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Si è spento, oggi 24 giugno 2020, Marco Morin e lo compiange tutto il gruppo di amici e di periti che egli aveva raccolto a sé per combattere contro gli errori giudiziari che affliggono la nostra giustizia per l'incapacità di troppi investigatori. Cito Romano Schiavi, Domenico Compagnini, Claudio Gentile, Cipolla Corrado D'Abruzzo, Felice Nunziata, Cristian Bettin, Luca Soldati.
Marco era nato a Venezia nel 1938 ed ha dedicato la sua vita allo studio delle armi antiche e moderne. Iniziò eseguendo vaste ricerche negli archivi della Repubblica di Venezia che portarono alla pubblicazione di oltre 150 studi di storia militare e navale. Sulle armi moderne ha pubblicato l'opera Dal Carcano al Fal, Ed. Olimpia, e ha scritto le voci della Enciclopedia Ragionata delle armi, pubblicata da Mondadori.
Ma il suo più grande apporto alla cultura lo ha dato come perito balistico e posso vantarmi di averlo spinto io su quella strada dopo aver costatato la sua enorme cultura oplologica. Marco aveva messo assieme la più completa biblioteca italiana di libri, articoli, immagini su armi antiche e moderne, sugli esplosivi, sulle scienze forensi e basava le sue conclusioni solo su argomentazioni scientificamente collaudate. In un periodo (anni 70) in cui i periti balistici erano o dei ciarlatani o dei praticoni che si richiamavano sempre alle loro personali conoscenze ed esperienze, incontrollabili e prive di ogni affidabilità, e che avevano problemi a leggere testi in inglese, Marco non faceva affermazioni che non fossero basate sulla più recente letteratura internazionale e, ovviamente, riusciva a far emergere l'inconsistenza delle troppe perizie colpevolistiche che uscivano dai laboratori istituzionali o da quei peritastri che credono sia loro compito fare carte false per dar ragione al pubblico ministero che ha loro dato l'incarico e li paga!
Morin è stato il primo ad introdurre l'uso del microscopio a scansione per la ricerca dei residui di sparo, creando a Venezia nel 1978, con il supporto della Procura della Repubblica, un Laboratorio di indagini scientifiche. Divenne così il perito di fiducia di Falcone e riuscì a ricollegare, attraverso la comparazione dei proiettili, numerosi episodi di mafia che assumevano così una connotazione ben più ampia di quella apparente. Quando Falcone fu ucciso, essi avevano da poco individuato collegamenti fra un grosso traffico di droga dall'Est europeo e importanti politici siciliani.
È chiaro che si fece parecchi nemici e suscitò grandi invidie. Per troppi giudici aveva il terribile difetto di essere troppo indipendente e di ritenere Amicus Plato, sed magis amica veritas ed è noto che chi non era leccapiedi della sinistra era un nemico. E Morin, da giovane, non era stato di sinistr; ma, a dire il vero, in cinquan'tanni non l'ho mai sentito parlare di politica.
Sperimentai personalmente il suo difficile rapporto con i giudici ad un incontro di magistrati, ove spiegavo il diritto delle armi e cercavo di far capire la bassezza culturale dei periti che essi usavano; appena dissi che il migliore era Morin, vi fu una reazione come se avessi parlato del diavolo! Come mai lo conoscevano? Non certo per le perizie, Vii erano già delle liste di proscrizione? Ovvio, all'epoca al CSM il 75% dei magistrati si dichiarava di estrema sinistra, le indagini su attentati e stragi dovevano obbligatoriamente dimostrare che erano opera della destra e guai a chi si permetteva di dubitare di ciò. La storia ha poi fatto giustizia di questo cumulo di balle (vedi strage di Bologna e la tesi sballata, emerse in più indagini, che gli esplosivi fossero stati raccolti sul fondo del Lago di Garda) e i processi sono stati portati avanti senza, o contro, prove scientifiche, solo sulla base di dichiarazioni di presunti pentiti. E fu allora che compresi quale potente mafia governasse magistrati, carriere e processi politici, e non andai più a Roma e non fui un ammiratore dei giudici di Mani Pulite. Ed ora molti ingenui scoprono che la situazione attuale è la stessa di mezzo secolo fa.
Ebbe grane giudiziarie, il centro di Venezia venne oscurato perché faceva fare brutte figure a CIS e RIS: il suo principale collaboratore, del tutto innocente, venne condannato, per aver trovato, nel caso Unabomber, elementi di prova che erano agli atti, ma che nessuno aveva mai utilizzato. Si ritrovò quindi a fare il perito, non per aiutare lo Stato, ma per difendere i cittadini dalle malefatte della Giustizia. Divenne famoso anche all'estero; in Inghilterra ottenne la revisione di un importante processo di omicidio.
Negli ultimi anni Morin si era specializzato al massino grado sul problema del riconoscimento dei residui di sparo, sconvolto dal dato statistico che mentre negli USA solo in un caso su dieci (più o meno, non mi ricordo bene) si riusciva a dimostrare che i residui raccolti erano di sparo, in Italia li trovavano in nove casi su dieci! Scrisse Morin più volte: negli ultimi 25 anni non ho avuto il piacere di imbattermi in una indagine sui residui di sparo scientificamente accettabile. CIS e RSI riuscivano a trovare residui di sparo anche dopo 24 ore da esso, quando la scienza aveva già stabilito che dopo 3 o 4 ore è inutile cercarli! Ogni corpuscolo metallico diventava un residuo, ignorando che per essere tale deve avere una particolare composizione chimica e una particolare forma che dimostra la sua fusione a ben determinate temperature. Sulla base di questi studi si giunse al processo per la morte di Marta Russo, tutto basato sul presunto rinvenimento di residui di sparo, che poi si dimostrò essere dei residui di ferodo per auto!
Marco Morin ha combattuto per far superare alle scienze forensi italiane una arretratezza colturale (gap) di almeno vent'anni rispetto ad altri paesi, e gliene va reso merito. Purtroppo in Italia l'ultimo nome importante nel campo delle scienze forensi è stato Salvatore Ottolenghi, morto nel 1934!
Spero vivamente che sia possibile salvare ed aprire agli esperti la sua biblioteca che costituisce un vero patrimonio culturale per chiunque voglia dedicarsi a studi di storia militare veneziana, alla storia delle armi, alle scienze forensi.
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