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A luglio l’UITS ha inviato alle Sezioni una circolare in cui comunica che ha organizzato un “Corso di formazione per periti balistici” a cui verrà rilasciato il CERTIFICATO DI PERITO BALISTICO UITS ENTE PUBBLICO; costo 1500 euro più spese logistiche.
Diciamo subito che la balistica forense non rientra fra i compiti statutari dell’UITS la quale al riguardo non può certificare un bel nulla! In effetti poi aggiunge che questi periti dovranno essere in grado di svolgere un'attività utile per l'approfondimento e lo studio specialistico di materie collegate al tiro ed alle armi di tiro a fuoco nei siti della Sezione TSN, il che vorrebbe forse dire che il certificato avrebbe solo valore interno e sarebbe solo una specie di titolo per l’insegnamento interno. Ma allora perché fare confusione e chiamarli periti balistici certificati da un ente pubblico? La certificaziome si fa verso l'esterno, non all'interno di un ente. Ma la prima cosa che questi soggetti farebbero, sarebbe di andarsi a iscrivere all’albo dei periti della Camera di Commercio e di cominciare a far danni!
Ma vediamo come l’UITS pensa di creare una nuova generazione di 25 periti balistici.
I requisiti richiesti per partecipare al corso sono: preferibilmente essere presidente o consigliere di una sezione e avere un diploma di scuola media superiore. Scelta strana perché presidente e consiglieri sono fondamentalmente degli amministrativi non necessariamente esperti di armi; non era più logico fare i corsi ai direttori ed istruttori di tiro che sono coloro che istruiscono gli allievi tiratori e i partecipanti ai corsi per maneggio armi? È chiaro ad ogni modo che queste persone mai potranno diventare periti balistici: non è neppure richiesto che sappiano bene l’inglese, ormai più importate del microscopio, e non sono richiesti titoli di studio scientifici.
I docenti del corso saranno il prof. Lorenzo Peroni (Politecnico di Torino, esperto in progettazione meccanica e costruzione di macchine ) e il prof. Carlo Gola (Politecnico di Milano; non risulta esistere; forse intendevano dire Carlo Gorla, esperto di progettazione meccanica): sono esperti ad alto livello, ma non è chiaro se abbiano mai preso un’arma in mano. Compare poi l’ing. Girlando, direttore del Banco di Prova, con altri suoi tecnici: senza dubbio essi di armi ne hanno maneggiate, ma hanno ben poco a che vedere con le scienze balistiche e con il diritto delle armi; si consideri che dal Banco, in molti decenni, sono usciti solo due periti balistici buoni e cioè Salza e Benedetti.
Il corso durerà 80 ore e il programma comprende un corso base su armi e munizioni, sia per la tecnica che per il diritto, e un corso di balistica interna, intermedia, esterna, terminale, forense. È un mistero come si possano creare dei periti balistici, assolutamente digiuni della materia, in dieci giorni di conferenze (in pratica un giorno per ogni argomento!) e senza nessuno docente che risulti aver studiato la balistica delle armi leggere, nei suoi vari aspetti. Periti balistici non si diventa con i corsi, ma è un punto di arrivo per coloro che da anni si sono dedicati alle armi e al loro studio, studiando decine di testi in inglese (in italiano non vene sono), facendo esperienza di laboratorio, così da acquisire una conoscenza globale del settore. I corsi servono per trasmettere a queste persone l’esperienza pratica di chi è già un valido perito, ma non per trasformare in perito chi in materia è tabula rasa. Altrimenti sarebbe un po’ come dare il “certificato di esperto in medicina della Croce Rossa, ente pubblico” a chi è stato ricoverato in ospedale e ha visto i filmetti del Dr. House.
A me, conoscendo le tortuosità dei burocrati romani, qualche cattivo pensiero è venuto!
Non vorrei che i direttori di tiro e gli istruttori siano stati esclusi per paura che, con un titolo in mano, se ne vadano a fare i direttori presso i poligoni privati.
Non vorrei che questo corso servisse per far guadagnare un po’ di soldi (esentasse fino a 7.500 Euro!) agli amministratori delle sezioni, trasformati in improvvisati insegnanti ufficiali per chi vuole o deve iscriversi ad un TSN, così creando prebende occulte e una nuova gabella sui tiratori.
Non vorrei che siccome le prossime norme sui poligoni privati prevedono la presentazione al Sindaco di una relazione di un “esperto” non meglio qualificato, l’UITS abbia avuto la bella idea di presentare i suoi “periti balistici” come esperti di poligoni; poi basta una circolare del Ministero che li legittimi e ci ritroviamo delle mani di questi soggetti improvvisati; come dire il lupo pagato dalle pecore che dirà alle pecore come devono fare il loro recinto!
(4-8-2013)
Leggo ora la lettera dell'UITS di data 11-9-2013 in cui si scrive: Si ribadisce, che la figura di perito balistico UITS risulta essenziale sia per le singole esigenze delle Sezioni TSN che per quelle istituzionali della UITS, anche in relazione alla verifiche tecniche degli impianti di tiro nelle Sezioni TSN.
Come volevasi dimostrare, si ha la pretesa di prendere un po' di raccomandati, di fargli un po' di conferenze e di trasformarli in esperti di poligoni e di sicurezza, alla faccia di chi ha studiato snni per divenasre ingegnere, architetto, esperto di sicurezza.
Un vantaggio però c'è: ad ogni incidente in un poligono si saprà subito chi condannare: chi ha nominati come esperti degli sprovveduti privi di laurea adeguata e non iscritti ad un albo professionale, chi ha dato loro incarichi, e ovviamente lo stesso esperto che si è prestato a rubare il mestiere ai veri esperti. Se una volta la responsabilità era degli ingegneri del genio militare, un motivo c'era: essi erano i massimi esperti nella materia. Como si può pensare di dare certi compiti e respondabilità a chi non ha mai sentito parlare di studi scientifici e ha ascoltato solo delle conferenze? E se sbaglia come risponde? Sarà assicuraro come ogni buon professionista?
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