Enciclopedia delle armi - a cura di Edoardo Mori
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Alberto Guglielmotti
VOCABOLARIO MARINO E MILITARE – 1889
Estratto delle voci militari
a cura di Edoardo Mori©

|  A   |   B   |   CA   |   CE   |   D   |   E   |   F   |   G   |   I   |   L   |   M   |   N   - O |   P   |   Q-R   |   S   |   T - U   |   V - Z   |

B

Bacchetta
Bacchetta d'artiglieria. Quella verga uncinata di ferro rovente che si teneva sul braciere per toccare il focone e accendere le bocche da fuoco, come si usava nei primi tempi.
Bacchetta del fucile, e delle altre armi portatili. Quella verga una volta di legno e poi di ferro che s'infilava nella cassa, e di là si traeva per caricare, scaricare, e nettare le canne nelle quali era introdotta; la sua lunghezza non veniva mai minore della rispettiva canna; e le sue parti diceansi il Fusto, la Verga, la Testa concava, cilindrica, conica, o piana; la Vite, il Cavastracci, il Cavapalle, il Succhio, il Caricatore, e il Battipalla.
6° I Comandi della bacchetta esprimevano Levarla, Metterla in canna, Calcare la carica, Rilevarla, Rimetterla al posto.

Baionetta
Quella lama che, congegnata pel manico in cima alla canna delle armi da fuoco portatili, serve di arme in asta. Le prime memorie di quest'arma terribile ai cavalli, e decisiva delle grandi battaglie, mi vengono dagli studi del quadrato e della picca di Lelio Brancaccio in Napoli; che nella Nuova disciplina militare, Aldo, Venezia, 1585; a p. 14 dice cosi: Archibugio « portatile e trattabile per man d'un uomo... intorno a cui ho studiato quindici anni intieri... « senza ajuto di picche... senza ingegni o macchine « militari... a combattere contro cavalleria che l'assalisse, marciando o stando fermi, come vorranno. Da questi germi si svolse la teoria dell'arme in asta sulla canna del fucile, di che si giovarono i combattenti ai Pirenei presso Bajona e ne formularono il nome. Nella mia Storia del 1686, trovo la baionetta comune a tutte le milizie.
Baionetta, e sue parti: Lama, taglio, triangolo, fusto, coste, punta, dosso, manico, cerchio, spacco, caviglia, ponticello, e pallino.
La baionetta a larga lama in forma di sciabola (Brandistocco) può essere adoperata ne' due modi, espressi dal nome: come sciabola si porta al fianco nel fodero, e come bajonetta si pianta ignuda sulla canna delle armi da fuoco. A tal fine la crociera ha un occhio, l'impugnatura, una guida, e il pomo una molla col suo gambetto di arresto.

Balestra
Strumento antico di guerra per uso di saettare. Arco d'acciajo, e di gran forza, per uso di scagliare i dardi maggiori. Si caricava artificiosamente: e pigliava diversi aggiunti, secondo la qualità dei projetti, e secondo il modo della carica. — Indi Balestra a bolzoni, a quadrelli, a verrettoni, rispetto ai projetti. — Indi pur Balestra a staffa, a tornio, a martinetto, a ginocchiello, a pesarola, a girella, ad asola, a petto, a crocco, a leva, secondo che nel caricarla si faceva forza col piede, col ginocchio, colla staffa, col martinetto, colla ruota dentata, coll' asola, colla leva e simili.
Balestra furlana, dicesi di chi l'accocca a tutti, amici e nemici, v. Furlano.

Balestra
Soldato armato di balestra.

Balestrajo
Fabbricatore e venditore di balestre.

Balestrare
 « Tirare colla balestra. » Per similit. Tirare, Scagliare, Gittare: per metaf. Travagliare, Affliggere. P.pres. Balestrante, pass. Balestrato.
Balestrare, si usa per Scagliar qualunque projetto con qualsivoglia arme o macchina.
Balestrarsi, rift. alt. Scagliarsi, Gittarsi, Avventarsi furiosamente contro il nemico.
Balestrare, Term. mar. Tirare un canapo così che la potenza sia nel mezzo, com'è nella corda della balestra; e le due estremità del canapo siano l’una a fulcro fermo, e l'altra a resistenza mobile. Giova questo alla potenza, che quasi si raddoppia, perché fa leva.

Balestrata
« Colpo di Balestra.» 2° Balestrata, Tanto di lontananza a quanto può giugnere un tiro di balestra.

Balestrerai
Compagnia di balestrieri. Altresì L'ufficio del balestriere, la maestria, l'arte, l’utile, e la paga del detto ufficio.

Balestriera
« Buca nella muraglia onde si balestra il nemico. » Specie di feritoja lunga, sottile, acconcia per far con maggior sicurezza la scarica della balestra.
Balestriera, si è pur detta per Feritoja qualunque, per Bombardiera e Cannoniera.
Balestriera. Quel luogo fra un remo e l'altro nella sponda della galea dove stanno i soldati per combattere. » cioè. Ciascuno dei due andari impalcati sul posticcio sporgente delle galere a destra e a sinistra, lunghi quanto tutto il medesimo posticcio e larghi palmi sette (m. 40; per 1,56) dove si collocavano molti soldati por combattere di fianco. E perchè i soldati allora erano in gran parte balestrieri, essi dettero così il nome al luogo. Siffatto palco aveva sulla sponda estrema l'armatura del parapetto, formato di battagliuole e battagliuolette verticali, e di filari e filaretti trasversali: alla predetta armadura appoggiavano i soldati per maggior sicurezza gli scudi ed i pavesi loro. Indi le voci di Pavesata ed insieme di Balestriera, che (quantunque venute altre armi ed altri ripari), si conservano ancor vive nella marineria, come già furono adoperate dal Crescenzio, dal Roffia, dal Falcone, dal Pantera, e da tanti altri.

Balestriere
Tirator di balestra. Soldato armato di balestra, a piè o a cavallo, con balestre diverse, più o meno spedite. Balestrièra. Facitore o venditore di balestre.

Balisarda
Nome della spada di prode campione nei poemi cavallereschi: e per ironia si chiamerebbe cosi la Spada di alcuno smargiasso o poltrone.

Balista
Strumento militare, o artiglieria da corda e di gran getto, più poderosa dell'arco e della balestra, colla quale si scagliavano sassi enormi, travi ferrate, mazzi di saette, bolzoni, e simili. Vegezio distingue la Balista dalla Catapulta; Vitruvio, distingue, x, 15: Catapultas « quibus sagittae... Balistas quibus saxa emittuntur.» Si caricava coll'arganello; emessa sul carro, come la moderna artiglieria da campo, si portava ovunque facesse mestieri, e dicevasi Carrobalista.

Balistica
La scienza che tratta del moto e direzione dei proietti. Il Tartaglia nei suoi Quesiti, militari, Venezia 1528, fu il primo ad applicare la teoria matematica alle armi da fuoco: altri lo seguirono, dopo fissate le leggi della gravità, secondo le formole del Galileo; e posta la resistenza del mezzo, dimostrata dal Torricelli.La balistica delle armi da fuoco piglia il nome speciale di Pirobolia (dal greco) .

Balla
« Quantità di roba messa insieme e rinvolta in tela, o in simil materia, per trasportarla di luogo a luogo. » In questo senso si dice delle robe da caricare sui carri, o sui bastimenti militari.
Balla. Term. mil.Quella massa di lana, borra, o simili, con che si fanno ripari, e anche trincere tumultuarie, contro l'artiglieria nemica. Il campanile di san Miniato non fu mai tocco dall'artiglieria tedesca nell'assedio di Firenze, mercé i penzoli di materasse postevi da Michelangelo. Questa maniera di riparo è antichissima. nel medio evo si diceva Cilicio e Mantello; precursori delle Blinde e delle Corazze.
Balla, dicevano i pratici, nel secolo XV e XVI per Palla d'artiglieria.

Balipedio. s. m.e Balipedio
Term., tecn. Quel terreno acconcio e misurato più lungo che largo, dove si fanno i tiri di prova delle artiglierie: dove conpendoli artificiosi, apparecchi elettrici, e traguardi squisiti, si stima la velocità iniziale, la traiettoria distesa, la distanza raggiunta, la perforazione delle corazze, e simili.

Baluardo
« Bastione. » Voce nuova e piena di varianti alla metà del secolo xv. Comincia con significato generico: Guardia di guerra, Belli Guardia.
2° Baluardo, Ramparo maggiore di alcuna fortificazione, tanto che fosse di legname, o di terra, o di muro. Torino 1467
Baluardo, Entra da poi come riparo tumultuario delle brecce a Rodi ed Otranto, 1480.
Baluardo, nella fortificazione moderna, si acconcia per sinonimo di Bastione, dal quale non diversifica nella forma, ma soltanto alcune volte nella materia; perché il primo propriamente include la fermezza della muraglia, o almeno l'incamiciatura del muro; il secondo principalmente include l'opera imbastita di terra e fascine. Nel resto ambedue questi nomi esprimono fortificazione: e propriamente si applicano a quella moderna forma pentagonale, che alla metà del secolo xv fu inventata dai grandi architetti italiani. Quindi per non ripetere due volte le stesse cose, mi rimetto alla voce Bastione: perché solleva la mente a significato più ampio, ed ha il verbo Bastionare, e tutti i derivati; di che manca il Baluardo.
Baluardo, quanto a voce, si trova scritto in più maniere: Ballàuro, Ballovardo, Balluardo, Balluàro, Baloardo, Belvardo, Berovardo, e Bellovardo. Ha l'istessa radice che Ballatoio: e significa Guardia di guerra: Belli Guardia: come, prima di me, ha detto il Galilei, Fortif. cap. 30.
Baluardo, alcuni vorrebbero derivare dal teutonico Bulwerk, che nel secolo XIII significava travata, palizzata, o argine contro a fiume, o a marèa. —Ermanno Cornero nel 1426, app. Eccardum,II,1270: « Constructa ergo munitione per regem Danorum, quae vulgariter Bulwerk nuncupabatur cantra « Henricum de Schlewig. » Ma a me pare, non ostante questa rassomiglianza esteriore ed apparente tra il Baluardo e il Bulwerk, che essi per genealogia nonsieno, né ascendenti, né collaterali ; ma che ciascuno faccia casa e famiglia da sé, nel suo paese.

Barbacane
« Parte della muraglia da basso, fatta a scarpa per fortezza e sicurezza. » e fig.Nome generico di ogni puntello messo obbliquamente a sostegno, fortezza e sicurtà di qualunque muro o costruzione terrestre o navale.
Barbacane, voce presa ab antico dai fortificatori italiani per Qualunque rinforzo fatto ai piedi altre opere, con pali, pietre, terra, ed anche con muri terrapienati: riparo basso, non distaccato, ma aderente al muro del recinto primario, come tuttavia si vede nelle mura di Viterbo, sec. XIII. In questo senso è nome generico, che comprende ogni sostegno, riparo, e rinforzo. Il Sanulo ne parla per le Crociate: Bongars. 2° 230, e 231: «Usque ad sbaralium, sive barbacanum regis Ugonis ... Saraceni intraverunt usque ad Barbacanum. »
Barbacane, nell'uso successivo, Quell’ opera esteriore e distaccata, ma bassa, e nascosta nel fosso, che si costruisce innanzi al bastione, come la tanaglia innanzi alla cortina.
Barbacane, altresì Muraglia con feritoje innanzi alla porta delle fortezze, per difesa maggiore della medesima. E tutti tornano al significato italiano del proteggere baluardo, muro, porta dalle lordure e insulti alla barba dei nemici (cani).

Barbacanone
Grande e grosso barbacane, messo al pie del baluardo per; maggior difesa.

Barbazzale
Catenella che va attaccata all'occhio diritto del morso della briglia, e si congiunge col rampino, che è all'occhio manco, dietro alla barbozza del cavallo. Catenella a maglie contorte, che, attaccata all'occhio della stanghetta destra del morso, Si congiunge col rampino che è all'occhio della sinistra, dietro alla barbozza del cavallo.
Barbazzale. Fig. Freno o ritegno. Onde Fare checchessia con barbazzale o senza, vale. Con o senza ritegno o rispetti.

Barbara e Barbera
(Santa) L'uso perpetuo dà a questa frase il senso di Deposito o Magazzino della polvere. L'istoria della Santa narra che fu rinchiusa dal padre in una torre, e che i Bombardieri di tutti i tempi l'hanno presa per loro protettrice. Il Fanfani Registra il proverbio toscano Santa Barbera beata! che si accocca al Cacciatore quando tira e non coglie. Viene a dire: Sciupio di polvere, guasto di polveriera. v.Santabarbera.

Barbozza
« Quella parte della testa del cavallo dove è il barbazzale. » La parte posteriore della mascella inferiore, e dietro al muso, ove alcuni animali portano la barba.
Barbozzo. « Quella parte della celata che para le gote e il mento. » Per di sotto.
Barbozzo, per estensione, per metonimia, e più per rima trovasi usata da qualche poeta per Elmo.

Barbuta
Specie di elmo volgare, senza cimiero, senza fregio, e solo fornito di una criniera cadente, donde prese il nome. Aveva la ventaglia, la visiera, ed era tutto chiuso.
Barbuta, fig. Ciascun soldato che portava tale arme. Soldato di cavalleria leggera, che portava in testa la barbuta. Gente meno pregiata, meno dispendiosa, è più spedita degli Uomini d'arme. Armadura liscia, corridori piccoli, poco seguito di donzelli: due soli cavalli. Quindi medio tra l'Uomo d'arme di cinque cavalloni, e il Cavalleggiero di un cavallino solo.
3° Qualcuno ha usato Barbuta per Barbozza, ed anche per Barbotta. Ma non è da seguire chi vi mena a confusione.

Barda
« Armadura di cuojo cotto, o di ferro, colla quale s'armava le groppe, il collo, e il petto a' cavalli, che per ciò si dicean bardati. Per completa bardatura di cuojo o di piastra: Testiera, Frontale, Collare, Zampino, Spallaccio, Groppiera, Sella e Arcioni ferrati, Briglie a catenella.

Barile
« Vaso di legno da cose liquide, fatto a doghe e cerchiato, di forma lunga bistonda, di fondo piano, con bocca di sopra noi mezzo rilevata. » Sue parti: Doghe, Cerchi, Fondi, Mezzule, Lulle, Capruggine, Bocca, Zipolo, Turaccio, e Zaffo.
2° Il barile serve nella milizia e marineria anche per cose solide: Farine, Carni salate, Sevo, Polvere, Cartucce, Projetti, e simili.
Barile da polvere, che si dice A borsa, o A calza, Quello che è aperto di sopra; e quivi guardato da una manica di cuojo per cavarne i cartocci, senza pericolo.
Barile di triturazione. Quello foderato internamente di cuojo, che, sopra un asse e due forcelle, è mosso in giro rapido per triturar la polvere ad uso di fuochi artificiali.
Barile ardente. Quello pieno di fuochi lavorati che si getta al nemico dall'alto delle mura, o delle brecce, per affocarlo.
Il Medini:
Barile a Calza, Baril a bourse.Specie di barile, di cui si fa uso per tenerci entro polvere e polverini nelle fabbriche dei fuochi di guerra. Questi barili hanno un solo fondo, con sopra una manica di cuoio per chiuderli , la quale è adattata al labbro dell'imboccatura.
Barile fulminante, Barile ripieno di polvere , con granate e pezzi di roccafuoco e spalmato, Barile fulminante dicesi anche il barile ardente, quando alle materie incendiarie vanno unite granate cariche, o che esso è munito di pistoiettii

Barra
Barre, altresì, i Ceppi di ferro per impedire la fuga ai prigionieri.
Barre, nell'artiglieria le Spranghe degli angelotti, delle palle ramate, e in croce; e le Spranghe lisce che si mettevano in vece di projetti per isquarciare o scavezzare l'alberatura, il velame, le manovre del nemico.

Bastardo
 « Dicesi di tutto ciò che traligna. » Perciò nelle cose grandi sarà bastardo Ciò che é piccolo; e nelle piccole Ciò che è grande.
Bastardi, i Cannoni corti, più simili al mortaio, che non al petriero.
Bastardo, Nome antico di Cannone irregolare nelle proporzioni.
Bastardo, La ruota dentata che muove il rocchetto e i pestoni nel mulino a polvere.

Bastione
« Fortificazione o Riparo fatto di legname, di terra, odi muro per difesa dei luoghi contro i nemici. » Distinguiamo i tempi e le ragioni di questa voce principalissima. Per origine la voce Bastione, viene accrescitiva di Bastila, e Bastia; e derivano tutti da Imbastire e Bastire, che valgono Mettere insieme alla grossa. Quindi, prima della polvere, la voce Bastione significava Riparo fatto alla grossa con pali, stecconi, fascine, e terra, per lo più di figura o tonda o quadrata, per difesa di un luogo. Appresso si chiamò Bastione anche la Torre mobile sopra ruote o carri per uso di spugnare fortezze, ma sempre di figura e imbastitura grossolana. Se ne trova memoria per tutto il medio evo, e dura insino alla metà del secolo xv, come appare nelle Cronache di quel tempo; specialmente dall'Infessura, del Nantiporto, e dai documenti: S. R. I. III, II, anni 1482, 1486, — it. xvn. 179, A: 1373. (Angelucci, pel 1399. Doc. Ined.244.) Mon. St. Patr, Chart., p. 1628. — Dunque in questo senso primitivo Bastione è accrescitivo di Bastia, e vale qualunque Riparo tumultuario, o Torre mobile, in terra e in mare.
Bastione, dopo venuta l' artiglieria da fuoco e stabilito il principio del fiancheggiamento nella fortificazione, cimate le vecchie torri, abolito cosi il rotondo come il quadrato delle medesime, ecco in luogo di esse viene Quel membro precipuo della fortificazione moderna che ha figura pentagonale, il sagliente alla campagna, due facce assicurate dalla difesa radente, e due fianchi colle batterie por radere. Siffatto membro, quando usciva pronto e spedito con pali, stecconi, fascino, terra, e piote, si diceva Bastione; quando si metteva stabile e fermo di mattoni, pietra e calcina, chiamavasi propriamente Baluardo. Ma dopo il connubbio dei due metodi per Michelangelo, unita insieme la terra e il muro, tutti hanno usato le voci di Baluardo e di Bastione come sinonimo per l'istesso oggetto. In questa analisi seguo i classici nostri inventori e maestri di fortificazione; seguo il Galileo: e più mi allargo alla voce di Bastione che non di Baluardo, perché questa ha il verbo, ed i verbali derivati.
I primi bastioni, imperfetti come tutte le case nuove nei loro principi, dopo la perdita di Costantinopoli, creduta inespugnabile nel vecchio sistema, compariscono prima dell'anno 1458 pei disegni del Taccola, conservati nell'autografo codice marciano di Venezia, dove si vedono di prospetto torri di nuova forma, col sagliente alla campagna, co' fianchi alle cortine, colla gola alla piazza; e in tutto simili ai quattro bastioncini scolpiti l'anno istesso nella celebre medaglia di Calisto III. Quindi seguo nel 1483 per opera di Giuliano di Sangallo, il bastione murato, e tuttavia esistente alla rocca d'Ostia Seguono più perfetti i bastioni di Antonio, suo fratello, al forte della Castellana, ed al fortino di Nettuno. Seguono i disegni del sanese Francesco di Giorgio nel 1500. Sottentra quindi Antonio il Giovane da Sangallo, che perfeziona l'opera, e compone l'ordine rinforzato a Civitavecchia, e costruisce a fianchi doppi il mirabile Bastione di Roma. Michelangelo apre la scuola mista, e Francesco de Marchi finalmente raccoglie nel 1546 tutte le regole dell'arte nuova, e la riduce a stabili principi. Invenzione, progresso, e perfezionamento di maestri italiani.
Bastione e sue parti. Un sagliente, due facce, due fianchi, due semigole, la scarpata, la camicia, i contrafforti, il cordone, il Tondello, il parapetto, il terrapieno, la batteria: talvolta la piazza alta, bassa, e di mezzo; talvolta l'orecchione, il musone, e la spalla.
Bastioni e misure, varje secondo le scuole. S'incontrano minimi, mediocri, grandi, e massimi, Antonio da Sangallo faceva la faccia tripla del fianco e la cortina quadrupla della faccia. La suddetta cortina, non maggiore giammai alcuno fece, di trecento metri, gittata media degli ordinari moschetti. Oggi la carabina rigata deve portar novità, non ancora determinate, nella proporzione e nelle misure.
Bastioni, secondo gli aggiunti che loro si danno, e per intelligenza delle opere artistiche, storiche, e monumentali, dico:
Reale Delle maggiori piazze, dette Reali.
Pieno, Quello tutto terrapienato.
Vuoto, Quello senza terrapieno.
Regolare, Che ha uguali i lati omologhi.
Irregolare, Senza uguaglianza di omologhi.
Piatto, Dove le semigole fanno una sola retta.
Doppio, Formato di due, l'uno dietro l'altro.
Avanzato, All’infuori, verso la campagna.
Ritirato, Indentro, verso la piazza.
Superiore, Quello che ne domina un altro.
Inferiore, Quello che è dominato da un altro.
Distaccato, Tagliato dal recinto primario.
A quattro facce, Irregolare per facce doppie.
Casamattato, Per batterie a botta di bomba.
Corazzato: A botta di qualunque projetto.
Mezzo Bastione: Di una faccia sola, ed un fianco.

Bastita
Fortificazione o Riparo passeggero, repentino, messo alla grossa con legname, palancati, fascine, terra, e cose simili per difesa dei combattcnti, negli assedi, o intorno ad alcun passo: i quali ripari, mossi su una volta, hanno ritenuto poscia il primo nome; ancorché in seguito fossero murati per mantenerli lungamente. A questo
genere si riducono le Bicocche, i Battifredi, i Battifolli, e simili.
Bastita, Nome speciale di piccola fortificazione chiusa da fosso, munita talvolta di torri agli angoli, di forma quadrata, messa per difesa e per offesa specialmente negli assedi.
Bastita, altresì. Quel riparo che in procinto di combattimento si fa intorno intorno ai parapetti dei bastimenti, cacciando nei canali o dentro a graticcio doppio di corda, gomene, catene, materasse, paglioni, brande, strapunti, legnami, sartie vecchie, e simili cose. Alcuni direbbero con voce nuova e pretto gallicismo (derivato pur dalla nostra Bastita) Bastingaggio! Ma tu dirai meglio, quando occorre, Pavesata.

Basto
« Quell'arnese che a guisa di sella portano le bestie da soma.» Viene pur essa da Bastire, questa Sellaccia, rigonfia di borra, e messa su alla grossa. Si usa per someggiare coi muli nelle guerre di montagna.

Bastone
« Fusto o ramo d'albero rimondo, di lunghezza al più di tre braccia, di grossezza al più quanto comodamente la mano può aggavignare. » Arma eccellente per chi sa giuocarla.
Bastone, tra i militari, o Bacchetta, si chiama Quella verga di legno prezioso e ornata di avorio, d'oro, e d'emblemi, che si porta per segno di comando e dignità. — Siffatto bastone gittate tra le squadre nemiche era pur segno di sfida, o di entrare in battaglia. Soleva essere per lo più un cilindro di sessanta centimetri sopra tre di diametro, coperto di velluto cremisi, e ornato di lamine, cerchi, e pomelli di metallo a opera di cesello.
Bastone ferrato, era arma di Cavalieri che portavasi all' arcione, e maneggia vasi a tondo. Dicevasi specialmente Mazzaferbata.
Bastone del Tamburo maggiore o del Caporal tamburo. v. Canna.

Battaglia
Affrontamento di eserciti o di armate nemiche, ordinate a combattere; purché vi sia cambiamento della base d'operazione, presenza delle forze maggiori, e scontro deliberato da una parte e dall'altra.
Battaglia, cosi diffinita, si diversifica da ogni altra voce analoga: e per maggior proprietà del concetto, e del discorso, schizzo in pochi tratti la seguente sinonimia:
Affare. Duello secreto.
Assalimento. Più che attacco, lo sforzo di salire.
Assalto. Aggiungere, la vivacità del saltare.
Assembraglia. Di gente raunaticcia e imbelle.
Attacco. Aggressione generica, e da una parte.
Avvisaglia. Tumultuaria, ma vicina a viso a viso.
Badalucco. Da lontano e per tenere a bada.
Baruffa. Azzuffamento particolare e confuso.
Batosta. Botte senza sangue.
Certame. Combattimento di poeti.
Cimento. Battaglia di prova pericolosa.
Combattimento. Parziale, ma sempre reciproco.
Conflitto. Aspro, combattuto a corpo a corpo.
Congresso. Lieve, ma vicino: a faccia a faccia.
Contesa. Contrasto di parlamentari.
Contrasto. Di chi sta al posto e non cedo.
Duello. Di due, a corpo a corpo.
Fatto d'arme. Battaglia splendida per valore.
Fazione. Di pochi; a specialissimo scopo.
Giornata. Gran battaglia; e Vittoria solenne.
Giostra. Di festa e di comparsa cavalleresca.
Mischia. Battaglia mescolata, e senza rilievo.
Mislèa. Vicinissima alla baionetta, al pugnale.
Pugna. Combattimento di storici.
Pugnazzo.Combattimento leggero.
Puntaglia. Sforzo d'alcuni sopra un sol punto.
Riotta. Rissa di soldati nei quartieri.
Rissa. Combattimento di privati.
Sassaiuola. Di ragazzacci da lungi a ciottoli.
Scaramuccia. Di poca gente e fuor di linea.
Schermaggio. Combattimento di spadaccini.
Sciarra. Rissa di paesani.
Scontrazzo. Improvviso, parziale, confuso, breve.
Soprassalto. Mano repentina, che supera tutto.
Tafferruglio. Di soldati e borghesi.
Tenzone. Contrasto a parole degli oratori.
Zuffa, particolare ma da vicino, e con bravura.
Battaglia, in caso obliquo, ci dà le frasi e Significati seguenti:
Campo di battaglia. Si chiama Quel luogo ove si combatte.
Fronte di battaglia, Quella parte dell'ordinanza che guarda il nemico.
Linea di battaglia, Quella distesa sulla quale i combattenti si dispongono per incontrarsi, e venire alle mani.
Battaglia, coi verbi, Provocare la battaglia, Entrare in battaglia; Presentare, Richiedere, Accordare, Appiccare, Commettere, Dare la battaglia; Venire a battaglia; Entrare, Mettersi, Muovere, Precipitarsi, Fuggire, Rifiutare, Ricevere, Riaccendere, Riordinare, Rinfrescare, Ristorare, Perdere, Vincere la battaglia, e simili frasi che ingombrano i vocabolari, sono chiare da sé, senza tanti discorsi, per la diffìnizione del nome già dato, e del verbo da darsi a suo luogo.
Battaglia, cogli aggiunti, Campale, Navale, Giusta, Combattuta, Giudicata, Ordinata, Finta, Simulata, e simili, forma frasi diverse: il cui valore dipende, e uscirà dagli addiettivi ai loro luoghi.
Battaglia di mano. vale. Assalto repentino dato ad una piazza forte, senza attendere alle opere d'assedio. Si dice pur, se riesce, Soprassalto.
In battaglia ! Comando perché ciascun corpo, persona, e artiglieria si metta in ordinanza di combattimento.
Antenne in battaglia ! Comando ai bastimenti latini per mainar l'antenne e legarle tra loro, carro e penna, ai due alberi, come si faceva nel combattimento delle triremi.
Battaglia, Battaglia! Chiamata e incitamento ardente di soldati che vogliono venire ai ferri.

Battaglia
«Una delle tre parti, onde per lo più si divide l'esercito, ed è quella del mezzo. » La precipua delle tre schiere, che è nel centro, tra l'ala diritta e la sinistra sulla linea di fronte; e similmente nel mezzo tra la vanguardia e li retroguardia in colonna.

Battaglia
Quel Corpo di armati, ancorché piccolo, che è messo insieme per combattere. Il qual corpo, cresciuto di numero, fu poi chiamato Battaglione.
2° Le Battaglie, furono descritte nello Stato romano di milizie paesane, per opporle agli sbarchi e invasioni dei Turchi, divenuti formulabili dopo la sconfitta dell'armata nostra alle Gerbe nel 1560. Erano più che sessanta mila uomini, divisi in Legioni, Battaglie, Compagnie, e squadre. Ogni legione di quattro battaglie, ogni battaglia di quattro compagnie, ogni compagnia di 200 teste, sotto i loro capitani e colonnelli, e sotto un mastro di campo generale, che fu prima di ogni altro Cencio Capizucchi. Contadini e terrazzani, pagati solo con qualche privilegio, dovevano ogni festa assembrarsi ed esercitarsi nel loro comune; alcune volte all'anno riunirsi nel capoluogo della provincia, ed esser sempre pronti ad ogni chiamata. Durarono, imitate dagli altri Stati della Penisola, sino alla line del secolo scorso.

Battaglione
Numero grande di soldati schierati in battaglia. In questo senso è usato dai tattici antichi, specialmente dal Macchiavelli.
Battaglione, oggidì significa Quel membro dell'ordinanza, che è composto da cinquecento a mille uomini, diviso in sei, otto o dicci compagnie, in diparti uguali che si chiamano i mezzi battaglioni della destra e della sinistra; e che, riunito con due o tre altri simili, forma un reggimento. — In questo significato la voce comincia dopo la metà del XVI e Bosio la scrive, III, 423, D. (1560.)
3* Scuola di Battaglione, si chiama Quell’ammaestramento pratico che si dà al soldato, dopo averlo istruito nel maneggio dell'arme da solo e in drappelli, facendolo armeggiare armonicamente con tutti gli altri drappelli e compagnie del suo battaglione.

Batteria
Batteria. Term. mil.Quella quantità determinata di bocche da fuoco che é messa insieme e ordinata a battere il nemico. In questo senso è Unità tattica di composizione nell'artiglieria, come squadrone nella cavalleria. I Regolamenti di ciascuno Stato stabiliscono il numero e la qualità «della gente, e delle bocche da fuoco, cannoni, obici, mortaj, racchette; l'armamento di campo, di posizione, di assedio, di piazza, di costa, di campagna, di montagna, a piedi, a cavallo, e volanti. In generale otto pezzi formano una batteria, due batterie, una brigata, e cinque brigate un reggimento.
Batteria. Altresì il luogo ove sono collocate le bocche da fuoco: cioè la troniera, la casamatta, il corridoio, la piazza. Si distingue la prima, la seconda, e la terza batteria, cosi nelle fortezze, come nei bastimenti, che si chiamano pur Piazza bassa, alta, e di mezzo: essendo sempre la prima quella di livello inferiore. Oltre a ciò La Batteria, rispetto all'arte, può essere Coperta, Scoperta, Fioreggiarne, Affogata, Casamattata, Corazzata, Mascherata, in Barbetta, a Filari, a Scaglioni, a Scacchiera, Girante, Galleggiante, e simili, come a queste voci.

Batticelo
Armatura delle parti deretane. Falda di piastra e maglia, attaccata alla corazza dalla cintola in giù.

Battifolle
« Bastita.» Fortificazione antica in campo aperto, piccola, di forme diverse, per battere sul nemico e impedirgli il folle scorazzamento Per lo più fatta di grossi legnami, e in forma di torre. Entrava nel genere delle Bastite; ne differiva per forma, luogo, e obbietto.

Battifredo
Torre fatta di travi. Per lo più mobile da batter muraglie: talvolta pur ferma a difesa di alcun sito, con pochi soldati, o la campana di allarme. Specie anch'esso di Bastita.

Battipalle (Medini)
,Strumento dei cannonieri per uso del cannone. Si prende anche per la estremità più grossa della bacchetta del fucile del soldato  che s'introduce nella canna per battere la carica.

Battitore di strada (Medini)
Nome che davasi   un secolo fa ai soldati a cavallo, che si mandavano a battere le strade per pigliar lingua e riconoscere l’inimico. Ora si chiamano esploratori.

Battiurti
Quelle parti della sella da scozzonare, rialzate agli arcioni, che mettono sicuro il cavalcante per resistere ai disordinati sbalzi della bestia.

Battuta (Medini)
Portare il passo eguale alla battuta, alla cadenza; dicesi delle reclute, nell'apprendere le diverse marce onde portare assieme il piede a terra, nel medesimo tempo ed al colpo del tamburo.

Bave (Medini)
Piccoli labbri di metallo sul piano della bocca delle artiglierie, prodotti dall' urto del proietto nella sua uscita.

Baviera (Medini)
Voce antica e significa quella parte dell' elmo che copriva il volto è particolarmente gli occhi.

Beca (Medini)
Voce antica e vale lo stesso che tracolla o banda, cioè una striscia di drappo la quale si portava ad armacollo sopra la sopravvesta dell' armadura.

Bechli (Medini)
Soldato turco a cavallo, che fa il servizio delle province stando a' presidi ed alla guardia dei confini.

Beiliera
Nome patronimico, non specifico, usato dai nostri scrittori per significare Galea armata alle spese d'un Bey. A ciascuno di costoro, massime a quelli che
governavano le isole dell'Arcipelago, era imposto dalla Porta di averne un certo numero: le quali nelle, forti, e studiosamente armate, poi concorrevano coll'armata del Sultano, sotto il Capitan pascià.

Bengala
Voce dell'uso. Sorta di fuoco artifiziato di gran luce chiara e abbagliante, che, a similitudine dei Bengalesi indiani, accendono gli Europei nelle straordinarie illuminazioni notturne, ed anche nelle pubbliche feste civili e militari. Si compone di nitro, solfo, antimonio, e zinco.

Benmontato
Dicesi di chi abbia sotto buon cavallo e ben fornito.

Berca (Medini)
Specie di cannoni colali e fusi: al presente sono poco in uso, ma anticamente erano molto comuni sul mare, e si chiamavano anche Barce.Si assomigliano molto ai falconi, ma sono più corti e d' un calibro .maggiore.

Berma (Medini)
.Spazio uniforme che si lascia tra il parapetto e 1'orlo d' una fossa per arrestare le terre.

Berretta (Medini)
Berretla da Prete. Bonnet de prétre.Opera di fortificazione, la cui fronte è composta di quattro facce, che formano due angoli rientranti e tre saglienti con due lati chiamali rami o braccia.Vien pur chiamata opera a doppia forbice ed. opera a tanaglia doppia.

Bersagliare
Dare nel bersaglio, Tirare al bersaglio, Dare e Tirare sul nemico colle artiglierie vecchie o nuove, coi mangani, balestre, cannoni, e fucili, come si farebbe al bersaglio. P. pres.Bersagliante, pass.Bersagliato.

Bersagliere
Ciascun soldato di quella milizia che combatte alla spicciolata, o a branchetti, fuori della fronte di battaglia; commette i primi colpi, assaggia il nemico, lo ritiene con vivo e giusto fuoco, lo stancheggia, il pizzica. Non è Cacciatore, né Feritore. Milizie antiche, che combattevano a manipoli, si stendevano a maniche, e pei loro esempì e fatti storici preparavano quella stupenda milizia italiana, ch'é di ammirazione a tutti in Europa.
2° In genere, vale. Destro ed esperto nel tirare al bersaglio.

Bersaglio
« Segno dove gli arcieri o altri tiratori drizzan la mira per aggiustare il tiro. » Si fa con telaj, cartoni, cerchi, bariglioni, tinti di bianco e di nero, alberati in terra, galleggianti in mare, pel cannone, per la carabina: e prominente dal centro il brocco.
Bersaglio. Quel luogo acconcio ove si va a tirar per prova.
Bersaglio. Scarica continua di tutti all'istesso segno. Onde Essere o Stare al bersaglio, vale. A tutta la furia dei tiri contrari.

Berta
Macchina da ficcar pali. Ell'è un ingegno formato di pianta con tre speroni ed una puleggia, da cui pende un pesante ceppo o pestone di legno, ferrato in testa, che tirasi in alto e lasciasi cadere abbasso sopra i pali che si vogliono affondare. In somma è un Cavalletto formato di tre travi, Ritti, Stanti, o Speroni; puntellati da Verginelle, e uniti insieme alla testa. Di là pende la puleggia; di là si lascia cadere e si alza alternatamente il Ceppo ferrato, battipalo, o mazzapicchio, che viene sulla testa dei sottoposti pali imboccolati con un anello di ferro; perché, percossi da tanti colpi, non ischiappino, anzi entrino nel terreno. Si usa per mano di molti uomini, ciascuno de' quali tira e lascia in tempo misurato la sua cima, nei lavori idraulici sui fiumi, a far ponti ed argini: al Campo per fortificazioni e palafitte.

Bertacapra
Macchina composta di Berta e di Capra, cioè.Che ha il mazzapicchio e il cavalletto proprio della Berta, e l'arganello proprio della Capra. Con questo si solleva a maggior altezza e percossa il mazzapicchio. Si guadagna nell'effetto, ma si perde nel tempo.

Bertesca
« Specie di riparo da guerra, che si fa in su torri, mettendo tra l’un merlo e l'altro una cateratta adattata in su due perni in maniera che si possa alzare e abbassare, secondo il bisogno dei combattenti. » Così detta perché il soldato coprendosi e scoprendosi a suo talento, dava la berta e si faceva beffe del nemico. Per la stessa ragione più recentemente furono chiamate In barba le batterie scoperte, in dispregio, e alla barba del nemico. Alcune pitture antiche rappresentano il soldato al suo posto, e in terra seduto il ragazzo con la funicella in mano, che ciondola la Bertesca.
3° La Bertesca si metteva sulle torri, sulle porte, davanti alle feritoje d'ogni maniera, che per ciò si dicevano imbertescate. Sempre diversa dalla Veritiera.
4* Bertesca. Valeva per Torricella o casotto di legno, guernito di feritoje, e messo nei luoghi più alti delle antiche rocche per far la vedetta, e combattere il nemico dal coperto.
Bertesca, in genere: Opera di fortificazione atta a coprire la persona dei combattenti, a dispetto dei nemici.

Bicciacuto
« Sorta di scure a due tagli. » Accetta doppia con due lame, al dritto e al rovescio, ambedue sulla linea del manico. Arma oggidì dei zappatori di battaglione.

Bicocca
« Piccola rocca, o fortino tra monti. » Castelluccio. E per trasl.Fortezza mal fornita.

Bidale
« Sorta di pedone, armato alla leggiera. » Gente venuta di Provenza, Linguadoca, e Navarra.

Bidente
« Che ha due denti. » Strumento di agricoltura, e per estens.di ogni altra arte marina o militare che adoperi strumenti simili. E specialmente si dice del Rostro a due rebbi.

Biffa
Antica macchina militare da scaraventar projetti per forza di contrappeso.

Biga
Macchina di forza, negli arsenali, formata con due poderose travi affrontate in alto, e puntate a scarpa per diverse inclinazioni, sostenute da canapi, e fornite di paranchi e d'argani per lavori di gran potenza, massime per alberare navigli, volgerli in carena, sollevare grosse artiglierie, e simili.
Biga posticcia, Quella che si attrezza al bisogno, anche a bordo, o alla riva, quando non si possa averne di miglior tempra altrove.

Bipenne
Sorta di scure a due tagli. Accetta a doppio fendente, Arma che si dice usata dalle Amazzoni. Il nostro Bicciacuto.

Blinde
pur quei piastroni di ferro per copertura di fortificazioni e di bastimenti, che ora si chiamano Corazze.

Blindare
Metter le blinde, Coprire con blinde. — v.Corazzare.

Bloccare
Assediare alla larga, fuor del tiro del cannone, pigliando tutte le strade che mettono ad una piazza nemica, cosi da terra che da mare, perché non possano entrare, né uscire, cose, o persone, al fine di molestarla, o di espugnarla per fame.

Bocca
Bocca da fuoco, o di fuoco, Nome generico di ogni artiglieria moderna, grossa o minuta, portatile o rotabile.
Bocca delle armi da fuoco, L'apertura della canna dove entra la carica, e d'onde esce il projetto. Si misura specialmente nel suo diametro: e preso questo per unità, come dirò a Calibro, dai pratici si proporzionavano tutte le altre dimensioni dei pezzi e degli affusti: lunghezza e grossezza dei metalli, casse, ruote, lanate, stivadori, e simili: tutto proporzionale alla bocca.
Alla bocca ! Comando perché i serventi dell'artiglieria operino sulla bocca del pezzo.
Alla bocca, modo avv. parlando di Colpo di arme di fuoco, vale. Vicinissimo, A bruciapelo.
Bocca del martello, si chiama la capocchia che batte, opposta alla penna.

Boccaccia
Specie di archibusone a larga bocca, di che v. Pistone, e Trombone.

Boccatura
Apertura della bocca nelle navi ed armi da fuoco presa pel diametro, come calibro delle medesime.

Bocchetta (Medini)
fr. Capette.Quella parte metallica che guernisce la bocca dei foderi di ferro delle sciabole per uso di contenere il falso-fodero, e nel quale essa dev' entrare. La parte della bocchetta che sopravarvza al fodero si chiama orlo, e quella ehe entra nel medesimo dicesi maschio.

Bocchino
Nome particolare della Imboccatura della tromba e di simili strumenti.
2° Bocchino, altresì la Fascetta suprema del fucile, che stringe la sommità della canna alla cassa.
Bocchino, l'Occhio di bomba, torpedine, granata, o simile, pel quale si caricano, e dove si acconcia la spoletta od altra innescatura.

Bocciuolo
Spazio che è nelle canne vegetali tra un nodo e l'altro.
Bocciuolo, Cannello di metallo che serviva di misura alla carica della polvere nelle armi da fuoco portatili; e per averne pronti in buon dato si portavano appesi alla bandoliera.

Bolzone e Bolcione e Bolgione
« Strumento antico militare da romper muraglie. » Grossa trave armata di ferro colla quale gli Italiani del medio evo battevano e rovesciavano le mura e serrami delle terre nemiche, imitando l'Ariete dei Romani, e il Montone dei Barbari.
Bolzone, « Sorta di freccia maggiore delle ordinarie, con capocchia in cambio di punta, che si tira con balestra grossa, detta Balestra a bolzoni. »
Bolzone. La Trave capocchiuta che, ponzando sulla soglia in certi incastri, serviva a movere il ponte levatojo delle rocche. E similmente Ciascuna di quelle due leve messe in alto sulla porta, che servono a sollevare il ponte con catene e contrappesi.

Bomba
Grossa palla di ferro bugio, che si riempie di polvere da fuoco, perché, scagliata dal mortajo, scoppi a danno nel mezzo de' nemici. Il nome, discende dal greco e dal latino classico, con lo strepito dello scoppio : e la cosa rimonta più antica che non sappiano i moderni trattatisti, compreso tra gli altri il general Suzanne.Il mio fra Leonardo Giustiniani, descrive bomba e mortajo all'assedio di Costantinopoli (1453), dove era desso presente. Roberto Valturio, edizione principe di Venezia 1472, ripete notizie e disegni delle bombe, e ne attribuisce l'invenzione a Pandolfo Malalesta da Rimini. Appresso Paolo Santini nel Codice parigino delle macchine, e Leonardo da Vinci nell'Atlante ambrosiano, ripetono il nome, e la cosa. Finalmente (prima del 1520) Raffaello d'Urbino dipinge la bomba nella celeberrima tela della Madonna di Foligno.
Bomba, è sempre del maggior diametro, di otto o dodici pollici, e si lancia col mortajo. Le palle minori si chiamano Granate. — Bomba, cent. 27. Granata cent. 15, mezza bomba cent. 22.
3° Le parti sono: Il Bocchino donde entra la carica, la Spoletta che lo chiude e gli dà fuoco, le Maniglie colle quali si maneggia, le Orecchie dove sono incastrate le maniglie, e il Coccone sul quale si assetta nella carriuola.
Bomba incendiaria, Fetida o Puzzolente, si chiama Quella che scoppiando porta tra i nemici incendio, asfissia, o noja. Si dice anche Fumifera. E queste si usano nelle guerre di sotterra.
Bomba da mano, da breccia, e da riparo, dicesi Quella che si getta a mano, senza mortajo, tra i nemici, perché li allontani scoppiando tra loro, e serve a difendere il ramparo e la breccia.
Bomba messaggera, di salvamento, e simili. v. Artiglieria e Projetto.
Bomba cieca, dicesi Quella bomba che non è carica e pur si lancia là dove sono mescolati amici e nemici, perché questi non sapendo lo stratagemma sgombrino, e gli altri si facciano avanti.
Delle Bombe, sia detto l'uso, e valga fino qui, per intendere gli scrittori che finora hanno parlato con questa voce. Le mutazioni già fatte, e quelle che alla giornata succedono, rendono superfluo il discorso sinché non resti fermo il nuovo sistema. Oggidì si lanciano projetti esplosivi di enorme grandezza col cannone: e dove nei primi tempi il bombardiere allumava la spoletta prima di dar fuoco al mortajo; dove poscia la vampa istessa della scarica accendeva la spoletta, oggi con un taglio sulla pergamena del calice, o con un fulminante, vola il projetto, cade, percuote, e scoppia.
A botta di bomba, o A resistenza di bomba: modi avv. che, parlando di edifizj militari, vòlte, casematte, e simili, compresevi le moderne corazze, significa Fatte in modo da resistere alle percosse delle bombe.

In Medini: Per mettere fuoco al mortaio ed alla spoletta della bomba, il cannoniere, chiamalo bombardiere o bombista, deve dividere la miccia del suo buttafuoco in due parti, ed accender prima con la sua mano dritta la spoletta della bomba, ed indi colla sua sinistra la lumiera del mortaio.
I bombisti esperti conoscono benissimo il tempo che bisogna per far crepare la bomba al suo giusto destino, facendo bruciare qualche tempo la spoletta, prima di porre fuoco al mortaio, nel caso non avesse lungo cammino a fare : quando poi cadesse la bomba qualche tempo prima di scoppiare, ella s’interra fino a che la spoletta comunichi il fuoco al corpo di essa, e quindi rialzandosi scoppia e vibra le schegge per ogni dove.
Per avere una cognizione approssimativa del tempo che impiega la bomba a cadere, bisogna saper la forza della polvere colla quale si carica il mortaio, e la durata della spoletta della bomba che si calcola colla distanza da percorrersi dalla bomba istessa, onde regolare il momento in cui vogliasi farla crepare.
Volendo tirar di notte sulle trincee degli assediami, fa d' uopo prendere di giorno i gradi di elevazione del mortaio.
Le prime bombe , secondo alcuni scrittori, furono gettate nel 1588 sulla città di Wachtendouk in Gheldria : secondo altri nel 1435 nei regno di Napoli sotto Carlo VIII. In Francia si posero soltanto in uso all'assalto di La Motte nel 1634, e secondo altri nel 1521 nell’all'assedio di JWezières.
Credesi che un abitante di Venlo, città della Francia, abbia inventato le bombe per servirsene soltanto nei fuochi artificiali da giuoco, per divertire il Duca di Gleves che trovavasi allora a Venlo.Egli ne aveva gettate molte in sua presenza, ma una di queste essendo caduta su di una casa della città, cagionò un fuoco sì violento, che la miglior parte della città istessa fu interamente abbruciata.
Vi sono Storici Olandesi i quali rapportano, che pochi mesi prima di tale disgrazia un ingegncrc italiano avea fatto simili esperienze a Berg-opzom , pretendendo di rendere l’usodi simili bombe facile ed utile alla guerra; ma che costui era rimasto vittima dei suoi esperimenti per essersi bruciato egli stesso mettendo fuoco per caso alla sua composizione.
Comunque sia, egli è certo che sino a quell’epoca ignoravasi l'uso della bomba. Luigi XIII fece venire dall' Olanda Maltus ingegnere inglese per gettare bombe; ciò che costui fece con molto successo nel 1642 sopra Calioure ov'egli ne gittò una che crepò la cisterna d'acque; il che obbligò gli assediati ad arrendersi molto prima di quello che avrebbero fatto senza un tale accidente. Le bombe hanno diverse denominazioni, come bomba fulminante che è quella che uccide, fracassa e tutto frange; e bomba luminosa la quale è riempita di fuochi artificiali , e non serve che a faregran lume in tempo di notte, onde poter conoscere le posizioni del nemico dintorno ad una piazza assediata.
Il mortaio con cui si tirano le bombe è montato sul suo affusto: vi è una camera al fondo, ove si pone la polvere per slanciare la bomba, ed una lumiera all'estremità della culatta per dar fuoco alla polvere della camera, la quale è chiusa da un turaccio su cui posa la bomba.
L’effetto della bomba è di fracassare i tetti o le volte degli edifìzi col suo peso, e di appiccarvi il fuoco crepando. Di esse se ne servono non solo gli assedianti, ma anche gli assediati per distruggere le trincee e le batterie nemiche.

Bombarda
Nome generico di tutte le prime artiglierie da fuoco, cominciate a usare tra la fine del ducento, e il principio del secolo seguente. Non si trova mai il nome di Bombarda, né di Spingarda, né di Schioppo per macchina da corda: ma sempre per artiglieria da fuoco, checché ne dica in contrario la Crusca.Anzi gli esempi suoi medesimi fanno contro di lei, perchè il Villani parla di « Pallottole di ferro con fuoco... e romore, che pareva «che Dio tonasse. » Il nome istesso di origine italiana, ricevuto anche nello altre lingue, esprime il fatto dell' arma da fuoco che Arde, Rimbomba, e Dà Rimbombo, Arsione, e Percossa, con tutto il lampante e strepitoso corredo del Bacchio, Baleno, e Boato.
Bombarda, nei Doc. Lo Statuto di Gazeria in Genova, 1316, cap. XVI: « Pro qualibel navi.....Bombardae pecii V.—Item petrae pro bombardas N° 120. Item pulveris pro bombardis, barilia N. 13. (Pardessus, IV, 475). Quindi tra le prime nella storia sino a oggi sono Quelle dei Genovesi nel 1319 (S. R. I. xvii, 1038, B.) e dei Fiorentini 1326 (Gaye, II,pref. VIII. Angelucci, Ricordi, 141.) Il Petrarca le dice comunissimo nel 1344. — Ho veduto nell'Arsenale di Vienna una grossa bombarda a doghe cerchiate di ferro, e un petriero simile, calibro m. 1,20. Veduto a Venezia quella di ferro foderata di cuojo, che si dice usata nel 1380 da Vettor Pisani a Chiozza. Ho veduto quella di Rodi al museo di Parigi. E qui vicino a Roma la celebre di Rignano, di che ho mandato disegni e misure al capitano Angelucci, direttore del museo d'artiglieria a Torino.
3° Le prime Bombarde erano a doghe, poi a quadrelloni, e sempre cerchiate di ferro: avevano due parti separate: la Tromba, e la Coda. Questa, ricevuta la carica, imboccava e si commetteva esattamente all'estremità della tromba per mezzo di chiavarde.
Bombarda, oggidì voce di oratori e poeti, vale. Artiglieria in genere, o tutt'al più Mortajo.

Bombarda
Piccolo ma forte bastimento da guerra, a due alberi, maestro e mezzana, senza trinchetto, al posto del quale una solida piattaforma armata di mortaj per lanciar bombe. Era di voga nei due secoli passati, a dicevasi pur Galeotta bombardiera.

Bombardella
Bombardelle a mano, si chiamavano, i primi Schioppi: detti perciò Chiriobombarde.
Bombardèlla marina. — Piccolo pezzo di artiglieria del secolo xv, che gittava palla di pietra da tre libbre in su, sino alle dodici. Non avevano affusto, ma stavano bilicate sur un ceppo. La loro coda e tromba di un sol pezzo, con uno incastro vuoto tra loro tanto che potesse facilmente entrarvi il mortaletto della carica: il quale afferrato per la sua maniglia, inzaffato al vivo della tromba per semplice incastro, e stretto da chiavarda alla culatta, giuocava come il mascolo delle grandi bombarde.

Bombardiera
« Buca nella muraglia onde si tira la bombarda. »
Bombardiera, Nave acconcia a bombardare.

Bombardiere
« Colui che carica e scarica le bombarde, ed anche generalmente ogni sorta d'artiglierie. »
Bombardiere, oggidì si intende Colui che carica e scarica mortaj e cannoni da bomba.
Capo bombardiere, era nei tempi passati, L'ufficiale superiore dell'artiglieria in una rocca, piazza, armata, o naviglio, prima che il corpo fosse ridotto a reggimenti.
Laboratorio dei bombardieri: v. Laboratorio, e Fonderia.

Bombardieri
Attenente a bombarda : Onde Galeotta bombardiera, Feritoje bombardiere, Magazzino bombardiero: cioè.Attenente alle bombarde.

Bombardino
Il Cartoccio o la Carica della bombarda.

Bombista
Soldato che lavora fuochi artificiali per uso di guerra; da non confondere col bombardiere.

Bordone
« Bastone che usano i pellegrini in viaggio per appoggiarsi. »
Bordone, altresì, Bastone collo stocco dentro.

Borraccia
La fiasca che usano i viandanti, e i soldati in marcia. Si porta, foderata di panno o di cuojo, appesa ad armadio. 2° Borraccia, altresì, pegg.di Borra.

Borgognotta
« Sorte di celata che copre solamente la testa con un ferro che scende poi sopra il naso. » Guanciali mobili, visiera sagliente, e puntone sul naso. Venne di Borgogna.
In Medini: armatura del capo simile alla celata, ma colla visiera sagliente all' infuori e coi guanciali mobili. Ne andavano armati i donzelli, i pnggi, i sergenti, e le genti da pié. Fu anche chiamata Borgognone, e 1' uno e l' altro nome attestano l'origine di guest' arme difensiva dalla Borgogna e dai Borgognoni che primi la portarono in Italia. In processo di tempo si tolsero alla Borgognotta i guanciali e la visiera e, come la zucchetta, lasciava il volto scoperto difendendo solamente il capo ed il collo. Andò eolle altre armi difensive in disuso nel secolo XVII.

Borra
Cimatura o tosatura di pelo di pannilani, e accozzaglia di altro pelame. Serve a far l'imbottitura delle selle, e dei basti; serve al ripieno dei cuscinetti, paglietti, stantuffi: e specialmente a Quella miscela di sevo, col vetro pisto, e col catrame, che si metto tra il legno della carena e la fodera di rame per renderla più aderente e spianata, per impedir la corrosione delle brume, e per isolare i contatti galvanici tra la fodera di rame e le capocchie dei chiodi nell'istesso bastimento.

Botta
« Botto, Colpo, Percossa. » Percossa di ogni sorta d'arme.
A botta, modo avv. A resistenza della percossa di bomba, di moschetto, di spada, e simili Indi Petto a botta: di che. — v. Pettabotta.
A tutta botta, detto d'armatura. vale. Resistente; detto di persona, Scelta e cappata.
Botta botta, come Colpo colpo, vale. Senza mandar colpo in fallo.

Braca
Quel canapo che, passato dalle due bande intorno ad un oggetto, fa forza con ambedue le estremità e lo stringe nel mezzo. Onde
Braca di Cannone, Quella che cinge il botton di culatta e tiene il pezzo fermo ai due stipiti del portello, perché non vada rovescione nel rullio, né pigli troppo di rinculata quando spara. Ciò dicesi Sparare a braca secca.
Braca del mascolo, Quella grossa chiavarda di ferro che univa e teneva fermo il mascolo alla tromba nelle antiche bombardelle, che si caricavano per la culatta. Ed oggi ritorna nelle retrocariche.

Bracciaiuola
« Bracciale. Armatura che copriva il braccio. propr.Rotella da pugno, fornita di una parte di bracciale infino al gomito, con un brocco di ferro nel mezzo, e cerchi spezzaspade intorno.

Bracciale
Quella parte dell'armatura che copriva il braccio dalla spalla al polso, incastrato allo spallaccio, e composto di due pezzi detti Cannoni, pel braccio e per l'antibraccio, riuniti da un terzo detto Cubitiero.

Braciere
« Vaso dove si accende la brace per iscaldarsi. » Vaso dove si tenevano carboni accesi per infuocare le bacchette a rampino da allumar le artiglierie antiche, e dove poscia si accendeva il miccio, che prese diverse forme, e fu pur detto Micciere.

Braga (Medini)
Ordegno composto di due forti bande di ferro, col quale si teneva unito il inascolo ad alcuni antichi cannoni petrieri, ed agli organi, che perciò erano chiamati petrieri ed organi a braga.

Bramasangue
Il desiderio di sangue, o di strage, o di uccisione o simili.
A bramasangue, modo avv. e dicesi del portar al fianco la spada in bilancia, così che la punta molto alta da terra, premuta colla sinistra all'impugnatura, resti quasi orizzontale, che allora è in punto per essere sguainata, e per ferire.
Bramasangue! Grido di chi si accinge a impresa difficile col proposito di vincere o morire.

 Brandire
« Vibrare, Scuotere, Scrollare, Tremare. » Si dice delle spade, e delle armi in asta scrollate, scosse, vibrate in atto di bravura, o di prova, prima di incontrarsi col nemico.

Brandistocco
Quella specie d'arme in asta che aveva il ferro più lungo, e l'asta più corta della picca. Come a dire Spada sul bastone, Questa voce sarebbe conveniente a Quella moderna bajonetta ensiforme, che può essere inastata sulla canna del fucile; o vero, impugnata dal soldato, può servire di arma manesca, da punta e da taglio. Ora la chiamano Sciabola bajonetta. La sua lama sembra ed è simile ad ogni altra sciabola comune fatta per dare puntoni e scigrignate. Ma l'impugnatura ha qualcosa diversa: perché nel rovescio della croce è un occhio, e nel dorso del manico una gronda scanalata per riscontrare la bocca, e la guida sporgente, della canna da fuoco; e quivi pure sul manico una molla, una braca, un gambetto, e un bottoncino per fermare la lama sulla canna, o per toglierla.

Breccia
Rottura di una parte di qualunque riparo, prodotta da macchine militari, per entrarvi dentro a viva forza. Da ciò è chiara la differenza tra Breccia e Batteria: questa è Una delle cause, quella tutto l'effetto. Alcuni hanno confuso queste due voci, ma non si vogliono imitare, se non da coloro che ti rompono testa a ciance, anche senza venire alle mazzate.
Gli antichi aprivano la breccia colle macchine murali, coll'ariete, colle cave; i moderni colle mine o col cannone. Si piantano batterie di grosse calibro a piccola distanza contro una determinata parte della fortificazione nimica; e di là si giuoca con tiri convergenti per intronare, e con tiri divergenti per demolire, sinché sia fatta l'apertura. Indi la metafora, tratta dai frantumi della muraglia.
3° Nella breccia si distingue l'Alto, cioè, la parte superiore; il Piede, cioè l’inferiore; l'Apertura. cioè, lo spazio orizzontale diroccato: e si dice Breccia matura Quella che é resa facile alla montata ed all'alloggiamento.
Aprire la breccia, o Far la breccia, valgono Rompere il riparo nemico.
Spianar la breccia, vale. Allargare e fare agiata la rottura per entrarvi
68 Riparare la breccia, vale. Rimettere su i muri rovinati, o Chiudere la rottura, specialmente nella notte, con tavole, botti, fascine, terra, o fossi.
Montare, Salire, Superare la breccia; valgono Entrare per l'apertura, passando sulle rovine.
8" Breccia, Si dice pur la rottura fatta nel corpo di lui bastimento coll'artiglieria, collo sperone, colla torpedine e simili.

In Medini: Dicesi scacciar l'inimico dalla breccia, riparar la breccia coi cavalli di frisa, allogarsi a metà di altezza dalla breccia,  allargar hi breccia ecc.
Gli antichi avevano differenti mezzi di fortificar le brecce, per contenderne 1’entrata : le cose necessarie per simili sorte   di opere erano preparate anticipatamente. Essi servivansi per lo più d'alberi tagliati, di cui appuntavano le estremità de' rami, che poi bruciavano alquanto per renderne le punte più dure e più forti Disponevano simili alberi, distesi lungo il fronte della breccia, ben vicini gli uni agli altri, onde i loro rami s'intralciassero; ciò che formava una siepe impenetrabile, che non potevasi avvicinare senza rischio. I tronchi di questi alberi erano fortemente tenuti da altri travicelli conficcati in terra , in guisa che era impossibile distruggerli , ed era ancora più difficile di accostarvisi, essendone il di dietro  guernito d'un numero immenso d'arcieri e di truppe armate di picche, Simili ostacoli però opposti sulle brecce, non erano praticati negli assedi delle città considerevoli, che attaccavansi con un grande apparecchio di macchine, torri, arieti, eco, con ponti o sambuche per gettar sulle brecce e su questi alberi così armati di punte.
Gli antichi servivansi ancora, per difendere la breccia, di grosse travi che situavano all'impiede sulle rovine della stessa, le une accanto le altre fortemente concatenate fra loro, per   resistere ai colpi degli arieti. Queste travi situate in tal guisa e spesso in più file, resistevano molto ai colpi dell'ariete; ma simili difese non si praticavano che innanzi alle mura distrutte o in parte abbattute, facendo appoggiar le travi stesse sul loro rivestimento onde impedire che non crollassero interamente.
Le brecce anticamente erano fatte con una prontezza incredibile, sia per mezzo di mine, o gallerie sotterranee, che per altri travagli esteriori, per cui in un momento sii assediati trovatami alla scoperta. Questi allora ricorrevano ad espedienti subitanei, per avere il tempo di pensare a miglior difesa, gettando sulle rovine della breccia una quantità prodigiosa di legna ben secche e materie combustibili , alle quali appiccavano il fuoco ; il che cagionava un incendio violento che impediva agli assediati di passar oltre.
L’istoria antica e moderna ci offre infiniti esempi di simil natura, non solo negli assedi , ma ancora nelle ritirate di armate, fatte per luoghi angusti e disagevoli.
Si difende oggi una breccia con infiniti mezzi e stratagemmi, come con barili ripieni d'acqua o di pietre, che si fan rotolare dall'alto della stessa; con cavalli di frisa, o trìboli , che si piantano al passaggio della breccia; con fascine incatramate ed accese, che offuscando gli assedianti col loro fumo, illuminino di notte gli assediati; con calce sulla quale si lascia scorrer dell'acqua, ciò che produce egualmente uu gran fumo; il cannone che è al i dietro dei trinceramenti, le mine ed altri mezzi di difesa scoraggiano le truppe assalitici se non interamente, almeno in gran parte. Se la breccia è piccola, gli assediati travagliano a riordinarla, ed a sotterrarvi barili di polvere, per far saltare in aria gli assediatiti, nel caso tentassero di montarvi; se poi la breccia è grande, fa d'uopo ripararla il meglio possibile, per renderne più difficile 1' assalto, sia con terreno sia con altro materiale, come fascine, terra mischiata con letame, e simili.
Ma se la breccia fosse sì grande che non vi si potessero impiegare i .materiali suddetti, fa d'uopo allora, se vi è tempo, di fare qualche mina sotterrandovi barili di polvere, oppure piantare un numero considerevole di triboli, cavalli di frisa, ed altri ostacoli ben concatenati fra loro, per coprire almeno una gran parte della breccia, i quali, posti in doppie righe, impediranno sicuramente al nemico i potervi montare.

Briccola
Vocabolo italiano del basso tempo, equivalente alla Catapulta dei Romani, come traduce il Davanzati, e si usava per iscagliar pietre, o altro, nelle città assediate.

Briccolare
Scagliare colla briccola, Lanciare projetti da lungi come si faceva colla briccola: e fig.Bombardare.
2° Briccolare. Term. d’art. Tirar di rimbalzo per giugnere al segno, percuotendo in altra parte che sia acconcia a rimandar la palla colà, dove per diritta linea non si potrebbe mandare.

Brida
Macchina antica, militare, navale, e idraulica che pur fu chiamata Tanaglia, come a questa voce diremo.

Brigadiere
Titolo e grado del comandante di una brigata. Si chiama Brigadier generale colui che comanda una brigata composta di due o più reggimenti: quel desso che una volta dicevasi Mastro, Maresciallo di campo, o Maggior generale, ed anche Colonnello brigadiere. 2° Brigadiere, talvolta si dice per Quel sottufficiale che comanda piccola brigata di quattro o dieci uomini, per lo più di corpi privilegiati.

Brigantina
Armadura del dorso a scaglie cucite sopra panno, e coperta di velluto, usata dai briganti.

Brigata
« Gente adunata insieme. » Si dice Brigata di amici, per Adunanza di gente concorde. Si dice Brigata di soldati, per Numero determinato che stanno insieme, e formano alcun membro dell'esercito. Onde
Brigata. Adunanza di due o più reggimenti di soldati, sotto un solo comandante che si chiama General di brigata, o Brigadier generale.
3° Brigata, Riunione di due batterie di artiglieria, sotto un maggiore.
Brigata, Riunione di quattro o dodici uomini agli ordini di un sottufficiale chiamato brigadiere. Ma bisogna esser destri ad usare, e cauti nell' intendere la voce in quest'ultimo senso.

Briglia
« strumento coli quale si tiene in obbedienza e in soggezione il cavallo. » Sono valide striscie di cuojo, che gli cingono in più maniere il capo, e gli mettono in bocca il freno col quale si governa. — Venendo alle sue parti, dico, la Testiera, il Frontale, le Sguancie, il Soggolo, la Museruola o Musoliera, l'Archetto, il Portamorso, lo Scudetto, gli Occhiali, P Imboccatura, il Freno, l'Asta, il Morso, la Catenella, la Borchia, il Fiore, il Frenello, il Filetto, i Voltoj, la Guardia, il Barbazzale, la Campanella, la Martingala, le Redini, la Predella. E dico specie diverse il Briglione, il Brigliozzo, la Cavezza, il Cavezzone, la Corda, e il Capestro. Quindi pur le frasi seguenti, proprie e figurate, che possono occorrere a chi legge, a chi parla, ed a chi scrive.
A. Scior la briglia, Dare libertà. — Lasciar la briglia sul collo, Lasciare in altrui balia. — Tirarla briglia, Usar rigore. — Tener la briglia, Fare che altri non trascorra. — Dar la briglia, Abbassar le mani e Lasciar correre. — Voltar la briglia, Tornare addietro. — Tener la briglia, Arrestarsi.
B. A briglia sciolta, A tutta briglia: modi avv. Di gran corsa, Correndo velocissimamente.
Briglia, fig. Quella fortezza che domina strada, passaggio, fiume, porto, città, e simili.

Brigliadoro
Nome del cavallo d'Orlando, celebrato nei classici poemi cavallereschi, e però ripetuto da ogni altro come aggiunto di cavallo nobile e marziale.

Broccato
Pien di brocchi. In tutti i sensi di brocco e di broccare. Onde Asta broccata. vale.Che ha in punta brocchi, cioè.Stecchi di ferro. — Drappo broccato, cioè.Tessuto a brocchi. — Onda broccata. cioè.Leggermente increspata.

Brocchiere
« Piccola rotella. » Sorta di scudo leggiero e manesco, fornito nel mezzo di una punta piramidale, detta Onfalo e Brocco, donde il suo nome, che vale Scudo broccato da difesa e offesa.

Brocco
Dente sporgente: ma si appropria ad ogni altra sporgenza, ai gettoni e rampolli degli alberi, al punzecchio dei vetturali, allo sperone dei cavalieri, e simili. Onde si usa per Stecco di ferro dell'asta broccata; Puntone di ferro dello scudo brocchiero, Perno di ferro confitto al bersaglio: sicché Imbroccare, vale.Dare nel mezzo del bersaglio medesimo.
Brocco,«Gruppo che rilieva... Anello che sporge. » In questo senso i marinari chiamano Brocco, Quell'occhio di ferro che rilieva sopra un perno fisso per ritenere gancio o canapo di manovra. Essi distinguono Brocco, Anello, Campanella, e Golfare: il primo è fisso sul perno, il secondo è snodato, il terzo pendente, il quarto allungato a doccia.

Bronzare
Dare a checchessia le qualità del bronzo.

Bronzatura
Effetto del Bronzare.

Bronzina
Nome generico di ogni attrezzo o arnese fatto o guernito di bronzo. Si dice per Puleggia, Dado, Gnomone, Asta, Piastra, Boccola di bronzo, o di altro metallo, come si spiega alla voce Dado.
Bronzina. Specialmente la Boccola che riveste la cavità interna del mozzo delle ruote.
Bronzina. Nome speciale di una bombarda antica di grosso calibro.

Bronzino
Simile al bronzo, e si usa dalle maestranze nel senso medesimo di Bronzina, ma per lo più esprime oggetto maggiormente grosso.

Bronzista
Artefice che lavora di bronzo. Gettatore, Intagliatore, Doratore di bronzo.

Bronzo
Rame mescolato con stagno, o con altro metallo simile. Lega di rame e stagno in determinata proporzione, donde risulta il Composto forte, duro, elastico, sonoro, e acconcio alle artiglierie, e ad altri attrezzi di guerra. Si dice pure e per eccellenza Metallo. La proporzione media è di libbre 12 di stagno per ogni 100 di rame: crescendo lo stagno verrebbe lega più dura, ma però più fusibile e fragile ; scemandolo, verrebbe troppo molle, e perderebbe di elasticità.
Bronzo, fig. e mil. Artiglieria.

Bruciapelo (a)
Detto dell'esplodere arma da fuoco, vale.Vicinissimo; come a dire che, non solo il projetto, ma la vampa stessa dell'arma possa rosolare la pelle all'avversario.

Brunire
« Dare il lustro. » Dicesi più spesso dei metalli, odi materia similmente dura e liscia; e specialmente delle lame d'acciajo, perchè levigate e terse riflettono a maraviglia il contrasto del lume tra chiaro e scuro. Tale contrasto faceva la disperazione di Giorgio Vasari, quando da giovane studiavasi a dipingere l'armadura d'un guerriero, che gli fallivano sulla tela le tinte fiere e vibrate del metallo.
Brunire, altresì, Forbire, Nettare.

Brunitoio
Strumento col quale si bruniscono i lavori d'acciajo, di avorio, o di altra materia dura ed atta a ricevere il liscio.
Brunitoio della polvere, dicesi Quel frullone di cuojo che, rapidamente girando sull’asse, dà il bruno lucido alla polvere da guerra già granita.

Buca
Buca di lupo, Ciascuna di quelle fosse cavate in certi punti di strade o traghetti che menano alle porte, spalti, o ripari, perché le spie del nemico vi abbiano a cascar dentro. Si dicono pur Diamanti. Né si vogliono confondere colla Boccadilupo, che non é trabocchetto insidioso ma Nodo marinaresco.

Buca di lupo (Medini)
Pozzo di una data profondità, e della figura di un cono tronco, colla sezione minore al di sotto, e con uno steccone piantalo nel mezzo. Le buche di lupo si scavano in tre o quattro filari, disposte a scacchiere, nel fondo del fosso, nella strada coperta, al pie dello spalto, o a traverso d'una comunicazione per difficoltare il passo al nemico.

Budriere
Cingolo o pendaglio, dal quale scende sul fianco la spada o alcun altro arnese militare.
In Medini: Larga fascia di pelle di bufalo o di cavallo posta sulla spalla diritta, la quale attraversa da una parte il petto, dall'altra la schiena del soldato, e va a congiungersi al fianco sinistro, ove i due capi si uniscono insieme per ricevere la sciabola o la spada.
Budrieri, Term. collettivo di tutto il coreggiame con che i soldati portano in dosso armi e sacco.

Buffa
(Medini) Quella parto dell' elmo, che copriva la faccia dalla fronte sin sotto la bocca, e calava e s'alzava a voglia del cavaliere; chiamavasi anche particolarmente con questo nome quella parte della visiera che difendeva la gola.

Buffetteria
Dicono adesso per voce collettiva di tutto il corredo di cuojo del soldato compresa la cartucciera, le cigne e i cinturini del fucile, della bajonetta, e il fodero.

Buttafuoco
L'asta col miccio per allumare le artiglierie. Bastone, Punta, Gorbia, e Forcella.


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