Enciclopedia delle armi - a cura di Edoardo Mori
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Cassazione: I coltelli con blocco della lama sono pugnali! Quando i giudici prendono fischi per fiaschi

La Cassazione con sentenza 10 luglio 2013 nr. 29483 se ne è uscita con questa bella decisione:
La qualificazione giuridica della condotta sostenuta dalle parti nell'accordo sull'applicazione della pena e recepita dal Tribunale nella sentenza impugnata contrasta con la giurisprudenza ampiamente consolidata di questa Corte, secondo cui il porto di un coltello a serramanico dotato di un sistema di blocco della lama, rientrando quest'ultimo nella categoria delle armi proprie non da sparo o "bianche", integra non già il reato di cui all'art. 4, secondo e terzo comma, legge n. 110 del 1975, bensì la più grave fattispecie criminosa di cui all'alt. 699, comma secondo, cod. pen.(Cass. n. 33604/2012); rientra nella fattispecie qualunque coltello che, pur non essendo a scatto, presenta una lama che diventa fissa alla fine del percorso manuale d'estrazione, con le caratteristiche proprie del pugnale, tanto che la successiva chiusura necessita di un meccanismo di disincaglio (Cass. n. 16685/2008); in effetti il meccanismo di blocco consente la fruibilità del coltello come se fosse un pugnale o uno stiletto (Cass. n. 5213/1996).

Si trattava di un coltellino che una signora aveva nella borsetta.
Purtroppo per la Cassazione, il fatto che essa abbia consolidato un’idea sbagliata, non la fa diventare giusta! È solo una scemenza consolidata. Ed è tanto sbagliata che questa idea viene costantemente ignorata dalla quasi totalità dei giudici di merito. È triste quando il giudice supremo prende così tanti abbagli che i giudici neppure più lo leggono.
Dice la Cassazione che un coltello con il blocco di lama diventa  a lama fissa e quindi un pugnale. Ma è una cavolata grande come una casa, è come dire che un cucchiaio in certi casi diventa una forchetta! E' giocare con le parole! Un coltello a lama fissa non è necessariamente un pugnale; se così fosse tutti giudici della Cassazione andrebbero condannati perché quando si siedono a tavola al ristorante, e iniziano a tagliarsi una bistecca, usano in pubblico un pugnale da tavola!
Io non sono mai stato un grande appassionato di armi e le ho dovute studiare a fondo perché ho subito capito che se non le conoscevo non potevo applicare la legge sulle armi, oggetto ogni giorno di processi. Eppure gli altri giudici hanno continuato a giudicare di armi senza saperne nulla, come se lo spirito santo potesse scendere su di loro ad illuminarli.
Per sapere che cosa è un pugnale chiunque sappia ragionare con la testa sul collo (ma se non ne è capace, perché gli si consente di mandare in galera la gente?) non va a guardare nei codici o nelle sentenze della Cassazione, ma va a guardare in un vocabolario della lingua italiana e vi trova, ad esempio nello Zingarelli, da sempre il più affidabile, che il pugnale è una arma bianca con lama corta a due tagli e punta acuta, oppure nel Devoto-Oli che  è arma bianca costituita da una impugnatura in cui si innesta una lama corta a due tagli e punta acuta. Si dice che è corta in contrapposizione alla spada che è lunga.
E così più o meno in ogni dizionario della lingua italiana. L’unico dubbio  che gli può rimanere è sulla lunghezza, ma se guarda in Internet scopre subito che un pugnale, per esplicare la sua funzione, ha una lama lunga più della impugnatura e con un minimo fra i 15 ed i 20 cm.; quindi non è certo un’arma da taschino e deve necessariamente essere portata in fodero. Quando la legge parla di pugnale, non può riferirsi che a questa nozione e non vi giudice strano che sia legittimato a inventarsene una diversa.
La caratteristica di un pugnale è di essere uno strumento da offesa in combattimento  con la lama a doppio filo molto appuntita, lunga circa 20 cm, da usare per bucare la pancia altrui, tanto che una volta era arma da guerra. Se non è ben appuntito ed affilato  è solo un tagliacarte. Altro che temperino a lama fissa! O forse alla Cassazione si preparano ad affermare che ci sono anche i temperini da guerra?
Come un coltellino da tasca, magari con normale lama di 5 cm, possa diventare un pugnale solo perché la lama si blocca quando esso viene aperto, perché sia punibile con grave pena chi lo porta con la lama serrata (e quindi non usabile immediatamente) e con pena più modesta chi invece portasse lo stesso coltello con la lama aperta e saldata è cosa che supera le possibilità di una normale intelligenza, ma evidentemente non quella di un giudice a cui lo Stato attribuisce un valore di oltre 6.000 euro netti al mese: chiara prova che ogni giudice è nato più intelligente di tre professori di scuola (purtroppo nessuno ha mai controllato questa sua intelligenza ed essa non gli basta per capire che sproloquia). Questo è ciò che avviene quando coloro che giudicano e non sanno di che cosa parlano: dicono che un coltello diventa un pugnale, ma non hanno la minima idea di che cosa sia un pugnale e quali siano le modalità di impiego offensivo di pugnali e coltelli; con egual capacità  potevano anche stabilire che diventa un sarchiapone.
Da qualche anno ai giudici giuristi è venuta questa fisima, totalmente insensata, della lama fissa.  Il blocco di lama viene applicato per ragioni di sicurezza, affinché chi usa il coltello non si tagli le dita se lo usa male, e non per rendere il coltello micidiale. Il più famoso coltello da contadino, l’Opinel francese, ha da 60 anni il blocco della lama a ghiera, proprio perché tagliando rami, o battendo su di essi, è facile ritrovarsi il filo della lama chiuso sulle dita. Vi sono temperini per bambini che hanno il blocco di lama. Invece coltelli da duello rusticano. come la storica navaja spagnola o la pattada sarda, non solo non hanno alcun fermo, ma hanno la lama del tutto libera, “ciondolante”, perché la efficienza dell’oggetto viene tutta riposta nella facilità di apertura in caso di bisogno, vantaggio che compensa appieno il pericolo che un inesperto ci si tagli le dita. In certe legislazioni (Svizzera) ci si è talvolta  posto il problema dei coltelli che si aprono con una mano sola  (cosa del resto utile se il coltello deve servire a salvare la vita in una situazione di emergenza come per un alpinista, un pescatore subacqueo),  ma mai quello del blocco della lama, cosa  che poteva venire in mente solo a giuristi subnormali, del tutto ignari della realtà. Un coltello a serramanico che si apre  e rimane con la lama fissa, diventa un coltello a lama fissa, non un pugnale perché non ha una lama da pugnale!
Ricordiamo che la giurisprudenza della Cassazione è sempre stata stravagante in materia di coltelli; da quasi un secolo, contro la volontà del legislatore, essa ha deciso, sempre equivocando sulla natura delle cose, che un coltello con apertura a scatto è sempre un pugnale, indipendentemente dal tipo di lama e punta. Tesi talmente stupida che persino la PS, almeno per 60 anni, si è rifiutata di seguirla. Si può sostenere che un pugnale con lama di 15-20 cm, con due fili e molto appuntita rimane tale anche se a serramanico, ma un coltello rimane sempre tale anche se è a lama fissa. Ho il sospetto che molti giudici seguano inconsciamente la regola, appresa dalle madri, che “ non conta il colore, se è grosso o sottile, lungo o corto, l’importante è che stia dritto”!
Se avessero dato una occhiata alla storia dei coltelli e della legislazione che li ha regolati all’inizio del 900 (si veda il libro di G. Baronti, Coltelli d’Italia, 2008) avrebbero saputo che la maggior parte dei coltelli a serramanico dell’epoca non avevano neppure  una molla di ritegno, e che perciò la lama era libera, ciondolante o appena trattenuta per attrito, così che bastava una mossa del polso per aprirlo; perché mai il legislatore avrebbe dovuto vietare i coltelli a scatto, se la maggior parte dei coltelli si apriva con lo scatto del polso? Il problema del fissaggio della lama aperta non si è mai posto perché gli “artisti del coltello” non avevano alcun problema ad usare in modo micidiale il loro coltello con lama libera e perché questo era comunque  meno pericoloso di un coltello nato a lama fissa.
Questa incapacità congenita di valutare la realtà, questa scempiaggine di giocare solo con le parole, porta a situazioni veramente assurde che un giudice con il senso della giustizia avrebbe già segnalato alla Corte Costituzionale.
Ricordo che un coltello è uno strumento atto ad offendere che può essere portato per giustificato motivo (nozione vaga, affidata al caso; la Cassazione non ammette che uno si porti un temperino per pulirsi le unghie, ma considera giustificato il Sikh che porta il suo coltello tribale alla cintura o il pescatore subacqueo che porta un pugnale (proprio così). La pena per chi viola la norma è da 6 mesi a 2 anni di arresto. Il pugnale è invece un’arma propria  il cui porto è vietato in modo assoluto, con pena da 18 mesi a 3 anni di arresto, vale a dire il triplo di quanto si rischia per un coltello. Ricordo anche che la Cassazione, con altra stravagante decisione ha stabilito  che ogni cosa che ha forma di coltello … è un coltello! Un temperino senza punta, lungo tre centimetri, senza filo perché si danno ai bambini per giocarci, è un coltello e guai a non avere il giustificato motivo. Chi fuma hashish ora rischia più per l’attrezzino usato per tagliarlo che non per la droga!
Ed ecco quindi, per illustrare la somma ingiustizia, la pena minima, a seconda delle situazioni, per quando si porta un coltello fuori di casa senza giustificato motivo,  o per il porto di un pugnale. In questo caso però la pena va poi aumentata per non averle denunziato!

Minuscolo e inoffensivo temperino
6 mesi
Coltello di Rambo o machete
6 mesi
Pattada a lama libera di 15 cm
6 mesi
Opinel con lama di 7 cm e ghiera di fissaggio
18 mesi
Temperino minuscolo con blocco di lama
18 mesi
Coltello da macellaio
6 mesi
Minuscolo temperino a scatto, con lama senza punta
18 mesi
Pugnale Camillus da combattimento
18 mesi
Pugnale da subacqueo
6 mesi
Fucile da caccia grossa moderno ad avancarica
6 mesi
Porto di pistola senza licenza
16 mesi

Veramente il massimo grado di capacità di adeguare la pena alla gravità delle condotte!
Si scopre quindi che un giudice della Cassazione, nonostante sia pagato come un genio, non è in grado di capire che ai fini della sicurezza pubblica è più pericoloso chi tiene nella borsa o  borsetta un coltello da cucina a lama fissa (se lo imballa in una bella carta e dice che è un regalo, lo può portare con giustificato motivo!),  piuttosto che un coltello a serramanico chiuso, che, in caso di necessità, ben difficilmente riuscirà ad aprire  e ad usare in tempo utile. Che importa se la lama si blocca, se quando  si riesce ad aprire il coltello è troppo tardi per usarlo?
Ma si scopre anche che questi giudici ignorano le conseguenze dei loro atti: in Italia vi sono decine di migliaia di negozi (coltellerie, caccia e pesca, ferramenta, oggetti sportivi, banchetti, ecc.) che espongono e vendono decine di migliaia di coltelli con la lama bloccabile e non arrivano a capire che con le loro scemenze consolidate tutti i titolari andrebbero denunziati per vendita illegale di armi e tutti i  coltelli andrebbero sequestrati e poi si dovrebbero ricercare e denunziare forse un milione di persone che li hanno comperati! E centinaia di migliaia di temperini con il blocco di lama non potrebbero essere importati. Come mai tutti quei Procuratori Generali scatenati contro le signore con il temperino nella borsetta non lo sono contro l’altro milione di persone, che, secondo loro, sono nella medesima situazione di illegalità?  Che si rendano conto che farebbero la figura di babbei?

Per fortuna ogni tanto PS e CC  e giudici di merito dimostrano di avere più buon senso della Cassazione, ma alla povera signora di Fermo che si  vedrà condannare per la consolidata scemenza … chi glielo spiega?  Spero proprio che al Tribunale di Fermo qualcuno sollevi la questione di costituzionalità derivante da queste bislacche invenzioni giuridiche.

opinel

Secondo la Cassazione: pericoloso pugnale camuffato da coltello per cercatori di funghi. Forse per  corpi speciali perché la punta ricurva ricorda i fucili tedeschi che sparavano
dietro gli angoli.

pugnali

I pugnali secondo la Cassazione.
Si noti il coltello a scatto con il fiocco verde che ha una lama di soli 3 cm il che ne consente il facile occultamento; arma anti-orco sequestrata a Pollicino.
L’accendino (qui usato per indicare le dimensioni dei pugnali), se munito di spinotto che ne consente l’accensione prolungata, con esplosione per surriscaldamento, è involucro incendiario e quindi da guerra.

(Articolo già pubblicato su Armi e Tiro nell'ottobre 2013)

NB: Con successiva sentenza la Cassazione ha correttamente affermato che se non vi è una lama da pugnale un coltello rimane sempre un coltello.

 


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