criniera.

Cinciglio
Pendone che si mette per ornamento alle vesti militari dalla cintura in giù.  II fiocco pendente dalla fascia, e da ogni altro ornamento simile.

Cingolo
2°  Cingolo, milil., Quella fascia di cuojo che cinge le reni del soldato sopra le vesti, e serve a sostener la spada. Voce solenne che nel medio evo significava ancora la professione e i doveri della milizia; onde Pigliare il cingolo, valeva lo stesso che Darsi alla professione delle armi. Per questo riunirò qui tutte le specie di cingoli, potendovene essere anche di Drappo, di Cordovano, di Cordoni, di Cordoniere, di Bindelle, di Budrieri, di Colmeggio e Coreggiuole, di Cigne e Cintole, di Fascie, e Bande, con Ciappe, Armille, Borchie, Fermagli, Anellini, Campanelle, Radance, Cocce, Occhielli, Affibbiagli, Ghiandoline, Fibbie, Traverse, Puntali, Ardiglioni, Arpioni, Bottoni, Rampini, e Gancetti, principalmente per la spada, e al modo stesso per gli arnesi similmente sostenuti, cioè Sciabola, Baionetta, Cartucciera, Fiaschino, Borraccia, e per la Stacca della bandiera. Onde
a. Pendaglio, scendente dall'omero al fianco.
b. Cintura, alla vita colle sue coreggiuòle.
c. Pendone, dalla cintura al mezzo del fodero.
d.  Cinturino, dalla cintura alla bocca del fodero.
eCintola, leggiera, e per la comandata.
f.  Cintolino, calata o riscontro del calzuolo.
g. Cintolone, sostegno di carabina o fucile.
h. Budriere, sostegno di sacco o di arnesi.
i. Fascia, ornamento alla vita col suo cinciglie.
j. Banda, dal fianco destro alla spalla sinistra.
k. Bandoliera, al modo stesso, ina ricca,
l. Tracolla, dall'omero destro al fianco sinistro.
m. Sciarpa, distintivo alla vita, o dall'omero.
n. Fusciacca, a mezza vita, da cavalcatore.
o. Becca, cingolo da paesano.
p. Agnello, cingolo tra il braccio e il petto.
q. Alamaro, allacciatura tra gli sparati.
r.Per altre attenenze, v.Cigna.
Cinquadea, Cinquedea. Nome che si attribuisca per ischerzo alla spada.  Voce dei Veneziani, come dire Arma impugnata colle cinque dita; o per ischerzo, Lunga cinque dita.

Cinta
 1° Cinta di fortificazione.Quella linea di muraglie, fossi, steccati, e simili, che serve a riparo di piazza o campo. Nel qual senso dice men che Recinto, perché questo aggiunge la perfetta e valida chiusura.

Cintolo
  milit.per Quella coreggia che serve a portare il fucile e simili armi a tracollo. Passa per due magliette impernate nella cassa, e si congiunge ai due capi, più o meno allungati,con una fibbia.

Cintura
 2° Cintura, mil.Quella fascia, per lo più di cuojo, colla quale i soldati si cingono spada, sciabola, cartucciera, e ha suoi cinturini e pendoni, come dirò a fodero; e suoi rampini e gancetti e occhielli e campanelle pel sacco e zaino.

Cinturino
Piccola cintura, o parte della medesima da lei pendente. Onde Cinturini le alette delle scarpe che s'affibbiano, e similmente i pendolini dei calzoni che s'allacciano al ginocchio, e le strisce della corazza che si stringono a tergo per tenerla unita. Indi 2  Cinturino. Term. mil.Ciascuna di quelle coreggiuole che scendono dalla Cintura per abboccarsi al fodero della spada, e simili.

Cioppa
Veste grossolana, che portava sulla cotta d'armi il paggio e il donzello. Significava pur la milizia: e aveva i derivati Cioppetta e Cioppone.

Circonvallazione
Tutto il giro del primo trinceramento col quale gli assedianti cingono la piazza che vogliono espugnare. I tattici distinguono nel medesimo assedio due linee, di Circonvallazione e di Controvallazione. Questa contro la piazza, quella contro la campagna: la prima contro il presidio di dentro, l'altra contro i soccorsi di fuori; ambedue munite di fortificazione campale e passeggiera, assicurano il posto.

Circuita
  Spazio di luogo, Distretto. » In questo senso dicesi Circuito ciascun Distretto ove è un commissariato per l'iscrizione marittima, o pel reclutamento militare.

Cittadella.  « Rocca, Fortezza. » Quella fortezza che è da presso a una città, nella parte più vantaggiosa, fornita di case, magazzini, pozzi, forni, chiese, e di tutto cioè che è in città, ma in poco spazio e piccole dimensioni, da servire talvolta per freno agli abitanti, e sempre per ultimo rifugio ai difensori, quando la città fosse perduta. Con ciò resta diffinita la Cittadella, e distinta da ogni altra maniera di Fortezze.

Clarone
 accr.di Clarino. Strumento da flato nella musica militare, terminato a bocca di tromba, il cui suono è più basso e più strepitoso del clarino.

Classico
Suono solenne di tutti gli strumenti militari delle milizie romane in un tempo: segno di battaglia, o di chiamata a parlamento, e di onoranza quotidiana al padiglione dell'Imperatore. Sonava anche il Classico in segno di approvazione alla pena capitale de' sediziosi.

Clava
« Mazza, Bastone noderoso e capocchiuto, che gli antichi attribuivano ad Ercole »;si dice di ogni altra Mazza di guerra, Martello d'arme, Azza, e simili.

Clavario
s. m. Term. arch. Rimunerazione in danaro che la repubblica romana faceva ai soldati, sotto colore di pagare i chiodi delle scarpe. Così il salario degli uomini, lo spillatico delle donne, lo stipendio di tutti.

Clibanario
 Term. arch.Cavallarmato di antica milizia che invece di maglia o squamma, portava armadura di tutta piastra, come tegghia:

Clipeo, s. m. Term. arch. Sorta di scudo, grande o bislungo. Scudo grande, rettangolo, di grave armadura. Pavese.

Cocca
 «La tacca della treccia nella quale entra la corda dell'arco. » Donde i verbi Incoccare, Accoccare, e Scoccare. Per estensione si piglia ancora per: Quella parte estrema della freccia dove sono le penne: e talvolta por la Freccia istessa.

Coccarda
 Quella nappa o nodo di nastri fatto a modo di rosa che si porta in cocca, specialmente dai militari, per segno della propria nazione. Si porta talora anche per segno di fazione o di partito. I militari alla cima del cappello ai colori dello Stato. Quando la voce non era alla Crusca, alcuni volevano sostituirle Nappa, Rosa, Fiocco, Bocciuolino, Brigidino, Rosolaccio, Rappa. Pestavano acqua nel mortajo, dopo che il Giusti, nel Girella, ebbe scritto:
« Tenni pur ancora d'ogni burrasca
Da dieci a dodici coccarde in tasca. »

Coccia
Coccia della spada.« La guardia della mano posta sotto l’impugnatura. » cioè.Quella parte del fornimento dell'elsa che guarda la mano dalle offese nemiche; la qual parte si chiama coccia quando è fatta in forma di scudetto che copre l'indice e il pollice; e molto più quando fosse in forma di piastra che coprisse tutta intiera la mano, come é nelle sciabole di marina.
Coccia della pistola.Quella parte del fornimento con che si riveste il calcio delle medesime. Ed è  Quella piastra metallica che copre e difende il calcio delle pistole e delle rivoltelle e simili: termina di sopra quasi in forma di conchiglia, e di sotto per tutta l'impugnatura continua con una lamina, chiamata la Codetta, che garbeggia il sottoscatto. Alle pistole di marina si aggiunge un anellino snodato, pel quale si attaccano alla cintura.
4° Coccia dell'elmo.Quel cupolotto metallico, che copre il cranio dalla fronte alla nuca.
5° Coccia del canapo.Quel fornimento fatto di piastra metallica il quale si acconcia e difende l'occhio di un canapo quando dentro al cappio del medesimo deve essere introdotto un gancio di ferro, che altrimenti lo roderebbe.

Coccola
« Frutto di alcuni alberi o piante, o erbe salvatiche, come cipresso, ginepro, alloro, lentischio, e simili. »
Coccole, Term. milit.Quel gruppo di pallettole che si mettevano insieme in un sacchetto, e si | sparavano col cannone in vece di caricarlo con una palla sola.

Coccone
  Coccole. Term. mil.Tappo di legno che si metteva sulla polvere delle antiche artiglierie incampanate o a mascolo, per stringere la polvere istessa e per separarla dai projetti. Si diceva pur Zaffo, e Tacco, quando era incavato da una parte per tenervi diritta la granata. Si usa ancora nei mortaj petardi, e simili.

Coda
Coda. Term. mil.« L'ultima parte di un esercito, quando è in cammino. » cioè Quella parte estrema di esercito o di armata, di squadra, o drappello che viene per ultima nella marciata: indi
a.  Coda unita.Quella che segue senza interruzione il movimento della colonna e della testa.
b.  Coda sbandata.Quella che, non potendo seguire il corpo, resta indietro con poco ordine e sparpagliata.
c. Aspettar la coda.Fermarsi tutto l'esercito o tutta l'armata perché quei della coda, sforzando il cammino, possano ricongiungersi al corpo.
d.  Far di testa coda.Voltar tutta la fronte dalla colonna, tanto che la testa divenga coda, e la coda testa.
e.  Dare alla coda.Incalzare l'estrema parte della colonna nimica che si ritira: e cosi, pizzicandone l'estremità, Molestarla alla spicciolata, Tribolarla con deboli ma continui assalimene.
Coda. Term. d'arligl.Quella parte estrema delle piccole bombarde che aveva l'incavo pel mascolo da cacciarvelo dentro con tutta la carica, e per assettarlo alla tromba e inchiavardarlo; e serviva pure a maneggiare specialmente le bombarde delle marine, bilicate sul ceppo.
Coda. Term. di fortif.La parte estrema di ogni opera o linea fortificata. Onde
a. Coda della trincera.Quella estrema parte di essa che mette al quartier generale, o si stende alla campagna.
b. Coda di rondine.Quella fortificazione che è formata di due linee divergenti verso il largo, e convergenti verso il centro. Talvolta si chiamami cosi anche i tanaglioni semplici. Che se la divergenza tornasse a rovescio verso la piazza, meglio direbbesi Contraccoda.

Codetta
 3° Codetta. Term. comune.L'estrema parte di molti cinturini, budrieri e coreggiami, che si affibbiano agli arnesi militari.
Codetta. Term. arligl.Quel prolungamento delle coscie o aloni di alcuni affusti a strascico per diminuire maggiormente la rinculata dei "pezzi.
Codetta. Term. di maestr. ed armaiuoli.Quella parte estrema della culatta di ogni canna da fuoco portatile, che sopravanza dal vitone, e serve a tenere l'estremità della canna sulla cassa.

Codolo
 Quella parte di qualunque lama che è più sottile e si ferma nel manico.

Codone
 Coda lunga, grossa, e forte.
Codone.Quella parte della groppiera che passa sotto la coda del cavallo, e per ciò suol essere imbottita, arrotonda, e morbida.
Codone.Quella estrema parte del vitone che termina la culatta delle armi da fuoco portatili, e si ferma a vite sulla cassa.
Codone.Quella parte delle grosse artiglierie che sopravanzava dal mezzo della culatta, ed era sfoggiata una volta di bizzarri ornamenti. Serviva pure al maneggio, e poi si ridusse a Bottone.

Cofano
Cofano. Term. di fortif.Quella opera difensiva, messa nel fosso secco, a guisa di piccola capponiera, per lo stesso fine e nella medesima forma, capace di tre o quattro persone, e fatto per lo più di legno come i cofani donde prese il nome.

Cogliere
Cogliere. Term. milit.Colpire, Investire, Percuotere. Onde
a.  Cogliere in pieno.Colpire nel centro l'oggetto, o col centro di percossa, o col più forte dell'arma.
b.  Cogliere scarso.Quando il colpo lambisce più o meno l'obbietto.
e. Cogliere in fallo.Quando il colpo va dove non dovrebbe.

Cojetto
Specie di giubbone di cuojo.  cioè.Lavorato per reggere a botta di spada, e vestivanlo i cavalieri, tolta la corazza. — v.Coretto.
Cojetto e Cùojetto.Quel pezzuol di pelle che fasciava la pietra tra le mascelle del cane negli antichi acciarini: e in genere dim.di Cuojo.

Collere
Collare. Term. caval.Arnese sodo e imbottito che si acconcia dal collo al petto delle bestie da tiro, con tutti gli altri finimenti, per agevolare il loro lavoro.
Collare. Term. di artigl.Quel listello che è intorno al collo del pezzo, detto pur collarino. — simil.Quel ferramento con che si fascia il collo del bottone dei piccoli pezzi di montagna per agevolarne il maneggio.

Collata
 « Colpo di mano, dato in sul collo. » Colpo del piatto della spada che si dava sul collo a colui che veniva armato cavaliero. Onde Dare o Pigliare l'accollata, Creare o Esser creato cavaliere.

Collaterale. « Colui che dà l'ordine di pagare i soldati. » I Romani dicevanlo Questore, i Veneziani Provveditore, i Fiorentini Commissario, Oggi si dice Intendente. Il nome significava l'ufficio di molta considerazione nella persona messa Allato del Generale per la buona amministrazione della milizia.
Collaterale generale.Il primo di tutti gli altri Collaterali del medesimo corpo, che dipendevan da lui.

Collega
Ciascuno di quelli ufficiali, che dovevano capitanare d'accordo con un altro o nell'esercito o nell'armata.

Collidere
 Collidersi, recipr.Urtarsi a vicenda di due persone o cose, l'una contro l'altra. Si applica agli eserciti e navigli quando si urtano tra loro per nimistà o per disgrazia; e similm.alle forze contrarie, che a vicenda si sminuiscono o annullano.

Collisione
*. f. Crusca v*. Azione del Collidere. E propr.dicesi dell’urto reciproco di persone o cose tra loro, massime tra due navigli, sia per disgrazia, sia per ostilità.

Collo
Collo del Cannone, Quella parte estrema del pezzo che confina colla gioja della bocca, e dicesi pur Gola.

Colmare
 2° Colmare il fosso..Gittare nei fossi della piazza assediata tanta terra, fascina, e simili, che si possa andare all'assalto correndo in piano sulla colmatura, massime quando il fosso avesse l'acqua.
Colmar le valli o basse terre, vale.Portarvi terriccio, fango, sassi a fine di alzarne il livello; e specialmente introducendovi le torbide acque dei fiumi, perché vi depositino la melma e il soperchio.

Colonia militare
Quella quantità di terreni, presi ai popoli vinti, che si dava ai soldati vincitori e licenziati in premio delle loro fatiche. Uso antico, rinnovato nel medio evo, e ripetuto dal primo Napoleone.

Colonna fulminante
Specie di fusto o botte di fuochi lavorati, che negli assedi si lasciano rotolare ed ardere sugli assalitori, quando giungono al pié della breccia.

Colonna  di esercito
Si chiama Quel corpo compatto di soldati nel quale le file sono più delle righe, più lunghi i lati che non la fronte, e con tutti i membri paralleli.
a.  Colonna diretta.Quella che in fronte ha il primo membro; l'ala destra.
b.  Colonna rovescia.Che ha in fronte l'ala sinistra, ultimo membro in battaglia.
e. Colonna in distanza intiera.Quando i membri distano tra loro quanto è larga la fronte.
d.  Colonna a mezza distanza.Quando distano per la metà della fronte.
e.  Colonna in massa.Quando i membri, Drappelli, Compagnie, Squadroni (secondo che è ordinata la fronte) non distano tra loro più che tre passi.
f.  Colonna di testa, la prima schiera; di coda, l'ultima; di centro, la parte intermedia,
g.   Colonna d'attacco.Quella formata in massa dietro la divisione del centro e tenuta in ordine per lanciarsi all'espugnazione determinata di alcun punto importante.
h. Colonna mobile.Quel corpo che, appoggiato a un centro, sta sempre in punto per gittarsi alla periferia da qualunque raggio.

Colonnellato
s. m. Term. mil.Ufficio e grado di Colonnello.
Colonnellato, si diceva in Piemonte Quel corpo di milizie paesane che si componeva di squadre a 25 teste; Centurie di 100, Compagnie di 400, e Colonnellato di 2000. Dicevasi questo corpo anche Colonnello. Si riunivano in tempi determinati per riconoscersi e istruirsi. Principiò nel 1566. Noi in Roma già da tre anni, 1563, avevamo le Battaglie, v.

Colonnello
« dim.di Colonna » in tutti i sensi: e specialmente per piccola colonna di soldati.
Colonnello, in Piemonte e secolo XVI dicevasi per corpo di milizie paesane, come a Colonnellato § 2.

Colonnello
« Titolo di grado militare. » Voce nuova di cinquecentisti, che prima dicevasi Mastro di campo. Oggi s'intende Titolo e grado - di ufficiale superiore, che comanda un reggimento, e dipende da un brigadiere, se pur egli stesso non sia tale. Nella marineria equivale a Capitano comandante di un vascello di fila.
Tenente colonnello.Titolo e grado di ufficiale immediatamente soggetto al Colonnello, e che ne fa le veci in sua assenza, nello stesso reggimento. Equivale in marineria a Capitano di fregata.
Colonnello generale.Titolo ampolloso, seicentistico, e spagnolesco, per Comandante supremo, più che Capitan generale.
Stato Colonnello.— ». Stato.

Colonnino
« dim.di Colonna. » Specialmente si dice di Ciascun di quei travicelli, a guisa di colonne, che si piantano nelle scuderie per reggere le stanghe dei battifianchi tra cavallo e cavallo.

Colono
Abitator di colonia in tutti i sensi di questa voce.
Colono.Specialmente dicevasi soldato veterano che godeva i terreni del popolo vinto nelle colonie.
Colono.Oggi si dice di contadino che serve ad anno, lavora a mezzeria, ed abita nel podere.

Colpito
da Colpire: onde Bersaglio colpito, vale.Traforato dalla palla: Muro colpito, vale.Scosso Urtato dalla batteria.

Colpo
Alcuni aggiungono Botta, Bottata, Ferita, ma non sono sinonimi, e molto meno non si hanno a confondere con Tiro. Il colpo è l'effetto del tiro: perciò questi due vocaboli, sebbene nel discorso oratorio e figurato possano sostituirsi l'uno all'altro, come a dire l'effetto alla causa e viceversa, nondimeno nel proprio significato militare non è Io stesso Tirare e Colpire: quindi è pur diverso il Tiro dal Colpo.
Colpo, propr.Il colpire, cioè.Quella violenta impressione che un corpo fa sopra l'oggetto contro cui è scagliato. Quindi al colpo appartengono tutte le ragioni e modalità dell'effetto prodotto, la contusione, la ferita, l'urto, l'abbattimento, il traforo, il crollo; e del Colpo si dice Mortale, Estremo, Finale, e simili.
Colpi si distinguono per ragion dell'istrumento percuziente con nomi formati a similitudine dei participi passati: Lanciata, Pugnalata, Archibugiata, Spronata, Ceffata, Cannonata, e simili.
Colpi si distinguono pei modi diversi di fare effetto, e si dice Puntata, Fendente, Piattonata, Scigrignata, Manrovescio, Stramazzone, Taglione, Broccata; Ceffone» Sorgozzone, Mascellone, Grifone, Frugone, Strècola, di Punta, di Taglio, di Costa, di Ramata, di Soprammano, di Sottano, Dritto, Rovescio, Tondo, Folle, Pieno, Scarso, Traverso, e in genere Tiffe e Taffe.
Colpo, vale, pur Ferita e Cicatrice della percossa ricevuta.
Colpo, altresì, la Carica per sparare le armi da fuoco.
Colpo, eziandio, lo Scoppio nell'aria dalle armi da fuoco quando sparano: e si distingue il Colpo di salva, di segnale, di partenza, di ritirata, del silenzio, della diana, e simili segni, dati con colpi di cannone, specialmente alla marina, per indicare le cose predette.
Colpo di soprassalto (alcuni dicono alla francese Colpo di mano), vale.Assalto improvviso, Battaglia di mano, Attacco impetuoso di repentina riuscita.
Colpo di mare.Dicesi quell'urto, più d'ogni altro violento, che fa il maroso percotendo con furia il bastimento. Non sarà raro l'acciacco delle murate, la perdita dei palischermi, e qualche uomo portato via.
10° Colpo di vento.Quell'urto improvviso che il vento fortunale fa sulle vele del bastimento percuotendole diversamente dal modo come sono orientate. Il colpo di vento importa sempre mutazione di direzione, crescimento di forza, brevità di durata. -  Altrimenti diremo, Furia o Rabbia, di vento steso. Se il vento furioso ti coglie in faccia, aspettati di veder rovinare le gabbie.
11° Colpo di remo, dicesi Ciascuna di quelle percosse che dà il rematore nell'acqua colla pala del remo per ispingere innanzi la barca. Dicesi pur Palata.
12° Colpo di timone.Quella mutazione repentina della barra che spinge il bastimento in altra direzione. Si fa ad arte per evitare scoglio, frangente, arrembo: succeda per disgrazia di fortuna o di combattimento nel rompersi la ruota o il frenello.
13° Colpo di scandaglio.Ciascuna gittata del piombino: e specialmente quando si manda e si ritira con prestezza per conoscere immediate le variazioni del fondale.
14° Colpo di stantuffo.Ciascuna corsa in alto e in basso che fa l'asta dello stantuffo nella tromba motrice.
15° Colpo maestro, si dice Quello che ottiene l'effetto con gran bravura e maestria.
16° Colpo sicuro, Quello che non falla.
17° Colpo proprio, Quello che fa l'arma secondo la sua natura e direzione; a differenza di quel che può fare di rimbalzo o altrimenti.
18° Colpo morto, che non fa effetto.
19° Far colpo, vale.Fare effetto, produrre ferita, breccia, abbattimento.
20° Tagliar gran colpi, detto ironicamente, Fare il bravaccio.
21° Senza colpo di spada, vale.Senza usar le armi.
22° Senza colpo trarre, vale.Senza far fuoco.
23° Senza colpo ferire, vale.Senza spargimento di sangue.
24° Di colpo, modo avv.Subitamente, A un tratto, In uno stante.
25° A un colpo, modo avv.Insieme.
26° Colpo per colpo, modo avv.Corrispondenza reciproca con un colpo dell'armi tue ad ogni colpo delle altrui. E nei saluti vale replicando all' amico nel modo istesso, e qualità, e numero di colpi, come egli ha fatto teco.

Coltella
« Sorta d'arme a guisa di coltellaccio. » Specie di coltello che abbia lama più lunga, ma sottile e leggiera.

Coltellaccio
« Coltello cattivo o grande. » milit.Arma di punta e di taglio da ferire dappresso, in forma di grosso coltello, con lama larga, alquanto ricurva, e rinforzata di un risalto curvo e bizzarro alla costa pressò la punta. Fu prima arma speciale dei gladiatori nel circo, che con essa combattevano a corpo a corpo: poi divenne arnese di saccardi e serventi; i quali, passata la carica degli uomini d'arme, si gittavano col coltellaccio soprai feriti, e spacciavangli. Venne poscia alle mani di alcune cavallerie nel secolo XVII: indi sotto ai mantelli di certe milizie in tempo di sospetti. E sempre é stato al fianco dei cacciatori di grossa selvaggina.

Coltelliera
« Coltellesca. » propr.Astuccio di molti coltelli, e Rastrelliera di coltelli.

Coltellinaio
Quelli che fa i coltelli.

Coltello
« Strumento da tagliare, il quale ha da un lato il taglio e dall'altro la costola. » Nome generico di ogni strumento a uso di tagliar con mano, lama diritta, e taglio da una parte sola, col manico di forme diverse, e tutto insieme lungo una spanna. Alcuni sono fermi al manico; altri serratori, cui il manico fa da custodia : altri a scrocco cioè serratori o fermi a talento. Questa qualità di Coltello piccolo e serratore è istrumento che ogni marinaro di servigio deve avere nella tasca destra, raccomandato con una funicella alla cintura per tagliare prontamente quando occorre ogni impaccio di manovra.
Coltello.Coltello di lunga lama, di punta sfrondata, e di apertura a scrocco, che è arma di traditori.
Coltello, come Sorta d'arme da ferire dappresso, vale. Lo stesso che Coltellaccio, v.ed era l'arma di saccomanni e serventi. Onde Mettere alle coltella, valeva. Fare a pezzi.
Coltello, detto pur Gladio e Ghiado, era l'arma dei gladiatori nel circo; e di là venne il verbo Agghiadare.

Colubrina
« Sorta d'artiglieria. » Pezzo di artiglieria di gran volata, proporzionatamente lungo e sottile, a guisa del colubro, donde prese il nome. In diversi tempi e luoghi ha avuto diversi calibri e lunghezze. Cominciò come artiglieria minuta, manesca, e portatile: poi divenne pezzo incavalcato di enormissima lunghezza. Il Promis, II, 50, ricorda Quella dei Gantesi, lunga cinquanta piedi (m. 16,242); e quella proposta da Leonardo, lunga metri 23, e di bocca nel vivo m. 1,749: io ne ho vedute due messe in terra sulla piazzetta di Tophanè, arsenale di artiglieria in Costantinopoli, lunghe otto metri, e nel vivo della bocca venticinque centimetri; ambedue di bronzo con poche modanature, l'una liscia alla bocca come un tubo, l'altra terminata a testa di drago. Dovevano aver fatto parte del fardellaccio ai Dardanelli.
Colubrina, alla fine del secolo XIV, per mettersi un po' in ordine, fu stabilita come genere subalterno di artiglieria, determinata da due caratteri; gran volata, e trentadue calibri. Indi
a.  Colubrina ordinaria.Pezzo che traeva palla di ferro di trentadue libbre, lungo trentadue palle.
b.  Colubrina straordinaria.Pezzo lungo quaranta e più palle, e di portata proporzionale in ferro.
e. Colubrina bastarda.Pezzo lungo circa ventisei palle.
d.  Colubrina doppia o rinforzata.Quella più ricca di metallo, e al tempo stesso più corta di tromba.
e.  Mezza, terza, e quarta Colubrina, si diceva sempre della Colubrina ordinaria: cioè della portata di sedici, dieci, e otto libbre di palla in ferro, e sempre tutte proporzionatamente lunghe di tromba per trentadue delle loro palle.

Colubrinario
add. Term. mil.Attenente a Colubrina.

Cofubrinata
s. f.Colpo di colubrina.

Colubrinato
add. Grassi.Fatto in qualche modo simile alla colubrina, e si diceva dei pezzi più snelli, sottili, e lunghi, secondo il calibro.

Colubrinetta
« dim.di Colubrina.» Nome comune della mezza, terza, o quarta Colubrina: onde il Cimento, 248: « Similmente con colubrinetta da quattordici libbre di palla, e libbre dieci  di polvere fina, le palle fasciate arrivarono sull'acqua in cinque delle suddette vibrazioni. »
Colubrinétta.Si trova spesso per Pezzetto di tre o quattro libbre di palla di ferro, e lungo trentadue delle dette palle e più.

Comandante
Colui che comanda. Militarmente tra noi è voce di ufficio, non di grado: e si intende Quell'ufficiale che è il superiore immediato in un posto, piazza, bastimento, e simili: qualunque sia suo grado, colonnello o caporale.
Comandante, dicono alcuni per Capo di battaglione: neologismo.v.Maggiore.
Comandare, v. intr.Aver giurisdizione, Esser Comandante, Capitanare.
Comandare. v. intr. Term. di fortific.Sovrastare dall'alto sopra a luoghi più bassi.
Comandare.Guidare, Condurre, Mettere in azione; e dicesi pur di cose meccaniche e inanimate. Morgante, xx, 305: « . La nave fé' vela, « E Greco intanto comanda la via. »

Comandata
Ordinanza generale per servigio pubblico da eseguirsi anche per opera personale.
Comandata, Botta, Viagg.n. 223. (traducendo dal franc. Corvée.) Quel lavoro straordinario che sono chiamati a fare in giornata e senz'armi i soldati e i marinari: acquare, legnare, foraggiare, sterrare, caricare e scaricare munizioni, e simili. — Promis (Storia di Torino, 364), vorrebbe sostituire Angheria.

Combattente
« Che combatte e in forza di sust.Combattitore. » Usasi quasi sempre nel numero del più, dicendo Combattenti quelli che sono attori nella fazione; per distinguerli dagli altri che stanno al posto, ma non combattono.

Combattere
« Far battaglia insieme: cosi detto dal battersi che fanno insieme gli uomini guerreggiando. » Il combattere in questo senso è reciproco, senza bisogno di altra particella. P. pres.Combattente, pass.Combattuto.
Combattere, att.Far contro il nemico, assaltandolo o sostenendo o respingendo l'assalto di lui. Contrastare al nemico.
Combattere campo, piazza, o simili, att.Dare la batteria a muraglie, o luoghi, per cacciarne il nemico.
Combattere da uno o da due fianchi; da uno o da due bordi; alla testa, alla coda, e simili, si dice di esercito o di armata, di drappello o bastimento, che abbiano il nemico in offesa da una oda più parti, al quale reciprocamente rispondono; e dalle parti omologhe lo ribattono.
Combattere della vita, dell'onore, e simili, vale, per Aver salva la vita, l'onore.
Di pié fermo.Ciò si è senza moversi dal posto né per assaltare né per ritirarsi.
A viso, vale: Francamente, colla faccia volta al nemico, Faccia a faccia.
A corpo a corpo.Lo stesso che Da solo a solo; come ai duellanti per proposito, e ad altri per qualche incontro può accadere.
Combattere. Crusca: « Agitare, Nojare, Travagliare, Tempestare. » Le onde combattono un fragile naviglio: Il mare è combattuto dai venti.

Combattimento
« Il Combattere» in tutti i sensi e modi dichiarati: notando solamente che nel linguaggio militare Combattimento è specie di battaglia reciproca e parziale, dove entrano pochi, e che non decide della somma della guerra.

Cometa
Cometa. Crusca: «  Quella macchia bianca, lunga per li due terzi della testa de' cavalli, larga da capo e appuntata verso il labro. »

Commissario
«Quegli alla fede del quale è raccomandato il carico di alcuna cura pubblica, come è il commissario di un esercito, il commissario di una città. » Dicesi dell'armata, bastimento, porto, spedale, arsenale, viveri, leva, paghe, rassegne, sanità, e simili. Dicesi anche Commessario: ve n'ha particolari, generali, ordinari, e soprannumeri. Di ciò più largamente alla voce Provveditore.

Commissione, 2° Commissione, milit.Istruzione ed ordini dati dal governo ad alcun ufficiale di eseguire ciò che alla sua cura si affida, massime nella parte amministrativa.
Commissione di guerra.Mandato del governo ad un capitano per la condotta di alcuna impresa. E bisognando il secreto, le lettere saranno sigillate da aprirsi in campagna, in alto mare, e simili, come alla voce Istruzione.

Commodoro
Vocabolo inglese, derivato dallo Spagnolo Comandador che per urbanità daremo anche noi, quando occorra, questo titolo a quell'ufficiale straniero di marineria che comanda una squadretta di bastimenti, senza aver grado di ammiraglio. Ai nostrani diremo Caposquadra, v.
Compagine, s. f. Crusca: < Concatenazione- » Congiunzione delle parti al tutto.

Compagna
« Compagnia: usato modo a quei tempi di levar l'i a si fatte voci. » La voce è storica per quelle milizie venturiero che sursero nel secolo xiv quando le civili discordie e l'ambizione dei potenti fecero precipitare la milizia dei comuni. Allora surse la Compagna, cioè un Assembramento di soldati venturieri, sotto un Capitano di ventura, che si mantenevano in guerra a spese di chi pagava, e in pace a spese di chicche fosse. Questa peste cominciò cogli stranieri: Frammoriale, Bongarden, Sterz, Hawchwood, Landau; continuò co' nostrani Alberigo, Braccio, e Sforza; si allargò coi Vitelli, Baglioni, Malatesta, Orsini, Savelli, Colonna; divenne terribile con Cesare Borgia; si spense con Giovanni de' Medici 1526.

Compagnia
Compagnia. Term. milit. Crusca: « Determinato e certo numero di soldati sotto un particolar capitano. » Questo numero è stato diverso in diversi tempi e luoghi, da cinquanta a quattrocento teste; nel secolo XVI era di dugento; adesso un centinajo. 3° Compagnia d'ordinanza.Si chiamava Ciascuna di quelle Compagnie di archibugeri che, dopo aver militato scioltamente, senza far parte dell'ordinanza, abolite le picche, entrarono nella linea come membri propri dell'ordinanza medesima.
Compagnia granatiera, dicevasi Quella che oltre ai colpi dell'archibuso giìttava le granate a mano; e per ciò combatteva separatamente. Poscia, smesse le dette granate, fu incorporata nei battaglioni; ma sempre divisa con piccolo intervallo dalle altre compagnie di fucilieri che se le mettevano a sinistra nell'ordinanza. Finalmente se ne fecero battaglioni e reggimenti distinti, e scelti.
Compagnia correzionale, dicesi Quella nella quale si mettono insieme gli indisciplinati e cattivi soldati per rimanervi a correzione, sotto severissime regole e continui lavori, sino alla resipiscenza. Talvolta parecchie di cotali disciplinarie, unite insieme, formano un Corpo.
La Compagnia adesso sta membro summultiplo di ogni ordinanza: è comandata da un capitano, conta all'inarca un centinaio di teste: quattro, otto, o più compagnie formano il battaglione. Ciascuna si divide in due Mezze compagnie, queste in due squadre, la squadra in due drappelli, e il drappello in due sezioni.
Le compagnie si distinguono co' numeri ordinali e progressivi: di più si chiamano scelte le compagnie de' granatieri e dei cacciatori, ordinate alla testa e alla coda del battaglione: le altre diconsi del centro. Ma qui pure sempre si muta.

Comune
Comune, anche in forza di sust.Soldato o marinaro che non ha grado niuno.
Comune, dice vasi Quel Cannone del secolo XIV che era prototipo, cioè da cinquanta: indi il cannon doppio, mezzo, e quarto, e ottavo. Dicevasi Intiero, Ordinario, Grosso. Talvolta mezzo, rispetto al doppio.

Condottiere e Condottiero
Colui che conduce. « Capitano. »
2° Condottiere, Significava prima Quel Capitano di gran nome e bravura, che, rizzata la bandiera di ventura, faceva gente, e la menava ai soldi di questo e quello, come fecero Alberigo da Barbiano, Braccio da Montone, Muzio Altendolo della Cotignola detto Sforza, e finalmente Giovanni de' Medici.
Condottiero, si è poi detto Quel capo di gente armata, che in tempo di guerra combatte fuori dell'esercito principale, e con disciplina sua propria, alla testa di Squadriglie o di Corpi franchi. Costume mantenuto e rinnovato, più che altrove, in Spagna.
Condottiero, Nome generico che si dà a Qualunque Capitano di un Corpo militare da esso condotto, secondo gli ordini del suo governo.

Conestabile
s. m. Crusca: « Grado di Comando nell’antica milizia italiana. » Propriamente era in principio ufficiale minore del Capitano, quando ciò significava Comandante supremo: Poi i conestabili divennero capi delle squadre di circa trecento uomini. Appresso si disse Conestabile anche il governatore di una fortezza. Da indi scesero giù a guidar drappelli, come i moderni sergenti. Finalmente il Conestabile fu annoverato tra i primi dignitari di un regno; anche con diritto ereditario.
Conestabile, si scrive pur Connestabole, Contestabile, Conostabole, Conistabole, Conestavole, e più altri modi, tutti registrati a gran trionfo di idioti o scorretti copisti. L'origine della voce è dal latino Comes stabuli, dignità del medio evo, Compagno di scuderia, Custode dei cavalli del suo signore.

Confesso
Muramento a tre facce, per Io più a scarpa, elevato fino all'altezza delle mura, talvolta sormontato da torre, addossato di tratto in tratto alle mura castellane per maggiore stabilità e difesa delle medesime; o come scrisse il Villani « per più fortezza e bellezza della cittade. » Confessi, e torri a Confesso, aveva Firenze, quando le. mura del Villani stavano in piedi; ed a Siena vedrai anche oggi una torricella a Confesso, se, uscendo dalla porta Ovile, levi lo sguardo al tempio di san Francesco. Con questo si corregge il Promis. n. 233.

Confinario
Detto di esercito, o milizia, vale Che sta ai confini e li guarda. Si adoperavaper Que' soldati di Ungheria, e Croazia che guardavano i confini dalle sbrigliate incursioni dei Turchi.

Conflitto
« Combattimento. » Ed è proprio delle battaglie aspre e mescolate, nelle quali gli uomini vengono, per così dire, ad urtarsi ì'un contro l'altro.

Confosso
Il secondo fosso esterno o interno di una fortificazione. — Non si confonda col Confesso, v.

Consedere
« Dar congedo, Dar commiato, Licenziare. » soldati, marinari, corpo d'armati.

Congedo
« Commiato, Licenza di partirsi, domandata o data; ed è per lo più voce di militari. «Licenza di ritirarsi dalla milizia per mutuo ed onesto consenso.»
Congedo assoluto, Licenze, di andare, senza altro obbligo di ritorno.
Congedo condizionato, Licenza, coll'obbligo di ritornare al bisogno e chiamata: e questo si pratica con quei marinari e soldati che non hanno terminato il tempo di servigio, secondo la legge.

Congegno
Meccanismo artificioso ad effetto predisposta. — Quindi L'Apparecchio ordinato di parti elettriche o meccaniche, per la esplosione delle torpedini, e simili.

Conocchia
Quella sorta di razzo incendiario, che ha capocchia simile a pennecchio, e dicesi anche Racchetta.

Consegna
Il Consegnare, e la Cosa consegnata, in tutte le significazioni del verbo.
Consegna, milit.L'ordine dato alla guardia di un posto, così soldato, o marinaro, come ufficiale alla cui custodia è commesso, con determinate istruzioni da eseguire.
Le Consegne, assol.Il rimettere a cui spetta l'amministrazione, il posto, il governo, con certe formalità prescritte: ed usasi coi verbi Dare, Prendere, Ricevere, e simili.
Consegna, altresì, l'Ordine ad alcuno di non uscire dalla propria camera, nave, o caserma.
Consegna, dicesi pur Colui che ha l'ordine; e tiene il posto dove sta, con istruzioni determinate.

Consegnare
« Dare in guardia o in custodia. » Specialmente ad alcuno ufficiale o soldato o marinaro la cosa o il luogo determinato con certi ordini e istruzioni da eseguire. P. pres.Consegnante, pass. Consegnato.
Consegnar la guardia, dicesi Quella fazione militare che eseguisce a tempo fisso l'ufficiale di guardia di un bastimento, fortezza, o posto qualunque, nel ricevere militarmente colui che gli deve succedere nell'istesso carico dopo di che, participatigli gli ordini e istruzioni della consegna, si ritira.
Consegnare a bordo, o in caserma, Mettere soldati o marinari in alcuna posizione, o per gastigo, o per averli pronti ad ogni occorrenza.

Conserva
« Numero di navigli di più padroni che navigano insieme a conservazione l'uno dell'altro. » In questo senso Far conserva, e Andar di conserva, valgono Fare e Andare in compagnia
Conserva, si dice pur dei bastimenti militari della stessa nazione; e s'intende Ciascuno di quei bastimenti minori che accompagnano e seguono un bastimento più degno.

Consiglio
a.  Consiglio di guerra.Quella adunanza che si raccoglie intorno al Sovrano, o sotto il padiglione del Generale supremo, o nella sala dell'Ammiraglio per consultare e deliberare principalmente intorno alle cose della guerra: e talvolta si costituisce in Tribunale supremo per giudicare della condotta di qualunque ufficiale, marinaro, o soldato, massime dei maggiori, dopo alcuna perdita o naufragio; e cosi dei paesani e delle spie, e di qualunque persona durante lo stato d'assedio; e per quelle cose che riguardano la sicurezza comune. Le antiche consuetudini immutevoli, e le moderne ordinazioni variabili determinano il numero, il grado, e le qualità di coloro che devono adunarsi in ogni caso speciale, o come consiglieri o come giudici.
b.  Consiglio di difesa, dicesi Quell'adunanza di ufficiali che si raccoglie per assistere il Governatore di piazza assediata.
e. Consiglio di disciplina, altresì Quell'adunanza che veglia per l'adempimento delle leggi militari, ed ha l'autorità di punire i mancatori.
d.  Consiglio di amministrazione, Quello che regola e distribuisce il danaro di un determinato corpo militare a conto dello Stato, e vantaggio dei componenti il detto corpo,
e.  Consiglio di guarnigione, di corpo, di squadra, o anche consiglio generale, dicesi Quello che si occupa o di tutto l'esercito e armata, o delle speciali loro partizioni.
f.  Consiglio militare, è frase generica, e vale secondo il contesto or l'uno or l'altro di consigli predetti.

Contrabbandiere di guerra,
Colui che porta armi, munizioni, e soccorsi ad uno dei belligeranti, contro il divieto dell'altro.

Contrabbando di guerra
Tutto ciò che di armi, di munizioni, o soccorsi può esser recato all'uno dei belligeranti contro il divieto dell'altro. Il diritto internazionale, e le convenzioni dei neutri, stabiliscono le norme da seguire nei casi particolari.

Contrabbatteria
Quella batteria che a disegno si pianta per opporla alla batteria del nemico, volendo scavalcarne o imboccarne i pezzi, e farla tacere.

Contraccartella
Quel piastrino di metallo che è alla sinistra della cassa, opposto alla cartella, e serve a ricevere le punte delle viti, e a tener salda la medesima cartella sulla cassa delle armi da fuoco portatili.

Contraccava
« Contrammina. » propr.e nel senso dell'esempio del Segr. Deche, ii, 32, valeva Cunicolo sotterraneo degli assediati, opposto alle Cave degli assalitori. Opere notissime degli antichi secoli, da non volersi confondere colle mine e contrammine successive, che implicano il concetto della polvere pirica, venuta dappoi.

Contraccignone
Striscia di cuojo che serve di rinforzo specialmente al cignone della sella.

Contraddicco
Quel dicco o argine che sta a rimpetto o dietro un altro simile, per rinforzo o compimento. 2° Contraddicco. Argine minore che si mette trasversalmente al principale.

Contraffodera
s. f. Manuzzi.Quella fodera che si mette al di sotto di un'altra per maggior fortezza o riparo. E si dice della fodera dell'armi, vestimenta, costruzioni, macchine, e simili.

Contrafforte
». m. Crusca: « Sorta di riparo aggiunto per maggior saldezza di muro, di legno, o di altro. »
Contrafforte.Quella specie di sperone, solido, per lo più prismatico, che di tratto in tratto si congiunge alla muraglia dalla parte interna, per renderla più resistente contro i colpi dell'artiglieria, e più forte contro la spinta del terrapieno.
a.  Sue parti. Base, alla muraglia: Coda, al lato opposto: Pilastro, che va su; Cima, ove finisce.
b.Sue specie, secondo la figura a Piramide, a Rettangolo, a Punta, a Dente, a Coda di rondine, e simili.
e. Suoi sinonimi, secondo il cap. De Marchi, pag. 236, lin. 7. Contrafforti, Speroni, Sostegni, Denti, Immorsature, Incatenature.
Contrafforte della catena.Quella specie di morso o colonnino trasverso che è nel mezzo di tutti gli anelli componenti la Catena o Gomena di ferro. Serve a rinforzare gli anelli, e ad impedire che essi scavalchino gli uni negli altri, o che si distendano nello sforzamento.

Contraffosso,Quel fosso parziale, che gira innanzi alle opere esteriori, e viene di qua, e di là, a sboccare nel fosso primario. Diverso dall'Antifosso, e dal Dentrofosso.

Controgguardia
Opera di fortificazione, che fa sagliente innanzi all'angolo fiancheggiato dei bastioni o dei rivellini. Suol essere di muro, e di scarpata ripida. Quindi diverso dal Coprifaccia che è di terra e di scarpata dolce, come lo spalto.
2° Controgguardia semplice. Quella che ha due sole facce.
Controgguardia rinfiancata. Quella che ha facce e fianchi
Controgguardia continua. Quella che è formata da più contragguardie, unite insieme, che formano un'opera stellata.
Controgguardia spezzata. Quella, le cui facce son disgiunte.

Contrallizza
« Steccato più basso della lizza, postole addirimpetto e vicino. »
lontra ni ante. s. f. Slratko. Quella fune di rinforzo, con la quale si assicurano le drizze delle antenne, o dei pennoni maggiori, in caso di burrasca o battaglia.

Contrammarcia
Quella marcia che si piglia a fare, opposta all'altra che si era incominciata.
Contrammarcia, Quella evoluzione o di linea o ili colonna, per la quale con un mezzo giro volgesi la fronte ove eran prima le spalle, senza cambiar niuna disposizione di Ale o righe tra loro. Si eseguisce in più modi, sul posto, di pie' fermo, ed a risvolta delle ali, o del centro.
Contrammarcia, L'evoluzione per la quale i bastimenti dell'armata, attelati in linea o in colonna, unno di bordo, serbando l'ordine medesimo, il capofila comincia l'evoluzione e tutti gli altri seguono la traccia del precedente. Occhio alle distanze.

Contrammerlato
 Che ha i merli opposti sopra diverse linee: La faccia e la spalla della medesima torre possono esser tali.

Contrammina
Opera assegnata dei difensori per garantire una piazza dalle mine del. nemico. — Si noti che la Mina e la Contrammina, alla moderna, suppongono la polvere: quindi non si hanno a confondere colle Cave e Contraccave degli antichi secoli. Primo esempio, a parer mio, i corridoj e le casematte di Giuliano alla rocca d'Ostia, che possono servire insieme di batterie, e di sfogatoi: ultimo compimento di Antonio il giovane al famoso baluardo di Roma, (1483. — 1535.)
Contrammina permanente, Quel sistema di gallerie, costruite e murate insieme colla fortezza sin dai fondamenti, che sieguono tutto il perimetro delle opere volute guarentire, e vanno fin oltre lo spalto per scoprire, distruggere e render vane le mine del nemico. Indi
a. Gallerie, in forma di corridoj dentro la muraglia o al terrapieno per girare da ogni parte e spiare i lavori del nemico.
b. Androni, che si chiamano pur Campane e Camere, in forma di ambienti grandi e vuoti, perché il fluido elastico della vampa accesa possa espandersi senza scossa.
c. Sfiatatoi, detti pur Sfogatoj e Spiragli, in forma di trombe coniche o piramidali, che vanno dagli androni alle piazze alte e scoperte per esalare il fuoco, sventarne gli effetti, e dar aria e luce ai difensori.
d.  Pozzi, in forma di cavità più profonde, da raccogliervi l'acqua che filtra: ciò a vantaggio dei difensori, e in alcuni casi a danno del minatore nemico.
Contrammina passeggiera, Quel lavoro repentino che sempre può fare il presidio a fine di scuoprire sotterra la mina contraria, cacciarne gli operaj, distruggerne i lavori, acciecarli; o almeno farvi tali aperture che, anche scoppiando, il fuoco trovi la strada aperta per andarsene, senza rovina.
a.  Alla scoperta, per Accertare il sito dove il nemico prepara la mina. Giova tendere l'orecchio ai picchi, l'occhio al lume del minatore: giova scandagliare il terreno sospetto colla trivella di ficco o di lato : e giova il tamburo col sugheretto che trema di sopra quando sotto si picchia; e similmente stridono le bacinette co' sonagli.
b.  Al Rincontro, per Giugnere con cavamenti sotterranei sino al sito dove il nemico lavora.
e.  Al Petardo, per Abbatterne di viva forza l'ingresso, ed occupare i lavori di presente.
d. Alla Buca, per Colmare il cavo con acqua, terra, pietre, fumo, fuoco, rottami; e per aprire il terreno, proprio sopra il fornello della mina nemica, perché il fuoco e l'elaterio, sfiatando dai pertugi non faccia rovina, o la porti fuori del luogo minacciato.
Le Contrammine, diconsi Magistrali, quando seguono la fronte del poligono; Capitali, quando vanno pel raggio sino alla punta del baluardo: Esteriori, quando avvolgono le opere avanzate: di Inviluppo, quando vanno al di là dello spalto: di Ascolta, quando girano per la campagna: di Communicazione, quando servono solo al collegamento delle altre opere tra loro.
Gli Androni delle Contrammine, Massime nelle Opere esteriori, possono esser caricati, e diventar fornelli per farle saltare in aria, quando fossero perdute, perchè il nemico non avesse il vantaggio di possederle.

Contramminare
« Far contrammine. » fig.Far dì rompere gli altrui disegni. P. pres.

Contrammira
Quel contrassegno posto alla culatta delle armi da fuoco, che risponde al segno posto sulla bocca delle medesime per accertare la linea visuale del tiro. Per lo più è fatto con una tacca in piccolo risalto; e nelle armi di precisione ha l'Alzo ed il Traguardo.

Contrammiraglio
Quell’ Ufficiale generale dell'armata marittima, che comanda la terza squadra in battaglia; ed è subordinato all'Ammiraglio, e al Viceammiraglio. Porta la sua banderuola all'albero di mezzana. — Equivale a General di brigata nell'esercito.
Contrammiraglio, altresì Quel bastimento di fila, dove naviga il detto Ufficiale.

Contraramolla
Quella molla che nelle costruzioni e macchine opera in verso opposto ad un'altra molla.

Contrammuro
Muro che si fa di contro ad un altro per riparo.

Contraoperazione
« La contraria operazione, o il contrario effetto di due diverse cagioni. » Voce di meccanica e tattica militare e navale. E meglio direbbesi Controperazione.

Contrarronda
Quella ronda che e messa a sorvegliare i fatti dell'altra.

Contrasaluto
Saluto di risposta al saluto ricevuto.

Contrascarpa
Quella parie del terreno a pendio che chiude il fosso verso la campagna, e risponde dirimpetto alla scarpata della muraglia.

Contraserratura
Quella cavità di ferro che riceve la stanghetta della serratura. Dipesi pur Chiusura di rinforzo.

Contrassalto
Spalto fatto a rovescio dell'ordinario, cioè col pendio verso la piazza.

Contraspina
Quella spina che si contrappone ad un'altra. Talvolta si piglia pur in senso di Mandriale, perché col suo puntone caccia indietro la spina della fornace.

Contrasprone
Quello sperone che si contrappone o si mette di rinforzo ad un altro: tanto nel senso proprio, che negli appropriati di muro, puntello, rostro, fusto, e simili.

Contrassegno
« Segno per riconoscere. » cioè.Segno doppio tra due parti, reale o verbale, per mezzo di che si prova e riscontra la cosa, persona, od ordine indicato. Talvolta il contrassegno si compone con motti arbitrari, che non potrebbero altrimenti corrispondersi se non per antecedente convenzione mutua: talvolta di medaglie spaccate, talvolta di anelli, o cifre, o simili.
Contrassegno. Term. mil. Indizio precedentemente convenuto per far riconoscere ai governatori delle fortezze ed ai capi dell'esercito o armata la volontà del loro Sovrano.
Contrassegno. Term. mil. Quella parola o motto che serve di riscontro a riconoscere gli amici. — v. Nome.
Dare il contrassegno, significa Profferire quel motto, nome, santo o parola; o vero mostrare quella cifra, anello, sezion di medaglia, e simili, per assicurare, coi contrassegni rispondenti ai segni, la verità degli ordini portati e la qualità delle persone venute.

Contrastrada
Quella strada che è aggiunta ad un' altra per maggior facilità di comunicazione o difesa.
Contrastrada coperta, Quella seconda strada, riparata dalle offese, che gira intorno alle fortificazioni, al di là della prima, e più verso la campagna

Contrattacco
Attacco repentino, per lo più alla coda o per fianco, reso a colui che intende attaccare altrove.
2° Contrattacco.Lavoro fatto dalla guarnigione assediata a fin di battere per cortina o di rovescio le prime trincere e batterie delFassediante.

Contrattempo
« Tempo contrario o differente dal tempo ordinario. » Termine di scherma, di marciata, e di tattica.
Fare un contrattempo, vai Sconcertare un negozio qualunque civile o militare, introducendovi l'anomalia del tempo: che, se condotto con arte opportuna, turberebbe le mosse del tuo nemico; altrimenti proprio le tue.

Contravvallazione
« Seconda trincera con fosso e parapetto fiancheggiato, colla quale si cinge più da vicino la piazza, per impedire le sortite degli assediati e difendere il campo asse-diatore che sta tra questa linea e quella di circonvallazione. » In sostanza la Seconda trincera d'assedio. E come la Prima, verso la campagna, contro i soccorsi di fuori, si chiama Circonvallazione; cosi la Seconda, verso la piazza, contro le sortite del presidio, dicesi Contravvallazione. — Non si confonda né cogli Approcci successivi, né colle Parallele finali; che son tutte in genere trincere di assedio: ma esprimono differenti concetti speciali, secondo i diversi procedimenti dei lavori.

Contribuzione
« Concorrimento o ajuto a checchessia. »
2° Ciò che si paga in comune dai paesi invasi per andar salvi dal saccheggio.
3° Ciò che si paga dai sudditi  per la guerra, o in tempo di guerra.

Controbacinetto
II Coperchio del bacinetto per custodire l'innescatura.
2° Quella piastrina della martellina, fatta a squadra, che copriva il bacinetto del fucile a pietra.

Controcunicolo
Cunicolo opposto a cunicolo: e secondo le sue qualità antiche, o moderne, piglia nome e senso di Contraccava, o di Contrammina.

Controdragante
Quel pezzo di costruzione che si mette sopra al dragante: poggia sulla ruota, si congiunge ai due quinti delle anche per mezzo delle alette, costituisce la soprassoglia delle cannoniere di poppa, e il sostegno alla ruota del timone.

Conversione
Rivolgimento di una squadra dal fianco sinistro al destro, o viceversa, come farebbe una sbarra sopra un punto fisso. Nella Conversione ciascun soldato,drappello, naviglio, o colonna descrive nel suo campo porzioni simili di circolo, che sono tanto più grandi quanto è maggiore la distanza dal perno. Questa dicesi Conversione a Perno fisso.
Mezza Conversione, Quella che descrive un semicerchio, e porta la fronte da quel lato ove erano prima le spalle, cambiando sito.
3* Conversione per quarti, Quella che descrive un quadrante di cerchio, e porta la fronte ove erano i fianchi.
Conversione a perno mobile, Quella che descrive altresì un Quadrante, ma in maniera che quando le righe si rivolgono anche il perno lentamente avanza verso una nuova linea assegnata.

Convogliare
« Accompagnare checchessia per maggior sicurezza. »
Convogliare, Accompagnar carriaggi, vettovaglie, armi, munizioni, con una scorta di soldati.
Convogliare, Scortare con   navigli da guerra un certo numero di bastimenti m rcantili, condurli da un porto ad un altro; e difenderli dagli attacchi del nemico in tempo di guerra.

Convogliato, Convoglio
« Accompagnatura che segue checchessia per maggior sicurezza. » Ed i militari chiamano con questo vocabolo la Scorta al carreggio, la quale, sia fanteria o cavalleria, deve coprirlo specialmente da quel lato dove può patire insulto dal nemico: e in questo caso ingaggiare la scaramuccia, traccheggiare, dar tempo al carreggio di porsi in salvo.
Convoglio, chiamano i marinari la Scorta dei bastimenti da guerra ai mercantili. Il comandante del convoglio deve attelare i suoi convogliatori in guisa da coprire i convogliati. Sfuggire il combattimento, respingere indietro il nemico di forze minori, fare i segnali al naviglio. Abbattendosi in forze maggiori, traccheggiare e combattere tanto che il barchereccio si possa salvare: se non c'entra il panico.

Coorte
« Quantità di soldati in che erano ripartite le legioni romane. » Membro della legione romana, equivalente presso a poco ad uno dei moderni battaglioni, e comandato da un Tribuno o da un Prefetto.
a.  Coorte comune, di 420 soldati.
b.  Coorte imperiale, di 555 soldati,
c. Coorte prima, di n° doppio sotto l'Aquila.
d.  Coorti dieci, formavano una Legione.
e.  Coorte suddivisa, in due o tre Manipoli.
f. Coorte pretoria, Quella che serviva di guardia ai generali della repubblica, composta di sceltissimi soldati, che avevano paga sei volte maggiore degli altri. Di qua l'istituzione imperiale della pretoriana milizia perpetua.
Coorte, quantunque vocabolo di origine e significato latino, è stato più volte adoperato per indicare un corpo di milizia o stanziale o nazionale, non minore di tre centinaja, né maggiore di sei.

Copertina
« Quella gualdrappetta o abbigliamento che si attacca alla sella del cavallo, e gli copre il dorso. » Arnese di cavalleria come appendice della sella, che, disteso sulla groppa, difende dal sudaticcio i corredi; e per la sua forma, taglio, ed ornato, vale a distintivo di ufficiali superiori, e di stato maggiore.

Copertolo
Mantelletto, Difesa di legni, travi, vinchi, cuojo e terra, per coprire quelli che nell'assedio lavorano sotto le mura nemiche.

Copertone
In genere accr.di Coperta: e particolarmente Quel panno con che si cuopre ter cassetta di chi guida carri militari, e simili.
Copertone, altresì, Quella grande tela incerata, con che si riparano e nascondono le munizioni, attrezzi, e arnesi militari sui carri, che perciò diconsi Coperti.

Copiglia
Quella specie di bietta, biforca alla punta, che confitta chiude l'occhio di un perno, di una chiavarda, e simili; ed, allargate le punte, serve a impedire che non escano fuori dalla maniglia.

Coppo
Coppo, che il Bermi (nota il Fanfani) usò per Cranio, e la Crusca per Orcio, si chiamava Una specie di morione semplice e liscio, fatto a foggia di mezza pignatta. Ordinamento fiorentino del 1457. (Pardessus, iv. 594.): « Che ogni portolato et prodiere debba « portar seco in galea..... corazza, coppo, et tacchino; et tucti gli altri marinai et galeotti per lo  meno debbono avere un tacchino per uno.

Coprifaccia
Quella specie di falsabraca che si è messa talvolta innanzi alle facce dei bastioni, dei rivellini e delle mezzelune, fatta di terra, a dolce pendio, e nel fosso. — Opera diversa dalla Contragguardia, che era incamiciata di muro, e a scarpa ripida: diversa dallo spalto che è al di là del fosso, come diremo a Falsabraca.

Coprire
Coprire, milit. vale.Frapporre impedimento, perchè il nemico non possa né vedere né offendere. — Coprirsi, vale.Alzar terra, Cavar trincere. Lavorar di zappa, Mettersi innanzi gabbioni e ripari per tenersi al coperto dalla vista e percossa delle artiglierie e della moschetteria nemica.

Corame
« Aggregato di cuoja, Paramento di cuojo. » Aggregato di cuoja.

Corazza
« Armadura del busto fatta di lama di ferro; detta forse cosi dalla parte principale che ella difende, che è il cuore. » Vestimento di piastra acciajata, che copriva petto, fianchi, e schiena del cavaliero; scendeva sotto alle reni, e si allargava con bel garbo per lasciar libero il movimento delle cosce. La parte anteriore si diceva Petto, la posteriore Schiena, le altre Scollo, Fianchi, Vita, Cintura, Sgusci, Canaletti, Sterno, Spina, Gironi dei bracci, Spallacci, Musacchini, Schiniera.
Alla corazza, come genere, si riducono le seguenti specie, con un tocco delle loro differenze.
Catafratta. Armadura grave di tutta la persona.
Clibano. Corazza antica e tutta d'un pezzo.
Piastrone. Grossa piastra, massime sul petto.
Lorica. Affibbiata di due pezzi, petto e spalle.
Piastra e Maglia. La corazza doppia
Torace, Voce poetica, Corazza da coprire il petto.
Usbergo. Smaltato, cesellato, da gran cavaliero.
Pettabbotta. Resistente al pugnale e alla pistola.
Corsaletto. Corazza breve, corta, leggera.
Corazzina. Ridotta di peso e grandezza.
Mezza corazza. Lo stesso che corazzina.
Petto. La difesa del petto, cioè sul d'innanzi.
Coretto, Pendente soppanno dal collo al cuore.
Cojetto. Corazzina fatta di cuojo indurito.
Giaco. Corazza di sola maglia, nascosta, soppanno.
Ammetta, Corazza sottile e interna.
Brigantina. Corazza a scaglie, cucite sopra panno.
Scarsellacelo. Di cuojo, dalla cintura al ginocchio.
Panzerone. La corazza che copriva petto e pancia.
Corazza, « Oggi diciamo anche a Soldato a cavallo armato d'armadura grave, e che porta pistola e lancia. » Corazziere.
4° Da ciò è pur chiaro che la corazza, dopo molte varietà, venne mano mano ad essere abolita come veniva crescendo la forza dell'artiglieria. — Sennonché questo nome ed arnese, ai nostri giorni, dalle agili membra degli antichi cavalieri, è passato alla rigida ossatura dei moderni navigli, con tanta singolarità di forme, che han reso solenne più del radicale l'Aggiunto di Corazzata.

Corazziere
Soldato, per lo più di cavalleria, armato di corazza. Sono tornati in voga. I grandi vogliono aver qualche reggimento di Corazzieri, Uomini grandi messi a cavallo coll'usbergo sul petto, sciabola al fianco e la picca in mano.
Corazzieri, Corpo di pochi e scelti cavalieri, spettabili per alta statura, che fanno il servizio di palazzo e di campo intorno al Sovrano.

Corazzina
Cioè quella che non ha panciera, ed è più sottile e leggera: quasi Mezza corazza.

Corda
Fila di canapa, e simili, rattorte insieme per uso di legare e trarre. — Attrezzo principalissimo dei marinari, dai quali molto ajuto può derivare agli architetti ed artiglieri, perché i primi soli usano corde d'ogni genere e di ogni specie, e ne distinguono la materia, gli elementi, e il maneggio con esattezza di teorie, e con proprietà di vocaboli. Sentirai da loro la ricchezza del nostro linguaggio, e così la varietà delle sinonimie, come essi le distinguono:
Corda, Supremo genere d'ogni legame e tiro.
Canapo, per eccellenza, Del miglior tiglio di canape.
Capo, Corda sciolta, presa la parte pel tutto.
Cavo, Variante opportuna, per eufonia.
Cima, Corda manesca e volante al servigio.
Fune, Corda di punizione, funesta ai malfattori.
Stramba, Di ginestra, canna, paglia.
Libano, Corda di giunco.
Spilorcia, Corda di pelo.
Colla, Dormiente a fermo, anziché scorrevole.
Codetta, L'estremità direttiva.
2° Gli elementi della Corda da essere ricerchi ciascuno a suo luogo, colle risposte greche e latine, sono i seguenti:
a. Filo, che unito a più fascetti forma il trefolo.
b.  Trefolo, che a più doppi forma il legnuolo.
e. Legnuolo, che a più ritorte da il cordone.
d.  Cordoni, che filati insieme danno la Corda.
e.  Pènero, ch'è il rimasuglio estremo.
3° La materia più comune della corda è il fil di canape. Si dice di primo tiglio la corda filata colla fibbra migliore, della stessa canape: di secondo o di terzo tiglio, quella filata con fibbre più corte e più fievoli: e filata di stoppe si chiama Terranina, Livarda, e Manila.
Le Corde, Si compongono talvolta di erbe tenaci come è il Giunco, lo Sparto, la Ginestra, il Libano, il Bremo, il Falasco, ed oggidì coll’Abaca e l'Agave: Pigliano il nome collettivo di Strambe.
Le Corde, Si fanno pur minute di seta, d'argento e d'oro filato: ma queste non entrano tra gli attrezzi marini o militari, né si potrebbero altrimenti usare che per ornamento.
6° Finalmente ai nostri di è venuto in voga il Ferro filato e torto per le sartie; e il ferro snodato che in vece di gomena si usa per l'ancora, e si chiama Catena.
Le Corde, secondo lor varietà, pigliano aggiunti collettivi, e diconsi:
a. Cavi bianchi, di canape schietta, e non tinti.
b.  Cavi incatramati, cioè, intrisi di catrame.
e. Cavo piano, i cui legnuoli tondeggiano nel commesso, e formano cilindro uguale, calibrato, senza risalti.
d.  Cavo torticcio, formato di cordoni già torti, che si incavalcano gli uni sugli altri, e formano spirale a risalti.
e.  Cavo piatto, che è filato a treccia, e si chiama Baderna, Trinella, Garzetta, Gerlo, Salmastra, Bi-ghero.
f.  Cavo raccolto, di fasci a mazzo, per diversi servigi ed usi, che diconsi Chiome, Capelli, Barbette, Ragne, Radazzo, Code, Ansiere, Frasconi.
8° In specie, il Cordame de' marinari, dal minimo al massimo, dallo spago alla gomena, distinguesi in quattordici classi, anche per gli antichi, come segue, e v.i nomi particolari:
a. Spago, Che é il minimo lavoro del funajuolo, primo tiglio, due fili, per cucitura di tende e vele.
b.  Trefolo, Commesso di tre fili, elemento di corde maggiori, usato a legature volanti, e leggiere.
e. Sforzino, Commesso con due trefoli forticci, per legature piccole e forti.
d.  Merlino, Di tre trefoli piani: per orlatura di vele, imbrogli, griselle.
e.  Comando, Corda di giusta grossezza, di più legnuoli, per ogni uso e servizio.
f.  Sagola, Corda piana, pastosa, flessibile, da sei a quindici fili; Pel solcometro, lo scandaglio, le bandiere, e simili.
g.  Ritorta, Sagola doppia e torticcia.
h. Temale.Cavo piano di terza grandezza per paranchi a tre occhi, imbrogli, e bracci.
i. Quarnale, Di quarta grandezza, per paranchi a quattr'occhi, e lavori di forza.
k. Quinale, o Sartietta.Torticcio di tre cordoni, per costiero e per sartie minori.
I. Senale, o Sartia.Torticcia a quattro cordoni, per le sartie maggiori.
in. Gherlino.Torticcio per rinforzo d'ormeggi e per rimburchi.
n. Gomenetta.Canapo torticcio per l'ancora, la cui circonferenza non passa m. 0,20.
o. Gomena.La maggior Corda navale e torticcia di circonferenza da m. 0,20 in su.
9° Nella meccanica si considerano le seguenti condizioni delle corde.
a.  La Rigidezza, per la quale la corda resiste a piegarsi intorno ai cilindri dell' argano e di ogni macchina: si valuta in ragion diretta del diametro della corda; e inversa del diametro del cilindro.
b.  La Gravità, per la quale la corda stesa in linea orizzontale si curva e forma la catenaria. Appesa in linea verticale, non piega, ma deve sostener sé stessa: quindi una parte della potenza è perduta nel vincere il peso delle sezioni inferiori.
e. La Tensione, per la quale le sue libbre elastiche possono allungarsi sino a certo termine, e ritornare: oltre il qual termine distesa, perde l'elaterio generale di tutte le sue fibbre, si allunga e si dispone allo strappo. Alcuni dicono Stiro.
d.  La Resistenza per la quale può fare una forza determinata, e non più, senza rompersi. Il calcolo é basato sull'esperienza di ciascun filo che è l'elemento di tutto il canapo. Rondelet considera il filo di due millimetri esprimente la resistenza di sette chilogrammi. Quindi passando a un cavetto piano di tre centimetri, come composto di fili quindici, conchiude la resistenza di chilogrammi = 15 X 7 = 105,
e. L'attrito, pel quale la corda non scorre senza qualche aderenza sulle macchine, che pur deve esser vinta dalla potenza. Va in ragion diretta della superficie a contatto, della mutua scabrosità, della rigidezza della corda, e della resistenza del mezzo.
16° La Corda, secondo l'uso diverso a che si acconcia, fa diverse significazioni, così:
a.  Alla Cavallerizza, Corda, vale.Cavezzone per domare i cavalli.
b.  Corda, nell'Artiglieria, Si chiama la Prolunga per tirare il pezzo: e si chiama la Braca ai pezzi di marina.
g.  Corda, per gli Arcieri, è il Nervo assegnato a tendere e curvare l'arco, ed a spignere la saetta.
h. Corda, per gli Archibugeri, è il Mìccio da allumare l'anni da fuoco.
i. Corda cotta, è lo stesso che miccio, cioè.Corda pastosa e sottile che si è fatta bollire nell'acqua nitrata; e che, una volta accesa, non più si spegne, ma brucia lentamente da sé. Serviva ad accendere moschetti e cannoni. Oggi si tiene sempre accesa dentro un barletto di metallo, e serve ai marinari per allumare la pipa.

Cordellina
« Piccola Cordella. » Per lo più nobile, di seta, o di filigrana per allacciar ve-stimenta, alamari, e simili.

Cordone
Cordone, Terni, archit.Quel risalto di pietra a mo' di bastone sporgente in fuori con che si adornano le muraglie delle fortezze o al principio de' parapetti, o della scarpata, o nel mezzo delle muraglie. 4° 5''Cordone. Term. di tattica.Serie di soldati, sentinelle, bersaglieri, uniti tra loro più vicinamente che nella Catena: e ciò per guardia, onore, difesa, » ragioni sanitarie.

Coreggia
« Cinturadi cuojo. » propr.usata da' nostri antichi a cingere i reni; e che si acconcia pur a molte maniere di budrieri, e bardature civili e militari.

Cornacchio
Sorta di progetto di piastra o ferro informe, che si lanciava prima colle macchine a corda, e poi con un antica artiglieria da fuoco che indi fu chiamata Cacciacornacchi.

Cornetta
« Strumento musicale da flato. » Simile alla tromba, ma più piccola e di suono più acuto per musica e segnali di cavalleria, e di fanteria leggiera.
a. Cornetta, altresì Quella piccola bandiera di figura quadrata, e dipintavi nel mezzo la cornetta, che era insegna di milizia leggiera.
6. Cornetta, eziandio Quell' alfiere che portava la detta bandiera.
e. Cornetta, finalmente Quella compagnia leggiera che andava sotto la detta bandiera.
Cornetta, Term. mar. Quella piccola bandiera, il cui lato battente termina con due punte o corni; che issata sugli alberi di alcun bastimento da guerra, fa palese esser quivi alcun comandante generale di armata, di divisione, o di squadra, secondo che batte sull'albero maestro, trinchetto, o mezzana. Forme e colori diversi presso le diverse nazioni, e secondo le ordinanze di tempi diversi.

Corno
 Quell'osso duro e acuto che hanno alcuni animali quadrupedi in testa. » Da parte la storia naturale.
Corno, Strumento da fiato, fatto anche di osso, di avorio, di metallo a somiglianza di corno, che portavano al collo gli scudieri ed araldi per segnali, disfide, soccorsi, annuncio di ospiti, gioja di caccie. Usavanlo talvolta anche i cavalieri. Adesso strumento da fiato nella musica militare.
2° Strumento di metallo, di cuojo, o pur di osso, pel polverino d'innescatura.
Corno, La Caviglia del funajolo per impiombare. — v. Fitta.
Corno, Ciascuna punta della gorgia nel picco, e il Picco stesso. — v. Bicorno,
Corno, Ciascun sagliente del mezzo bastione. — v. Opere a corno.
Corno, Ciascun'ala di esercito o di armata in battaglia. — v. Ordinanza.
Corno, Ciascuna di quelle punte che più spiccano rilevate ed acute in una catena di monti.

Corona
Ornamento del capo, fatto a modo di cerchio, di cui si cingono la testa i sovrani, o altri grandi, per segno di autorità o di onore, e si fa di varie materie e forme. »
a. Corona trionfale. Quella che portavano gli imperatori ne' loro trionfi: ed era prima di lauro, poi d'oro.
b. Corona ossidionale. Quella di che i cittadini d'una terra assediata presentavano al capitano che li avesse liberati dall'assedio. Era di gramigna, nata nell'istessa terra, e nel tempo del pericolo.
c. Corona civica. Quella che si donava a colui che avesse salvato in guerra un cittadino romano. Era di quercia.
d.  Corona murale. Quella d'oro, merlata come le antiche mura, che era premio del soldato il quale montava primiero sulle muraglie nemiche.
e.  Corona castrense. Quella d'oro, fatta a mò di vallo, per ornare il primo che superasse il campo nemico.
f.  Corona rostrata. Quella d'oro, contornata di rostri marini, per onorare un Capitano vincitore di battaglia navale, o un marinaro che con bravura singolare fosse saltato pel primo sulla nave principale dei nemici.
g.  Corona reduce. Ornamento che gli antichi marinari mettevano a poppa, come segno del felice arrivo al porto. Le Corone del ritorno erano rette da figura alata simile alla vittoria.
Corona. Specie di ordinanza terrestre e navale fatta a cerchio, per assalire e ristringere da ogni parte al tempo stesso piazza, campo, o nave nemica.
Corona. Opera di fortificazione esteriore che ha sulla fronte un bastione, due cortine, e due mezzi bastioni: tanto che i tre saglienti diano vista coronale. Questa opera si termina ai due lati con una distesa d'Ali, Braccia, o Rami, che mettono alla piazza. Si dice pure opera a Corona, o Coronata.
Corona. La parte suprema delle unghie de' cavalli, che confina col pelo della gamba.
Corona dell'edificio. Dicesi la parte più alta che gli dà grazia e finimento. Membro del cornicione che a guisa di dado sporge in fuori, e serve per cimasa.

Corpo
Ogni membro dell'esercito e della armata che forma unità, e può stare da sé, secondo le leggi e regolamenti di ciascun paese. Comunemente l'insieme di ciascun'arma, cioè fanteria, cavalleria, artiglieria, genio, marina, e simili, forma Corpo: Specialmente ogni reggimento forma corpo, e cosi quei battaglioni che sono fuori dei reggimenti, ed anche le compagnie isolate, come oggidì Corazzieri, Guardie, e simili.
a.  Corpo d'esercito. Quella massa forte, di ogni milizia unita insieme sotto il comando d'un generale, cui, o separata o congiunta con altri corpi, è commesso operare a seconda degli ordini del Generalissimo. Nelle guerre moderne, atteso il numero sterminato dei soldati, si sono divisi in corpi di 25 sino a 60 mila, sotto un generale sperimentato, che comanda agli altri generali delle divisioni e brigate, poste nel corpo medesimo.
b.  Corpo avanzato. Quello che precede l'esercito di cui è parte.
e. Corpo di riserva o di Ricuperazione. Quello che è tenuto in serbo per terminare la battaglia, o per ricuperare la vittoria, sottentrando fresco alle schiere stracche, o per cuoprire la ritirata.
d.  Corpo di battaglia, Quello dei tre membri principali dell'ordinanza di esercito o di armata, che attelato in linea sta nel centro, e marciando in colonna sta nel mezzo agli altri due.
e. Corpo volante. Quello che separato dal grosso dell'esercito, di cui fa parte, campeggia ed opera
da sé, per dar sospetto e molestia in più luoghi al nemico, e in più luoghi calore agli amici. — v. Corpofranco.
f. A Corpo a corpo,   Vale da vicino, da solo a solo; e parlando del combattere, si dice tanto delle persone singolari, quante delle squadre intiere.
Corpo di difesa. Quel sistema collettivo, o massa totale che costituisce le opere difesive d'un luogo determinato.
a.  Corpo della piazza. Si intende particolarmente lo spazio chiuso dalla magistrale, escluse le opere esteriori.
b. Corpo di guardia. Quel numero determinato di soldati che fa la guardia; ed il luogo ove essi stanno.

Corpofranco
Quella milizia irregolare che si leva in tempo di guerra, composta di volontari a piedi e a cavallo, i quali si adoperano fuor di linea a far scorrerie sul paese nemico, a sollevare i popoli del loro partito, e ad altre arrisicate razioni.
Corpofranco, chiamano taluni L'insieme di più Compagnie disciplinari.

Corredo
Dicesi in genere di tutto ciò che fa bisogno all' esercito, all' armata, sia di guerra che di bocca: e più Fornimento di attrezzi, alberi, antenne, vele, sartiami, e simili ai bastimenti. 2° Corredo, in senso speciale, si dice II piccolo equipaggio del soldato e del marinaro, che non appartiene né all'armamento né al vestimento, ma serve all'uno e all'altro; come Cinture, Budrieri, e simili.
Cavalier di corredo. Personaggio investito della dignità cavalleresca in occasione e forma solenne, e onorato di gran convito.

Correre
rispetto alle militari fazioni in terra, fa altri sensi:
a.  Correre alla Lizza, all'Arme, all'Assalto, ai Carosello, alla Giostra, alla Quintana, al Pallio, e simili. Andare con grande velocità a tutte queste cose che voglionsi vedere chiarite ai luoghi loro.
b.  Correre la Lancia, Giostrare, Far contro l'avversario un colpo di Lancia.
c. Correre il paese, Andarvi da padrone, Dargli il guasto.
d. Correre una città, Impadronirsene: uso del medio evo, entrare a cavallo, la lancia sulla coscia, passar le vie principali, come a pigliar possesso per forza.

Corridoio
Corridoio, L'andito lungo e stretto pel quale si va dall'una all'altra batteria, spee.delle Casematte.

Corridore
Corridore, propr.Cavallo corsiero, nobile, da sella, di gran possa e corso.
Corridore, Soldato, Naviglio, Squadrone che scorre innanzi per esplorare o molestare il nemico. Meglio diremo Scorridore.

Corriero
Cannone corriero, Che lancia palla, chiusivi dentro oggetti ed avvisi. — v.Artiglieria

Corsale
 Fanfani. Armatura del petto, Torace. Indi il seguente.

Corsaletto
Piccola o mezza corazza di ferro, della quale andavano per lo più armati i fanti, e principalmente i picchieri sino al principio del xvn.
Corsaletto, per traslato. Il fante armato di corsaletto.

Corsesca
». f. Crusca: « Arma in asta col ferro in cima a guisa di mandorla.» Arme da lanciare a mano, formata di un'asta sottile e non molto lunga, con una lama a mandorla e due ferri ricurvi alla punta.

Corsia
a.  Cannon di corsìa, dicevasi il più grosso pezzo che stava nel mezzo della prua sulla linea della corsia e traeva palle di ferro da cinquanta.

Cortalda
Sorta di Artiglieria rinforzata, di canna corta, e di grosso calibro. Ha il vantaggio di occupar poco spazio, e per ciò fu adottata in marina, e detta pur Cortale, Cortaldo, Cortana e Crepante, oggi Carronatà..

Cortaldino
dim. di Cortalda: « Cortaldino da quattro, lungo undici palle; e nella culatta, palle tre e un terzo.

Cortina
Cortina. Term. mil.Quella chiusura che si murava come tenda tra torre e torre.
Cortina moderna. Quella muraglia che si stende attorno alla piazza dall'uno all'altro baluardo. Ad essa si appropriano gli aggiunti seguenti.
a. Cortina terrapienata, Quella che ha il terrapieno e l'incamiciatura di muro.
b. Cortina di ordine rinforzato, Quella che si stende tra due baluardi a fianchi doppi.
e. Cortina a forbice, Quella che invece di correre per linea retta da un, bastione all'altro, è formata di due spezzature coll'angolo rientrante.
d.  Cortina a tanaglia, Lo stesso che a forbice condotta parallela all'angolo della tanaglia.
e.  Cortina a denti, Quella spezzata da uno o più piccoli risalti come fianebetti.
f. Cortina concava, Quella stesa in arco di concavità verso la piazza.
g.  Cortina convessa, Quella in arco che volge la convessità alla campagna.
h. Cortina a sagliente, Quella formata di due linee col sagliente all'infuori.
i. Cortina morta, occulta, e simili, Quella che è segnata e battuta sul terreno per guidar l'opera della cortina viva e reale.
l. Rivolti della cortina, Quelle parti estreme ed accessorie, che talvolta ripiegansi all' indentro, massime nei baluardi composti, come quelli del Floriani a Malta.
m. Angolo della cortina, Quello formato dalla stessa cortina e dal fianco aderente.
n. Battere per cortina, Fiancheggiare di schiancio con qualche batteria, aperta alla Cortina, quando circostanze speciali il richiedano.

Corvetta
« Quel movimento del cavallo che si posa sui piedi di dietro, e, levando quelli d'innanzi, spicca salti.

Corvo
Sorta di macchina navale che aveva tre proprietà: afferrare il bastimento nemico, tenerlo fermo, ed aprire il passo per entrarvi dentro. Da me così ricostruita:Un lungo trave si congegnava in coverta a pie dell'albero, in guisa che l'estremità inferiore del trave, snodata tra due ganasse e un perno, e girevole sur un collarone attorno alla base dell'albero, permettesse a tutto il fusto di abbassarsi e volgersi da ogni parte; precisamente in quella forma che pigliano adesso le grandi gru di stiva sui piroscafi: le quali possono rilevarsi da ogni parte e inclinarsi per cercare e per deporre dove che sia i loro fardelli. Alla cima superiore del trave era affisso a squadra un gran ferro e acuto in punta a somiglianza del becco corvino, che minaccioso dal culmine dava il nome alla macchina. Nel procinto del combattimento tiravasi più che si potesse verticale il detto trave e parallelo all'albero, e si volgeva dalla parte del bastimento nemico: facevasi di averlo vicino. Al momento opportuno si lasciava piombare la travata; perché il becco, conficcato nella coverta ostile, dovesse ritenere legato il bastimento medesimo e rendere facile il passaggio e l'arrembo. Il trave, cosi confitto, faceva da uncino, da catena e da ponte. — In questa precisa maniera ho poscia veduto io, e ciascuno può rivedere disegnata là figura del Corvo per mano del Taccola, detto l'Archimede del suo tempo, nel famoso Codice autografo alla Marciana di Venezia, Tav.62. Trave lungo quanto l'albero, ferro a squadra, becco di corvo, colore di rosso, ed una veletta per aiutarlo a piombare. — Un bassorilievo Torloniano, rappresentante due navigli al lavoro dell'emissario di Claudio sul lago di Fucino, scultura illustrata da Mr. Geffroy direttore della scuola di Francia a Roma, ed incisa nella Revue Archéogique, 1883, mostra le bighe idrauliche di Claudio, analoghe alle macchine militari di Duillio.
Il corvo murale, più volte ricordato dagli antichi, si gittava dalle torri volanti alle mura nemiche pel medesimo fine di stringersi vicino, e di aprire il passo. Aveva le forme simili al navale: ma ambedue diversi e distinti dalle Manotte, dal Delfino, e dalla Gru, degli antichi; e totalmente diversi dai ghiribizzi dei moderni.

Cosacco
Soldato di quella milizia irregolare per lo più a cavallo, che il Russo cava dalle Provincie meridionali dell' impero. Non hanno soldo che in guerra: vestono all'asiatica, berretti aguzzi, brache larghe, e mantellacci. Frenano cavalli leggieri e magheri, e vanno armati di lancia, di pistola, e di sciabola. Combattono spicciolati, pizzicano da ogni parte il nemico, e lo tengono in continuo travaglio. Abitano l’Ucraina e le rive del Don. Tenuti per barbari.

Coscia
Coscia dell'affusto, Quella parte dell'affusto che di qua e di là forma il letto del pezzo. Le due coscie, congiunte co' calastrelli, posano colla testata sulla sala, e colla coda in terra, o sul carretto. Le coscie di quegli affusti che posane su quattro ruote, diconsi Aloni.

Cosciale
«Armadurao Vestimento che cuopre la coscia. »
2° Quella parte dell’armadura di ferro, che co­priva e difendeva la coscia del cavaliero e dell' uom d'arme.
3° Cosciale. Quei due pezzi di legno, che mettono in mezzo il timone delle carrozze, de' carri, del treno, e simili.

Coscritto
Coscritto, in forza di sust. Fanfani.Ciascuno di quei giovani atti alle armi, e scritti insieme con tutti gli altri della stessa età, i quali per forza di legge e sorte di numeri sono chiamati alle bandiere. Onde pur si dice Coscritto di ogni recluta o soldato novello.

Coscrizione
Azione del Coscrivere. Ma si usa per Quel nuovo metodo ordinario di far soldati e marinari che adesso prevale in Europa, per forza di legge e per sorte di numeri. — Non più la leva in massa, non più la condotta dei venturieri, non più la chia­mata dei volontari, né la descrizione dei tre anni a richiesta del Macchiavelli.Ora tutti i maschi sono dal nascere scritti insieme, il tempo li porta all'età militare, la legge ne fissa il numero, e la sorte d&-termina le singolari persone. Leva, Deletto, Scelta, Reclutamento, Descrizione, tutte belle parole: ma fanno altro senso.

Costiero
Term. artigl.Si dice quel tiro che non tocca il bersaglio ma gli si accosta da una parte. a.  Tiro costiero, altresì Quello spinto a di­segno da lato.
b.  Cannone costiero, Quello che non ha l'anima interna concentrica colla superficie esterna: quindi i suoi tiri danno di costa, e si discostano dalla linea di mira.

Costoliere
Specie di spada che ha il taglio da una banda sola. Spada lunga sottile, acuta da una parte, e con forti ' costole dall'altra. Arme di Sergenti e Donzelli che seguivano il Cava­liere.
Costume
b.  Costumi del soldato.Uomo prode, audace, sfarzoso, sparnacciatore: amico del vino forte, e delle donne bizzarre. Umore e colore sanguigno e vivo. Sempre inteso a qualche lavoro manuale, sempre dimentico del passato e del futuro.
Cotta
Toga, Sopravve­ste
Cotta d'arme, Quella sopravveste di stoffa, che portavano i cavalieri sopra l'armadura, ai colori delle proprie insegne.
Cotta araldica, Quella sopravveste che era di­visa speciale degli araldi, ai colori di chi li mandava, comuni, o principi.
Cotta. Quantità di cretoni pianelli, rasciutti al Sole, e adoperati nelle fortificazioni in vece di mattoni.

Cottardita
« Specie di veste. » Cotta d'arme, o araldica, e di maggior parvenza.

Crepare
Crepare, parlando di armi da fuoco, se, per difetto di costruzione, di custodia, di carica, o altro abuso, scoppiano da sé.
3° Dicesi delle bombe, granate, e simili projetti esplosivi, che si accendono da sé, e scoppiano a tempo determinato.
similm.Crepa o Scoppia la mina.
 
Cresta
Cresta, Quell'ornamento che i soldati antichi e moderni hanno usato portare e portano sul cimiero dell'elmo per comparire più belli nell'armi, e più terribili ai nemici. Si usa di varie forme, secondo i regolamenti.

Crestata
Elmo di qualche comparsa, così fornito di creste, come la Barbuta di barbe.

Cricco
Marti­netto: chiamato cosi pel fragoroso suo Cricch.

Criniera
Criniera.Quella specie di cresta che si porta sul cimiero dell'elmo, fatta di crini di cavallo, la­sciati pendere sul collo e sul dorso del soldato.

Croato
Significa abitatore della Croazia: ma nel linguaggio militare Croato stava per milizia di cavalleria leggiera e irregolare, atta a scorrere il paese, a molestare il nemico, a depredare i convogli, ad assalire e a fuggire colla stessa pron­tezza: insomma milizia alla maniera degli Albanesi, dei Cosacchi, e de' Stradiotti, e come di tutti quei popoli che avevano a confine la delizia dei Turchi. 2° / Croati, dappoi, Milizie di cavalleria e di fan­teria al servigio austriaco, secondo certe speciali maniere di leva per la guardia del confine. Al nome loro si annetteva idea fiera, e barbarica, come al nome dei Cosacchi.

Crocco
Uncino, Gancio di ferro. — Nome particolare di quella specie di Gancio che si metteva alla balestra, chiamata Acrocco. Talvolta il Crocco era il gancio della staffa.

Croce.
Croce.Quella forma di ordinanza in battaglia che usavano tener le fanterie del secolo xv; nella quale i soldati si disponevano in quattro braccia o rami di picche incrociate: così ricevendo nel vano di ognuno di essi rami gli archibugeri.
Croce.Quel ferro che è di traverso sotto al­l'impugnatura della spada, e serve di guardia alla mano. Principalmente gli spadoni antichi erano for­niti di croce, e su quella giuravano i Cavalieri.
12° Battere in croce.Da parti diverse, e con più pezzi, i tiri dei quali si incrociano.

Cucchiaia, e Cocchiera.
« Strumento di ferro per uso di nettare e vuotare il letto dei fiumi. » Stru­mento di gran forza, fatto a guisa di pala ricurva, che serve a spurgare il letto dei fiumi, o il fondo dei porti, delle darsene, e di ogni altro bacino idraulico.
Cucchiara da Bombardieri, detta anche Gazza, Crusca: * Quello strumento col quale si mette la polvere nei cannoni per caricarli. » Specie' di cilindro fatto di lamiera, messo in asta, e tagliato da una parte a becco di flauto, che serve a misurare la pol­vere, ed a portarla nel fondo del pezzo. Serve altresì a scaricare la polvere, a levar via la palla o la gra­nata. — Oggidì poco si adopera nel caricare, perchè si mettono sacchetti e cartocci. Ma serve talvolta a levar la palla, e sovente a raccogliere la polvere quando il sacchetto fosse lacerato dal calcatojo, o dal cavastracci. Gli avi nostri dicevano Pezzi da cucchiara per esprimere di Grosso calibro, da esser governato colla cucchiara, e non al­trimenti a mano libera.

Cuffia
Cuffia, Sacchetto di tela o rete di filo di ferro che serviva a mettere insieme upa certa quantità di di sassi o di scaglie per caricarne i petrieri.
Cuffia della spoletta, Quella taschina di per­gamena, colla quale si copre il calice della spoletta; e si rompe in certi punti determinati perchè la gra­nata o la bomba si accenda e scoppi a tale o tale distanza. Ora si usano di stagno flessibile per le tor­pedini.
Cuffia, Specie di raspa da legnajuoli fatta a canale.

Culatta
« Parte inferiore e tondeg­giante di molti oggetti, la quale serve loro come di base e fondo. »
Culatta, Term. mil.: « Parlando delle armi da fuoco, vale La parte opposta alla bocca. » La parte estrema, chiusa, e più rinforzata di ogni arma da fuoco al fondo della canna. Quindi abbraccia tutto' quel pezzo compatto e forte, che viene dopo l'anima, dalla camera sino al bottone o vitone. Dai nostri antichi chiamati Finimenti di culatta.
La culatta, a retrocarica, così dei grossi pezzi, che delle armi portatili, è di forma diversa: col Mastio, la Calotta, la Vite, il Portello, il Tiratore, la Barra, la Guida, la Chiavarda, la Camera, come ho detto alla voce Cannone, e dirò alla voce Fucile.
4* Culatta, dicevano quel Calastrello, che soste­neva il fondo dei pezzi sui ceppi, nei primi tempi.

Cuscinétto
Cuscinetto.Arnese che si mette sopra la sella per istarvi più comodo.- e talora sotto alla medesima per riparo alle groppe del cavallo.
Cuscinetti di carronata.Quelle due suole di bronzo nell'occhio delle quali entra il perno su cui posa il mastio della carronata.
Cuscinetti, in generasi chiamano quelle suole o piastre di rovere o di bronzo, piane o concave, liscie o traforate, sopra le quali si muovono le parti sno­date, i perni, gli orecchioni, e diversi pezzi meccanici delle macchine, e delle artiglierie.

Cuspide
« Punta » parlando di armi bianche, intendesi di quella acuta, e tagliente che hanno le lancie, le saette, ed ogni altra arma manesca e da lancio. Voce oratoria.
Cuspide, fig.Si piglia per tutta l'asta o saetta.
Cuspide.La punta anche di altre cose, come di pennoni, di alberi, e di antenne e simili; e ciò secondo stile oratorio: onde Plinio chiamò Cuspide del vomero, tuttoché ottusa; e così Catullo la Cu­spide del tirso, e la Cuspide del bastone, e simili. Indi la Cuspide dell'alighiero, che si formava a ghiera di ferro ottuso ed alato.


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