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PREMESSA
Questo manifesto intende affrontare il problema dell'immagine
di noi cittadini che per passione o lavoro abbiamo a che fare con le armi
e veniamo sempre bistrattati dai mezzi di comunicazione, nonché il problema
del rapporto tra noi e gli uffici di pubblica sicurezza o gli uffici giudiziari.
Dalle notizie di stampa, dalle lettere che i cittadini scrivono alle riviste
o ai gruppi di discussione, abbiamo la prova che la maggior parte delle
persone che nelle questure o commissariati forniscono informazioni in
materia di armi oppure sono addetti al rilascio di licenze, non hanno
la minima cognizione delle norme che debbono applicare, così che finiscono
per fornire informazioni sbagliate e per conculcare i diritti dei richiedenti.
Noi sappiamo che vi sono ottimi funzionari ben preparati e coscienziosi
i quali non meritano critiche, ma purtroppo essi sono una minoranza di
fronte a coloro che abusano del loro potere per costringere i cittadini
ad attività e spese inutili, per ostacolarli e per imporre loro condotte
che limitano i diritti che la legge loro garantisce.
Questo comportamento è dovuto, da una lato, all'indegna
mentalità di chi ritiene di coprire un posto pubblico non per servire
i cittadini, ma per esercitare un potere che nessuna legge gli attribuisce.
Dall'altro lato deriva da precise responsabilità del ministero che non
riesce ad imporre ai suoi funzionari una condotta uniforme e che non è
capace di punire e correggere coloro che sbagliano e non si curano di
sbagliare.
Tra i giudici troppi ve ne sono che ritengono di dover
castigare, a qualunque costo, chiunque abbia a che fare con le armi e
che ritengono ammissibile di poter distorcere le norme a loro piacimento,
indifferenti ad ogni principio generale di equità e ad ogni logica; giudici
che spaccano il capello in quattro per poter essere miti con un rapinatore
o uno spacciatore, quando si tratta di armi lo spaccano in otto per non
dover assolvere un cittadino che ha agito in buona fede e rispettando
le norme, che egli conosce meglio del giudice stesso.
Sui mezzi di comunicazione il malvezzo generalizzato è
di presentare ogni vicenda in cui si parla di armi con il tono di "dagli
all'untore" facendo diventare ogni raccolta di vecchi rottami a forma
d'arma un arsenale, facendo diventare traffico d'armi anche l' importazione
di una finta sciabola dall'Africa, presentando come uno sparatore folle
chiunque cerchi di difendere la propria vita con un'arma.
Ci rendiamo conto che l'ambiente culturale in cui viviamo non è il più
idoneo per richiedere ragionevolezza e rispetto dei diritti altrui; è
un periodo in cui prevale il fanatismo dell'ignorante e in cui ogni luogo
comune viene ripetuto con mezzi da imbonitori, tanto a lungo da farlo
apparire ai più come una verità; è un periodo in cui tanti sciocchi pensano
di essere intelligenti ripetendo e sostenendo come pappagalli teorie settarie
e pseudoscentifiche, che essi prendono per verità rivelate necessarie
per salvare l'umanità.
Ma noi intendiamo resistere: siamo eredi dell'Illuminismo e vogliamo credere
che prima o dopo il mondo verrà regolato non dalle emozioni dei singoli,
più o meno occasionali e mutevoli, non dalla stupidità umana, ma dalla
Ragione; vogliamo credere che nessuna lotta, neppure quella per una causa
persa, è mai inutile.
Scriviamo perciò questo manifesto per affermare i nostri diritti e per
esporre i mezzi per farli valere.
Manifesto
Noi affermiamo che le armi sono oggetti e strumenti apprezzabili come ogni altro prodotto dell'ingegno umano; esse fanno parte della storia dell'uomo e della sua cultura; esse sono documenti della maestria umana, utili strumenti sportivi, ineliminabili mezzi di difesa. Noi affermiamo i seguenti nostri doveri:
Noi affermiamo i seguenti nostri diritti:
Mezzi di lotta
Il cittadino può sperare di affermare i suoi diritti solo
lottando per essi ed impegnandosi di persona; ed i mezzi moderni consentono
di farlo in modo efficace e senza rischi di ritorsione da parte di indegni
funzionari.
Occorre ribattere colpo su colpo; la cosa migliore è quella di resistere
percorrendo tutte le vie giudiziarie, ma ciò ha un costo elevato, troppo
spesso insostenibile in termini di danaro e stress. A ciò avrebbe dovuto
sopperire una robusta associazione tipo la NRA italiana, ma essa, già
asfittica per lo scarsissimo spirito associativo degli italiani, è stata
lasciata morire nella culla da una grande azienda armiera italiana e così
ora dobbiamo arrangiarci con i nostri mezzi.
Noi proponiamo che in ogni caso in cui si abbia la prova documentata che
un giornalista ha scritto sciocchezze, che un funzionario ha dato informazioni
sbagliate o ha errato nell'applicare la legge per errore non scusabile,
che un giudice ha errato grossolanamente nell'applicare la legge, sia
un dovere per tutti noi di scrivere a chi ha potere di controllo
su chi ha sbagliato per segnalare l'incapacità del soggetto e per chiedere
provvedimenti a suo carico. Quante più lettere arriveranno per ogni singolo
caso, tanto maggiore sarà la loro efficacia.
I gruppi di discussione su internet potranno essere fonte preziosa per
lo scambio di informazioni che però, si ripete, dovranno essere precise
e documentate.
Noi proponiamo la seguente lettera tipo, da adattare ovviamente
alle singole circostanze:
Al direttore del giornale (per giornalisti)
Al Questore di (per funzionari di polizia; al Ministro degli Interni per
il questore)
Al Consiglio giudiziario presso la Corte d'appello di (per giudici)
... ecc.
Ho accertato personalmente e con sicurezza che (nome e titolo del soggetto)
ha scritto o dichiarato quanto segue: (copiare o allegare documento o
ritaglio di stampa).
Trattasi a mio avviso, basato sull'opinione degli esperti, di affermazione
gravemente erronea che dimostra grave incompetenza ... oppure totale mancanza
di rispetto per ... oppure grave inosservanza dei propri doveri di diligenza,
che fanno fortemente dubitare che il suddetto sia persona munita delle
capacità e dell'equilibrio necessarie per ricoprire l'incarico.
Tanto segnalo alle S.V. per gli opportuni provvedimenti ed affinché ne
venga tenuto conto nella futura valutazione della persona. E consigliabile
che ogni lettera venga inviata per conoscenza almeno ad una seconda autorità
per evitare che il destinatario soccomba all'istinto di cestinarla: ad
es. la lettera al Questore verrà inviata anche al Prefetto, quella al
Consiglio giudiziario anche al Consiglio Superiore, quella al direttore
del giornale, anche al Consiglio dell'Ordine dei giornalisti, ecc. Può
essere consigliabile inviarne copia allo stesso interessato.
Attenzione: chi non è sicuro della veridicità della notizia, abbia l'avvertenza
di premettere la frase "in base ad informazioni di cui non ho potuto accertare
la veridicità e che rimetto pertanto alla Sua valutazione"; in questo
caso la lettera NON dovrà essere spedita ad altri destinatari (accusare
una persona di cose non vere comunicando con PIU' persone costituisce
diffamazione).
Chi aderisce a questo manifesto è invitato a diffonderlo il più possibile con ogni mezzo: invito alle Riviste del settore a pubblicarlo, catena di sant'Antonio per lettera o e-mail ad amici e conoscenti con invito a rispedirlo ad altri amici, e così via.
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