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Zeri
Immagine satellitare a 6000 m di Zeri [ingrandisci] |
La popolazione all'inizio del 1900 raggiungeva i 4000 abitanti; ora si è ridotta a circa 1000. Esso è diviso in due vallate, quella di Zeri e quella di Rossano; non esiste alcuna frazione con il nome di Zeri o di Rossano. Vedi carta geografica e Carta stradale e plastico . Per chi desidera altre notiziole, rinvio alle pagine tratte da un libro
di Caselli del 1933, a dire il vero molto modesto ed approssimativo. |
Il vasto territorio del comune di Zeri occupa l'angolo estremo al nord della Toscana, là dove essa confina sia con la Liguria che con l'Emilia (Foce dei tre confini). Attualmente ha una superficie di circa 75 Kmq ma prima degli anni sessanta, quando ancora comprendeva tutto il territorio di Arzelato, raggiungeva i 90 kmq. |
Interessante la voce Zeri del Dizionario geografico del 1843 di E. Repetti. |
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Zeri e Rossano sono citati (con qualche dubbio se il nome Ziri corrisponda proprio a Zeri!) in documenti anteriori all'anno mille (un documento carolingio del 774, un atto di Ludovico il Bavaro, un placito di Oberto del 972); fino al XII secolo era ricompreso nei feudi dei Malaspina; dopo venne incorporato nel territorio di Pontremoli di cui seguì le varie vicende storiche che non hanno lasciato grandi tracce. Qualcuno ha scritto che vi nacque il pittore Francesco Natali (fine del 1600), ma è cosa men che incerta! La vallata di Zeri, dopo la seconda guerra mondiale, ha
avuto uno sviluppo economico maggiore rispetto a Rossano, favorita anche
dal fatto di poter controllare la politica locale e di essere sede del
Comune e di altri uffici pubblici. |
Documenti storici molto interessanti
si ritrovano negli atti delle cause relative alle controversie tra Rossano
e Suvero circa il possesso della zona di Gambatacca. I Suveresi pretendevano
infatti di pascolare e raccogliere legna ben oltre lo spartiacque naturale,
giungendo fin quasi al paese del Bosco. Ciò diede causa ad infinite
liti, anche con scontri fisici e devastazioni, documentate fin dal 1284,
e in cui i Suveresi si videro quasi sempre dar torto. Qui pubblico l’atto
di appello del 1884 contro la sentenza del Tribunale di Pontremoli
che aveva dato in modesta parte ragione a Suvero. Credo che alla fine
siano state accolte le domande di Rossano perché gli attuali confini
hanno lasciato ben poco alla Liguria.
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Panorama di Rossano [ingrandisci] |
Rossano La vallata di Rossano (l'etimologia è assolutamente
sconosciuta e a nulla servono fantasiosi richiami a soldati romani di
nome Roscio o a ad uno sconosciuto dio Robeo), i cui torrenti confluiscono
nel fiume Teglia, affluente della Magra, è separata dalla valle
di Zeri da un valico a circa 900 metri di altezza (Casa Bertagna)
e dal monte Vaio. Nella valle sono sparse le frazioni di Piagna, Castoglio,
Chiesa, Paretola, Valle, Chioso, Montelama e, separato da una costa montuosa,
il Bosco. |
Rossano soffriva particolarmente
per la mancanza di una strada verso Pontremoli. Il percorso normale per
recarvisi era di salire per mulattiere fin quasi a mille metri, al valico
alla destra di Carmuschio, e di scendere poi per ben 800 metri di dislivello
verso Arzelato e fino a Pontremoli. Occorrevano circa tre ore. Durante l'inverno
cadevano grandi nevicate e le mulattiere restavano impraticabili per settimane.
Nel 1827 i rossanesi decisero di costruire una mulattiera di fondo valle
che dai boschi di Tassonarla (già collegati), proseguiva quasi pianeggiante
per la Nogina fino a sboccare ben sotto Arzelato a circa 600 metri di altitudine
(Ca' Taglian). Questa strada era però lunghissima ed usata solo in
caso di emergenza, salvo che dagli abitanti del Bosco per cui era una scorciatoia.
Gli zeraschi si opposero a questa strada e le due vallate finirono davanti
ai giudici di Pontremoli Dopo il 1930 il Podestà Giovanni Mori di Castoglio decise di costruire una carrozzabile al posto della vecchia mulattiera. Con finanziamenti minimi, superando l'invidiosa opposizione zerasca e trascinando la popolazione di Rossano a prestare migliaia di giornate di lavoro |
gratuite, in aggiunta
a quelle già previste come corvé obbligatoria a favore del
Comune, egli riuscì ad aprire la strada carrozzabile fino ad Arzelato
i cui abitanti, per conto proprio, avevano nel frattempo lavorato per raggiungere
Pontremoli. La strada venne aperta prima dell'inizio della guerra e, alla
fine di questa, servì alla ricostruzione delle case distrutte dai
bombardamenti, sia a Zeri che a Rossano. Come spiega il Caselli, la strada
carrozzabile tra Chiesa e Coloretta esisteva già fin dall'inizio
del 1890. Negli anni 60 venne aperta una strada carrozzabile che collegava Coloretta di Zeri con la Val di Vara (Sesta Godano); anche in questo caso la strada, che facilmente poteva essere costruita in posizione centrale, in modo da poter essere collegata con il Chioso di Rossano mediante una bretella di pochi chilometri, venne appositamente spostata dagli zeraschi verso il lato opposto della valle così da poter favorire le frazioni di Bergugliara ed Adelano, alle pendici del Gottero (1640 m.s.m.) |
Vista su Castoglio [ingrandisci] |
CastoglioLong. 2° 37' 50",50 Ovest da Monte Mario È la frazione più tipica di Rossano perché
arroccata in cima ad un cocuzzolo, all'altezza di 750 metri, come un castello.
Il più antico documento dell'archivio
di famiglia in cui se ne parla è del 1546. |
Castoglio era però avvantaggiata dall'avere sul
monte Carmuschio degli ottimi pascoli e, alle pendici di esso, a circa
900 metri di altezza, stalle e campi in cui alloggiarlo per il periodo
estivo. Il principale e fondamentale alimento erano però le castagne che rappresentavano la base del cibo quotidiano. Come è noto esse, come valore alimentare, sono di poco inferiori ai cereali, avendo più o meno lo stesso contenuto in carboidrati, di cui ben il 30% sotto forma di zuccheri, e contenendo anche il 4% di grassi. |
Seccate
e trasformate in farina (salvo i rottami, detti pesturi, destinati
alla alimentazione dei maiali) venivano usate per polente di farina di
castagne (che, per chi poteva, veniva condita con olio e formaggio), lasagne,
frittelle, ma principalmente per fare la patona. Questa si ottiene
facendo con la farina e un po' di sale una pastella che poi viene versata
su di un tagliere tondo ricoperto con uno strato di foglie di castagno
ben sistemate; il tutto viene fatto poi scivolare nel testo, cioè
la base di ghisa, a forma di teglia, del forno a campana, già ben
arroventata, e viene ricoperto con la campana pure arroventata; a fine
cottura si ottiene un disco elastico, senza screpolature (non sbriciolabile,
come il castagnaccio), dello spessore di circa un centimetro, dal delizioso
profumo di foglie bruciacchiate. Vedi qui altre ricette. |
Cesarino Cortesi (parente della famiglia Mori) nel 1935 giunge a Coloretta da Pontremoli con la prima motocicletta. La moto venne però portata a braccia dal Gordana. A sinistra a cavallo Luigi Malachina della Piagna (Gigetto); a destra, pure a cavallo, Giovanni Mori. [ingrandisci] |
I pastori e i contadini se ne infilavano un pezzo in tasca
o nella cacciatora e quello era il loro pasto quotidiano. Chi ne aveva,
ci aggiungeva un pezzo di formaggio. A differenza di altre zone della
toscana, a Zeri è del tutto sconosciuto il castagnaccio.
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Dopo la prima guerra
mondiale molti trovarono lavoro nella costruzione della diga sul Teglia
ad opera della Falk.
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Le foglie di castagno secche, che il vento accumulava in grandi mucchi, venivano raccolte, incascinate ed utilizzate come strame. Per l'alimentazione delle pecore venivano invece usate le foglie dei giovani cerri (il cerro è un po' il simbolo di Zeri a cui forse ha dato il nome e di cui ne ricordo di monumentali) il cui tronco in autunno veniva ripulito dai rami, salvo il ciuffo finale. Con i rami si facevano fascine che venivano sistemate attorno ad uno dei tronchi così ripuliti, a mo' di pagliaio (il fogliaro). Poi in inverno le fascine, ben ripulite della pecore, servivano (brocchi) per accendere il fuoco su cui scaldare i testi e i paiuoli.
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Antica strada di Castoglio in una foto del 1956 [ingrandisci] |
Gli usi agricoli erano
rimasti molto tradizionali fino agli anni 30; qualche cambiamento venne
introdotto da Giovanni Mori che adottò le prime macchine agricole,
introdusse l'uso dell'erba medica, prima sconosciuta, insegnò a conservare
il maggior fieno così prodotto in pagliai nei campi. Fino al 1960 la razza tipica di bovini della zona era la rossa pontremolese, buona per tutti gli usi e quindi anche per tirare l'aratro o la traggia o la bena (treggia con cesta di polloni di catagno); poi mio padre Giovanni Mori, che fu sempre un "decisionista", mise d'accordo alcuni contadini e partì per l'Alto Adige a comperare due camionate di giovenche ed un toro di razza brunoalpina. Ciò suscitò le ire dell'Ispettorato agrario che aveva deciso di conservare Zeri quale oasi per la rossa, a spese dei contadini; ma la maggior produzione in latte e carne della brunoalpina, fece rapidamente sparire l'altra razza. |
I cognomi di Castoglio: i cognomi degli abitanti di Castoglio più comuni erano: Arioni, Bertoni, Borgalli, Lecchini, Lorenzoni, Menini, Musetti, Simonata, Tognarelli.
Il nome Castoglio non deriva affatto da un inverosimile "Castrum olei", ma è un toponimo diffuso che si ritrova per indicare un villaggio del comune di Valmozzola nei presssi di Borgo Val di Taro (già in un rescritto imperiale del 1182 che assegnava delle terre al marchese Oberto dei Pallavicini) ed è il nome di un colle presso il monte Molinatico del pontremolese. La radice sta ad indicare un luogo elevato (in dialetto "costè"). La corretta scrittura, come si ritrova nei documenti del 1500, dovrebbe essere Castolio, senza la "g".
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Il dialetto di RossanoPiccolo vocabolario del dialetto di Castoglio; ho italianizzato le voci
per evitare problemi di trascrizione fonetica. |
Ragnare - Piangere |
ToponimiQuesto è il più antico documento in mio possesso in cui si parla di Castoglio. È una copia di un documento del 1546 in cui gli abitanti di Piagna e Castoglio fanno una ricognizione dei confini dei beni comunali di loro spettanza; i toponomi sono ancora quasi tutti riscontrabili oggi, senza cambiamenti. Non riporto il documento originale perché ritengo sia una copia posteriore Fatto l'anno 1546 |
(lacuna di una
parola) sentenziamo sotto la forma et privilegio di tuta la guridizione
di Castolio e differentiando dai termini calando per il canale da Usagia
andando de Conga..(?) al fiume della Gordana seguendo tutti gli beni comuni
e poi montando per il Canale de Resenenso tutti gli beni comuni e poi
montando su Castel Zenerin venendo su in cima a fozo calando per la Costa
de masarion alla corse de via di foza, calando alla cereta de gropognalo
andando ancora adosso alla termina della Chiesa di San Medardo andando
per (lacuna di una parola) in cima alla Vricciola calando dentro alaqua
della Columbara montando per la bora del Begoni sino in cima alla foza
fe….rella. Calando alla fontana de pesinazi calando intel'aqua de gamba
andando per acqua insino alla serra de Narcheti andando de longo per l'acqua
insino al Canale che basti montando su per il canale che basti per confine
Giacopo del Schiavo. |