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Spesso da giudici e da avvocati mi vengono richieste informazioni su periti balistici in grado di aiutare chi ha problemi con la giustizia.
Dare questo tipo di informazioni è cosa molto difficile. Un po' come avviene con la medicina, vi sono dei casi che possono essere risolti da un infermiere, alcuni che possono essere affidati al medico della mutua, altri che richiedono il primario o il professore universitario. E non succederebbero tanti guai se ogni perito sapesse esattamente quale è il suo livello di competenza e non andasse oltre. Invece è del tutto normale vedere colonnelli di artiglieria, che non hanno mai visto esplosivi in vita loro, accettare perizie su bombe, esplosivi, materiale pirotecnico, con assoluta ignoranza di causa; è normale trovare ingegneri e geometri che discettano di diritto delle armi, che ottengono perizie importanti e profumatamente pagate, ma i quali dichiarano che un proiettile di piombo è un proiettile di acciaio perforante perché non hanno mai sezionato un proiettile in vita loro. E altrettanto normale è vedere che i giudici affidano perizie che coinvolgono interessi rilevantissimi a certi periti, solo perché un collega gli dice che quello è un perito, senza preoccuparsi di chiedergli quali esperienze specifiche egli abbia, ed a quale livello, e senza informarsi se per caso quel dato perito non abbia già fatto delle figure barbine in tribunale.
Se, come è avvenuto a me nel corso di alcuni decenni, si fossero seguite le vicende di molte perizie su armi ed esplosivi, si resterebbe esterrefatti per il numero di errori giudiziari, talvolta rimediati in appello, talvolta mai rimediati, che sono stati causati da periti incompetenti, spesso al limite della ciarlataneria. Ed alcuni di questi, in certe zone d'Italia, "vanno per la maggiore", come suol dirsi. In genere i difetti che si riscontrano nei cattivi periti, oltre naturalmente alla scarsa conoscenza della materia ed alla improvvisazione, sono:
- il non voler comprendere ed ammettere di essere incompetenti
- l'eccessivo servilismo verso chi li ha nominati ed alle sue tesi
- la predisposizione a voler dare per certo ciò che invece è incerto.
Siccome ai giudici piace avere certezze, perché in giudizio solo la certezza serve, e piace loro (è purtroppo umano) sentirsi dire che hanno ragione, si capisce perché i cattivi periti siano molto ricercati e apprezzati.
Tipico esempio di come un perito non deve comportarsi si è avuto nel caso Marta Russo, in cui inizialmente si sono dati per certi alcuni elementi (traiettoria, posizione di sparo, presenza di residui di sparo, distanza di sparo, tipo di arma, ecc.) quando l'unica risposta che i periti potevano dare era, e doveva essere, "io non sono in grado di rispondere con certezza ai quesiti". La scienza può essere esatta solo se lavora su dati di fatto certi; altrimenti si possono solo fare ipotesi; ed anche le ipotesi devono essere esposte con precisione scientifica. Si prenda ad esempio il caso tipico di un proiettile che presenta una rigatura corrispondente a quella di una data pistola, ad es. Beretta mod. 72. Il perito, in assenza di altri elementi, sbaglierebbe se affermasse che l'arma del delitto è una Beretta 72; egli può solo affermare che il proiettile è stato sparato, in un certo momento, da una canna avente caratteristiche di rigatura eguali a quelle delle canne montate sulla Beretta 72. Ma egli non può certo escludere altre ipotesi, sia pure poco probabili, come, ad es., che vi sia un'arma che usa la stessa rigatura, che la canna sia stata elaborata e montata su altra arma, oppure che il proiettile sia stato sparato da una carabina avente analoga rigatura o che il proiettile sparato da una Beretta 72 sia stato recuperato e nuovamente sparato, con artifici vari, in un fucile ad anima liscia. E' il giudice che poi, sulla base degli altri elementi a lui noti, dovrà dire se il 98% di probabilità ritenuto dal perito, diventa per lui una certezza.
Detto questo, chiarisco subito che qui non tratto dei tanti periti che lavorano in tutt'Italia nei Tribunali in perizie di routine, alcuni dei quali molto preparati e che non finiscono nelle cronache dei grandi processi proprio perché sono coscienziosi e rimangono nei loro limiti. Anzi, sicuramente bisogna diffidare di quei periti che sono ogni settimana in televisione o sui giornali perché è sicuro che tengono più alla loro immagine che alla verità.
Vedrò invece di dare alcune indicazioni su coloro che possono essere considerati dei "primari", per unanime consenso dell'ambiente stesso dei periti e che, per essere noti, possono anche essere valutati.
La mia indicazione è fatta a titolo puramente personale e non vuole essere esaustiva; è ben possibile che mi sia dimenticato qualcuno che pur meritava di essere ricordato, così come è ben possibile che qualcuno, che si considera il migliore e non contestabile (tipico segno di incipiente paranoia!), non compaia a causa di sue inescusabili cantonate!
In primo luogo ritengo doveroso elencare quei pochi specialisti che hanno conseguito un titolo ufficiale internazionale e che dànno quindi garanzia di preparazione.
Questo diploma internazionale di specializzazione in Firearms Examination è rilasciato della Forensic Science Society inglese, ed è convalidato dall'Università della Strathclyde. Detto diploma ha una validità quinquennale e per il suo rinnovo è necessario dimostrare l'attività svolta nel corso degli ultimi cinque anni; attualmente pare che la Società sia un po' decaduta, l'esame è divenuto facile, ma comunque dà pur sempre un garanzia che non si si è di fronte ad un perito improvvisato.
In Italia fra costoro segnalo (l'ordine è puramente casuale; in parentesi i settori in cui il perito è ritenuto essere più preparato):
Compagnini Domenico, domenico.compagnini@gmail.com di Catania (riconosciuto specialista a livello europeo nelle comparazioni balistiche. Morto il 21 dicembre 2020);
Zernar Ezio, ezio.zernar@ciaoweb.it di Venezia (balistica e residui di sparo);
Farneti Martino, martifar@tin.it di Roma (balistica);
Schiavi Romano, romschi@tin.it di Brescia (balistica, esplosivi, bombe, ordigni);
Morin Marco, mmvefors2@alice.it di Venezia (balistica e residui di sparo, oplologia; fondatore del centro investigazioni scientifiche di Venezia). Morto il 24 giugno 2020.
Egualmente validi possono considerarsi i periti:
Corrado Cipolla d'Abruzzo, corradocipolladabruzzo@gmail.com , docente alla Università di Chieti, specialista in medicina legale, patologo forense, esperto balistico e in antropometria. E' fra i più esperti medici legali italiani.
Felice Nunziata, trebiconlab@inwind.it di Castello di Palma Campania (NA); comparazioni, residui di sparo, esplosivi, ecc. E' laureato in fisica ed ha perciò un'ottima preparazione scientifica e matematica.
Gentile Claudio, gentile@unime.it Università di Messina (balistica, residui di sparo, esplosivi)
Benedetti Pietro, zemira.benedetti@alice.it di Brescia, presso il Banco di Prova (balistica)
Strada Luigi, l.strada@medicinalegale.uniba.it di Bari, Università - Medicina Legale (balistica)
Francesco Vinci, f.vinci@medicinalegale.uniba.it
Torre Carlo, carlo.torre@unito.it di Torino - Università - Medicina Legale (residui di sparo). Morto il 13 dicembre 2015.
Per conoscenza personale segnalo alcuni periti che ho riscontrato competenti e coscienziosi:
Cremasco Mario di Asti, da tempo consulente di tribunali piemontesi (oplologia in genere, balistica)
Guccia Gianfranco di Palermo, gianfrancoguccia@libero.it (oplologia in genere, balistica, meccanica)
Balzi Vittorio di Viareggio, vittoriobalzi@yahoo.it (oplologia in genere, balistica, meccanica delle armi, incidenti venatori).
Luca Soldati di Milano, luca.soldati@libero.it , architetto, redattore di TAC Armi; si occupa di residui di sparo e di esplosivistica.
Matteo Donghi, Ten. Col dei Carabinieri, dirigente della Sezione Balistica del RIS CC di Parma, esperto particolarmente in comparazioni balistiche e residui di sparo. Non fa consulenze per privati.
Emanuele Paniz, di Belluno, stret@libero.it , già in servizio presso Sezione Balistica del RIS CC di Messina e Parma, esperto particolarmente in comparazioni balistiche. Ora è divenuto il direttore del Banco di Prova.
Ing. Cristian Bettin di Padova, cristian@cris-technologies.com esperto in residui di sparo, balistica e munizioni.
Marco Romeo, marco.b.romeo@gmail.com , presso RIS di Messina; esperto in residui di sparo e microscopia elettronica. Non lavora per privati.
Ing. Alessio Plebe, aplebe@unime.it, di Catania, associato ad Università di Messina, esperto in elettronica e in particolare nell’elaborazione di immagini, robotica, reti neurali artificiali, modelli di visione artificiale. Specializzato nell'analisi di immagini e filmati per raffronto antropometrici, visualizzazioni di traiettorie, ecc.
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Nella scelta del perito si deve tener presente che alcune perizie, come la ricerca di residui di sparo e la comparazione di proiettili, non possono essere fatte senza adeguata strumentazione e senza adeguata competenza nel suo uso. Il giudice dovrà poi tener presente che i periti che lavorano nei laboratori delle forze di polizia o presso procure della repubblica, possono essere inclini a propendere per le tesi dell'accusa, non in mala fede, ma per una inconscia e umana deformazione professionale o perchè influenzati da superiori meno indipendenti di loro.
Per coloro che volessero vedere quanto sono poco affidabili certi periti rinvio ad una sentenza del Tribunale di Catania e ad una del tribunale di Arezzo http://www.earmi.it/varie/periti3.htm
Per una ampia analisi della situazione delle scienze forensi rinvio al mio articolo dedicato ad esse. Si veda anhe il mio ampio studio sulla prova penale.
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