search |
Home > Diritto > Giurisprudenza > Documento |
back |
composto dai Signori:
Doti. Giuseppe PERILLO Presidente
Doti. Giovanni BIONDO Giudice, estensore
Dott Cecilia CARRERI Giudice
alla pubblica udienza del 12 dicembre 2006, svoltasi con il rito
direttissimo, ha pronunciato la seguente
SENTENZA
nel procedimento a carico di:
**** domiciliato presso l’avv. Lucio Zarantonello del Foro di Vicenza;
imputato
in ordine al reato di cui all'art. 2 L. 895/67 per avere detenuto le armi e le parti di armi da guerra sotto indicate:
1) n. 11 bombe con manico in legno della lunghezza di cm. 35 circa ciascuna;
2) n. 9 bombe, di cui 8 con manico in legno ed 1 senza, della lunghezza di cm. 37 circa ciascuna, con elica metallica direzionale fissata sulla parte superiore;
3) n. 4 cilindri metallici con il congegno di percussione inserito nella parte superiore;
4) n. 1 bomba classicamente definita "ananas";
5) n. 2 cilindri metallici con il congegno di esplosione inserito nella parte superiore, della lunghezza complessiva di cm. 16 circa;
6) n. 2 congegni esplosivi in metallo dorato, della lunghezza di cm. 9 circa;
7) n. 2 caricatori vuoti per mitragliatrice "Fiat", della lunghezza di cm. 16 circa cadauno;
8) n. 1 cilindro metallico entro cui è inserito un supporto in legno con cinque incavi, tre dei quali accolgono n. 3 probabili congegni per l'attivazione di ordigni esplosivi.
A Valdagno il 20.01.2004.
Motivi della decisione
In data 20 gennaio 2004 i Carabinieri della Compagnia di Valdagno hanno proceduto presso l'abitazione di *** alla perquisizione ed al sequestro di materiale ritenuto parti di armi illegalmente detenute, specificato nel relativo verbale. I Carabinieri stessi procedevano all'arresto dello *** per il delitto di cui all'art. 2 legge 895/1967.
Esaminato il materiale in sequestro in sede di consulenza tecnica, il capitano Lorenzo Di Bella, il maresciallo Rocco Pezzano ed il sergente Diego Ambrogio, all'epoca tutti in forza all'8° Battaglione Genio Guastatori " Folgore ", hanno evidenziato che si trattava di materiale originale risalente alla prima guerra mondiale, del tutto inertizzato.
Il maresciallo Rocco Pezzano, attualmente artificiere in forza all'8° Reggimento Guastatori Paracadutisti di stanza in Legnago, riesaminato in dibattimento il materiale in sequestro, ha fornito le seguenti precisazioni. Le bombe a mano a bastone si presentavano internamente del tutto vuote; per il loro funzionamento era necessaria tutta la catena esplosiva, data dalla carica e dal detonatore con funzionamento a strappo; l'involucro si presentava in buon stato di conservazione, pur essendo arrugginito; esaminato in sé, non presentava nulla di diverso da un qualsiasi contenitore, come una lattina, suscettibile di essere corredato della catena esplosiva. Analoghe considerazioni valevano per le bombe a mano a bastone tipo Tevet di fabbricazione francese ed in uso anche alle truppe italiane, naturalmente durante la prima guerra mondiale. Queste ultime erano state verniciate e la spoletta ad elica sistemata. Analogamente, erano stati riverniciati e sistemati gli involucri, anch'essi privi della catena esplosiva, delle bombe a mano P.O. ( petardo offensivo ) utilizzate dalle truppe Italiane durante la prima guerra mondiale; parimenti per le bombe a mano tipo " ananas ".
I due cilindri metallici di sedici centimetri, anch'essi completamente inerti, costituivano verosimilmente prototipi di bombe a mano, possibilmente anche di fabbricazione austriaca. Di tali prototipi non vi era tuttavia traccia nell'archivio ed erano stati pertanto catalogati come semplici tubi.
Altro materiale era costituito da spolette con relativa sicura di un ordigno chiamato Stokes, di fabbricazione austriaca. In questo caso, oltre alla catena esplosiva, mancava anche l'involucro dell'ordigno.
Altro materiale in sequestro era costituito da serbatoi di fucile mitragliatore Fiat, per proiettili calibro 8, calibro non più in uso; le molle dei serbatoi tendevano ad incastrarsi ed in caso di uso avrebbero determinato l'inceppamento dell'arma. L'ultimo reperto era costituito da un contenitore per spolette a percussione di granate, oggetto di fabbricazione italiana.
L'imputato ha dichiarato di essere un " recuperante ", cioè un ricercatore e collezionista di reperti relativi alla prima guerra mondiale, oggetti di vario genere, e non solo parti di armi; i vari reperti, rinvenuti nel corso di quarant’anni sulle montagne del Veneto e del Trentino, erano stati ripuliti, a volte anche riverniciati e stuccati; in alcuni casi, il reperto era formato da parti assemblate rinvenute in luoghi diversi. Taluni reperti o parti di reperti, erano stati acquistati presso una esposizione che si teneva una o due volte l'anno in Milano, esposizione chiamata " Militaria ". Tali oggetti erano stati sistemati in vetrine che occupavano due vani della abitazione.
Ha riferito ancora l'imputato di aver fatto una donazione di milleduecento reperti al Comune di Recoaro, che li aveva esposti in una apposita sala e che aveva curato la stampa di un depliant illustrativo intitolato "La vita del soldato nella Grande Guerra ".
La difesa ha prodotto una serie di fotografie, scattate l’8 giugno 2006, relative alla oggettistica presente nelle vetrinette allestite presso l'abitazione dell'imputato. Il dato che si ricava, è costituito dalla presenza di oggetti del tutto analoghi a quelli sequestrati ( in particolare involucri di bombe a mano con manico ), oggetti che, per ragioni inspiegabili, sono stati lasciati in possesso dell'imputato. Ha prodotto inoltre una copia del depliant illustrativo del Museo Storico di Recoaro; e l'accordo tra il Comune di Recoaro ed il signor *** per la cessione della oggettistica relativa al primo conflitto mondiale.
Ha prodotto ancora alcune fotografie scattate in data 28 maggio 2005, riproducenti merce della esposizione " Militaria ", merce del tutto analoga a quella in sequestro.
La difesa ha infine prodotto copia di consulenza tecnica operata dal cap. Lorenzo Di Bella e dai sottufficiali suoi coadiutori mar. Rocco Pezzano e serg, Diego Ambrogio, su reperti oggetto di sequestro a carico di XXXX; tale consulenza riguarda materiale analogo a quello sequestrato al signor ****, solo che si tratta di materiale molto più copioso. Il giudizio espresso dagli esperti, appare del tutto analogo a quello espresso in relazione al materiale sequestrato al signor ****. Proprio sulla base del parere espresso dagli esperti, il Pubblico Ministero ha chiesto ed il G.i.p. ha disposto l'archiviazione del procedimento a carico di XXXX, con restituzione al medesimo del materiale oggetto del sequestro.
Il difensore ha posto a disposizione del collegio giudicante due precedenti giurisprudenziali. Il primo è costituito da una sentenza pronunciata in data 11 ottobre 1988 dal Tribunale di Vicenza ( nella nota viene richiamato un precedente analogo del Tribunale di Cremona ), con la quale si è ritenuto che non integra il reato di detenzione illegale di parte di bomba il fatto di chi detiene un involucro di bomba a mano tipo " ananas " privo sia della carica esplosiva che della spoletta. Il secondo precedente è costituito da analoga pronuncia assolutoria ( sentenza 6 marzo 2002 del G.i.p. presso il Tribunale di Trento ), relativa a residuati bellici consistenti in contenitori privi della catena esplosiva.
Così accertati i fatti, e richiamate in diritto le pronunzie del Tribunale di Vicenza e del G.i.p. presso il Tribunale di Trento, che il collegio giudicante condivide pienamente, va emessa nei confronti di **** sentenza assolutoria perché il fatto non sussiste. I reperti in sequestro vanno restituiti all'imputato.
P.Q.M.
visto l'art. 530 c.p.p., assolve *** dal reato ascrittogli perché il fatto non
sussiste.
Ordina la restituzione all'imputato di quanto in sequestro.
Vicenza, 12-12-2006
.
NOTA:
Ormai la giurisprudenza ha decisamente capito, con varie ottime sentenze, l'imbecillità tecnica e giuridica di chi, molti periti compresi, si ostina ottusamente ad affermare che un pezzo di ferro vuoto continua ad essere un ordigno militare mortale, solo perché è stato usato in tempi immemorabili dai militari.
Il vero problema resta perciò il motivo per cui un cittadino, benemerito studioso della materia, pacificamente ed ufficialmente noto come detentore di materiale inerte di interesse culturale, possa essere portato via in manette, additato al pubblico come sovversivo detentore di un arsenale, possa essere costretto a pagarsi un avvocato ed a subire un processo, ad opera di un ufficiale dei Carabinieri o totalmente ottuso oppure convinto che i cittadini ci siano solo per consentirgli di gonfiare le statistiche per il Comando Generale.
E credo proprio che nessuno si auguri ufficiali ottusi o in mala fede!
Se la Benemerita (e la è effettivamente) si rendesse conto che il privilegiare le statistiche sulle armi serve solamente ad indurre molto ufficiali ad effettuare inutili e vessatori controlli a carico degli onesti, potrebbe indurli a rivolgere le loro energie ad attività molto meno comode, ma molto più utili per la sicurezza pubblica.
email - Edoardo Mori |
Sitemap: in Italiano | auf Deutsch | in English | |
http://www.earmi.it - Enciclopedia delle armi © 1997 - 2003 |