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Questo è un bell’esempio di incapacità e stupidità di politici e burocrati.
Nella Valpadana è grave ed urgente il problema delle nutrie che stanno traforando tutti gli argini peggio del formaggio Emmental.
A risolvere il problema ci aveva già provato il Parlamento con il DL 24-6-2014 n. 91, convertito con la legge 11 agosto 2014, n. 116, il cui all’articolo 12 bis stabiliva che le nutrie sono equiparate ai topi e non rientrano fra la selvaggina. Il giurista da strapazzo (parola antica, ora usata perché fa rima con parole più moderne) che ha scritto la norma, pensava che con essa chiunque ora potesse prendere il fucile e andare a sterminare le nutrie le quali si mangiano i nostri argini dei fiumi, in ciò simili ai politici che invece ci hanno mangiato durante la loro costruzione e manutenzione. Il dire che non rientrano fra la selvaggina non risolve affatto il problema perché per ucciderle occorre comunque un’attività all'aperto che non si può distinguere da quella venatoria; quindi rimangono ferme le norme venatorie. Per portare un fucile carico durante i giorni di caccia occorre la licenza di caccia, occorre rispettare i tempi di caccia, occorre usare armi da caccia e così via.
Di ciò si è accorto qualcuno della regione Lombardia ha chiesto ai propri politici di provvedere. Questi, con la Legge Regionale 4 dicembre 2014, n. 32, Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 7 ottobre 2002, n. 20, all’articolo 3, hanno stabilito:
(Metodologie di eradicazione)
1. L'eradicazione delle nutrie avviene secondo le modalità disciplinate dai piani provinciali di contenimento ed eradicazione di cui all'articolo 2, comma 2, in ogni periodo dell'anno, su tutto il territorio regionale, anche quello vietato alla caccia, con i seguenti metodi di controllo selettivo:
a) armi comuni da sparo;
b) armi da lancio individuali;
c) gassificazione controllata;
d) sterilizzazione controllata;
e) trappolaggio con successivo abbattimento dell'animale con narcotici, armi ad aria compressa o armi comuni da sparo;
f) metodi e strumenti scientifici, messi a disposizione dalla comunità scientifica;
g) ogni altro sistema di controllo selettivo individuato dalla Regione e validato dall'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) o dal Centro di referenza nazionale per il benessere animale.
2. Le province, d'intesa con i sindaci dei comuni interessati, nel rispetto delle leggi e delle norme di pubblica sicurezza e sanitarie, con adeguato coordinamento e formazione di base dei partecipanti, autorizzano all'abbattimento diretto degli animali, avvalendosi dei metodi di cui al comma 1, la polizia municipale e provinciale, gli agenti venatori volontari, le guardie giurate, gli operatori della vigilanza idraulica, i cacciatori e i proprietari o conduttori dei fondi agricoli in possesso, ove previsto dalla normativa vigente, di porto d'armi ad uso venatorio o ad uso sportivo e con copertura assicurativa in corso.
Fermo restando che se l’abbattimento viene svolto da agenti di p.s. o da guardie giurate autorizzate dalla regione o dalla provincia a fare ciò (tutta gente che per operare pretende compensi e straordinari, grasdite ma non conformi a criteri di risparmio dei soldi pubblici), la norma può essere applicata, chi l’ha scritta proprio non aveva sufficienti nozioni in materia venatoria. Ed invero:
- Un privato anche se in possesso di licenza di caccia non può abbattere le nutrie se non nei tempi di luoghi e modi consentiti dalla legge venatoria; a parte ogni altra considerazione come fa un cacciatore che scende dalla macchina col fucile in spalla a dimostrare che sta andando a sparare alle nutrie e non ai fagiani? E come può fare una caccia sensata se non può usare un’arma in calibro 22?
- Un privato non potrà mai usare trappole perché di esse il nostro saggio legislatore, ha vietato persino la detenzione mentre in altri paesi, dove pure amano gli animali quanto la Brambilla, sono invece di libero impiego. O pensano che una nutria entri in una trappola per topi? E se nella trappola, asmmesso che si potesse usare, ci rimane una lepre, chi lo salva il trappolatore dalle guardie dell'ENPA?
- Chi ha la licenza di tiro a volo e si fa acchiappare in atteggiamento di caccia senza una nutria chiaramente davanti al mirino, rischia una condanna e di perdere la licenza.
- Non mi è ben chiaro che cosa siano le armi da lancio individuali le quali evidentemente si contrappongono ad armi da lancio collettive! Forse volevano distinguere quelle individuali da catapulte, trabucchi, onagri, magari utili per combattere la nutria, ma temute armi da guerra. Armi da lancio individuali dovrebbero essere quindi l’arco, la balestra, la fionda e, per qualche aborigeno australiano residente in Lombardia, il boomerang e il propulsore. Ma per usare l’arco ci vuole la licenza di caccia e la balestra è vietata come il calibro 22
Sembra proprio che la norma riesca solamente ad autorizzare i proprietari e conduttore di fondi agricoli (e perché mai non ogni cittadino che desidera bonificare il territorio?) a cacciare le nutrie con le fionde.
- Si noti la profonda cultura di chi ha scritto la norma e vuole trasformare le nutrie in gas (gassificazione)! Uccidere con il gas si definisce come gasificazione, parola che dovrebbe conoscere chiunque abbia letto qualche cosa sull'Olocausto. Se Hitler avesse gassificato gli Ebrei, avrebbe trasformato l'atmosfera sulla Germania!
Viene da chiedersi: ma in un paese dove non si riesce a combattere la nutria e altri animali dannosi solo perché in passato degli squinternati hanno scritto delle norme atte a proteggere anche mosche e zanzare (ricordo che in un certo periodo in cui il pensatore era Pecoraro Scanio, si dovette sospendere la lotta alle zanzare nelle risaie), pensiamo davvero di poter combattere altri esseri dannosi che ci mangiano vivi, come mafia, politici, burocrazia e giudici?
(23-12-2014)
email - Edoardo Mori |
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