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Sintesi |
Come si impugna un atto amministrativo |
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Un atto amministrativo può essere impugnato in via amministrativa o in via giurisdizionale. Tralasciamo i casi del tutto particolari ed esaminiamo ciò che di regola si può fare. Impugnazione amministrativaUn atto che sia illegittimo o viziato nel merito (cioè per errata valutazione della situazione di fatto), può essere impugnato con il ricorso gerarchico rivolto alla autorità immediatamente superiore. Il ricorso deve essere steso con chiarezza e sintesi, indicando esattamente le proprie generalità e recapito, l'atto che si contesta ed i motivi per cui si ritiene che esso vada modificato. Si devono evitare assolutamente digressioni personali (del tipo "ho servito la patria" per 20 anni ed ora mi capita questo!), storie pietose, argomenti eccessivamente polemici, toni offensivi. Invece di scrivere "il questore non conosce le leggi sulle armi e non capisce nulla" è preferibile scrivere "Ritiene lo scrivente che chi ha emesso l'atto sia incorso in un errore interpretativo perché la legge stabilisce cosa diversa da quanto sostenuto nella motivazione dell'atto". Ricorso gerarchico:- Gerarchia: essa è ormai limitata a poche amministrazioni, tra cui quella della pubblica sicurezza. La scala gerarchica è: questore - prefetto - ministro dell'interno. Vale a dire che per un atto firmato dal questore si fa ricorso al prefetto e per quello firmato dal prefetto si fa ricorso al ministro. Non è possibile saltare uno scalino o ricorrere due volte, prima al prefetto e poi al ministro. Le formalità da seguire sono le seguenti: - Termine per il ricorso: 30 giorni dalla comunicazione o notizia certa del provvedimento. - Stesura: il ricorso va scritto su carta bollata, anche con applicazione di marche, e non occorre che sia firmato da un avvocato. Nel ricorso devono essere esporti tutti i motivi che si intendono addurre. Può essere richiesta la sospensiva del provvedimento impugnato, esponendo gravi motivi. - Presentazione: va consegnato direttamente all'autorità a cui si ricorre oppure può essere spedito con raccomandata con ricevuta di ritorno (vale la data di spedizione) o può essere notificato a mezzo ufficiale giudiziario. - Decisione: il ricorso deve essere deciso entro 90 giorni; trascorso tale termine il ricorso si intende respinto e si può fare ricorso amministrativo al Presidente della Repubblica o giurisdizionale al TAR. Ricorso straordinario al Capo dello Stato Attenzione: la pubblica amministrazione interessata può
richiedere che il ricorso venga deciso in via giurisdizionale, con opposizione
proposta entro 60 gg. dalla notifica del ricorso straordinario e notificata
al ricorrente; il ricorrente che voglia procedere oltre non può
fare altro che prendersi un avvocato e proporre ricorso al TAR, come ora
espongo. Impugnazione giurisdizionaleGli atti amministrativi possono essere impugnati anche di fronte al giudice amministrativo che si chiama Tribunale Regionale Amministrativo (TAR). La determinazione della competenza è un po' complicata; per gli atti emanati da autorità locali è competente il TAR della regione in cui opera l'autorità salvo che vengano impugnati anche atti con rilevanza generale (ad esempio un regolamento) poiché in questo caso diventa competente il TAR del Lazio; per quelli emanati da un ministero è competente il TAR del Lazio salvo che si tratti di atti i cui effetti si esplichino solo in ambito locale; se però viene impugnato un atto con rilevanza generale, riemerge la competenza del TAR del Lazio. Non è richiesto che l'atto sia definitivo; quindi non è necessario attendere che siano trascorsi i 30 giorni disponibili per proporre ricorso amministrativo. Sono impugnabili solo gli atti che contengono una manifestazione di volontà dell'autorità; non i pareri che preludono alla decisione finale. Il TAR può intervenire sull'atto amministrativo annullandolo o modificandolo, ma solo per vizi di legittimità e cioè: per incompetenza per violazione di legge (il caso più frequente derivante da erronea interpretazione della legge, vizi di forma, mancanza di motivazione), per eccesso di potere (travisamento dei fatti, illogicità o contraddittorietà della motivazione, contraddittorietà con altri atti, inosservanza di circolari, disparità di trattamento, ingiustizia manifesta, mancanza di idonei parametri di riferimento che consentano di assicurare ad ogni cittadino eguale trattamento, ecc.). L'impugnazione si propone con ricorso con esposizione
di tutti i motivi per cui si impugna l'atto. Con il ricorso si può
anche richiedere il risarcimento dei danni. Occorre essere assistiti da
un avvocato.Costa caro, perciò fatevi fare un preventivo. |
email - Edoardo Mori |
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