search |
|
Humor |
La storia del proiettile |
|
1330 - Prima immagine di arma da fuoco |
La storia del proiettile parte dalla pietra; lanciata dalla mano, con
un peso 200-300 gr, può ferire, ma difficilmente uccidere; lanciata
da fionda diventa la prima arma che può uccidere a distanza.
I tiratori di fionda sono citati nella Bibbia, trovano ampio spazio
nell'esercito romano e gli storici spagnoli riferiscono delle pericolosità
dei frombolieri aztechi che riducevano a mal partito anche i soldati
corazzati. Il ciottolo tondo recuperato dai torrenti veniva talvolta
sostituito da palle di creta o di piombo. Pare che si riuscissero a
raggiungere distanze di 300 metri.
Macchina a torsione |
Per aumentare la potenza il peso del corpo o la forza muscolare diretta
del soldato non è più sufficiente e si deve ricorrere ad
altri mezzi: leve, martinetti, paranchi. Si possono così tendere
archi lunghi fino a 4,5 metri e del diametro massimo di 30 cm. Pare che
Archimede abbia costruito un arco di 5,5 metri che lanciava una pietra
di 78 kg a 185 metri di distanza. Di più dall'arco non si poteva
ottenere perché le eccessive dimensioni ne aumentavano l'inerzia;
vale a dire che consumava la maggior parte dell'energia per muovere sé
stesso.
Trabucco I trabucchi sfruttavano invece la forza di gravità mediante il
sollevamento di pesi che ricadendo agivano su di un lungo braccio di leva
e proiettavano grandi pietre. Gli annali di Genova riportano che nel 1300
durante l'assedio di Cipro vennero lanciate pietre di 6 quintali; peso
non inverosimile visto che normalmente venivano lanciate carogne di cavalli.
Con pietre più piccole non erano inusuali gittate di 400-500 metri.
La polvere da sparo rappresentò all'inizio solo una nuova e mal
governabile forza che venne impiegata per lanciare i proiettili già
noti: frecce e palle di pietra o di marmo.
Punta di feccia probabilmente usata in arma da fuoco; circa 20 cm
lunghezza |
La canna liscia delle armi da fuoco non consentiva una gran precisione:
la palla aveva sempre un certo gioco e quindi rotolava entro la canna
e rimbalzava da un lato all'altro, ragione per cui la direzione che assumeva
all'uscita delle canna era quella imprevedibile dell'ultimo rimbalzo.
Un certo miglioramento si ottenne nelle armi leggere con l'uso della pezzuola
che fasciava il proiettile.
A seguito di questi esperimenti i proiettili vennero prodotti appositamente eccentrici e veniva segnato su di essi, immergendoli in un bagno di mercurio, il lato ove cadeva il centro di gravità. Per evitare che il proiettile ruotasse, veniva talvolta munito posteriormente di un manico! La spiegazione fisica di questo effetto si ebbe nel 1839 da Poisson e nel 1852 da Magnus; se il centro di gravità è in alto la palla assume una rotazione all'indietro e la corrente d'aria la spinge verso l'alto. Se ruota in avanti viene spinta verso il basso. In un esperimento in cui Hein sparò con un angolo di 85 gradi, la palla finì 29 passi dietro al cannone! Nel frattempo però erano entrate in uso le canne rigate che consentivano
di usare proiettili con corpo cilindrico di maggior densità sezionale
e maggior precisione. Cartoccio a mitraglia Schrapnels La storia del proiettile di artiglieria avrebbe preso ben presto strade sue proprie rispetto al proiettile per armi leggere. Per lungo tempo si continuarono ad usare canne lisce che consentivano di sparare palle o granate di ferro e, quando vennero introdotte le canne rigate si fece ricorso ad anelli di forzamento od a camme. Il proiettile diventa sempre di più un contenitore per esplosivo. Il calibro delle armi leggere Il difetto fondamentale sul campo di battaglia dei fucili dei primi
secoli era la lentezza di caricamento (circa tre minuti con la pezzuola)
e la necessità che il soldato stesse in piedi, esposto a lungo
al tiro nemico. I primi tre sistemi avevano anche il difetto di richiedere un notevole
dispendio di energia fisica per battere il proiettile fin sulla polvere,
tanto che i soldati si lamentavano dopo un po' che gli tremavano le braccia.
I tiratori scelti svizzeri sparavano in tre: uno metteva la polvere e
batteva la palla, uno montava il cane e metteva l'innesco, il terzo sparava!
Delvigne entra comunque nella storia per aver utilizzato il primo proiettile
non sferico, scanalato in prossimità della base.
1) Palla Greener; 2) Russo con alette; 3) Svizzero 1851 (senza pezzuola)
|
Verso il 1850 gli svizzeri, con il maggiore Wurstenberger ottengono l'ultimo e non più superabile miglioramento nel caricamento con pezzuola; l'adozione del calibro 10,2 mm, un proiettile attorno a cui è legata la pezzuola con un robusto filo che viene espulso introducendo la palla nelle canna, il fermo sulla bacchetta che impedisce di battere il proiettile più del necessario, consentono un caricamento agevole e una buona pulizia della canna (il 50% dei colpi entra in un cerchio di 8 cm a 225 metri).
1 - Merian, 1856; 2 - Buchholzer, 1863; 3 - Podewils, 1857; Il salto di qualità si ebbe con l'idea di far deformare il proiettile, in modo da assicurare la tenuta dei gas, ai gas stessi (proiettile ad espansione). L'idea era venuta al Delvigne fin dal 1828 e nel 1845 egli aveva sperimentato un proiettile a base cava, senza grandi risultati perché troppo variabile era la durezza del piombo e quindi il suo comportamento. Una scarsa espansione del proiettile non assicura la tenuta dei gas, una espansione eccessiva, aumenta l'attrito, deforma il proiettile, ne diminuisce la resa. Gli esperimenti vennero resi noti del 1849 e furono ripresi dal capitano Minié che ebbe l'idea di proteggere la base cava del proiettile con uno scodellino conico di lamierino (culot). Il proiettile aveva poi delle alette circolari che rendevano facile il caricamento. Il problema era la difficoltà a sistemare adeguatamente il culot in modo che non si separasse o si rompesse. Si tornò quindi alla idea iniziale del Delvigne con proiettili cavi e muniti esternamente di vistose alette (Minié, Neindorff 1852, Nessler 1853, Timmerhans 1853, von Plonnies 1856, Burnand 1859) ma senza risultati apprezzabili perché le elette esterne di piombo erano troppo soggette a deformazioni. Le palle di Nessler e di Burnand troveranno impiego, protette da bossolo metallico, in armi a retrocarica.
Proiettile di Lorenz prima e dopo lo sparo Il proiettile a compressione in cui è la stessa base ad
alette che viene schiacciata nella rigatura dai gas di sparo (Wilkinson,
1852, von Lorenz, 1853, Hannoverano ad ombrello, 1851) non furono per
nulla migliori per l'eccessiva deformazione allo sparo e l'eccessiva deformabilità
nel caricamento e trasporto. Leggermente migliori i proiettili del bavarese
von Podewils (1857), degli svizzeri Merian (1856) e Bucholzer (1863) costruiti
in modo più massiccio.
1) Thouvenin; 2) Charrin con incavo per la spina; 3) Lorenz; 4) Charrin;
5) Plönnies; L'introduzione di sistemi di retrocarica, in particolare quello ad ago del prussiano von Dreyse (1841) migliorato da Chassepot (1866), indirizzarono la storia del proiettile su altre strade; scomparivano i problemi di caricamento e ci si poteva dedicare a migliorane le qualità balistiche. Dal 1850 si inizia ad usare non piombo puro ma una lega con il 3% di antimonio che lo rende notevolmente più duro. Ciò, specie con il miglioramento delle polveri ed inneschi, non era sufficiente ad eliminare l'impiombamento ed il salto di rigatura. In Belgio (1867) si prova a rivestire il proiettile con carta da lettere ingrassata (qualche cosa di analogo si rinviene però anche nel proiettile del fucile ad ago prussiano e nel proiettile francese del 1866). Fu ancora un prussiano, il tenente Bode nel 1874 a proporre una camiciatura di rame od ottone che però tendeva a staccarsi dal piombo. Lo svizzero Rubin (1878) fece numerosi studi per la blindatura dei proiettili accertando che il rame era troppo tenero e passando così a leghe i rame, o di nichel o all'acciaio. Lorenz (1886) costruisce un proiettile con guscio di acciaio rinforzato in punta entro cui viene saldato il nucleo di piombo. Già nel 1889 sono costruiti proiettili semicamiciati (dum-dum) presto sostituiti da quelli più efficaci a punta cava. Attualmente la camiciatura di proiettili europei è di solito di acciaio placcato con lega rame-nickel o di tombacco (lega di rame e zinco e, talvolta, anche stagno); all'inizio del secolo era diffusa per i proiettili militari la camiciatura di alpacca (Belgio Mauser M 1889, Italia mod. 91, Inghilterra M 1889, Russia Moisin-Nagant 1891), ancora usato fino agli anni 60 dagli inglesi. All'inizio del secolo le nuove esigenze tattiche richiedono rapidità di fuoco, tiro a distanza e traiettoria tesa; compaiono i primi proiettili appuntiti ad alta velocità iniziale: la francese "palla D" (1898) tutta di rame, la tedesca "palla-S" (1905) con camiciatura di acciaio nichelato, l'americano 30.06 (1906), il Krag-Jorgensen scandinavo (1908), il Moisin-Nagany russo (1908), l'inglese .202 Br. MarkVII (1910), lo svizzero GP11 (1911). La lunghezza del proiettile diventa di 4-4,5 calibri e si studia ogni accorgimento per migliorarne la penetrazione aereodinamica. Nei revolver lo sviluppo del proiettile è del tutto diverso perché non incidono esigenze di traiettoria, ma esigenze pratiche che richiedono poco rinculo e più colpi a disposizione e impongono perciò proiettili di piccolo calibro. Per lungo tempo la velocità iniziale rimane così bassa da rendere indifferente la forma del proiettile e consentire l'impiego di piombo nudo ed anche nelle armi semiautomatiche la camiciatura viene adottata più che altro per impedire inceppamenti in fase di cameratura della cartuccia. Nel 1849 nasce il primo cal 22 Flobert (BB cap) a palla tonda e nel 1858 il primo proiettile a punta appiattita (44 RF Henry Flat). La lunghezza del proiettile per arma corta si attesta su 1,5-2,5 calibri. Proiettili da caccia
Nell'ordine: Reifring, Stiegele, Heinze, Greis, Tesco, Schrader, TKG a frammenti |
Tra i tipi più moderni ed affermatisi, meritano di essere citati quelli di cui alla illustrazione seguente (tratta dal Waffenlexicon di Lampel-Mahrhold) e cioè 1) Proiettile interamente camiciato; 2) Proiettile semicamiciato; 3) Proiettile H-Mantel della Dynamit Nober (RWS) a forma di H, avendo la camiciatura una strozzatura centrale, mentre la punta è vuota, ma coperta da una cuffia in rame; 4) Brenneke TIG e cioè Torpedo Ideal Geschoss, con il nucleo diviso in due parti, quella anteriore più tenera inserita entro quella posteriore più dura; la base è conica; 5) Brenneke TUG e cioè Torpedo Universal Geschoss, simile al precedente salvo che è la parte dura ad infilarsi entro quella tenera; 6) KG (Kegelspsitzgeschoss, RWS) a punta conica, del 1965 con camiciatura che si assottiglia progressivamente verso la punta nuda; 7) Silvertip della Winchester con una cuffia di alluminio che copre la punta e si prolunga sotto la camiciatura di tombacco quasi fino a metà del proiettile; 8) Nossler (USA) in cui la camiciatura in tombacco è lavorata dal pieno e divisa in due parti: quella inferiore robusta ed indeformabile e quella superiore in cui lo spessore e lunghezza della camiciatura viene adattata al tipo di proiettile; 9) Core lokt della Remington che presenta un progressivo rinforzo della camiciatura verso la metà del proiettile e preintagli della stessa nella parte superiore.
Proiettili speciali
A - Tracciante; B - HE (a sinistra) HEI (a destra); C - Hebler Krnka;
D - Flechette; E - Duplex Traccianti Proiettili esplosivi ed incendiari.
A - Svizzero; B - Gardner; C - Podewils In quello di Podewils per il fucile M1858 è inserita una capsula
con una astina annegata nella testa per evitare esplosioni durante il
trasporto o caricamento; al momento dello sparo la capsula viene spinta
in avanti e fa sporgere l'astina che all'impatto sul bersaglio fa esplodere
la carica. Proiettili a nucleo d'acciaio Proiettili multipli Proiettili decalibrati
Proiettili sperimentali |
Sitemap: in Italiano | auf Deutsch | in English | |
http://www.earmi.it - Enciclopedia delle armi © 1997 - 2003 |