Enciclopedia delle armi - a cura di Edoardo Mori
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Lettera aperta al Questore di Milano

Ill.mo Dr. Vincenzo Indolfi, Questore di Milano
Riteniamo doveroso informarla, anche a tutela della Sua immagine, di ciò che avviene al Commissariato di PS di Monza.
Là, a tutti coloro che denunziano un’arma viene consegnato questo capolavoro di illegittimità giuridica:

questore

Indubbiamente il funzionario ritiene:
- che la S. V. non sia in grado di controllare la situazione della sicurezza pubblica perché la scavalca;
- che a Monza vi sia una situazione di emergenza gravissima e fuori controllo, inesistente in tutti gli altri Comuni della provincia e tali da giustificare propri diretti interventi eccezionali; tanto eccezionali che non trovano risconto in nessun altro luogo d’Italia; tanto assurdi che equivalgono a dire che ”a Monza è vietato detenere armi” e "è vietato detenere armi per difesa abitativa ;
- che la situazione di Monza è irrisolvibile perché da oltre un anno è necessario richiamare l’art. 9 del TULPS ... ma senza spiegare il perché;
- che un atto amministrativo rivolto ad un cittadino possa essere non motivato, non fare riferimento a specifiche ragioni personali e che possa servire per abrogare in via generale una legge che non piace.

Signor Questore, Lei è da poco a Milano e non può conoscere queste situazioni particolari, ma ora non le può sfuggire ulteriormente:
- che imporre ai cittadini comportamenti non previsti dalla legge e con atti illegittimi è cosa gravissima, almeno quanto quello di un giudice che condanni un innocente;
- che il provvedimento è contrario ad ogni logica umana e giuridica (offenderei sicuramente  l’intelligenza della S.V. se mi soffermassi sulle prescrizioni fantasiose escogitate; ci manca solo l’obbligo di seppellire le tre casseforti in cui devono essere messe le parti di arma e le munizioni e di consegnare le chiavi al Commissario di Monza, personalmente!) e indica la volontà del funzionario di disapplicare la legge;
- che il provvedimento lede gravemente l’immagine della Polizia di Stato di Monza (che viene indicata come città in cui non si riesce neppure a controllare i furti nelle case di abitazione) e, di riflesso, lede la Sua immagine,  facendo sorgere il sospetto che la Questura di Milano concordi su queste posizioni;
- fa pensare ai cittadini che un ufficio di PS possa andare fuori controllo e creare abissali disparità di trattamento rispetto a tutti i cittadini sottratti alla sua compentenza e che davvero non possono immaginare motivi razionali per cui in un commissariato della Repubblica si possano calpestare leggi e sentenze della Cassazione e si possa decidere di impedire ciò che è un diritto del cittadini: la difesa abitativa e, la detenzione di un fucille senza prescrzioni irrealizzabili.

La preghiamo, dr. Indolfi, di intervenire  prima che qualche Suo funzionario a Monza imponga anche il coprifuoco.

(Bolzano, 20 marzo 2010)


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