Enciclopedia delle armi - a cura di Edoardo Mori
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Alberto Guglielmotti
VOCABOLARIO MARINO E MILITARE – 1889
Estratto delle voci militari
a cura di Edoardo Mori©

|  A   |   B   |   CA   |   CE   |   D   |   E   |   F   |   G   |   I   |   L   |   M   |   N   - O |   P   |   Q-R   |   S   |   T - U   |   V - Z   |

CA

Cacciabronzina
Arnese fatto a cono tronco, col quale si cava fuori la bronzina dal mozzo della mola nei carri militari, perché non sia ammaccata dalla mazza, quando sì acconciano le boccole.

Cacciaboccole
Strumento fatto come un grosso dado di ferro che si sovrappone alle boccole del mozzo, del timone, e simili; perché non siano ammaccate dalla mazza.

Cacciachiodo
Arnese che serve a conficcare, e sconficcar chiodi, senza ammaccare né capocchia, né punta. È fatto come punzone, si usa colla mazza, e fa in piccolo ciò che in grande fa il Bigliardo.

Cacciacopiglia
Cavicchiotto di ferro che si usa a levar le copiglie dal forame ove sono conficcate.

Cacciacornacchio
Sorta di artiglieria antica, della specie delle cerbottane e archibusoni colla quale si traevano proietti informi, chiamati Cornacchi. Ma, nell'andamento arbitrario de tempi primi, giunse a dargli sino il calibro di sedici.

Cacciadiavoli
Sorta di grossa artiglieria detta pur Scacciadiavoli.

Caccialuminello
Specie di chiave, concava nel mezzo e dentata sui lati, che serve a invitare ed a svitare il Luminello o Caminetto della chiocciola che è alla culatta delle armi da fuoco a percussione.

Cacciamazzetto
Asticciuola di ferro incavata da un capo in guisa da formare più punte. Serve a cacciare i mazzi delle setole in fondo ai buchi degli scovoli, e simili arnesi.

Caccianfuori
In genere. Arnese o strumento che butta o mette fuori checchessia. — v.Buttafuori.
Caccianfuori, specialmente Quella incudinetta con due capocchie lunghe, che usano cesellatori, ottonai stagnai, per gonfiare il metallo e far apparire il primo rilievo del lavoro: e ciò specialmente nell'impugnatura delle spade, né bottoni militari, negli ornati, e simili.

Caccianoce
Arnesetto d'acciaio a punta conica smussata, o capocchia tonda e traforata, col quale si fa uscir la noce dalla piastra, quando si smonta l'acciarino delle armi da fuoco.

Cacciapaglia
Regolo di ferro e di varie forme col quale si mette e si pigia la borra e la paglia nei basti e collari del treno.

Cacciapalla
Strumento di artiglieria per cavar fuori le palle dal pezzo. — v.Gazza.

Cacciapercussore
Quello strumento col quale si mette, o si toglie il percussore delle torpedini, o delle artiglierie.

Cacciaperno
Scalpello di forme speciali e diverse che si adopera per uso di conficcare o sconficcare convenientemente i perni.

Cacciare
« Perseguitare le fiere selvatiche per pigliarle e sterminarle. » Inseguire il nemico che fugge, i suoi battaglioni, bastimenti, carriaggi per raggiungerli, pigliarli, far bottino a suo danno.
Cacciare.Costringere il nemico per forza d'armi a lasciar la preda, a levarsi da una fortezza, da un porto, o da una provincia, che occupava.
Il Cacciare, nel senso di inseguire, e perseguitare, torna sempre meglio a colui che è più veloce, e che meglio sceglie sua via: e ciò specialmente pei bastimenti a vela.
Cacciare, vale, pur Metter fuori con forza, e si dice delle armi da fuoco che spingono proietti; dicesi del vapore che spinge stantuffi, aste, ruote.
Cacciare in rotta, vale.Mettere in fuga disordinata, Fugare i nemici a precipizio.
Cacciar mano. vale.Dar di piglio alle armi. Tirar armi dal fodero.
Cacciarsi sotto.Entrar da presso, Accostarsi risolutamente al nemico; e cosi da vicino, da combattere sotto il tiro delle armi sue, e da potergli dare sotto mano.

Cacciaspoletta
Arnese cilindrico con manico, e dalla parte opposta una cavità atta a ricevere il calice della spoletta, senza slogare l'innescatura, per toglierla o forzarla a mazzuola nel bocchino dei proietti carichi: e oggi delle torpedini.

Cacciata
Cacciata, dicono gli artiglieri per Spinta impressa ai proietti dalle armi da fuoco: e l'applicano tanto alla portata che alla gittata, cioè al peso, velocità, e lontananza ove il proietto stesso può giugnere.

Cacciatappo
Strumento da cavare a forza il tappo dal Cannello dei fulminanti, e simili.

Cacciatoia
Specie di scalpello col quale si cacciano dentro o fuori perni, chiavette, chiodi o simili. Ma la voce ha molti altri significati: però sarà meglio, per la catena dell'ancora, dire Buttafuori.

Cacciatore
Cacciatore, Soldato di leggiera armatura, a piede o a cavallo, che imita in guerra le arti, la destrezza, la velocità dei cacciatori di selvaggina.
A.  Sono stati sempre i Cacciatori nella milizia: non sempre con questo nome, né sempre a un modo. Ora come Veliti di rinforzo ausiliario, ora come Scorridori fuori dell'ordinanza, ora Venturieri, mossi alla spicciolata, poi a squadre, e poi a reggimenti, e chiamati Volteggiatori, Feritori, Bersaglieri. Ma chi ben considera l'etimologia delle voci dirà Bersaglieri, Quelli addestrati ad aggiustar bene il colpo contro il nemico; dirà Volteggiatori, Quelli disciplinati a circuirlo e ad aggirarlo; Cacciatori, a discoprirlo, snidiarlo, inseguirlo; Volatori, a raggiugnerlo e a molestarlo ancorché lontano.
B.  La divisa dei Cacciatori è per lo più verde scuro; le armi sono carabine eccellenti, baionette lunghe, e sciabole.
C.  A questa milizia si addice l'ordinanza sciolta a maniche, a manipoli, a ventaglio, a denti, a cordone, a catena, a gomitoli, a gruppetti: si addice il profittare di tutti i vantaggi del terreno, del sito, dei ripari, delle alture, e delle mosse dell'esercito proprio e del nemico: si addico il saltare in groppa ai cavalli, il metter piede a terra, tendere agguati, far scoperte, scortare e sorprendere convogli.
D.  Cacciatori a cavallo, si chiamano Quelli ordinati in corpo di cavalleria, istruita e addestrata per combattere alla leggiera, e in modo simile alla milizia dei Cacciatori da pie.
E.  Cacciatori delle coffe, Quei Marinari addestrati nel maneggio della carabina, che, in caso di combattimento, si mettono sulle coffe a tirare sul nemico. Sotto il colpo d'un di costoro cadde Nelson a Trafalgar.
Cacciatori, si Chiamano ancora Quei bastimenti più veloci di un'armata, che sono deputati specialmente a dar la caccia, agli agguati, alle scoperte, ai convogli.
Cacciatori, altresì Quei cannoni di gran gittata, che si portano per lo più a prua per bersagliare il nemico, durante la caccia. I loro tiri devono essere all'alberatura, alle manovre alla macchina, per toglierli la speranza della fuga.
Cacciatori, si potranno chiamare Quei cannoni piccoli da campagna, che ha proposto il Cavalli per le scaramucce e fazioni volanti.

Cadetto
« Aggiunto di fratello. vale.Minore. » Si usa come sost.specialmente nel linguaggio militare per ciascun fratello minore costretto dallo antiche leggi feudali a decadere dai diritti del feudo, devoluto al maggiore. Essi, volendo mantenere il decoro avito, seguivano per lo più la via delle armi; indi l'uso di dire:
Cadetto.Ciascuno di quei giovani gentiluomini che nei collegi militari, nelle caserme, o sui bastimenti dello Stato, si danno a imparare l'arte della guerra per divenire ufficiali. La voce infine a ieri suonava così: oggi e domani sonerà secondo l'uso ed i regolamenti.

Cagnolo, e Magliuolo
Qualunque piccola stanga o dente, che serve di ritegno ad alcuna molla tesa perché non scatti; ed a cilindri giranti perché non rinculino, e simili.

Calamo
Dardo, Freccia, Saetta. Specie di dardo, o saettuzza simile all'ago velaio, formata di una bacchetta leggiera, e di acutissima punta. Voce radicale della Calamita, fatta artificialmente alla figura aghiforme del Calamo, e da lui chiamata.

Calastrello
 dim.di Calastra. Si dice di Ciascuno di quei traversoni di legno piano, messi di mezzo tra l'una e l'altra coscia dell'affusto per collegarle insieme, per formare il letto, e per gli altri servigi del pezzo. - Si distinguono i Calastrelli dal luogo e dal fine: onde Calastrello di volata, della coda, di riposo, e di mira: ordinariamente quattro per affusto.

Calata, « Scesa, China. » Tutto quello spazzo di terreno a pendio, pel quale dal piano circostante si scende dolcemente abbasso, sino al livello del mare; massime per agevolare l'imbarco e lo sbarco delle cose e delle persone. Pendio per lo più murato a lastrico, a cordoniera, a decorazione.
Calata.« L'atto del calare. » o La cosa fatta nel calare. Si dice di eserciti che scendono dai monti, Dei bastimenti che vanno in giù pei fiumi; ed anche Calata, la discesa che fa il bastimento dal dorso al cavo dei marosi.

Calcagno
Calcagno, La parte estrema e deretana di molte cose, pognamo delle forbici, delle tanaglie, e simili.

Calcatoio
Strumento da calcare. — Termine proprio di artiglieria. Bastone capocchiuto col quale si calca la carica nelle artiglierie. Ve n'ha di più maniere secondo i diversi calibri: e coll' asta di legno, o di ferro, o di corda alquanto pieghevole per la marina: porta lo scovolo, o il cavastracci dall'altra estremità pei pezzi di campagna, e col cerchio di rasiera per caricare palle infuocate. Alcuni lo chiamano Tassatore, altri Battipalla, o Stivatoio, o Ricalcatore, o Rigualcatoio.

Calcio
 Calcio.il Pie della lancia, e d'ogni arma portatile in asta o da fuoco, dalla inpugnatura in giù.

Calibrare
Stabilire il calibro. Mettere giusto il ragguaglio tra peso e misura, tra proietto ed anima, tra continente e contenuto nelle armi da fuoco. Da tale ragguaglio deve emergere la ragione delle loro parti corrispondenti; tanto che il peso e la misura del proietto risponda alla cavità e alle dimensioni dell'arma ; e questa a quell, e le loro forme, rinforzi, sezioni e fornimenti a vicenda.
Calibrare, si dice anche per Rivedere e riconoscere i ragguagli determinati dei proietti e delle canne, e delle loro corrispondenze particolari, a fine di ammetterle, rifiutarle, o ridurle.
Calibrare, per estensione, dicono i Fisici e i Meccanici per Mettere o rivedere il giusto ragguaglio tra il contenuto e il continente di loro strumenti e macchine: pognamo tra lo stantuffo e il corpo di una tromba, tra la lanterna e le pareti di un cilindro motore, tra la colonna del mercurio e il cannello di un barometro, tra la sfilata dei canapi, dei canali, e simili; tanto che le loro parti, e le singole sezioni, tornino uniformi e proporzionali alla determinata quantità.

Calibrato
 Messo, Riveduto, o Ridotto a giusto calibro.

Calibratoio
Strumento atto a calibrare. Nome di ciascuno di quegli apparecchi coi quali si mette, si riconosce, o si riduce il dovuto ragguaglio tra i proietti e le anime dalle armi da fuoco; a norma dei quali si ammettono, si escludono, o si riformano. Ve n'ha di più maniere, alcuni per le anime, altri pei proietti, e taluno per amendue, come si può vedere agli articoli particolari dei seguenti nomi, che sono il Compasso curvo, eccentrico, e a gambe rovesce; il Cilindro tornito; la Verga graduata, la Tenta, la Stazza, la Bilancia, la Lunetta mobile, la Stella, il Gotto, lo Specchio, la Scimmia, la Sagoma, il Modano, il Marco, la Squadra, e il Passapalle. — In principio una verga di metallo con tante tacche e numeri rappresentava i diametri delle bocche, e insieme il peso delle palle da una a cento libbre.

Calibratoio
Attenente a calibro.

Calibro
 La mia diffinizione, abbraccerà tutto, e risponderà all'uso perpetuo di ogni tempo passato e futuro: Ragguaglio determinato di peso e misura, tra continente e contenuto in ogni arma da fuoco. Al continente spetta la canna, l'anima, la camera, la volata, il rinforzo; al contenuto le palle, le metraglie, le granate, le bombe, ed ogni altra qualità di proietti. Un po' di storia chiarirà il concetto, e la voce.
2° Il Calibro in principio fu arbitrario, come i nomi delle prime artiglierie da fuoco. Ciascun fabbro, fonditore, o capitano voleva bombarde e bombardelle a suo talento. Andavano a tentoni. Nondimeno dovevano capire che sempre occorresse qualche proporzione tra il proietto e l'anima dell'arma: proporzione indeterminata, che si distingueva col grosso e col piccolo. Comincia il Ragguaglio in digrosso, rispondente al concetto primitivo di calibro non ben determinato.
3° Il Calibro venne appresso per ragguaglio di sola misura. II magnano ragguagliava il mascolo alla tromba, e lo scarpellino ragguagliava la pietra alla bocca. Usavano il braccio diviso in palmi, pollici, linee, e punti. Nondimeno sentiva ciascuno sin d'allora la convenienza della uniformità, come si legge nel documento del quattrocento, pubblicato dal Fanfani nel Borghini (Nov. 1864. T. I. p. 638.) « Quando tutte le dette bombarde fussino di natura « che tutti li maschi servissero a tutte, sarebbe « cosa utile e comoda. »
4° Il Calibro si volse poi tutto al ragguaglio di peso; generalizzata la palla di ferro colato. Circa la meta del secolo xv, tutta l'artiglieria fu ridotta ai multipli e summultipli del cannone di quarantotto: quindi dicevano cannon doppio, del calibro di cento; mezzo cannone, da ventiquattro; quarto cannone, da dodici; ottavo cannone, da sei. Calibro determinato a peso.
5° Il Calibro, nel principio del secolo XVI, pei nostri bombardieri, e prima di tutti pel Tartaglia, diventò strumento meccanico, atto a ragguagliare con facilità e prestezza le misure dei proietti e delle bocche; e il peso e la grandezza delle palle. Allora l'istrumento del ragguaglio, come causa immediata, prese il nome dell'effetto. Cosi calibro significò lo strumento da ragguagliare, che oggi diciamo meglio Calibratoio.
6° Il Calibro passò poscia a significare il ragguaglio insieme del peso e della misura, per aggiustare non solo la palla alla bocca; ma l'anima, la camera, la lunghezza, il rinforzo, e tutte le parti dell'affusto, degli strumenti ed armamenti al pezzo. Si diceva colubrina da trentadue, per tante libbre di palla in peso, e per tanti diametri di bocca in misura: trentadue volte il calibro di peso e misura. Questa si chiamava Rocca o Palla, secondo il sesto relativo al diametro della palla o della bocca: le quali due misure erano diverse, atteso il cosi detto Vento che si dava alla palla, e al suo diametro.
7° Il Calibro, ai nostri tempi, siamo oltre nel XIX, è durato come ragguaglio di peso a libbre pei cannoni; e come ragguaglio di misura a pollici pei mortai.
Talvolta ragguaglio di misura insieme e di peso, pognamo dicendo che il Cannone calibrato per 24 libbre in peso di palla, dev'esser calibrato in misura di pollici 5, linee 5, e punti 4. Ma la cosa non è ancor ridotta alla dovuta semplicità: e basta leggere la prima pagina e il preambolo del Giornale dell'assedio di Gaeta, pubblicato dal maggior d'artiglieria Pietro Quandel nel 1863 qui in Roma, per vedere quanto ancor sia complicata questa materia ai nostri giorni, e quanto abbia dovuto l'autore sin dal principio affaticarsi per essere inteso.
8° Il Calibro, pel tempo futuro si dovrà ridurre a misura metrica, lasciato il peso in abbandono : perché il peso oramai non determina nulla nell'artiglieria moderna rispetto al calibro, quando lo istesso pezzo lancia proietti di tre pesi diversi, secondo che essi sieno pieni, vuoti, o carichi. Avevo già scritto così, quando alli 10 novembre 1866 leggo le seguenti parole del signor Dupuis de Lame alla Camera, sul Buldget de la Marine (Revue Maritime et Coloniale, xviii, p. 171.): « L'artillerie nouvelle destinée a être « mise sur nos bâtiments se compose de trois espèces de pieces. On ne le designe plus par le poids du  bulet, mais bien par le diametre dell'âme. »
9° Il Calibro, non ostante la sentenza parlamentare di tanta illustrazione scientifica, in men di due lustri, è tornato sul peso del proietto e del pezzo, usciti fuori a un tratto, per contrastare alle corazze, gli enormi cannoni di cento tonnellate, lunghi dieci metri, sboccati di quarantacinque centimetri, e proiicienti di mille chilogrammi.
10° Nel Calibro adunque, tra tutte queste mutazioni, abbiamo trovato invariabile una cosa sola che appartiene alla essenzial diffinizione mia del calibro, cioè, il Ragguaglio determinato di peso e misura tra continente e contenuto in qualsivoglia arma da fuoco. — E questo Ragguaglio medesimo di misura e di peso varrà sempre per traslato di tutti gli altri calibri fisici, architettonici e meccanici, dei quali ho detto al verbo Calibrare.

Calice
2°Quel rigonfiamento di metallo che è tra la gioia e il collo dei cannoni, e si svolge in forma di coppa.
Calice, chiamatasi dai bombardieri la Spoletta.
A Calice.In forma di Coppa; e si disse parlando della Scarpata curva di una rocca, murata a sguscio.

Camaglio
« Quella parte del giaco o altra armatura intorno al collo, che è di maglia più fitta e più doppia. » propr.Emerge dalla istessa parola, Maglia grossa del capo: Maglia di metallo, doppia e fitta, che portavano i cavalieri per difesa maggiore della testa, avvegnaché fosse talvolta lunga e pendente sul collo e sulle spalle. Si legge sovente, Elmo a camaglio, Bacinetto a camaglio; cioè, guernito di detta maglia, per maggior difesa del capo e del collo. Talvolta la sola rete metallica, allacciata dalla fronte alla nuca con un cerchio di ferro, scusava l'elmo e ne faceva le veci.

Cambiamento
Nome generico di molte evoluzioni marine e militari, nella linea, nelle file, nelle righe, nelle colonne, sui fianchi, alla fronte, nelle vele, nelle manovre, in tutto o in parte. Noterò le cose principali.
Cambiamento dell'ordinanza, dicesi Quel movimento pel quale un corpo, che si trova in schiera, o spinto in una direzione, viene a mettersi sur un'altra linea o verso un'altra parte. Talvolta importa rivolgimento della fronte di battaglia, o conversione di testa in coda: e si fa a destra o a sinistra, così in avanti come indietro. Sono obliqui o retti, o perpendicolari alla punta di un'ala, o centrali intorno alla parte di mezzo.
Cambiamento del vento, dicesi Quella mutazione che succede, quando dopo aver soffiato da un punto, piglia a tirare da un'altra parte dell'orizzonte.
Cambiamento delle vele, altresì, Quel rivolgimento dei pennoni o delle antenne, coi bracci, scotte, oste, e loro manovre, perché vengano a pigliare il vento e portino da un'altra parte.
Cambiamento di temperatura, vale.Qualunque accrescimento o diminuzione di calorico nell'atmosfera, e nei corpi.
Cambiamento di stato, dicesi Qualsivoglia nuova forma che i corpi pigiano quando sono investiti o abbandonati dal calorico, con che passano dallo stato solido, al liquido, e all'aeriforme, o viceversa: o dallo stato amorfo al cristallizzato, e cosi intender si può di ogni altro Cambiamento.

Camera
« Stanza fatta principalmente per dormirvi. » Voce di molte significazioni militari, cui rispondono molte specie e varietà, di che ordinatamente qui appresso.
Camera, nell'architettura militare, Ciascuna di quelle stanze che sono nei quartieri e fortezze assegnate agli ufficiali, sottufficiali, e soldati per loro dimora particolare.
A.  Casamattata, Coperta con vòlte e muri a botta di bomba.
B.  Di deposito, Dove si custodiscono, munizioni, vettovaglie, danaro.
C.  Della mina, Il cavo dove si ha a collocare la polvere; messa la quale, piglia nome di Fornello.
D. Della contrammina, Quel vuoto più ampio, e fatto ad arte per isventar la mina, e dicesi specialmente Campana.
Camera, parlando delle anni da fuoco« Quella parte che nell'artiglieria, a cagione di maggior fortezza si fa nel vuoto più stretta vicino al fondo. » Diciamo in genere, Quella parte del fondo nell'anima di ogni arma da fuoco che serve di stanza alla carica.
A.  Molto si è studiato sul modo di incamerare le armi da fuoco: diversi i sistemi. Quindi le voci di Camera cilindrica, sferica, semisferica, ellittica, parabolica, incampanata, acuta, continua, p scaglionata, che son chiare per sé, e saranno più lucide a loro luoghi, e al nome speciale delle armi.
B.  Camere del vento, dicevano i pratici per Quelle cavità che incontravano talvolta nell'anima dei loro pezzi per difetto di cattiva fusione.

Caminetto
Caminetto, Quel tubetto di ferro invitato al focone della canna nelle anni da fuoco a percussione, che riceve sulla punta il cappellozzo e la percossa del Cane per accendere fulminando la carica. Luminello. Sue parti: La Vite, il Dado, il Cono, il Forame, la Presa, La Testa, il Colonnino.

Cammelletto
 Piccolo Cannone che si usava alle Indie nel secolo XVI, alcune volte minore di mezza Colubrina.

Campale
« Di campo, o Da campo: e per lo più dicesi di cose di guerra. »
Battaglia Campale.« Combattuta in campagna » distinta da Navale.
Esercito Campale.« Che sta in Campagna » distinto da Armata navale.
Fortificazione Campale.Quella passeggera, messa su di terra e fascine, per difesa di accampamenti, distinta dalla Murale, Permanente, e Reale.
Artiglieria Campale, che può facilmente correre per la campagna a battaglia in campo aperto; o esser piantata a difesa dell'accampamento.

Campana, s. f. Crusca: « Strumento di metallo, fatto a guisa di vaso, il quale con un battaglio di ferro, sospesovi entro, suona a diversi effetti. » Generalmente a dar segni col suo squillare in diverse maniere e tempi.
La Campana, e. s.Si usava dalle milizie italiane sul Carroccio, e si chiamava la Martinetta: Si sonava pure a raccolta per dar segno alle milizie del Comune: onde Niccolò Capponi a Carlo vili: « Voi « darete fiato alle vostre trombe, Noi soneremo le nostre campane. » Si sono usate pur di recente presso ai casotti delle sentinelle per batter le ore, per chiamare alle armi; per sonare a stormo, secondo i regolamenti.
A.  Colla Campana, i marinari segnano il tempo ogni mezz'ora, chiamano la guardia ogni quattro: e nel fitto nebbione avvisano a rintocchi le conserve, e ogni altro bastimento, a non investire.
B.  La Campana, per altri segni simili, risponde a Tromba e Tamburo.
Campana della contrammina, dicesi Ciascuna di quelle grandi aperture a guisa di pozzi, fornite di lunghi sfiatatoi e costruite insieme colle opere di fortificazione che si vogliono contramminare, perché da quelle aperture sia sventata la mina accesa dal nemico; e tanto minore segna il danno alla muraglia, quanto per la stessa campana cresca maggiore la fuga della vampa.
Campana, si diceva pur la Camera conica di certe artiglierie, che per ciò dai bombardieri chia-mavansi Incampanate.
Campanone
Campanóne. Specie di grosso mortaio da bombe, foggiato colla bocca a labbro di campana. Ne mostrano un bel esemplare nell'armeria di Carlo Alberto, annessa al museo d'artiglieria in Torino: se ne leggono i prodigi veneziani colle bombe di nuovo modello da trecento a cinquecento all'assedio di Navarino e di Modone. Può ciascuno ridurre a questa specie l'antico Campanone in due pezzi alla bombardesca, tutto di ferro battuto, che è nell'arsenale di Vienna, innanzi al Palazzo centrale, a sinistra. Vi ho contate doghe N. 30, cerchi continui pel corpo, cerchioni maggiori N. 2 alla bocca e alla culatta. Diametro di apertura m. 1,20. Lunghezza della tromba, m. 1,40. Lunghezza del mascolo, m. 0,90; suo diametro esterno, m. 0,40. Il campanone di Costantinopoli (1453), descritto dal Giustiniani, gittava una botte di sei cantari.

Campeggiare
Andare attorno col campo, menar l'esercito, a scorrere la campagna. E in significato att.Porre gli accampamenti.
Campeggiare, milit.e freq.Mettere or qua or là l'esercito alla campagna, a fine di travagliare il nemico, di fronteggiarlo, costeggiarlo, aggirarlo. Quindi diverso dall'Accampare, ch'è Star fermo sul campo.

Campo
Campo, milit.Quel luogo all'aperto, dove si ferma l'esercito. Sue parti: Fronte, Testa, Centro Fianchi, Coda, Argine, Fosso, Ponte, Porte. Indi:
A. Campo trincerato, vale.Accampamento difeso da buone fortificazioni campali, ove é un esercito che, senza uscire alla Campagna, tiene formo, e difende la frontiera, il passo, la base, e simili.
B.  Campo di battaglia.Luogo dove si combatte, o si è combattuto.
C.  Campo volante.Piccolo esercito che campeggia or qua or là per costeggiare e molestare il nemico, e sopravvincerlo.
D. Campo, altresì. L'esercito istesso: detto così dall'accampare e fermarsi in campo.
E.  Campo d'Arme, o delle Armi, o Campomarzio, Luogo di esercizio, ove le milizie in buon numero armeggiano.
F.  Campo, coi verbi Andare. Essere, Guadagnare, Levare, Mettere, Muovere, Nettare, Perdere, Ripigliare, Piantare, Tenere il Campo, Uscire a Campo, Fermarsi sul Campo, e più altri, fa senso chiaro secondo la ragione de' medesimi verbi annessi.
G.  Campo, in caso obliquo con altri nomi, pognamo Maresciallo di campo, Auditore, Commissario, Maestro, Padrone, e simili, fa senso chiaro secondo il valore dei nomi, e sarà chiarito ancor meglio a suo luogo, pei medesimi nomi reggenti.
H. A Campo, modo avv.In Campagna, Fuori delle fortificazioni, A cielo aperto, A campo aperto.
Campo, altresì, vale.Luogo dove si combatte in Duello, Giostra, Lizza, o Torneo per giuoco, armeggiamento, o disfida: indi:
A.  Campo franco, vale.Luogo ove è data facoltà a chiunque di combattere contro chicchessia, sotto la guarentigia di certe leggi ed usi cavallereschi. Ora giustamente vietati.
B.  Campo chiuso, Quella lizza, circondata di palificata, dalla quale niuno de' combattenti, dopo entrato, poteva fuggire.
C.  Campo, Lo spazio di esso r onde Pigliar del campo. Volgersi per lo spazio a correre, per ritornare più impetuoso.
Campo, parlando di bandiere, stemmi, scudi. vale.Il fondo sul quale i cavalieri antichi divisavano le loro imprese; a similitudine dei quali i principi e i popoli divisavano le loro armi e colori. Questo Campo può essere di metallo (argento, oro, e ferro), espressi col nero, col bianco, e col giallo: può essere altresì di color blasonico (rosso, azzurro, verde, e porpora), colla giunta dell'armellino, e del vaio; ma sempre alternati! né mai colore sopra colore, né metallo sopra metallo.

Canapulo
Arma offensiva come stiletto a pinta affilata, tagliente dai due lati, buono a scannare.

Cancello
« Imposta di porta fatta per lo più di stecconi commessi con qualche distanza l'uno dall'altro. » Si mettono cancelli anche di ferro, specialmente innanzi alle porte maggiori delle fortezze, per tenere il nemico discosto, e soggetto ai tiri, intanto che le porte si chiudono in faccia, e si alza il ponte levatoio, prima di abbandonare la cancellata, massime nelle avvisaglie repentine.

Candela
2°. Quella cartuccia lunga circa un mezzo palmo, piena di polverino artifiziato, che accesa gitta vivissima fiamma, e serviva ad allumare repentinamente le artiglierie. Diversa dalla Lingua di fuoco e dal Soffione. Talvolta la detta Candela, spinta in aria, come un razzo, piove stellette bianche, nel mezzo del fuoco regio. Abbellimento non ultimo di voga comparsa tra le brillanti scappate delle famose girandole romane.

Candidato (Medini)
Soldato della milizia romana prestante d'animo e di corpo, che combattendo sotto gli occhi del capitino supremo nei più pericolosi cimenti, cercava con forti ed egregie azioni di meritar grado nella legione. Di questi uomini che, secondo Vegezio, godevano in guerra di molti privilegi, è antica P istituzione, la quale durò assai tempo ed ebbe forma diversa sotto i due Imperadori Gordiano il Vecchio ed il Giovine, come si può vedere dalle istorie di quei tempi.

Cane
« Quel ferro dell'archibuso che tiene la pietra focaia. » Quella parte dell'acciarino che stringe come tra le mascelle lo strumento del fuoco vivo o morto, al fine di accendere la carica delle armi da fuoco. Per le sue parti. — v.Acciarino.
Il Cane, e le sue varie forme, secondo la diversa qualità degli acciarini.
A.   Cane a miccio, detto pur Draghetto, Quello che stringeva in bocca la corda accesa (fuoco vivo), e al tocco del grilletto posavala sul focone.
B.  Cane a ruota.Quello fisso che stringeva la pietra focaia, sul taglio della girante ruota d'acciaio (fuoco morto), per cavarne scintille attorno al bacinetto dell'inescatura.
G. Cane a martellina.Quello che scattando colla pietra in bocca sulla faccia della martellina la rovesciava, scopriva il bacinetto, e lo inondava di scintille.
D.  Cane a percussione.Quello che scattando a bocca aperta sul cappellozzo, o ditalino, o nastrino, o cannellino, o punta, od ago, accende il fulminante e la carica.
E.  Il Cane, applicato ai cannoni di marina, comparisce tra noi nel 1760. Nelle mie storie cito i doc.9° 163.
Il Cane, si usa per accendere ogni maniera d'armi da fuoco ma l'è difficile in questi tempi, che ci portano mutazioni continue, il dirne di più. Non devo per questo lasciare di noverare le militari locuzioni principali intorno al Cane.
A.  Assicurarlo, vale.Condurlo sulla tacca fissa, perché non abbia a moversi.
B.  Abbassarlo, è Condurlo colla bocca a lambire dolce dolce quello strumento medesimo di accensione, d'onde altrimenti sprizzerebbe il fuoco.
C.  Alzarlo, è Portarlo sulla tacca di scatto: Metterlo in punto, perché al primo tocco del grilletto possa produrre il suo effetto.
D. Scaricarlo, è Toccare il grilletto, affinchè, sciolto dalle tacche, e spinto dal mollone, precipiti.
E. Scattare, detto del Cane, significa Venir giù per la pressione del mollone, quando il grilleto ha sprigionato la noce dalle tacche.

Cane
« Strumento che adoperano i bottai a tener forte i cerchi mentre che gli mettono alle botti. » Nome di molti strumenti simili, che fanno altrettanto nelle macchine e costruzioni: pognamo il Cane alla dentiera dell'argano perché non rinculi; i Cani ài bracciuoli del tagliamare perché tengano fermo: indi il dim.Cagnuolo, e Cagna.

Cangiarro
Specie di pugnale turchesco, la cui lama è molto larga, con due curve e due tagli in senso contrario, e l’impugnatura a becco. Ognuno in Oriente porta il suo alla ventriera, e i grandi sfoggiano d'oro e di gemme alla guaina ed al manico.
Canna
Canna, Quel bastone col quale Mori e Cristiani usavano giostrare nei tornèi; e si usa ancora dagli schermidori.
Canna, Quel bastone che alcuni ufficiali in certe occasioni portavano come insegna del loro grado, e con diversi ornamenti e colori.
Canna, Quella mazza con punta e capocchia di ferro o di altro metallo e adorna di cordonetti, treceiuole, e nappini, colla quale il Tamburo maggiore dà i segnali ai tamburini e alla musica, e giuoca in diverse maniere.
Canna, altresì del Caporal tamburo, meno grande e meno elegante.

Canna
« Per similitudine diciamo la Canna dell'archibuso, degli organi, e simili. »Quel tubo di metallo aperto alla bocca e chiuso alla culatta, dove entra la polvere, si accende la carica, ed esce il proietto di ogni arma da fuoco. — Più specialmente si dice delle armi da fuoco portatili.
Canna e sue specie, come si dichiara alle voci seguenti: Fusa, Battuta, Trapanata, a Piastra, Damaschina, di Tortiglione, a Nastrino, Incampanata, Incamerata, Rigata, a Palla forzata, a Retrocarica, ad Ago, a Braca, a Spina, a Cerniera, a Ripetizione.
Canna e sue parti: La Bocca, il Vivo della bocca, il Calibro, la Tacca di mira, e di contrammira, il Pallino per la baionetta, o vero il Bottone, la Guida e la Direttrice pel brandistocco, l'Anima, le Pareti, il Fondo, la Camera, la Culatta, il Focone, il Grano; la Braca, il Canaletto, la Calotta, il Mascolo e il Gambetto delle canne a retrocarica; il Canale del focone, il Caminetto, o Luminello colla sua Vite, Base, Dado, Cono, Maschio, Foro, e Presa; il Corpo, Cilindro, Angoli, o Facce della Canna, il Rinforzo coi suoi listelli, la Fascia di mira, il Nastrino; il Traguardo o Alzo a cerniera, col suo Piede, Regoli, Cassa della molla, Occhi e Fori della copiglia, la Molla, la Nocca, il Tallone, la Spalletta, la Tavoletta, lo Spacco, la Graduazione, il Cursore, e la Tacca di contrammira; le Grappe, il Mastio della culatte, le Fascette, il Vitone, la Codetta, il Foro a cieca, e i Perni. Ciò vale per tutte le sorta di Canne, antiche e moderne e raffinate, come parti inerenti alla Canna medesima: ma, per gli accessori distaccati, si veda a suo luogo Cassa, Bacchetta, Acciarino, Baionetta, e Fucile.

Cannellino
Cannellino, Quel tubetto formato con una penna d'oca o una laminetta di metallo, pieno di polverino artificiato, con la capocchia di pergamena e dentrovi il fulminante, che introdotto nel focone, battuto col percussore, o scavezzato dalla strappata di funicella, dà fuoco subitamente alle artiglierie. Alcuni lo chiamano Stoppino fulminante, ma non ha fil di stoppa.

Cannello d’inescatura  (Medini)
Pezzo di canna palustre della dimensione del focone delle bocche da fuoco, il quale ben secco empiesi d'una mistura liquida ardente, e s'inesca con istoppino. Introducendolo nel focone delle artiglierie serviva a comunicare l'accensione alla carica.  I cannelli facevansi un tempo di latta o di rame, si caricavano come i razzi comprimendovi fortemente la mistura. Spesso restavano incastrati nel focone, di fatto “inchiodando” il cannone e vennero così abbandonati.

Cannoncino
« Picciol cannone.» S'intende da due sino a quattro libre di palla.
Cannoncino di montagna, Pezzetto d'artiglieria, che si porta a schiena di muli.
3° Picciol pezzo da armarne i palischermi dei bastimenti da guerra.

Cannone, s. m. Primo e propr. accr.di Canna. Si dice di ogni Canna grossa, e fig.di Ogni altra cosa fatta a quella similitudine.
Cannone, Arnese che fascia la gamba sotto lo stivale.
Cannoni.Armatura in due pezzi degli arti, che difendevano braccio e antibraccio.

Cannone
« La più grossa artiglieria. » Pezzo di artiglieria da fuoco che, montato sul carro, serve a scagliar proietti. Primitiva voce italiana, ricevuta da tutte le milizie, che esprime col termine la figura dello strumento, e della grossa canna sua. — Ne dirò i nomi, le forme, le mutazioni, e le parti, rimettendomi sempre agli Articoli particolari per gli schiarimenti minuti.
II Cannone, nel principio era la parte posteriore della bombarda. Esso si riempiva di polvere, si chiudeva col coccone, si infilava nella tromba della stessa bombarda, si assicurava con una bietta o chiavarda al suo posto sul ceppo, e sparava. Per ispeditezza, ogni bombarda aveva più cannoni del suo calibro, pronti e carichi: si chiamavano Code, Camere, Mascoli, e comunemente Cannoni.
Il Cannone, alla fine del primo secolo (XIV), cessò di più far parte della bombarda: divenne Arma autonoma, e gli restò il nome di Pezzo. Si componeva di ferro colato, o di bronzo, coll'anima incavata dalla forma istessa del getto, a guisa delle campane; Quindi si gittarono pieni, ricavandone l'anima col trapano. Ne ho veduti nei musei di Europa di tutte le forme. Il Muratori S. R. I.xx, 766, ricorda gli undici cannoni del Malatesta gittati a campana, e posti in campo l'anno 1399. Angelucci ne dà minuto ragguaglio nei suoi Doc. Inediti.
Il Cannone, allora diventò nome principalissimo d'ogni genere e specie di artiglierie da fuoco, Basilischi, Passavolanti, Sagri, Falconi, uccelli di rapina, bestie immaginarie, ad arbitrio di ciascuno: Ariosto, XI, 24.
 Come al suo autor più aggrada:
 Qual semplice cannon, quel cannon doppio,
 Quale archibuso, e qual nomina scoppio.
In somma più che trenta tra specie e varietà, delle quali metterò qui almeno i nomi con quell'ordine e chiarezza maggiore che si possa. Primi i Basilischi che lanciavano grossissime palle di pietra, ed erano essi stessi di più maniere, il minimo dei quali gittava palla di ferro da cinquanta, e pesava di metallo dalle sette alle otto mila libbre. Poi il Dragone da quaranta, il Passavolante da trentadue, il Serpentino da ventiquattro, la Colubrina da venti, il Cacciacornacchi da sedici, l'Aspido da dodici, il Girifalco da dieci, la Mezzacolubrina da dieci, il Sagro da nove, la Pernice da otto, il Pellicano da sei, il Sagretto da quattro, il Falcone da tre, il Falconetto da due, lo Smeriglio da uno: e poi da meno il Ribadocchino, la Cerbottana, la Spingarda, la Spingardella, il Saltamartino. Oltre a ciò i cannoni di canna corta, Bastardi, Rebuffi, Crepanti, Veratti, Moiane, Aquili, Cortani, Vugleri, Tarabusti, Petrieri, Obici. Poi le infinite varietà delle applicazioni, Spacciafossi, Spazzacampagne, Scacciadiavoli, Traditori, Trabucchi, Redeni, Forlini. Arrogi il composto di ciascuna delle suddette forme coll'altra; e più i cannoni a risvolta con molte canne che chiamavano Organi; o di fusione con due o tre Anime, o con più Camere acconcie e giranti sur una tromba sola per moltiplicare i colpi, e si dicevano Cannoni composti, e Cannoni compagni. Di che si possono vedere i
disegni nel Valturio da Rimini, stampato a Venezia nel 1473, nelle figure di Leonardo da Vinci all'Ambrosiane, disegnate sul Vitruvio del Cesariano, nelle opere del Tartaglia, del Collenuccio, e del Biringuccio.Tra gli stranieri nominerò il Saint-Remy del secolo passato, e Viollet le Duc del presente. Tra i monumenti ricordo aver veduto in Costantinopoli all'arsenale di Tophanè un vecchio cannone da ventiquattro, fatto a tromba, con una grande e massiccia ruota di ferro per culatta: la qual ruota, girando addietro alla tromba, presentavate successivamente dodici incamerature, capaci di contener la carica, e per ciò dodici colpi in punto.
Il Cannone, alla fine di quel secolo, dovendosi pur una volta toglierlo da tanta confusione, fu ridotto a generi e specie, come segue:
A.  (1° genere.) Cannone ordinario, fu chiamato quello che era lungo venti bocche, e traeva palla di ferro da quarantotto a cinquanta libbre, secondo la varietà delle Libbre in diversi paesi; e del Vento che gli davano diversi fonditori. Questo si chiamava pur cannone Ordinario, Intiero, Comune, e talvolta Mezzano rispetto al doppio. Tutti gli altri furono ridotti a multipli e summultipli di questo. Quindi cannon Doppio, del calibro di circa cento; Mezzo cannone, da ventiquattro; Quarto cannone, da dodici; Ottavo cannone, da sei.
B.  (2°genere.)/Cannoni di lunga volata ebbero per proprio il nome di Colubrine. Lunghezza loro di bocche trentadue, ed altrettante libbre di palla. Queste dicevansi Ordinarie. Indi ugualmente i multipli e summultipli: La colubrina Doppia da sessantaquattro, la Mezza da sedici, la Terza da dieci, la Quarta da otto. Oltracciò la Straordinaria di quaranta calibri, la Bastarda di ventisei. La rinforzata di metallo; e dalla mescolanza loro i cannoni Colubrinati, che si facevano lunghi quale ventiquattro, e quale ventisei bocche; colle consuete ragioni dei multipli e summultipli: Doppi colubrinati, colubrinati Ordinari, Mezzi, Terzi, e Quarti colubrinati.
C. (3° genere.) Cannoni cortaldi.Questi avevano figura tozzotta, e canna breve in proporzione della bocca più ampia. Si caricavano di grosse pietre, scaglie, catene, ferraccio, palle roventi, e specialmente colle granate; come disse il Valturio prima del 1473: « Palle di ferro bugie et cariche, « da gittare coll'artiglieria. » Al genere dei cortaldi riducevansi Petrieri, Trabucchi, Mortai, ed Obici.
6° Tutto questo corredo di artiglieria fu anche allora diviso in altri tre generi subalterni. Del primo genere si dicevano i Cannoni da campo, oggi diciamo da campagna: del secondo genere i Cannoni da batteria, oggi diciamo da breccia: del terzo genere i Cannoni da muro, oggi diciamo da piazza e costa.
7° Si distinguevano le specie e le varietà (devo nel vocabolario tener conto dei nomi propri di ciascun tempo, e della loro significazione) cogli aggiunti di Ordinari o Stardinari, Bastardi o Comuni, Reali o non Reali, Rinforzati o Sottili, Ricchi o Poveri di metallo, Seguenti o Incamerati, Lisci o Rigati.
8° Allora pur l'arti belle, rinascenti in Italia, si piacquero adornare di nobil forma le terribili artiglierie: fogliami, fiori, corone, delfini, cavalli, imprese, stemmi, putti di gusto squisito erano sulle gioie, sui listelli, sulle fascio, sulle maniglie dei pezzi, e rendeanli monumenti d'arte. I grandi architetti facevano il noviziato sotto al maestro bombardiero, come narra il Vasari del Francione, dei fratelli da Sangallo e de' due da Maiano. Finalmente il Tartaglia coi suoi Quesiti et inventioni, primo tra tutti riduceva l'arte a scienza dimostrata coi principi delle matematiche.
9° Alla fino del secolo XVI sparirono quasi tutto le distinzioni generiche: restò il Cannone come nomo collettivo di ogni artiglieria incalvalcata sul carro. Si distinguevano i pezzi pel solo calibro della palla in peso, dicendosi Cannoni da sei, da dodici, da sessanta libbre di palla, e simili. Le colubrine sempre di canna più lunga. Gli obici e i mortai distinti dal diametro della bocca in misura lineare di pollici, di linee, e di punti.
10" Nel nostro secolo si vengono facendo mutazioni infinite, per le quali andiamo innanzi, tornando all'antico. Nondimeno a mo sembra che tutte le trasformazioni possano ridursi alle seguenti.
11° Cannone a palla carica.Quello, i cui proietti oltre alla percossa, scoppiano dove arrivano e gittanvi scheggie e incendio. Da quelli del Malatesta li riprodusse il Paixhan, e furono pur detti Obicicannoni. I proietti si ridussero a forma ogivale, come dirò alla voce Palla.
12° Cannone rigato.Quello ch'ha l'anima a risalto e a spirale, perché il proietto pigli il moto di rotazione intorno all'asse, riceva spinta maggiore, e faccia più lunga passata. Con questo furono riprodotte le canne rigate a Lumaca, come dicevano i nostri antichi. Ora si fanno a Canale rettangolare, a filo acuto, tondo, a denti, a due o più coppie: mettendo in rilievo specialmente quei pezzi, cui il nostro generale Giovanni Cavalli, con dotte scritture ed utili esperienze, ha imposto il riverito suo nome.
13° Cannon cerchiato, Quello cui, dopo il getto, rasata collo scalpello al tornio la scoria di metallo spugnoso, si acconciano in quella vece a caldo cerchioni di acciaio massellato e battuto che sopra lo cingono, rivestono, e calzano, perché la resistenza sia maggiore, specialmente alla culatta; tanto che possa reggere allo sformato sforzo della proiezione. Questo metodo ci rimena alla cerchiatura delle vecchie bombarde.
14° Cannone a retrocarica, Quello nel quale si metta proietto e cartoccio da una apertura fatta nel fondo dell'anima, anziché dalla bocca. Ma, in vece del mascolo antico a braca, si sono inventati meccanismi nuovi per aprirlo e chiuderlo con facilità. Molti i sistemi. All'arsenale di Parigi sur una tavola rotonda ho contato dodici modelli. Possono ridursi a tre, seguenti, ancora in uso.
a.Sistema inglese che ho veduto a Wolwich, ed a bordo del vascello il Revenge.Una grossa saracinesca d'acciaio chiude ed apre il fondo dell'anima. Si solleva sur un telaio: e, quando è giunta a scoprire l'anima, la parte superiore della detta saracinesca, che è fatta a cerniera, si piega e posa sulla culatta del pezzo, e cosi sostiene la parte inferiore penzoloni, che non oltrepassa il massiccio metallo superiore del grosso rinforzo. Finita la carica si abbassa la saracinesca tra i battenti del telaio : e una grossa vite, stretta da pur grossa barra sul telaio medesimo, la comprime e serra sul fondo.
b.Sistema francese, che ho veduto a Tolone, a Cherburgo, e a bordo del Solferino.L'otturatore porta una calotta che si invita alla culatta con una dozzina di passi a vite ben grossa: la quale: per abbreviare il lavoro delle girate, è tronca in tre parti omologhe del maschio e della femmina. Ondeché cacciando prestamente il pieno dell'uno nel vuoto dell'altra, l'otturatore entra in un sol tempo; e con mezzo giro incastra dodici passi di vite per resistere alla pressione dello sparo.
e.Sistema tedesco, che ho veduto a Pola, e all'arsenale di Vienna. Il cannone ha un portello incardinato a sinistra della culatta: e il portello sostiene l'otturatore in una guida che lo porta avanti e addietro: La detta guida di ferro è aperta come l'arco del violino tra la bacchetta e le minugie. Fatta la carica, al primo tempo si chiude il portello: al secondo tempo si spinge avanti la guida che ficca l'otturatore nella camera; al terzo tempo si caccia nell’apertura della guida una grossa barra d'acciaio che passa da parte a parte tutto l'estremo della culatta e puntella l'otturatore per traverso: al quarto tempo si stringe la vite di sicurezza al portello. Inversamente: Svita, Fuori barra, Fuori guida, Apri portello!
d.Tutti questi sistemi hanno il radicale difetto di far più debole proprio quella parte che vorrebbe essere più forte. Per ciò, con savio consiglio, ogni chiusura artificiale è stata eliminata, e tutto solido si è costruito l'enorme fondo dei cannoni da cento tonnellate, prescelti dalla Marina italiana. Ne ho veduto alla Spezia il primo campione destinato al Duilio, quando il Dandolo torreggiava sul cantiere: e crederei venir meno al dover mio se qui lasciassi di ricordare le cortesie de' signori ufficiali, e specialmente di quel fior di gentiluomo che è il conte Gloria di Torino.
15° Cannone, e sue parti por ogni tempo, come segue, così nominate: la Bocca, la Tacca di mira, la Gioia, il Calice, il Collo, l'Astragallo, il Listello, la Volata, la Fascetta, il secondo Rinforzo, le Maniglie, gli Orecchioni, la Fascia, il primo Rinforzo, la Lumiera, il Focone, il Campo, lo Scodellino, il Grano, il Plinto, la Fascialta, la Tacca di contrammira, la Culatta, il Bottone. — Al di dentro: il Vivo della bocca, l'Anima, l'Asse, il Cielo, il Piano, i Lati, le Pareti, la Rigatura, il Solco, il Cavo, il Risalto, la Spirale, i Denti, il Filo acuto o tondo, il Fondo; la Camera incampanata, sferica, conica, tronca, o cilindrica; la Seracinesca, la Cerniera, il Telaio, la Vite, la Barra, la Staffa: l'Otturatore, la Calotta, la Vite; il Portello, la Guida, la Barra.
16° II Cannone vuol essere ben fuso, di buona tempra, provato, terziato, calibrato, diritto, non troppo lungo né manco corto, ben rigato e chiuso alla culatta con sua braca, coda, bietta, portello, e mascolo, assicurato ai battenti con perni, guide, barre, viti, e leve: senza sfoconatura alla lumiera, senza sbavature sul vivo, senza caverne nell'anima, senza alloggiamenti nel fondo; senza sdentature nelle righe, senza nocivi spiragli o sventamenti, senza squamme, punture, puliche, venti, sfaldature, né onde, cicatrici, scorie, sfondi, o peli. Ma sodo, clastico, levigato, battuto, sonoro: provato alla pressa e con cariche doppie e triple; e verificato col lume, collo specchio, colla stella, col rampin di gatto, e col calcatoio a cretone. Sai, Lettore studioso, io ti do le voci: tu scriverai i trattati.
17° Cannone a vapore. — v.Architronìto.
18° Cannone a bomba. — v.Obice.
19° Cannone a pendolo.—v.Pendoloballistico.

Cannone bastardo  (Medini)
Distinguevasi con questo appellativo nel secolo XVII il cannone da batteria di minor lunghezza dell'ordinario. Trovasi per altro in alcuni scrittori chiamato impropriamente bastardo il cannone più lungo di canna dell'ordinario.

Cannone comune  (Medini)
Distingueva nei secolo XVII con questo appellativo il cannone da batteria, che veniva gittato con tal proporzione di metallo da tenere il giusto mezzo tra il ricco ed il povero, fra il rinforzato ed il sottile.L'appellazione era quindi applicata dai pratici a tutte le specie del genere.

Cannone corriere  (Medini)
Distinguevasi con questo nome net secoli scorsi  quel cannone, col quale si lanciavano in una piazza assediata od in un campo stretto tutto all' intorno dal nemico, i messaggi dei soccorritori; erano questi messaggi rinchiusi entro una palla per lo più di piombo, vuota dentro, la quale preceduta da un segnale concertato e lanciata da un cannone, che perciò si chiamava corriere, veniva raccolta ed aperta dagli assediati che vi ritrovavano dentro i necessari avvisi: anche la palla ebbe perciò nome di messaggiera, e portava talvolta nel suo seno polvere da guerra ed altro che vi potesse capire, secondo che esigeva il bisogno: ma in questo caso, come più grossa, era per lo più di ferro, e veniva tragitta  dal mortaio.
Dalla maggior parte degli scrittori si assegna l'invenzione di questa industria all'anno 1640, in cui Torino era stretto d' assedio dai Francesi, circondati essi stessi dagli Spagnuoli; e certo a quel tempo venne usata con ottimo successo come ne fa fede fra gli altri il Muratori.Quest’uso per altro di mandar palle con lettere nel loro seno vien già ricordato dagli storici delle guerre di Fiandra, come p. e. all'assedio di Steenvic nell'anno 1501.

Cannone da batteria  (Medini)
Si distingueva anticameme con questa applicazione tutta V artiglieria grossa che serviva a battere le mura, e che si divideva come il genere delle colubrine, in sottile, comune e rinforzata, in quanto alla grossezza; ed in ordinaria, straordinaria e bastarda per la lunghezza, prendendo altresì dal calibro le divisioni di quarto cannone, di mezzo, d1intiero, di doppio e di cannone basilisco.

Cannone doppio o doppio cannone  (Medini)
Grosso pezzo d'artiglieria da muro, anzi il maggiore del genere de' cannoni da batteria, ove si escluda il cannone basilisco, che si annoverava fra gli straordinari: veniva così chiamalo, perché se ne ragguagliavano le proporzioni ed il calibro al doppio di quello del cannone, era gittato in bronzo e portava da libbre 70 sino a 100 di palla di ferro. Se ne trova il ragguaglio fin dal secolo XVI.

Cannone intiero  (Medini)
e più comunemente cannone. Il pezzo più principale nel genere de'cannoni da batteria, regola e misura degli altri maggiori e minori che nelle proporzioni loro e nel loro calibro si ragguagliavano ad esso come ad unità, veniva gittato in bronzo ed era vario di lunghezza e di grossezza, secondo che si faceva sottile o rinforzato, ordinario, straordinario o bastardo : portava da libbre 40 a 50 di palla, e più anticamente sino a 60 : aveva sopra di se il cannone doppio ed il cannone basilisco, e fra i pezzi minori eravi il mezzo cannone ed il quarto, lasciando l'ottavo ossia il falconetto, che sebbene ragguagliato coi calibro del cannone intiero, apparteneva tuttavia al genere dei cannoni da campo. Questa divisione de pezzi d' artiglieria ha avuto principio in Italia nel secolo XVI.

Cannone da campagna  (Medini)
Generico di tatti i pezzi minori di peso e di calibro, dei quali si fa uso nelle battaglie, a differenza dei cannoni da batterie. Nelle ordinanze del secolo XII i cannoni da campagna venivano compresi nel genere delle colubrine, e venivano distinti cogli strani nomi di aspide, falcone, falconetto, moiana, moschetto da giuoco, passavolante, ribadocchino, sagro, saltamartino, smeriglio, ecc.

Cannone rinforzato  (Medini)
Genericamente si dice d'ogni cannone che sia gittato più ricco di metallo di quello che soglia farsi per gli altri; ma si distingueva nel secolo XVII con questo appellativo tutto il genere dei cannoni da batteria, quando venivano gittati con quantità di metallo maggiore di quella che si adoperava pei comuni e sottili.

Cannone seguente  (Medini)
Chiamavasi con questo nome quel cannone che avea l'anima uguale dalla etnia al fondo, cioè senza risalto o rinforzo di camera o di campana, per distinguerlo dal cannone incamerato e dall' incampanato.

Cannone sottile  (Medini)
Si distingueva nel secolo XVII con questo appellativo il cannone da batteria che si alleggeriva di metallo, onde diminuirne il peso, e perciò veniva anche chiamato povero di metallo o alleggerito: questa qualità si applicava a tutti egualmente i pezzi di questo genere.

 

Cannone da mare  (Medini)
Pezzo di artiglieria che serve nelle navi pei combattimenti, pei segnali, pei saluti ecc.
I  cannoni da mare sono più corti e più rinforzati di metallo di quelli da terra, onde occupino meno luogo, e sieno ad un tempo più solidi e più leggieri.
II  movimento continuo della nave sul mare obbliga ad assicurare le carrette ed i cannoni nel loro rispettivo posto, e ciò si fa per mezzo di molti cavi e bozzelli che servono ancora a far entrare i cannoni, e successivamente ad appostarsi nel caso di battaglia per mezzo di una braca così detta.
La braca del cannone è un grosso cavo, il quale attraversa le fiasche o guance della carretta verso il loro mezzo, ed ha annodate le sue estremità a due campanelle, fitte con perni ad occhio ai lati del portello. L'uso della braca è di ritenere il cannone nella rinculata, quando si discarica.
I paranchi afferrano col gancio del loro bozzello semplice un occhio piantato in ciascuna delle fiasche della carretta, e l'altro bozzèllo a due raggi, fornito di troppo a gassa, s'incoccia in un chiodo a gancio, piantato ai fianchi del portello. Alando sul tirante di questo paranco, si fa avanzare la carretta o affusto contro la murata, e si fa uscire anche la volata del cannone dal portello, quando si vuole far fuoco o tenere il cannone in quella posizione.
Iparanchi di rinculata si afferrano dietro alla carretta, e servono a tirare indietro il cannone, e ritenerlo per quanto si giudica conveniente. Potrebbe bastare uno solo di questi paranchi, ma la pratica è di disporne due..
Per l'ordinario si prendono trincati dentro della nave i cannoni della batteria bassa, quando si naviga, e si dispongono con la volata fuori dei portelli soltanto nei combattimenti, o per decorare la nave quando è all' ancora.

Cannoni da caccia  (Medini)
Sono cannoni i quali si dispongono direttamente sul davanti della nave, nel secondo ponte e nel castello di prua, per tirare attraverso dei portelli aperti nel parapetto di prua e contro un bastimento, al quale vuolsi dare la caccia.

Cannoni di ritirata  (Medini)
Sono quelli che si dispongono direttamente all'indietro della nave e nella Santa Barbara, o nella gran camera, o in quella del consiglio, per far fuoco sul nemico dal quale si fugge, ed a cui si presenta la poppa. In quei diversi piani della nave vi sono portelli aperti, perché servano in tali circostanze a passarvi i cannoni che si prendono dalle batterie dei fianchi.

Cannoneggiamento
II Cannoneggiare.

Cannoniera
« Quella apertura donde si scarica dai forti il cannone. » Specie di feritoia acconcia al tiro delle cannonate; e si dice del pertugio fatto a questo fine in qualsivoglia opera di fortificazione murale o campale. Ve n'ha di molte forme, a merlone, a tromba semplice o doppia, e con diverse difese per sicurezza dei cannonieri, del pezzo, e della piazzuola. Col suo Davanzale, Stipiti, Arco, Ginocchiello, e Battenti: di che largamente alla voce generica Feritoia.
La Cannoniera, sui bastimenti piglia nome di Portello v.

Cannoniera
Piccolo bastimento da guerra assegnato a portare sulla prua un solo cannone e grosso. Si usa a remo, a vela e a vapore. La velatura ausiliaria per lo più a goletta, scafo reggente, prua quartierata, poca pescagione, massima velocità.

Cannoniere
Soldato o marinaro, specialmente deputato al maneggio dei cannoni. Soldato di artiglieria, marinaro dell'artiglieria.

Cannoniero
Attenente al Cannone. Onde divisa Cannoniera, feritoie Cannoniere, arnesi Cannonieri, e simili.

Cannonobice
 8. Lo stesso che Obice cannone, v.
2° Per cannon corto di marina, a voler esser intesi, dicasi Carronata. v.

Capaguto
Arma in asta antica, così detta dell'acutezza del capo, cioè Della sommità in punta.

Capannato
Quella difesa di muro o di tavole, in forma di capanna, che si metteva al pié delle muraglie, o nel fosso, o sulla piazza alta dei torrioni per coprire alcun poco i bombardieri e balestrieri dai colpi del nemico. Egli stesso ne ha lasciato i disegni nell'Atlante, ed il modello nel suo baluardo di Siena, porta a Pispini. Che ha forma di Capanna: « Difesa capannata. »

Capitano
 « Guida,'Capo, Governatore, per lo più di soldati. » Nota che la voce derivasi da Capo italico, non da Catapano bizantino, come taluno sdottora. I Pelasghi latini e greci, con la giunta di Capo formulavano in una sola voce i diversi capitanati, dicendo: Navarco il capitano di nave, Trierarco, il capitano di trireme, Plojarco, il capitano di barca, Limenarco, il capitano del porto, Stoiarco, il capitano della squadra.
Capitano, assol.significa Capo supremo di esercito o di armata: e in questo senso, vale.Uomo eccellente nella milizia marittima o terrestre, che ha le doti, la scienza, e l'animo a ben governarla. Conzalvo di Cordova dal Macchiavello, e da' nostri classici, è chiamato il Gran Capitano.E titolo simile ebbero Sforzeschi, Bracceschi, Colonnesi, Orsini, Trivulzi, Strozzi e tanti altri.
Capitano, oltre il significato assoluto, quasi direi poetico, piglia significazioni particolari, secondo l'uso di terra o di mare. Dell'uno e dell'altro dirò separatamente, e di più metterò i diversi valori di questa voce pel tempo presente e pel passato.
A.  Capitan generale.Quell'ufficiale che ha il grado supremo sopra tutto l'esercito in un luogo, tempo, o impresa determinata. Questo titolo equivarrebbe tra noi al grado di Maresciallo in Francia.
B.  Capitano della guardia.Quell'ufficiale che comanda in capite la guardia nobile o speciale del Sovrano. Ha grado di generale per altezza di  ufficio e nobiltà di persona: porta il titolo di Capitano per la piccolezza del corpo, il quale per lo più non passa cento teste.
C.  Capitan di ventura.Quell'uomo prode nell'armi, che colla sola autorità del suo nome radunava e istruiva milizie; e le conduceva al soldo di questi o di quelli, con certi patti a tempo.
D.  Capitano di piazza.Quell'ufficiale che ordinariamente risiede in alcuna città o fortezza, e presso al comandante assiste e dirige le guardie speciali, e le fazioni in quel luogo, che egli, meglio d'ogni altro, conosce per nascita, o per lunga dimora.
E.  Capitano di Stato maggiore.Quell'ufficiale, distaccato dalle compagnie, che assiste specialmente al Comando generale dell'esercito.
F.  Capitano di compagnia.Quell'ufficiale che nell'ordinanza della milizia moderna comanda come capo immediato una Compagnia di soldati, per lo più cento teste, ed ha sotto di sé i tenenti, sopra di sé il Maggiore, comandante di più compagnie. Vi sono Capitani di fanteria, di cavalleria, di artiglieria, del genio, dei zappatori, dei minatori, delle guide, del treno, di gendarmeria.
G.  Capitano di campagna, si diceva Quel l'ufficiale, cui era specialmente affidata la polizia del campo, e aveva sotto di sé i prevosti.
4° Nella Marineria la voce Capitano aveva ed ha i significati seguenti:
A.  Capitan generale, si diceva di Quell'ufficiale supremo che comandava tutta l'armata navale di uno Stato in alcun luogo o impresa determinata. Questo titolo ebbero ufficialmente M. A. Colonna, Francesco Morosini, Guglielmo Embriaco, Andrea Doria, Spinola, Grimaldi ed altri assai. Titolo equivalente al moderno grado di Ammiraglio.
B.  Capitano di squadra.Quell'ufficiale a cui era affidata la condotta di una squadra di galere o di navi. Cosi i Veneziani dicevano Capitan del golfo, a colui che comandava la squadra di navi o galee destinate alla guardia dell'Adriatico. Questo titolo equivaleva al moderno di Viciammiraglio.
C.  Capitano di vascello.Quell'ufficiale superiore che per ufficio può comandare un bastimento di linea, e corrisponde al grado di colonnello nell'esercito. — Corrispondeva pure a questo grado, nella milizia delle triremi, ciascuno comandante delle grosse galèe di linea.
D.  Capitano di fregata.Quegli che per ufficio può comandare un naviglio di second'ordine: ed ha grado pari al tenente colonnello dell'esercito.
E.  Capitano di corvetta.Quegli che per ufficio può comandare i legni minori, ed ha grado di maggiore nell'esercito.
F.  Capitano del porto.Quell'ufficiale, per lo più cavato dal corpo di marina, che, alla testa di altri ufficiali e fanti, mantiene l'ordine e le leggi in tutto ciò che riguarda la polizia marittima, l'ancoraggio e la sicurezza pubblica e privata nel porto ove ha residenza.
G.  Capitano di bandiera.Quell’ufficiale superiore che è incaricato del comando immediato d'un naviglio, nel quale è imbarcato con autorità suprema un ufficiale generale.
H. Capitano, per abuso di titoli, e per servile imitazione straniera, taluno diceva, e ancor dice, come segue:
a.  Cap. di coffa.v.Capocofpa.
b.  Cap. d'arme. — v.Caparmajuolo. e. Cap. delle serpe,  v.Capoprora.
Capitano mercantile.Colui che, fatti gli studi e gli esami voluti dalla legge, riceve la patente dal governo con questo titolo per comandare un bastimento da traffico, o suo, o condottovi dagli armatori. Sono le patenti diverse: così
a.  Capitano al gran corso.Dichiarato abile di condurre un bastimento per tutti i mari del globo.
b.  Capitano a lungo corso, pei mari di Europa, e talvolta pel solo Mediterraneo.
e. Capitano di cabottaggio, per la sola navigazione costiera, anche negli stati vicini.
d.  Capitano corsaro.v.Corsaro.
e.Quegli che conduce alcun piccolo bastimento, da traffico o da pesca, senza uscir dai confini, ritiene il modesto e antico titolo di Padrone, e volgarmente Parone.

Capitano
Principale, maggiore degli altri: onde nave capitana, tromba, bandiera, tenda, padiglione, Capitano, e simili.

Capitello
  Capitello.Quel copertoio inarcato di ferro o di legno che si mette sulla culatta dei pezzi per coprire il focone dalla pioggia e da ogni immondezza: Adesso usano uno spillo con gran capocchia d'ottone.

Capitolare
Capitolare, Term. mil.Far convenzioni o patti col nemico per la resa di una piazza, per lo sgombro di un esercito o armata, e simili; con quelle condizioni più o meno utili ed onorevoli che sogliono i vincitori imporre, o che possono ragionevolmente esigere i vinti.

Capitolazione
2°Patto scritto a capitoli tra nemici, col quale si stabiliscono le condizioni sotto le quali il vinto cedo al vincitore. Si dice capitolazione d'assedio, quando si tratta di cedere la piazza: di terra, o luogo chiuso, di campagna rasa, e simili, quando si tratta di cedere o sgombrare dai medesimi luoghi; e s'intende sempre salvo l'onore e il debito, secondo i decreti e regolamenti dello Stato.
Capitolazione, altresì. Quel contratto scritto a capitoli, pel quale un condottiero o un corpo di milizia terrestre o marittima, vien chiamato ai servigi di un governo per alcun tempo determinato.

Capo
 1° Capo: Nome generico di superiore nella milizia marittima e terrestre , che detto in modo assoluto vale II supremo comandante in capo. Crusca: «Guida, Regolatore, Principale, Superiore, Principe, Signore. » Ma, con diversi, aggiunti forma le seguenti significazioni:
A.  Capo di stato maggiore generale.Colui che ha la suprema direzione di tutto l'esercito, o di tutta l'armata, e ne dispone i servigi.
B.  Capo di stato maggiore.Colui che, presso il comando di corpo, o di alcuna divisione, ordina il servigio del corpo o divisione medesima.
C. Capo di sezione.Quell'ufficiale che è posto a dirigere ciascuno dei gruppi, nelle quali si divide specialmente l'artiglieria di campagna.
D.  Capo, al modo stesso si dice Colui che presiede e dirige un certo numero di maestranze: come Capo artificieri, Capo fucina, Capo gettatore, Capo polverista, Capo raffinatore, Capo trapanatore, Capo voga, Capo classe, Capo calafato, Costruttore, e simili.
E.Capo di fila. — v.Capofila.
F.  Capo di squadra. — v.Caposquadra.
G.  Capo di pezzo. — v.Capopezzo.
H. Capo di stiva.v.Capostiva.
I.   Capo di rancio. — v.Capùkancio.
K. Capo di cassa. — v.Capocassa.
L. Capo timoniere.v.Capotimoniere.
M. Capo della serpe.v.Capoguardia.
N. Capo di coffa. — v.Capocoffa.
O. Capo di lancia. — v.Capolancia.
P. Capo d'arme. — v.Capàrmajolo.
Q. Capo dì guardia.v.Capoguardia.
R. Capo di posto.v.Capoposto.
S. Gente, di capo.— ». Gente. 2"

Capofila
Quegli che è alla testa, o primo di fila: dicesi dei soldati, dei cavalli, dei marinari, e dei bastimenti messi in fila, secondo la tattica militare. Il capofila è guida di chi gli vien dietro.

Capolo
L'impugnatura della spada.

Capoparte
2° Colui che comanda in guerra un corpo irregolare di partigiani.

Capopezzo
Il primo cannoniere di servigio a un pezzo di artiglieria, presiede al serventi, e dirige il maneggio.

Caporale
« Principale, Guida, Comandatore. » voce che si è usata in significati diversi, anche nella milizia, secondo l'uso dei tempi diversi.
Caporale, adesso, Quell’infimo dei sottufficiali che sta alla testa di un drappello, non mai maggiore di venticinque uomini. Ve n'ha di fanteria, di cavalleria, di marina, ecc. di ogni arma. Il suo ufficio è determinato dai regolamenti. Lo chiamano di muta, quando mette e leva le sentinelle; di consegna, quando piglia la guardia del posto e degli arnesi; e caporal maggiore quegli che entra nell'ufficio del forier maggiore per l'amministrazione.

Caposoldo
 « Quello che s'aggiungne al soldato benemerito sopra la paga. » Mercede o di vittoria, o di prodezza, o di servigi straordinari, che adesso dicono Soprassoldo. — Si dà pure a quei soldati, marinari, e ufficiali, che hanno speciali incombenze, oltre il comun servigio ordinario.

Caposquadra
Capo della squadra: ed è titolo, grado, ed ufficio di maggiore o minore importanza, secondo la qualità della squadra terrestre o navale. Adesso potrebbe essere ripigliata questa voce per Quell'ufficiale superiore di marina cui fosse confidato il comando di piccola squadra navale, senza titolo di ammiraglio: ciò che gli Inglesi dicono Comodoro.

Cappa
Cappa, dicono gli ingeneri quél lavoro di muro tirato a spigoli acutissimi nella sommità, perchè il nemico non possa camminarvi sopra.
Cappa, dicono gli armajuoli per quella copertura alla impugnatura delle spade, o alla bocca dei foderi, che meglio dicesi Cappella.

Cappello
Il cappello di ferro, detto l'Elmo, è stato per tutta l'antichità proprio de' militari. Sino a tutte il secolo XVI portavano il Morione. Poi vennero le Berrette piumate, e i Cappelli a larga tesa, e quelli foggiati a punte che ancor durano nella Gendarmeria. Ora gli eserciti europei usano il così detto Cheppì. Come descrivere questo arnese di moda e di nome straniero? Come seguirne tutte le forme? Li ho veduti io stesso in pochi anni mutarsi in tanti giri! ora lunghi, ora bassi; a gronda, a cono, a fungo, a ombrello, di cuojo, di panno, di feltro e misti; e con perpetua varietà d'accessori di lana, di seta, di filagrane, pallottole, piumini, spennacchioni, frange, stringhe, catenelle, cintolini, piastre, cordoni, fiocchi, che niuna zingara n'ebbe né pensò mai tanti. Aspetto che all'ultima moda finiscano i nomi barbari, le diffinizioni difficili, e le cose ridevoli. O elmo, o cappello, o berretta.
3° I marinari hanno usato nell'antichità Berretta e Cappuccio : sovente nel medio evo la Cervelliera e il Morione. Ora portano Cappello di cuojo verniciato nero, basso, tese larghe volte all'insù, e un nastro di seta pur nero dove è scritto il nome del bastimento al quale appartengono. Ne portano uno simile di paglia bianca l'estate: e un cappellaccio di pioggia, chiamato Gronda, o Scirocco.

Cappellozzo
Quel picciolo cilindretto di foglia metallica, fatto a foggia di cappello colle sue tese, in fondo al quale sta una mano di fulminante, con che si accendono le armi da fuoco a percussione. Il Cappellozzo si calca sulla punta del caminetto, e detona quando è battuto dal Cane che gli scatta sopra. Dirò delle altre forme, e nomi di siffatta inescatura alla voce Fulminante.

Cappetta, Quella parte del fornimento della spada, la quale, a guisa di piccola cappa, copre il dorso dell'impugnatura.
Cappetta, altresì, Quella ghiera di metallo che guarnisce in bocca i foderi coriacei delle lame. Alla medesima è saldato un bottone per assicurarvi il budriere: la sua parte superiore si chiama Bocchetta; e quella che entra nel fodero, il Mastio.

Capponiera
Casotto militare, capace, di otto o dieci soldati, messi nel fosso per guardia, contro spioni, o minatori. Il nome dalla forma del casotto basso, portella nascosta, feritoje triangolari, che davan vista di colombajo o pollajo. — Si collocava anche all'angolo della controscarpa, si faceva pure a volta di casamatta, talora senza tetto, con due soli parapetti ad angolo, e talora scavato come buca nel fosso. Le piccole Capponiere furono chiamate Cofani, per la stessa ragione. — Ma nulla di comune hai a metter mai tra Capponiebe e Casematte, avvegnaché il Promis siasi studiato di chiamarle assieme, per trovare l'origine del sistema casamattato; molto più antico del resto (1483), molto più compiuto e forte, come ho dimostrato nella rocca d'Ostia.

Cappuccina
La prima tra le fascette del fucile, che stringe la cassa alla canna presso la bocca. La parte sua inferiore ha forma di cappuccio a becco ed aguzzo; e indi prese il nome.

Capsula
Capsula, dicono per Cappellozzo fulminante delle armi a percussione.
Capsula, altresì il Cappellozzo fulminante delle Torpedini.

Carabaga
Specie di macchina militare che gittava da lungi projetti di pietra come gragnuola, spezzava a volo le lancie, correva col lampo e col tuono, gittava a terra torri e muraglie. Gli scrittori dell'assedio di Tolemaida nel 1291, latini ed arabi, ne dicono le maraviglie. Al contatto asiatico, la polvere avvicinavasi a noi: per ciò direi che la Carabaga fosse specie di artiglieria da fuoco. La voce Karab, tra gli àrabi vale rovina.- Karabaga, macchina rovinatrice. Gli stessi autori per quel tempo nominano Bacchio, Bacchiero, Carabaga, e Boarda; d'onde mi sembra veder drittamente scendere il nostro Ribadocchino, la Carabina, e la Bombarda.

Carabina
« Sorta d'archibuso di grandezza tra la pistola e il moschetto. » Arma da fuoco portatile, sempre scelta, di gran forza, e di gran passata. Lascio le etimologie controverse, e strane: perchè mi pare fuor di dubbio venir Carabina come diminutivo tronco della precedente Carabaga; e tanto meglio tra noi, perchè ci suona, come dire, Carica doppia: Arma portatile più efficace di tutte le simili, e di più lontana gittata.
La carabina, Dopo la metà del secolo XVI divenne arma speciale di alcune compagnie di fanti o di cavalli scelti. Appresso si ridusse ad arma corta: ma sempre eccellente, a palla forzata, di canna rigata, di gran passata, di gente scelta. Per le sue parti vedi Fucile.
Carabina.« Soldato a cavallo armato di carabina. » Si dicevano anche in masc.Carabini, continuamente ricordati dal Davila, ed erano Soldati scelti a piedi o a cavallo, secondo le ordinanze militari, in diversi tempi,

Carabinata
Tiro o colpo di carabina.

Carabiniere
Soldato armato di carabina, cosi a pie' come a cavallo. Avrebbero a essere oggidì fanti o cavai leggieri, secondo la ragione del nome. Ma si varia alla giornata: e in Roma ora s'intende per Corpo scelto, ordinalo alla polizia interna, alla caccia dei malandrini, a tuteli dell'ordine e della legge. Corpo, chiamato da tutti, il Benemerito.

Carabino
Soldato di cavalleria armato di carabina, che combatteva cosi a pié come a cavallo. Milizia celebre nelle guerre civili di Francia e di Fiandra.

Caracollare
Far caracolli, Volteggiare sul campo or qua or là, e specialmente parlando di cavalleria in massa. Far continue evoluzioni per assaltar con vantaggio, e per confondere o girare il nemico con armeggiamenti diversi, inopinati, e repentini.Dallo spagnuolo Caracol, che significa Chiocciola. Rivolgimento di schiera da imo a sommo, e viceversa, con qualche digressione dai lati, in avanti o in ritirata.

Caracollo
Caracollo, Quel movimento che fa la prima fila di una colonna per passare dalla testa alla coda, dopo aver fatto fuoco contro il nemico per dar luogo alla seconda fila di fare altrettanto, e così di seguito, battendosi in ritirata.
Caracollo, nella Cavallerizza, vale.Volta in tondo o mezzo tondo ; o di corvette, sul posto, eseguite dal cavallo pel maneggio del cavaliere
Caracollo, talvolta, la Scala a chiocciola e secreta che mette in alcun ripiano di rocca, o scende abbasso verso il mare.
Caracollo, pei pratici. Il cavastracci dell'artiglieria.

Carapuzza
Sorta di Armadura moresca.

Carica
Militarmente ha quattro significati ben distinti, cosi:
Carica,  Peso e forza che aggrava, tiene giù, e spinge abbasso alcuna cosa: onde i marinari chiamano Carica il peso delle proprie loro persone, dello sforzo muscolare che mettono, e la istessa corda che adoperano per menar giù, o per levar su pennone, antenna, albero, vela: onde le corde loro pigliano nomi speciali di Cariche, come ai seguenti vocaboli composti, tutti di buona lega a giudizio del Giordani nella lettera al Munti ed alla Crusca.
Carica, Urto di un corpo di soldati, specialmente di cavalleria: onde son chiare le frasi Andare alla carica, Dare, Mettere, Ricevere, Sostenere la Carica, cioè, l'urto nemico.
Carica, Quella determinata quantità di polvere, piombo, ferro, o altro che si mette nelle armi da fuoco, o nelle mine per sparare. Si richiede Polvere, Polverino, Cartocci, Cartucce, Inescatura, Civa, Cannellino, Miccio, Stoppaglio, Toppaccio, Boccone, Coccone, Suola, Luffo, Piote, Cretone, Feltrino, Bottone, Palle e Projetti di ogni maniera, come a queste voci. E la Carica si chiama Di fazione, Piena, Scarsa, Di prova, Di salva, e simili.
Carica, Ufficio, Grado, Dignità, Cura di fare o di amministrar checchesia, anche nella milizia. E nota bene che il quarto significato discende dal primo, e lo dichiara a maraviglia: perchè le dignità sono un peso, né voglionsi ricevere dalle oneste persone come delizia di animo interessato o vano.

Carica  (Medini)
Quella parte o quantità di munizione che si mette nelle armi da fuoco o nelle mine.
Per caricare un cannone la quantità di polvere varia secondo il calibro dei pezzi ed il peso della palla; per taluni se ne impiega di più, per altri di meno, ma ordinariamente vi si impiega non meno del terzo del peso della palla per i pezzi di ultima costruzione.


Tavola di progressione per caricare
le mine secondo la grossezza delle
mura o delle terre.


Grossezze di terre
Piedi

Quantità di polvere Libbre

6

20

7

32

8

45

9

60

10

82

11

110

Carrastrello. s. m.Specie di carro militare le cui sponde hanno una rastrielliera, a piuoli verticali, in vece di tavole. I Piemontesi, col Grassi, chiamanlo Carro a ridoli; i Napoletani, col d'Ayala, Carro a rastrelliera. Miglior composizione sembrami Carrastrello: perchè esprime la natura di siffatto carro: la leggerezza pel diminutivo, la sonorità per lo stridore, e la composizione per la duplicità della voce composta.

Carreggiare
Trasportar roba in un luogo all'altro coi carri. Portar coi carri bagagli, munizioni, attrezzi, macchine.

Carretto
 2° Carretto, che i moderni chiamano Avantreno, il Montecuccoli disse Berrò, altri Carrino: Quella parte del carro delle artiglierie, formata di due ruote col timone, alla quale sono attelati i cavalli e si unisce con una chiavarda alla coda dell'affusto, per trasportare il pezzo prestamente da luogo a luogo. - Quando la coda dell' affusto è unita al suo carretto, allora tutta la cassa del cannone piglia aspetto di carro a quattro ruote, si trova co' cavalli al timone, coi bilancini alle tirelle, coi conduttori in sella, e può di presente scorrere ovunque occorre. Sue parti: Un corpo di sala, due stanghe, il timone, due cosciali, e sulla sala un cassettone chiamato lo Scagno sopra il quale siedono gli artiglieri, e dentro si portano gli armamenti del pezzo. — Le ruote così del carretto, come del carro e del treno, tutte insomma uguali tra loro. Una di ricambio è buona per tutti. E si porta infilata dietro al carro delle munizioni.

Carettone
 2° Carrettone.Nome speciale dei grandi cani militari, che vanno coperti pel trasporto di ogni sorta di munizioni da guerra. Ve n'ha di più maniere, come alla voce Carro.

Carriaggio
 Gran carro che porta gran roba; e Gran roba che va con gran carreggio appresso a persone di alto affare, o agli eserciti.

Carriera
Specialmente Quel corso velocissimo che talvolta fa la cavalleria al galoppo; e talvolta a gran corsa fanno pur le fanterie. Onde sono i modi avverbiali Di Carriera, A tutta carriera, cioè.Concitatamente, A corsa impetuosa, a briglia sciolta, e simili.

Carrobalista
Antico carro militare, sul quale si portava un grosso balestrone da esser maneggiato alla campagna, come i moderni pezzi d'artiglieria volante.

Carroccio
Carro militare che usavano per trionfo e dignità gli antichi municipi italiani, coperto di nobili drapperie ai colori del comune, tirato da cavalli o da buoi ugualmente covertati, con sopravi le insegne e stendardi principali, e talvolta l'immagine dei Santi protettori, le loro reliquie, la campana Martinella, e attorno i più valorosi giovani a difenderlo. Palladio nei combattimenti, e trofeo delle vittorie.

Carroforte
Nome che danno le maestranze a quei carri di arsenale, che, per la grossezza delle sale, ruote, razze e cerchioni, possono sostener peso enorme. Alcuni diconlo Carrodiavolo, e Carromatto.

Carrofucina
Fucina da campo, messa sur un carro: alcuni dicono Fucina volante.

Carroleva
s. m.Carro di altissime e fortissime ruote, col timone così forte come lungo, che vale a due effetti: in quanto è leva, alza da terra il peso imbracato sotto alla acculata; e in quanto guida, lo trasporta. — Per gallic.alcuni dicono Trincapalle.

Carromatto
Lo stesso che Carrofórte, cosi detto perchè esce fuori dalle forme ordinarie.
Carromatto.Specie di carro corazzato, con feritoje, da essere menato a campo, con sopravi al sicuro i combattenti. Casamatta volante, e ripetuta ai nostri giorni in Egitto dal generale inglese Wolseley.

Carronata
Specie di artiglieria marina, corta di canna, e grossa di calibro. Torna comoda, perchè occupa poco spazio, e tira grossi projetti: ma al tempo stesso è di poca volata, e la sua vampa troppo vicina nuoce alla murata e alle vele. Non ha gioja né calice, né maniglie, né orecchioni: ma la bocca a campanella, un mastio sotto al ventre lo regge nel centro, la vite di mira sostiene la culatta, e un occhio al bottone per la braca. L'affusto ha cassa e sottocassa: la prima sdrucciola sulle scanalature centrali della seconda e porta due ganasce per ritenere il mastio, e la vite di mira. La sottocassa ha la testa impomata sur un zoccolo, e la coda girante a cerchio sul ponte con una ruotina. 2° Questa specie d'artiglieria, antica in Italia, sin dal secolo xv, si chiamava Cortana. Quindi poco
vale l'erudizione di coloro che ricorrono a monsù Carron del 1774 in Carrow presso Stirling. — v.Cortana.

Carrovello, Carosello
 Sorta.di festeggiamento a cavallo.Festa brillante della cavalleria e milizia nel medio evo; derivata dalle corse dei carri e cavalli nel circo che facevano i Romani, dette in latino Ludus trojanus, perchè simili alle giostre di Enea nel Virgilio. Spettaccolo di somma magnificenza in quei tempi. Cocchi, cavalli, pedoni, in giostra, al salto, alla danza, in ogni maniera di belle è nobili comparse sui carri, in sella, a gara l'un dell'altro, onde si fece il nome.

Cartella
« Quel fregio in forma di striscia che serve pei motti e per le iscrizioni. » Eziandio per gli uffici militari, per le officine degli arsenali, pe' nomi dei bastimenti, e simili.
Cartella, Grassi.Quella piastra di ferro che regge tutti i pezzi dell'acciarino ò del percussore, e ctie si invita sulla cassa delle armi da fuoco specialmente delle portatili.

Cartocciere
s. m. Grassi.Cassa o veicolo militare da portare i cartocci. Si usano o in forma di cassa o di carriuola, commesse senza chiodi e senza ferri, negli arsenali, e nelle batterie.

Cartoccio
« Recipiente fatto di carta ravvolta in forma di corno. » e milit.Recipiente fatto a forma di cono o di cilindro, così di carta, come di pergamena, o di tela, o di bandone per tenervi la carica misurata tanto di polvere quanto di projetti per ciascun pezzo. Può essere cartoccio di sola polvere, di soli projetti, e delle due cose unite. Piglia diversi aggiunti secondo la diversità dei pezzi, o delle cariche: si dice Cartoccio da obice, da cannone, da mortajo, da quarantotto, da sei, da salve, di tutta carica, di polvere, dimetraglia, e simili. Ma sempre il Cartoccio, risponde alle grosse armi da fuoco; e la Cartuccia alle portatili.
Caricare, e Sparare a cartoccio, vale. Colle cariche già pronte e misurate nei loro recipienti.
Al Cartoccio! Comando al servente che pigli e metta il cartoccio di polvere o di projetti nel pezzo.

Cartuccia
« Pezzuol di carta. » milit.Piccolo invoglio di carta, o simile, che contiene tutta insieme la carica misurata per le armi da fuoco portatili. — Negli arsenali e magazzini si preparano con carta, pergamena, tela, o sfoglia metallica; vi si acconcia a suo luogo la palla, il fulminante, e tutto l'occorrente per aver presta la carica, sicuro il tiro, e numerosi i colpi.

Cartucciera
 Tasca di cuojo nella quale i militari tengono le cartucce, e gli altri fornimenti delle armi da fuoco portatili. La voce Cartuccia è di Crusca, la derivazione di Cartucciera viene conforme all'indole della lingua al pari di Carniera, Saliera, e tante altre pur di Crusca: finalmente nel significato dice Arnese da mettervi e portarvi le cartucce. Da che fu inventato lo Schioppo, sino a tutto il secolo XVI, i soldati portarono a armacollo una fiaschetta di cuojo, di metallo, o di corno; e caricavano versando la polvere sulla palma della mano, e tenendo la palla in bocca poi usarono il misurino, finalmente le cartucce belle e fatte.
Per ciò la voce Fiaschetta era buona pei nostri antichi, ma adesso tra soldati farebbe fiasco. La Patrona è vocabolo bastardo e straniero: Portastoppini è ridicolo. — Il Parenti difende la voce Giberna.
La Cartucciera, si portava appesa alla bandoliera: ora l'uso e la comodità vogliono che sia inferita nella stessa cintura della sciabola, e tenuta dietro le reni. In caso di combattimento possono tirarsela innanzi e speditamente cavarne le cariche, i cappellozzi e ogni altro fornimento che quivi si custodisca; Cartucce, Cappellozzi, Polverino, Palle, Cacciaviti, Tiramolle, Setolino, Spillo, Spinetta, Martellino, Bocchino, Cappuccio, Pomata, e simili, secondo l'uso e le mutazioni dei tempi.
Cartucciera, altresì, Quella tasca di cuojo nella quale il capo di pezzo, massime nell'artiglieria di marina, tiene lo spillo, i cannellini, il ditale, e i fornimenti minuti colla Cordella.

Casacca
Vestimento militare da coprire il busto, soppannato di altro colore, messo sopra ad altre vestimenta, anche senza le falde pendenti dalla cintola in giù.
Voltar Casacca, frase mil.Mutar partito, passare alla parte contraria. Presa la similitudine dalla Casacca; la quale, rivolta che sia, mostra di dentro e mette fuori il colore diverso.

Casamatta
Alloggiamento militare nell'interno delle fortezze, difeso a botta di bomba da ogni maniera di tiri, per coprir le batterie, i quartieri, e i magazzini dalle offese del nemico. La voce, come Acquapazza, e Carromatto, e simili, esprime questa maniera di fabbricato, che esce fuori delle forme ordinarie: gran muro, gran vòlta, grande spazio; ma senza ornamenti, senza finestre, basso, e quasi cieco. I Doc.del XVI dicono Volta, e Voltone (vedi le dette voci) per Camere voltate e coperte a botta di bomba. Pei bastimenti antichi, v.Barbotta. E pei carri, — v.Carromatto.
La Casamatta, non si vuol confondere né colla Capponiera, né col Capannato. Sono tre cose vicine, ma non identiche. Io ho dimostrato che il primo sistema compiuto di casamatte colle loro troniere, androni, corridoj, batterie, trombe, e sfogatoj, esiste ancora come fu posto nella Rocca d'Ostia da Giuliano di Sangallo nel 1483. Doc. stor.5°, 71,159.
Casamatta, talvolta pur la Prigione dei soldati in fortezza.

Caschetto
s. m. Crusca: « Sorta d'armatura di testa, poco dissimile dal morione. » propr. dim.di Casco, o di Quasco; e si dice per Elmo semplicissimo, senza visiera, né creste, né orecchioni, più leggiero del Morione: perchè senza falde e senza punte. — fig.Berretto.

Casco
Lo dicono i soldati per Elmo alla moderna, come sopra alla voce Caschetto, e appresso alla voce Elmo.

Caserma
Edifizio fatto o ridotto a disegno per abitazione di soldati. Deve essere isolata, con buona spianata innanzi, di aspetto forte, e di stile severo. Una sola porta col suo corpo di guardia, ferriate ai piani bassi, ingresso ai magazzini dall' interno, cucine al pian terreno, appartate le latrine; finestre, aria, corridoj, camere con buona distribuzione per soldati ed ufficiali nel maggior numero possibile e con tutte le condizioni della salubrità.—». Quartiere.

Casermaggio
 La spesa della caserma, e tutte le Attenenze della medesima.

Casino
Luogo di delizie alla campagna. Luogo dove si radunano le persone civili per trattenimento.
Casino militare.Quel luogo dove gli ufficiali si radunano per trattenimento tra loro, senza dipendenza dai borghesi. Gli ascritti alla società pagano piccola somma mensuale pel mantenimento del luogo e dei serventi; trovano comodità di libri, di giornali, di rinfreschi; e passanvi la serata disputando di armi e d'imprese.

Casotto
  Casa non molto grande. Ma ora si dice per Quella specie di stambugio, che serve di ricovero alla sentinella. Si fa rotondo o poligonale colle sue feritoje e traguardi a livello dell'occhio, col campanino di allarme da presso, talvolta di legno, talvolta di muro; e si mette ai saglienti dei baluardi, alle porte delle fortezze, e in tutti i cantoni dove si tengono le sentinelle. Alcuni dicono Casello e Garitta.

Cassa
« Arnese di legno da riporvi dentro panni, vestimenti, e simili; fatta a diverse foggie, ma di figura quadrilatera. » Ha diversi significati che per chiarezza distinguo in cinque classi:
Cassa, nel significato proprio come sopra, fatta di legno o di ferro, col suo coperchio e chiavistelli, si dice
A.  Cassa militare, Quel forziere dove si tengono incassati i danari per pagar tutte le spese della milizia. Onde Tener la cassa vale Tenere il danaro, Averne la custodia, i conti, riscuotere, pagare : e Cassiere dicesi il Custode del danaro.
B.  Cassa d'armi, Quel recipiente per lo più di legno, nel quale si portano le armi dagli arsenali ai magazzini, e vi si custodiscono, massime sui bastimenti da guerra: donde in caso di combattimento il maestro armajuolo e l'ufficiai di guardia cavano e distribuiscono sciabole, piccozze, pistole, carabine, e simili, secondo il bisogno.
C.  Cassa della polvere, Quel recipiente di legno dolce che si commette senza chiodi, calettato a denti con cavicchi di legno, nel quale si conserva e trasporta la munizione della polvere sciolta o chiusa nei cartocci o nelle cartucce.
D.  Cassa dei projetti, Quel recipiente simile, nel quale si tengono le granate cariche, le torpiglie, i fuochi lavorati, e simili.
E.  Cassa d'acqua, Gran recipiente fatto di lamiera di ferro nel quale si conserva l'acqua potabile, pura, dolce, e chiara sui bastimenti: meglio che nelle botti, dentro alle quali prima si guastava, e inverminiva.
F.  Cassa del biscotto, Recipiente di lamiera foderata di zinco dove il biscotto si conserva asciutto e sano per navigare.
G.  Cassa dei viveri.Recipiente di più maniere nel quale si conservano carni salate ed altre vettovaglie dell'esercito e dell'armata.
H. Cassa dei segnali, Recipiente di legno nel quale sono custodite le banderuole di tutti i tagli e colori, e insieme le sagole, le pasteche, e il libretto dei segnali, con che i bastimenti si parlano tra loro, da lontano.
Cassa, si dice per Fusto che ritiene alcuna cosa: onde la Crusca: « Quella parte di legno dove entra la canna dell'archibuso.»
A.  Cassa del fucile, Quel fusto di legno noce che ritiene a sesto la canna del fucile in modo da poterlo acconciamente maneggiare. In principio era un ceppaccio rozzo che si appoggiava sur una forcella, e si allumava coll' esca o col miccio. Oggidì ridotta a tanta facilità di maneggio ed eleganza di forme sarà anche facilmente descritta mettendo per ordine i nomi delle sue parti, le cui definizioni saranno ai luoghi loro. Il Fusto della cassa; l'Incassatura per la canna, per la codetta, pel tiratore, per la piastra, per la cartella, pel percussore, pel cane, pel ponticello, per la fascetta, pel bocchino; Calcio, Tallone, Maglietta; Curva e Guancia del calcio; Nocca e Impugnatura: Guardamano, Scudo,Ponticello; Arco, Piede, Dente e Viti del ponticello: Grilletto col suo spacco e perno. Fascetta prima, seconda e terza, cioè Cappuccina, Mezzana, e Bocchino; Molla, Dente, Imbuto, Canale, Sbacchettatura. La seconda maglietta, e il Cintolone.
B.  Cassa della carabina.Lo stesso che la cassa del fucile, e così delle altre armi da fuoco portatili, salvo le misure proporzionali alla canna.
C.  Cassa della pistola, Simile a quella del fucile cortissima, e il calcio non ha né tallone né guancia: ma termina all'impugnatura guernita di coccia.
D.  Cassa della rivoltella, Simile alla precedente: più il rocchetto, il rocchio, la spina, l'incassatura delle camere girevoli, e del percussore.
E.  Cassa del cannone. — v.Affusto.
F.  Cassa del mortajo. — v.Ceppo.

Cassajo.Colui che per mestiero fa le casse degli schioppi, delle pistole, delle artiglierie, dei carri, e simili.
Cassare, 2° Cassare i soldati, Levargli dal ruolo, Mandarli via, e sempre sottintesa l'ignominia in questa voce: perciò diversa dal Congedare e dal Licenziare. — Massima ignominia l'esser cassato, minore esser degradato, minima destituito, — I Romani, parlando dei Congedati, aggiungevano sempre: Honesta missione.
Casgaro. s. m. Manuzzi.v.Cassero.
Cassato. Manuzzi. add.da Cassare.
Cassatura, s. f. Manuzzi. V effetto del Cassare.
Cassazióne, s. f. Crusca: « Il Cassare. » L'a-zione del Cassare.
Casserétto. 2°Piccolo mastio, di muro o di legno, sopra alcuna rocca, o torre.
Casserétto di poppa, Quel palchetto leggiero costruito alla estremità della poppa per coprire alcuna camera di alloggio, o di armeria, secondo la qualità del bastiménto; e insieme per far piazza alta di scoperta e di comando. Talvolta al di sopra dell'istesso Cassero.

Cassero
 Questa voce ha tre significati nel vocabolario, che appresso metto distinti co' loro numeri. Prima noterò che la radice di questa voce è araba Kassàr, Castello. Ma né questa, né altre locuzioni di lingue straniere sarebbero state tanto solennemente ricevute dagl'avi nostri, se non si fossero in qualche modo trovate corrispondere anche alle nostre radicali nello stesso significato. Cassero venne alle orecchie de' nostri antichi come incassatura impalcata sul ponte dei bastimenti, o sulla cima delle rocche: e la desinenza sdrucciola, tanto cara ai Toscani nelle pianore e nelle campora, dette il passo alla parola nei tre significati seguenti, ricevuti pure alla Crusca.
Cassero.« Ricinto di mura » Come dire Quella parte di una rocca che era la più alta e la più forte, che dominava tutte le altre, e non era dominata da alcuna, e che nel medio evo si faceva di legname impalcato. In molte delle nostre città antiche dura tuttavia il nome del Cassero per le strade, piazze, e famiglie che l'hanno posseduto. Ma ora, nelle fortezze, dicesi Mastio.

Cassetta
 Piccola cassa, in tutti i cinque significati di questa voce, come sopra: e di più i seguenti particolari.
Cassetta.Quella parte del carro militare dove siede il conduttore, che guida i cavalli del timone.
Cassetta.Quel ordigno chiuso con varii artifici, per mezzo del quale si dà fuoco misurato alla mina, o alla torpiglia.
Cassetta.Quel piccolo cofano, con due stanghette che si acconcia sulla cassa del pezzo, e serve a trasportare in campagna i cartocci delle cariche.
Cassetta delle granate.Quel recipiente di legno dolce, senza chiodi, e manico di corda, che serve a bordo specialmente per custodire e trasportare le granate cariche, al fine di sottrarle al pericolo di esplosione fortuita.
Cassetta del calafato.Quella specie di scagnetto, come sgabello, tutto chiuso, meno un pertugio da cacciarvi dentro la mano, dove il calafata
tiene i suoi attrezzi, e pur vi siede o vi monta, quando lavora.
Cassetta del torpediniere, dove stano gli attrezzi minuti, capsule, conduttori, cacciavite, calotte, e simili.

Casside
Quella specie di elmo antico, senza visiera mobile, che usavano Greci e Romani, fanti e cavalli.

Cesso
La parte concava del petto circondate dalle coste
2° Indi il vuoto interno della Lorica, come usò il Salvini nell’Illiade.

Cassone
Cassone. Term. mil.Quel carro coperto a quattro ruote, col quale si trasportano le munizioni, massime dell'artiglieria. Le sue parti già dette alla voce Carro.
Cassone delle pavesate.v.Canale e Pavesata.

Castagna
 2° Castagne, fig.Quei tacchetti o denti che, fatti a similitudine della castagna, si mettono in risalto per ritenere checchessia, specialmente nelle macchine. Onde la castagna dell'Argano dicesi quel dente che non gli impedisce di andare avanti, si bene di sfuggire indietro.
Castagna.Qualunque scontro di legno o metallo che nel moto rotatorio di alcuna macchina, senza opporsi al progresso, si oppone e impedisce il regresso.

Castagnola
 4° Castagnola.Quel involto di polvere pirica, legato stretto, cui si dà fuoco misurato perché scoppi in occasione di gazzarra.

Castellano
Anticamente si diceva per Signore e Padrone feudale di castello.
Castellano, in ogni tempo. Governator di castello. Titolo che specialmente si dava, si dà, e si potrà dare anche appresso a ciascuno di quelli Ufficiali generali che comandano in alcuna fortezza principale di metropoli: così il Castellano di Castel Santangelo in Roma, o della fortezza Dabbasso in Firenze, o del Castelnovo in Napoli. Titolo per antichità e per distinzione più conveniente e rispettabile che non il comunissimo di Comandante.

Castellare
Castello rovinato, come Casolare da Casa. Castello cadente, o abbandonato.

Castellina
Castello piccolo e debole, ma gentile e sui monti. Ve n'ha parecchi in Toscana di questo nome: e presso alla Castellina del Chianti il Sangallo e il Martini pensarono i primi principi della moderna architettura militare, che fu poscia portata dagli Italiani in tutti i paesi.

Castello
« Mucchio e quantità di case, circondate da mura. » Dicesi in più sensi.
A.  Castello. Term. di fortif.Terra murata e fortificata, dove dimoravano gli antichi baroni in mezzo ai loro vassalli.
B.  Castello.Ciascuno di quei ridotti più forti e più alti che si mettevano per guardia alle linee di circonvallazione negli assedi.
C.  Castello, altresì La maggiore tra le torri volanti di assalto: di che alla voce Torre.
D.  Castello.La principal fortezza di una metropoli: come si dice a Roma, a Milano., ed a Napoli.

Castiglione
Castello grosso, nel senso di Terra murata.

Castrense,« Attenente al campo e alla milizia. » Onde
Corona castrense, Quella che si dava al valoroso, quando pel primo entrasse nel campo nemico.
Beni castrensi, Quel peculio che il figlio di famiglia acquistava nella milizia, indipendente dal patrimonio, di che poteva disporre per testamento.

Castro
Voce latina antica. Lo stesso che Castello.
Castro pretorio, Celebre accampamento e caserma in Roma, all'estremità orientale della città, dove erano raccolte le milizie pretoriane.

Catafratta
« Corsaletto o Giaco. «Armatura difensiva di piastra per coprire tutta la persona, così di cavaliero, come di fante nella milizia antica.
Catafratta.La barda di piastra da coprire il cavallo di guerra.
Catafratta.La corazza di ferro con che gli antichi pur difendevano il corpo delle navi, come ho dimostrato al proposito delle Navi romane.

Catafratta
Difeso, coperto, armato di catafratta, o di Corazza in piastra. Onde Cavaliero catafratto, vale.Cavallarmato ; e Nave catafratta, vale.Bastimento corazzato.

Catapano
». m. Fanfani, Giordani.Titolo che i Bizantini davano ai governatori delle città italiane, da loro mandati.

Catapecchia
« Luogo salvatico, sterile, rimoto. » Castelluccio rovinaticcio in monte.

Catapulta
« Macchina antica, murale e da campo, per trarre una o più grosse, saette. » Operava per forza elastica di corde e nervi, torti e tesi coll'arganello, sur un telajo. Si metteva sulle muraglie e sulle navi, o si portava a campo di fronte o di fianco per offesa e difesa, come le moderne artiglierie.

Catasta
Cataste, si chiamano nelle fortezze, Quei mucchi di projetti, palle, bombe, granate, torpedini, e simili, che si tengono tutti spartiti e pronti al servizio. Danno bellissima vista intorno alle piazze, o sulle batterie, quando siano ben disposti a piramide, o a prisma; e tutto il ferro spalmato e lucido di catrame e ceretta.

Catena
 g.  Catena della spada.Quella trecciuola di filo metallico, pendente dal pomo o dalla croce degli antichi spadoni, nella quale il cavaliere passava il pugno per non perdere la spada, quando voleva metter mano alla mazzaferrata, al pugnale, o ad altra arme spedita. Oggi si usa di cordonetto o di gallone, o di passamano; e dicono Dragona.
h. Catena di onore.Quella specie di collana, o monile, che in premio di segnalate opere o imprese ricevevano dai sovrani o dai generali i valorosi, e portavanla pendente sul petto con medaglioni, o altre insegne cavalleresche.
e. Catena di fortini, Quella serie di opere fortificate che si riguardano e comunicano le une colle altre per difendere il campo o la frontiera, e per tener soggetto o guardato tutto il paese.
d. Catena di bersaglieri, Quella serie di soldati leggeri, che ad un cenno del comandante si spiegano sopra una linea a giusta distanza gli uni dagli altri, volendo occupare la maggior estensione, senza perdere il vantaggio di potersi vedere, ajutare riunire gli uni cogli altri, quando bisogna. — Il cordone è serie più fitta e grossa della catena.

Caterva
« Moltitudine. » Corpo di esercito e ordinanza di battaglia di quei popoli
che i Latini chiamavano Barbari. Secondo Vegezio, seimila uomini, serrati insieme, senza intervalli né distanze.

Catrame
« Specie di ragia nera prodotta da alberi, e che se ne imbrattano i cavi per difenderli dall'acqua. » Sostanza resinosa che cola dal tronco, e rami, di alcuni alberi della specie del pino; sia per arte di incisione fatta al pedale, sia per violenza di fuoco sopra i tronchi alla fornacella. Migliore è quello che cola spontaneo. La pece è solida e si usa più a spalmare il legno: il Catrame è liquido, e più si usa a spalmar le corde, dopo di averlo riscaldato e mescolatovi, secondo le occorrenze, olio di pesce, polvere di carbone, e sevo. Mescolato colla cera serve a spalmare il ferro contro la ruggine, specialmente le palle di artiglieria, che pigliano bellissimo colore morato e lucido. Si usa pure nei fuochi artificiali, nelle macchine incendiarie, in molti argomenti di offesa e difesa.
Catrame vegetale, diciamo Quello cavato dagli alberi.
Catrame fossile.Quello che si trae dalle miniere, massime dalle carbonifere: ma non torna utile: brucia i canapi.

Catricola
Palizzata esterna innanzi alle rocche.

Cattano
Castellano, Signor di castello. Titolo feudale, sincopato da Castellano, e valeva pur da meno di ogni altro titolo feudale.

Cava
Cava.Passaggio sotterraneo che gli antichi facevano per condursi copertamente fin dentro alla piazza nemica; o almeno per iscalzare le muraglie che volevano atterrare. In questo caso puntellavano i muri sino alla fine del lavoro : terminato il quale, bruciavano o tiravano giù i puntelli, ed il muro rovinava. Metodo durato sino alla fine del xv; precursore delle Mine e delle Breccie.

Cavaborra
Specie di succhiellone a doppia spirale, di forme grossolane, per trar fuori i toppagli più rozzi delle artiglierie: indi Sborrare.

Cavafieno
Comune nel XVI. Specie di succhiellone atto a cavare i toppagli di strame dalle artiglierie.

Cavaliere
Gentiluomo provato nell'armi, e investito della dignità di nobile soldato. Portavano sproni d'oro, elsa dorata, pennoncello particolare, stemma riconosciuto, e primi nella guerra seguivano il Duce supremo.
a.  Cavaliere errante, Quegli che si metteva in giro pel mondo, cercando avventure, come dico alla voce Errante.
b.  Cavalier di corredo.Investito in forma ed occasione solenne, e specialmente deputato ad accompagnare il Principe.
Cavaliere.Gentiluomo ascritto ad alcun Ordine, come era dei Templari, degli Spedalieri, dei Mauriziani, degli Stefaneschi, e simili. Erano spartiti in Lingue, Provincie, Conventi, e Commende; sotto un capo supremo, detto Grammaestro, e altri dignitari chiamati Bali, Priori, Grancroci, e Commendatori: e avevano sotto di sé Scudieri, Donzelli, Serventi, Decani, Pilieri, Caravanisti, Fiarnaldi.
Cavaliere.Si dice, come termine generico, per Titolo di nobiltà. In questo senso comprende Baroncelli, Banderesi, Caporioni, Cattani, Valvassori, Vidami, Castellani, Connestabili, Domicelli, Visconti, Conti. Marchesi, Duchi, Principi, e fino i Sovrani. Pel loro seguito, — v.Donzello e Araldo.
Cavaliere, dicesi oggidì per Titolo di onore conferito dai Sovrani ai benemeriti, così nell'ordine militare, che nel civile, senza altro vantaggio che il titolo, la nobiltà personale, e il distintivo d'una croce sul petto.
Cavaliere. Crusca: «Colui che cavalca, Cavalcatore. » In questo senso vale per qualsivoglia soldato a cavallo.

Cavaliere, s. m. Term. fortif.Quella eminenza di terra o di muro, che si mette talvolta sui baluardi, per dominar meglio la campagna e le altre parti della fortezza.
Cavaliere di difesa.Quella eminenza che si mette per traverso nei luoghi più esposti ad essere imboccati, per impedire l'infilata.
Cavaliere di Trincera.Quella eminenza di terreno che si leva su per meglio assicurare le trincere, e discoprire le opere della piazza assediata. Ne parla fin Cesare ne' Comm., e poi il Della Rovere, il Savorgnano, e tutti i nostri.
Cavaliere a cavallo.Quell'opera di fortificazione che si addossa alla cortina con doppio scopo: per difendere il fosso, dalle piazze basse; e per battere la campagna, dalle alte.
A Cavaliere, modo avv.detto di cosa o di persona, vale. Che è collocata al di sopra, e che domina la piaggia e la gente sottoposta, o circostante. La collina è a cavaliere sulla vallata; e un corpo di soldati a cavaliere del fiume, quando signoreggia ambedue le ripe.

Cavallarmato
Soldato a cavallo di grave armatura, come usava una volta, coperto di tutte le armi la persona, e con tutte le bardature di piastra e maglia. — Oggi potrà valere per Cavalleria di corazzieri, e simili che usano cavalli grossi, selle pesanti, armi lunghe di offesa e difesa.

Cavallata
« Spezie di milizia antica a cavallo. » Banda di gente del contado, diversa dalle Bande di uomini d'arme.

Cavalleggiere
« Soldato a cavallo, armato alla leggiera. » Al principio del XVI non guari differiva dall'Uomo d'arme: ma abbandonate a poco a poco le pezze di piastra, si ridussero come ora sono con cavallini snelli e veloci, selle leggiere, corredo spiccio, armi corte: moschetti, rivoltelle, spadoncini, e talvolta la picca.

Cavalleria
La Milizia a cavallo, che ora si compone di reggimenti, squadroni, compagnie, drappelli, sezioni, e soldati ; e si distingue in grave e leggiera, che diciamo Cavallarmati, e Cavalleggieri.
Cavalleria, altresì, Grado e dignità di cavaliere.

Cavallerizza
 Luogo destinato all'esercizio dei cavalli.
2° Arte di maneggiare i cavalli, e di addestrare sovr'essi i cavalieri al maneggio. Vien da Cavallo e da Lizza.

Cavallerizzo
 « Colui che ammaestra ed esercita i cavalli ed i cavalieri al maneggio. » Ufficiale istruttore nei reggimenti di cavalleria.

Cavalletto
 2° Cavalletto. Crusca.Ogni strumento da sostenere pesi, che sia fatto con qualche similitudine di cavallo: che abbia pali ritti, somiglianti a gambe; e sopravi una stanga distesa orizzontale, come la groppa del cavallo,per sostenere checchessia postovi di traverso.
Cavalletto da ponte, Ciascuno di que' sostegni che hanno a reggere tutta l'armatura e la spianata dei ponti volanti di guerra.
Cavalletto di tetto, Quella travata obbliqua, che posa sui muri per sostenere il traversone maestro e tutta la impalcatura del tetto.
Cavalletto di artiglieria, Quel trespolo sul quale si incavalcavano anticamente le artiglierie minute per maneggiarle, invece di ceppo e di affusto. Oggi si usa per le Racchette.

Cavallo
 2° Cavallo e parti principali del corpo, secondo il bisogno di nominarle ai Soldati ed agli Scrittori : Testa, Orecchie, Nuca, Ciuffo, Fronte, Fossette, Occhi, Tempia, Ganascie, Stanghette, Guancie, Naso, Frogi, Bocca; Labbro anteriore e posteriore: Denti incivisi, scaglioni, mascellari, quadrati, mezzani, fagiuoli, Lingua, Mento, Barbozza, Collo, Criniera, Gola, Petto e sua punta, Cignatura, Spalle, Braccio, Gomito, Ginocchio, Stinco, Tendine, Nodello, Sperone, Fiocco, Pasturale ; Unghione, Corona, Punta del piede, Quarti, Fallone, Fettone, Suola, Zoccolo: Dorso, Groppa, Reni, Coste, Argnoni; Fianchi, Ventre, Anche, Coda ; Fusto della coda ; Natiche e Punte ; Ano, Scroto, Fodero, Verga, Cosce, Grassella, Gambe, Garretto, Piede, Unghione, Corona, Suola, e Punta del piede. Tutto diviso in tre parti principali dai cavallerizzi, cioè: Incollatura, Deretano e Corpo.
Il cavallo, secondo i colori del pelame, o sia del mantello, si dice: Bianco, Leardo, Porcellana, Isabella, Bajo, Castagno, Falbo, Topino, Storno, Grigio, Rovano, Testadimoro, Sauro, Morello. Le varietà di siffatti mantelli si esprimono con aggiunti appropriati a ciascuno, secondo il colore, Argentino, Chiaro, Ubero, Pallido, Lavato, Cervato, Rabicano, Moscato, Pomellato, Rotato, Pezzato, Chiazzato, Dorato, Focato, Bruciato, Sudicio, Fàlago, Scuro.
Il cavallo, secondo alcuni segni individuali si dice: Sfacciato, Stellato, Intiero, Castrato, Cortaldo, Codimozzo, Codilungo, Codilargo, Scodato, Calzato, Balzano travato o trastravato, Chiomante, e Comèta.
Il cavallo, secondo sue razze, dicesi: Arabo, veloce, paziente, piccoletto, snello: Romano, di gran corpo, inquartato, brioso: Inglese, lungo, corridore, di poca lena: Frisone, grosso, forte, pesante, da gran tiro: Sardo o Barbaresco, piccolissimo, ardente, da morire nella fatica.
Il cavallo, e i suoi pregi: Agile, Leggiero, Forte, Mansueto, Generoso, Sofferente, Vivace, Sciolto, Velocipide, Ubbidiente, Paziente, Cheto.
II cavallo, e i suoi difetti: Ritroso, Restio, Ombroso, Stallio, Indomito, Bocchiduro, Sboccato, Calcitroso, Rampino, Cagnuolo, Arrembato, Inchiodato, Incastellato, Alluppato, Inguidalescato, Sfiancato, Sellato, Sgroppato, Spallato, Bolso; Malato di moccio, di stranguglioni, di malpizzone, di guidaleschi, di chiovardo, di capostorno.
Il cavallo, nell'andare, ha il Passo, l'Ambio, il Trapasso, il Passeggio, il Raddoppio, il Portante, il Trotto, il Galoppo, la Scappata, la Ballottata, la Corvetta, il Salto, il Saltarizzo; Aombra, Scalpita, Nitrisce, Spranga, Spalleggia, Impenna, Precipita, Incaponisce, Incarognisce, Muore.
Il cavallo, secondo gli usi, si dice: Da tiro, Da sella, Da corso, Da viaggio, Da soma, Da basto, Di ricambio, Di rispetto, Di trapelo, Di bilancino, Da razza, Da fazione, Da traversone.
10° Il cavallo nel maneggio si Addestra, si Scozzona, si Doma, si Ferra, s'Infrena, si Imbriglia, si Barda, si Sella. Si Sale, si Scende, si Dismonta da cavallo; si Rimonta a cavallo: gli si Dà o Lascia la briglia o la mano; gli si Dà di sprone o di sferza. Si Attacca alla cassa, al carretto, al cassone del treno o dell'artiglieria: si Governa, si Forbisce, si Netta, si Striglia, si Cura al travaglio, si Strameggia, si Aderba, si Abbiada, si Abbevera; gli si dà la Profenda, si Rimena alla scuderia, si Conduce a mano, si Inforca a bisdosso; si Manda o si Ammette alla giumenta; si Vende all'incanto per la riforma.
11° Il cavallo, quanto a velocità massima, può correre col suo cavaliero al gran galoppo quindici minuti, e percorrere lo spazio di dieci chilometri. Da sella o da tiro al gran trotto può durare sessanta minuti, e percorrere lo spazio di quindici chilometri: a piccolo trotto può durare cinque ore, e percorrere da trenta e più chilometri.
12° II cavallo, piglia secondo le sue qualità, diversi nomi, i quali non si vogliono confondere, perché non sono sinonimi; ma distinguere, come segue:
a. Palafreno.Cavallo grosso, nobile, ben portante di grandi e belle forme, da poppa e da comparsa per grandi personaggi, e principi.
b. Chinèa.Cavallo ambiante e di portamento nobile, di color chiaro, per alcun personaggio, circondato da gente a pie'.
c. Destriero.Cavallo di battaglia, addestrato al maneggio di gran cavaliero; e anticamente coperto di piastra e maglia.
d.  Corsiero.Cavallo di corsa, proprio di cavaliero armato alla leggiera; agile, snello, di gran nervo, e di gran velocità, e pronto ai salti.
eCorridore.Cavallo sciolto, agile, snello, leggiero, di gran possa, per valletti, donzelli, e scudieri.
f.  Giannetto.Cavallo piccolo, da cavalleggeri e da saccomanni.
g. Ronzino.Umile cavallo da sella, destinato a viaggi di vettura pei servitori.
h. Alfano.Cavalcatura grossa, magra, e tarda, che nel peggiorativo dìcesi Buscalfana.
i. Rózza.Cavallaccio vecchio, e incarognito.
13°  Cavalli che per lo più aveva seco in guerra il cavaliero feudale, l'uomo d'arme, o lancia, erano cinque o sei, così distinti: Cavallo coperto. Capo di lancia, e Petto pel cavaliero: un Giannetto e due Ronzini pei serventi d'arme.
14° Cavallo vuoto.Si suol chiamare quel cavallo di guerra che sellato, imbrigliato, e pronto si suol condurre a mano appresso ai maggiori capitani, perché possano a un bisogno lasciar il cavallo stanco e montare sul fresco.
16° Cavallo grosso.v.Cavallarmato
17° Cavallo leggiero.v.Cavalleggiero.
18° Cavallo coperto.v.Sella, Briglia, e Barda, che sono il corredo del cavallo da sella. — v.Finimento pel tiro : delle quali cose il cavallo è coperto.
19° A Cavallo, modo avv.Dicesi dello stare a cavallo o dell'avervi a stare, o a esserne condotto: Quindi è chiara per sé ogni frase e locuzione, ove entri questo modo avverbiale, pognamo Artiglieria a cavallo, Cacciatori a cavallo, Capitano a cavallo, Archibugieri a cavallo, Cavalieri a cavallo, eccetera; senza moltiplicare articoli da straziare inutilmente il Cavallo.
20° A cavallo!.Comando ai cavalieri di montare a cavallo: e perciò anche Lo Squillo consueto della tromba che esprime il detto comando.

Cavallo di Frisia
si legge nei buoni scrittori di cose militari, nel Montecuccoli, e nel Grassi, per Quella macchina difensiva colla quale si solevano abbarrare le strade e i passi contro gli insulti della cavalleria nemica. La macchina si componeva di una stanga tanto lunga che attraversasse il passo o la strada, tenuta a giusta altezza sopra più piedi ferrati e puntuti, tutti ad angolo retto intorno alla stanga; in guisa che, da qualunque parte si rivolgesse, presentava più file di punte al petto ed alla faccia dei cavalli nemici. Si usava ancora per difesa delle brecce e trincere contro fanti di attacco. Ito in disuso perché non regge a petto dell'artiglieria. Il nome non venne da Groninga, né dal secolo XVI come alcuni suppongono; ma dall' essere sempre stati più grossi e pesanti degli altri i cavalli frisioni, come ho detto al § 5 ; e dalla forma di cavalletto che la macchina aveva. Onde alcuni la chiamarono pur Cavalletto, Tribolo, e Triangolo. Ne parla chiaramente il nostro Nicolò di Jamsilla cronista del secolo xiii, il Muratori nella Dissertazione XXVI delle antichità italiane; e il cap.° Angelucci nei Documenti inediti delle armi in Italia, p. 214. E prima di tutti, a confondere l'arroganza delle teste leggiere, ne han parlato per terra, e per mare, Greci e Romani.

Cavamento
Far Cavamenti.Scavar fossi, trincere, mine, gallerie sotterranee.

Cavapiote
Specie di scaricatoio di artiglierie per tirar fuori toppagli di piote.

Cavare
Cavare e Ricavare, Term. di scherma, dicesi per Ritirare e mutar di luogo la spada, quando pur sia compressa da quella dell'avversario, nel giocar di armi.

Cavaspolette
s. m. Term. artigl.Specie di tanaglia colla quale si addenta, e senza lesione si estrae la spoletta dal bocchino, quando si vogliono scaricare le bombe, le granate, le torpedini, e simili.

Cavesso
s. m.voce turchesca, frequente nella storia dei viaggi, vale.Gendarme: e ve ne sono di due maniere. Quelli di pubblica sicurezza, stipendiati dal governo : e quelli allogati alla porta dei grandi, per sicurezza privata. Portano scimitarra, pistole, cangiarro, e lunga mazza ferrata. Due di costoro, colla lanterna alla mano, quando uscivo dal Patriarcato di Gerusalemme, mi scortavano a casa.

Cavastivali
Arnese di legno dentro cui ficcando il calcagno, e facendo forza di gamba alla punta, ci si leva gli stivali. Arnese di cavalcatori, che ricordo anche per avere il pie' libero da questo esempio agli altri più belli composti.

Cavastoppa
Cavastoppa, Specie di succhio per estrarre i toppagli dalle armi da fuoco.

Cavastracci
« Strumento che s'usa per trarre lo zaffo o simili dall'archibuso.» Strumento a rampino, colla punta spirale di ferro, che si adopera per cavar fuori dalla canna d'ogni arma da fuoco il toppaglio messovi a calcar la carica. I nostri antichi, sin dal trecento, diceanlo Succhio ; i cinquecentisti Caracollo ; i moderni Cavapiote, Cavafieno, Cavaborra, Cavastoppa, secondo la qualità dei toppagli.
2° Sue parti: l'Asta, il Maschio, la Vite, la Testa, gli Arpioncini spirali o spinosi, la Branca a verme, e la Chiocciola per ricevere il maschio della bacchetta o dell'asta.
3° Dicesi Scempio, Quello che ha una sola spirale; Doppio, Quello che ha due o più spirali affrontate tutte sur un piano : e dicesi da Cannone, da Carabina, da pistola e simili, secondo che è proporzionato alle stesse armi.

Cavata
Cavata, Mossa fatta con maestria nello schermire, traendo fuori la spada dalla presa dell'avversario, e rimettendola in posizione vantaggiosa, così di parata che di offesa.

Cazza
« Vaso per Io più di ferro, di cui si servono i chimici nei loro fornelli. » Si usa altresì per Mestola dai fonditori, e i bombardieri dissero Cucchiara. ».

 

 


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