È stato sottoposto alla Commissione consultiva prima, e al Consiglio di Stato poi, il problema se sia catalogabile come arma comune da sparo uno di quei fucili americani a colpo singolo che sparano cartucce in calibri usualmente utilizzati in mitragliatrici; nel caso di specie in calibro 50 US Browning M2 (12,7x 99).
È un calibro nato nel 1918 ma ancora in uso che spara un proiettile di 46 gr, ad una velocità di 765-890 m/s.
Questi fucili non sono armi da guerra perché la legge sull'armamento del 1990 esclude che siano da guerra le armi non automatiche; rientrano pertanto nella previsione dell'art. 2 L. 110/1975 secondo cui "sono comuni i fucili che pur potendosi prestare all'utilizzazione del munizionamento da guerra, presentino specifiche caratteristiche per l'effettivo impiego per uso di caccia o sportivo."
Il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso contro il rifiuto di catalogazione adottando le motivazioni della Commissione secondo cui un tale fucile non potrebbe avere usi venatori e sportivi in Italia perché in "Italia non si usa sparare a lunga distanza e perché non ci sono poligono abilitati".
Il Ministero aveva anche sostenuto che l'arma era proibita perché poteva sparare anche proiettili perforanti, ma il Consiglio di Stato ha preferito stendere un velo pietoso su questa affermazione (il CdS usando la sola logica è arrivata a capire, meglio degli esperti balistici, che ogni tubo può sparare palle perforanti!).
Il Consiglio di Stato ha però commesso un gravissimo e sconcertante errore logico nell'affermare che in Italia queste armi non possono essere destinate ad uso sportivo .. perché non vengono usate e perché non ci sono poligoni! È cosa lapalissiana che finché l'arma non c'è, non può essere usata, ma la destinabilità di un'arma ad usi sportivi deve essere valutata in astratto, in base agli usi internazionali, in base agli usi passati, presenti e futuri e non vi è dubbio che si sta sviluppando una forma di tiro su lunga distanza (un chilometro e oltre) proprio con queste armi. Altrimenti, ragionando come il Consiglio di Stato, in Italia non potrebbe mai essere introdotta una nuova forma di sport se non con armi già esistenti!!
Del pari frutto di incompetenza specifica è l'affermazione secondo cui in Italia non vi sarebbero poligoni abilitati. O forse è solo una "boutanade" spiritosa. Perché il Consiglio di Stato è riuscito a risolvere il problema annoso se sia nato prima l'uovo o la gallina: infatti ha affermato che prima nascono i poligoni per una certa arma e che poi si può avere l'arma per spararvi! Ma perché si dovrebbe costruire un poligono per un'arma inesistente? e come si fa a collaudare un poligono per una certa arma, se l'arma non c'è ancora? Io non lo so, ma pare che al CdS lo sappiano! Inoltre al Consiglio di Stato non sanno che non vi è nessuna norma che richieda il collaudo o l'abilitazione di poligoni; l'unica normativa esistente, del tutto interna alla amministrazione militare è quella che concerne i poligoni del TSN, proprio perché soggetti alla giurisdizione militare.
La conclusione (che già avevo sostenuto nel 1981) è che non vi è alcun ostacolo giuridico alla catalogazione di questo tipo di arma che poi potrà essere impiegata per ogni uso consentito con cartucce aventi palla diversa da quelle in dotazione militare.