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La norma sulla distanza da osservare da luoghi presumibilmente abitati è stata scritta dal solito giurista che non sapeva di che cosa stava parlando. Lo dimostra quella misura di u 1,5 volte la gittata massima: un proiettile oltre la gittata massima non può arrivare se non portato a mano; ed allora che senso a dire che bisogna stare ad almeno una volta e mezzo la gittata massima?
Però va anche detto che una certa zona di rispetto va sempre osservata quando si spara.
Cito quanto scrivo nel mio libro Balistica Pratica, uscito nel 2012:
Per il tiro a palla le norme di sicurezza elaborate per i cacciatori del mondo germanico, con esperienze molte più vaste di quelle italiche si prevede un angolo minimo di sicurezza di 10 gradi, segnalando però che il pericolo è rilevante fino ad un angolo di 30° e molto modesto con un angolo di 45 gradi.
È chiaro che queste regole di prudenza valgono ancor più in quanto sulla linea di tiro vi siano ostacoli che possono provocare rimbalzi. Ma lo stesso bersaglio può essere origine di un rimbalzo (corna, ossa del cranio).
È opinione diffusa fra i cacciatori, ottimi e attenti ascoltatori di conversazioni al bar e nei campi di tiro, che il tiro con palla singola (slug) in fucili a canna liscia presenti molti più pericoli del tiro con armi a canna rigata. Opinione tanto diffusa ed accettata acriticamente da aver influito su alcune normative regionali.
È una opinione priva di fondamento e che non trova riscontro in esperimenti.
Il problema va scisso nei suoi vari aspetti:
- Possibilità di errore di mira del tiratore
- Diversa gittata massima
- Diversa tipologia di armi
- Pericolo da rimbalzi
Possibilità di errore di mira del tiratore
Il tiro con il fucile a canna liscia, non vincolato alla precisa osservazione di una tacca si mira, è più istintivo e, se non si è fra quegli sciocchi che per mirare chiudono un occhio, si mantiene una totale visione della situazione attorno al bersaglio in movimento. Perciò, se una differenza vi è, essa è a favore della canna liscia.
Diversa gittata massima
Il pericolo derivante da proiettili vaganti è sopravvalutato perché la probabilità di essere colpiti è estremamente bassa e in vita mia ho sentito di due casi verificatisi in Italia. Comunque una palla slug può arrivare ed uccidere a circa un chilometro, una palla di fucile a canna rigata può superare i tre chilometri. La traiettoria della palla slug, più lenta, deve essere molto più arcuata per raggiungere la massima gittata (circa 40° contro i 32°di una carabina) e sono rari in cui un cacciatore spara verso l’alto con un simile angolo.
Anche sotto questo profilo la palla slug è molto meno pericolosa.
Diversa tipologia di armi
Entrambi i tipi di armi possono essere ad uno o più colpi, a ripetizione manuale oppure a ripetizione semiautomatica; perciò non si possono ravvisare grandi differenze nel comportamento dei tiratori. Si può solo rilevare che certe carabine semiautomatiche di calibro ridotto invitano il cacciatore a premere rapidamente il grilletto per sparare, con la massima velocità consentita, più colpi contro l’animale; è una cosa stupida, ma viene fatta, e ovviamente triplica il pericolo di colpi fuori bersaglio! Ciò è molto meno probabile in un calibro 12, non foss’altro che per il rinculo.
Gli esperti ritengono perciò che non vi sia differenza di pericolosità fra fucili a canna liscia e fucili a canna rigata e che, semmai, la palla di carabina sia più pericolosa della palla slug. È risultato anche che non vi è differenza di pericolosità a seconda della struttura e tipologia del proiettile usato (esperimenti condotti nel 2010-2011 dalla DEVA tedesca - Deutsche Versuchs- und Pruf-Anstalt für Jagd- und Sportwaffen - ente pubblico, per lo studio e la prova delle armi da caccia e sportive).
Vi è poi l'ulteriore problema di capire che cosa si intenda con il termine "in direzione".
La norma sulle distanze deve essere interpretata con una certa ragionevolezza poiché altrimenti sarebbe tale da precludere l'attività venatoria con armi a canna rigata in quasi tutto il territorio italiano. Se invero, in linea generale, il tiratore deve osservare l'imperativo categorico di sapere sempre dove i suoi colpi vanno a finire, così che in certi casi si potrebbe essere ben più severi del legislatore (si pensi al pericolo costituito dal tiro a palla a volatili su alberi, con angoli di tiro che possono far cadere il proiettile ad alcuni chilometri di distanza), però in concreto e di norma vi sono situazioni in cui è l'ambiente naturale stesso ad assicurare la massima sicurezza; se ad esempio dal lato opposto di una valletta vi è un'abitazione e il cacciatore spara decisamente verso il fondo valle, non si potrà certo dire che egli abbia sparato in direzione della casa, anche se egli con il corpo e con l'arma era rivolto verso la direzione geografica della casa (ma un fucile non è una bussola e oltre alla direzione nord‑sud ha anche spostamenti verso l'alto o il basso!); se una strada corre dietro una collina e si spara in direzione della collina, stando dal lato opposto a quello su cui si trova la strada, non si potrà certo temere per la sicurezza di chi percorre la strada. In questi casi la norma deve essere necessariamente intesa nel senso che “in direzione” equivale a “mirare in direzione”, “puntare l’arma contro” e quindi vuol dire che quando si spara verso una casa, nell’ambito della gittata massima, si deve mirare, come minimo, ad almeno 150 metri al di sotto, al di sopra, a destra o a sinistra da essa.
Il ragionamento va esteso però anche a chi caccia con fucile a canna rigata in terreno pianeggiante. Con i fucili a palla non si spara agli uccelli e quindi si mira sempre ad un bersaglio a terra; anche se il tiratore sparasse ad altezza d’uomo, la palla dopo circa 400 metri tocca terra. Il che vuol dire che la zona di pericolo è sempre nel’ambito di visibilità del tiratore il quale non deve sparare se si vede davanti una casa, sia pure a mezzo chilometro di distanza.
L’unica vera situazione di pericolo si ha, sia in zone pianeggianti, ma un po’ mosse, che collinari, quando il cacciatore è in basso e vede il selvatico più in alto di lui. Se spara e manca il bersaglio la palla, partita con un angolo di tiro anche di soli 20°, si perde chissà dove. In questi casi il cacciatore dovrebbe avere una conoscenza tale dei luoghi da sapere se in quella direzione vi possono o meno essere abitazioni. Si consideri per contro che una casa posta subito dietro l’altura, si trova nella posizione più sicura!
Ricordiamo che un pallino di fucile arriva come massimo a tante centinaia di metri, quanti sono i millimetri di diametro (2,5 mm = 250 m), meno il 20% (= 200 m), ma che a metà percorso non ha già più energia sufficiente per ledere; anche un pallettone da 5 mm di diametro, dopo 150 metri di volo ha perso tanta velocità da non essere più pericoloso. Una palla sferica singola per fucile a canna liscia (palla asciutta, slug) arriva ad un chilometro e può ancora essere pericolosa a metà percorso; un proiettile di fucile a canna rigata è pericoloso a qualche chilometro di distanza. Va detto però che infortuni da “palla vagante” a lunga distanza sono una vera rarità.
In conclusione: si tratta di regole di buon senso da valutare caso per caso e la valutazione non può certo essere lasciata alla prima sprovveduta guardia che capita! In casi di contestazione errata conviene fotografare subito la zona del tiro e far mettere a verbale le proprie deduzioni circa la correttezza del tiro stesso.
(Articolo già pubblicato su Armi e Tiro, aprile 2013)
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