Enciclopedia delle armi - a cura di Edoardo Mori
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Glossario della lingua italiana di caccia - Voci sulla caccia con CIVETTA

 

Acquattarsi
(CIVETTA)  uno dei gesti della civetta, ch'essa fa come accovandosi sul guancialetto e abbassando del tutto la testa al livello del corpo. ‑ Acquacchiarsi.
Addomesticamento
(CIVETTA)  il fatto e il tempo che si rendon domestici gli animali selvatici (falconi, civette e simili). Alberto Magno scrisse «Due scopi ha il governo dell'addomesticamento: il primo è quello che il falcone si abitui a la mano dell'uomo; l'altro che, ardito e veloce diventi nel prender gli uccelli». L'addomesticamento dunque è prima mansuefazione, poi insegnamento di un'arte. Faranno bene a ricordarlo gli ammaestratori faciloni.
Agitarsi
(CIVETTA)  il non aver quiete dei rapaci sul principio della schiavitù.
Allungarsi
(CIVETTA)  quel drizzarsi su ritta che fa la civetta sul mazzuolo alzando anche il capo come per osservare.
Assiolo
(CIVETTA)  il piccolo rapace notturno. che ha sul capo due cornetti di penne, e che vien usato anche a sostituire quale allettamento la civetta. Popolarmente dicesi anche Chiú,e Strige letter. «L'assiolo chiurla a le belle sere di maggio». È facilissimo a mansuefarsi.
Barbagianni
(CIVETTA)  L'altro noto uccello notturno che ha intorno e sotto al becco una bella barba di penne bianche, e serve a sostituire la civetta nei paesi meno luminosi. perché il suo penname giallognolo e bianco è visto da lontano specie da le lodole. «Il barbagianni soffia».
Battersi con le ali (il corpo)
(CIVETTA)  È una delle inquietudini o agitazioni degli uccelli rapaci tenuti in ischiavitù. Lo fanno quando hanno voglia di volare, ma sentendosi impastoiati rimangon fermi sul posatoio. In lat. Flagellare se,e Flagellatio.
Calza
(CIVETTA)  1a pastoia che si pone ai piedi delle civette, se è di panno e non di cuoio, come sono i Geti. È voce toscana; ma, se può servire a differenziare i geti di cuoio da quelli di panno, che si pongono a le civette e simili, per salvarli da malattie a le gambe, dovrebb'essere accettata.
Canna da vischio o Canna
(PANIE) senz'altro: la canna vuotata dentro, con solido puntale metallico in fondo e un bocciolo metallico presso la bocca detto Cannello, entro la quale si porta un panione (verga invischiata) da tenderlo a Uccelletti richiamatici con la civetta, il fischio o altri allettamenti. ‑ È mezzo antichissimo di uccellagione, usatissimo presso i Greci e i Romani. I primi, maestri nell'uccellagione a vischio, chiamarono la canna Donax, e i panioni Calamoi e anche Calumòs ixeutìcòs: i Romani,Arundo [viscatoria] o Calamus viscatorius. ‑ Sueparti sono: il puntale,viera metallica puntuta da piantarsi in terra; il Cannello,boccioletto metallico, dove s'introduce il manico del panione per tenderlo; il Panione,verga invischiata, la cui parte spaniata si chiama Manico; il Girello di cuoio, piccolo disco coriaceo, da cui resta separata la parte impaniata della verga da quella da impugnarsi. § Uccellare con la canna:tendere a uccelli con questo mezzo. E dicesi anche a canna.§ Riscaldare la canna:avvicinarla al foco, perché il vischio duro o congelato rammollisca.
Cestino della civetta
(CIVETTA)  quello di vimini o sostanze simili con coperchio nella parte superiore e cinghia da appendersi a la spalla, entro al quale si porta la civetta. Un trattatista notissimo di uccellagione lo chiama anche  «paniere» e perché no corba, corbello ecc.? Forse per la ricchezza vantatissima della lingua italiana?
Chiovolo
(CIVETTA)  le enfiature che vengono alle gambe e ai piedi degli uccelli rapaci, quali i falchi e le civette, quando si pongon loro i geti o pastoia. § Chiovolo anellato: leenfiature che sotto il cerchietto di cuoio dei geti rimangono come divise in due da un' incisura.
Chiurlo
(PANIE)  altra tesa a paniuzze con la civetta e il fischio per richiamo.
Civetta
(CIVETTA)  l'allettamento animale più efficace, manevole o maniero, come dicevano i nostri antichi, e meno costoso per la piccola uccellagione. Serve ai ragazzi e ai grandi, ai poveri e ai ricchi; per le panie, le reti, lo schioppo, le insidie. Sollievo e compagnia amorosa ai vecchi e allentati lodolai, che fan la caccia a fermo, delizia dei bambini, che principiano con la canna per i pettirossi. Come l'asino pei lavori campestri, è l'ausiliario più utile e dileggiato. Ma se ne vendica. Uccello di Minerva, dea della sapienza, richiede arte ed intelletto per essere usato a dovere; e risponde con la derisione ai moltissimi imbecilli, che per ignoranza rendon vana la sua virtù allettatrice. § Civetta ammaestrata: che già ha imparato a star su la gruccia o la racchetta, e a moversi secondo le cacce, per cui deve servire; § ‑ appastata,che già mangia da sé, dopo che è stata presa; § ‑ beccante: che becca; § ‑ finta: fatta artificialmente; § ‑ impagliata: fatta artificialmente ma ricoperta con la pelle e le penne di una civetta vera; § ‑ mansueta: che può maneggiarsi in ogni modo senza che offenda; § ‑ nidiace: presa e rilevata dal nido; § ‑ presiccia: presa adulta; § ‑ rabbiosa: che si ribella a la mano; § ‑ rustica: non manevole: § ‑ selvatica: che non si lascia addomesticare; § ‑ d'albero: nata e abitante ne' cavi degli alberi. ‑Meno pregiata perché ha le penne vetrine; § ‑ di muro: quella nata e abitante nei muri che anche si dice di tetto  e le si attribuisce penname più solido, che a quella d'albero. § Andare a civetta: cacciare o uccellare con la civetta. Si noti bene che col nome al plurale (Andare a civette) la frase cambia interamente significato, e vuol dire andare a caccia di civette. § Civetta a fermo: quella che serve nella caccia a fermo, piantata presso il capanno o nascondiglio del cacciatore. § Civetta a getto: che nella caccia a giro si porta su la spalla sinistra con appeso a la lunga un impaccio per trattenerla da un volo troppo lungo e si getta in aria per mostrarla a le lodole e farle venire a tiro. A l'impaccio di panno di erbe o d'altro, è bene avvolgere un po' di carta bianca e solida per poter più facilmente ritrovar la civetta tra l'erbe e le zolle; giacché a terra essa cerca sempre di nascondersi. § Civetta a giro: quella portata da un uomo o ragazzo su la gruccia o racchetta presso il cacciatore che cammina cacciando e mossa dal portatore a regola d'arte per richiamar le lodole a tiro. § Gettare la civetta: è il lanciarla in aria che si fa nella caccia a getto a le lodole perché la vedano e vengano a tiro del cacciatore. In questo getto convien lanciarla sempre non contro le lodole che vengono. ma da la parte opposta, ossia verso dove esse vanno. § Dare e movere la civetta: far in modo scuotendo la racchetta col filone, che la civetta voli, perché sia veduta dagli uccelli. § Toccare la civetta: farla muovere e volettare solo quel tanto che può servire di allettamento a lodole, che l'hanno già vista. Questo si fa, perché le lodole incuriosite da 1'averla avvistata di lontano e le si avviano, si spaventerebbero vedendola volar troppo. Nota. La civetta è l'allettamento più certo e proficuo per moltissime tese, e il più usato per quelle minori a panie e per quelle a schioppo, che si fanno a le lodole, sia nel capanno scoperto sia a giro gettandola o portandola su la racchetta. Ma non deve credersi che la civetta agisca automaticamente come lo specchietto. Il postare, toccare, movere, ossia il mostrare, la civetta è un'arte, che ha regole ormai note e sperimentate giuste. Nel capanno scoperto, rispetto al tiro e al vento, la civetta va postata in modo, che le lodole passanti la vedano, di lontano, e possan aver tempo di calarsi senza difficoltà, ossia senza essere avversate dal vento sfavorevole per venire a tiro del cacciatore. Si mostra a le lodole, finché s'intende che l'hanno scòrta, e accennino a crederle; certi che si avvicinano, si lascia ferma. Se poi sieno già passate dietro al capanno senza calarsi a giocare, non si deve moverla per nulla: perché questo le spaventa. Convien invece richiamarle col fischio, e ritoccar la civetta solo, quando siansi già rivolte a tornare. Così pure nella caccia a giro, con la civetta a getto, si deve gettarla non contro loro, quando son vicine, ma secondando il loro volo. Se la civetta, specie nelle giornate di sole e di caldo, si mostri stanca su la racchetta, tenendo il becco aperto, convien farla riposare a l'ombra e meglio riporla entro al cestino, e lasciarla in pace per qualche tempo. Questa sua condizione si chiama Trafelare.
Civettabile, Civettabili
(CIVETTA)  riferito a uccelli, vale quelli che posson prendersi o allettarsi con la civetta.
Civettante e Civettanti
(CIVETTA)  gli uccellatori con la civetta.
Civettare
(CIVETTA)  moversi, volettare e far gesti come fa la civetta, il che credesi che serva di allettamento maggiore agli uccelli. ‑ La civetta alza e abbassa la testa allungando o contraendo il collo e tutto il corpo; fa le riverenze, e i ritornelli attorno a la gruccia.
Credere o Dire gli uccelli
(CIVETTA)  a la civetta e anche Curare la civetta: significa venire a lei lasciandosi allettare in modo da essere uccisi o presi dal cacciatore.
Crollarsi
(CIVETTA)  v. r. È l'atto dei falconi, civette e simili, i quali la mattina spollaiandosi, arruffano le penne e poi si scrollano con violenza per rimettersi bene a posto le penne.
Cuccumeggia
(CIVETTA)  nella lingua storica e in qualche uso locale dicesi per «civetta». Nota. Siccome però i dizionari non danno il verbo «Cuccumeggiare» chesarebbe quello onomatopeico, da cui deriva la voce; e a Cuccuveggiare e Coccoveggiare segnano solo il significato di «Fare la civetta» parrebbe lecito credere e proporre, che la forma Cuccumeggiare fosse adottata a denominare il verso della civetta, il quale finora non ha voce significativa. Questo verso suona appunto «cuccumeo, cuccumeo» e, se dai superstiziosi è interpretato per malo augurio, ai cacciatori d'animo libero e mente sana porta la buona notizia del tempo buono e della giornata serena. Ridoniamo dunque la sua voce carezzevole a la nostra amichetta pennuta, pensando che nella nostra vecchiaia sarà l'unica femmina che ancor ci chiami suoi.., a parole.
Dibattersi
(CIVETTA)  il moversi violentemente e scompostamente che fanno gli uccelli rapaci per fuggire e liberarsi da quanto li trattiene in ischiavitù. (In falconeria Diverberare se). Fed. ci dà distinguendoli i gradi di quella difesa, che i falconi, come la civetta, oppongono a l'uomo che li vuol addomesticare. Sono appunto la diverberatio (il dibattersi) che si diceva «quando de manu uel sede sua (del falcone) conatur recedere ad volandum»; l'inquietatio (Inquietudine) Omnem illam defatigationem (sforzo, tentativo) quam facit falco non conando recedere ad volandum de loco super quem sedit.Tali erano il beccarsi i geti o la lunga, il lasciarsi penzolare, il non lasciarsi carezzare. E tutto il tempo che durava questa ribellione lo chiamavano Agrestitas (= Rusticità). Da notarsi che il non mangiare può essere una inquietudine, e perciò una difesa; ma può dipendere anche da indigestione e perciò va curato con ingestioni d'olio d'oliva e di aloè.
Evacuazione
(CIVETTA)  lo sterco degli uccelli rapaci, il quale dà segno della loro salute, e che perciò era chiamato anche Segno, In falconeria era importantissimo per far conoscere la malattia dei falconi e indicare il medicamento, con cui curarli. Ne avevano elencate diciassette varietà. Il bianco era indizio di salute, tutti gli altri di mali diversi.
Falco e Falchetto
(CIVETTA)  per solito si chiamano genericamente così i minori uccelli di questa numerosissima famiglia, i quali servono ad allettar lodole o simili nella caccia con lo schioppo sostituendo la civetta.
Fantoccio
(PANIE)  l'albero tosato e attondato delle tese a vischio e di quelle miste a reti e vischio, dal cui fogliame sporgono panioni, ossia verghe invischiate da servire da posatoi agli uccelli, che ci si richiamino.
Far bene la civetta
(CIVETTA)  significa essersi già usata a star su la gruccia e gli altri sostegni, e a volettare, come deve, per servire da allettamento utile. § Far male: non essere ancora abile a quanto sopra.
Fare i ritornelli
(CIVETTA)  è in ispecie il volettare che fa la civetta tenuta su la gruccia dal guanciatetto a terra e viceversa; e anche volettare lanciandosi fuori dal guancialetto o pomo della racchetta e ritornandoci con bella giravolta o brillandoci sopra.
Fare le riverenze
(CIVETTA)  l'abbassare il capo e l'alzarlo, che fa la civetta rizzandosi e acquattandosi tutta.
Fili invischiati
(PANIE)  sono fili o impaniati o tesi a sostegno di paniuzze tra i rami di alberi e di piante.
Filone
(CIVETTA)  il lungo filo o la cordicella che dal capanno scoperto o coperto serve al cacciatore per movere la civetta scuotendo la racchetta o tirandole per i geti.
Fraschette
(PANIE)  «Specie di uccellagione, la quale si fa adattando paniuzze su frasche o rami d'albero piegati e acconciati all'uopo; e dicesi a tutte insieme le piante e al luogo che serve a tal caccia»   Crus. ‑ E così conferma il Tommaseo. Nota. Il Petrocchi, toscano, a Fraschetta dà anche il significato di boschetto del paretaio.Ciòlascia credere che cosi chiamasi il boschetto posticcio di fraschette troncate e piantate nella prodina.
Gaggìa
(PANIE)  palo da civetta col guancialino in cima per questo allettamento; e, poco sopra il mezzo, una gabbia rotonda e grande, entro cui si ripongono gli uccelli presi, che si fanno man mano servir da schiamazzo movendo la civetta.
Geti
(CIVETTA)  i due limbelli di cuoio o stoffa coi quali si legano per le gambe le civette e gli altri rapaci da servirsene per allettamenti. ‑ Sono composti di due corte catenine metalliche riunite da un anello; ed a questo si lega una funicella o una coreggiuola. che serve per assicurare la civetta alla gruccia o a la racchetta. ‑ Federico scriveva Iacti (v. Lunga). § Geti di cuoio: fatti con limbelli di cuoio che dev'essere morbido per non offenderle né farle enfiare le gambette. § Geti di pannolano:quelli più morbidi che si dovrebbero porre per primi a le civette perché non si ammalassero nei piedi. § Geti bergamaschi: i più perfetti e razionali che sieno in commercio; perché oltre tutto sono congegnati in modo che non si attorcono. § Attorcersi i geti: èl'inconveniente che nasce dal volettare qua e là della civetta su la gruccia, il quale è causa che, durante la caccia, la lunga venga ingarbugliandosi per modo che la civetta riman come imbalzata e stretta al guancialetto. (Fed. Intortio).§ Beccarsi i geti: èil costume che hanno le civette (come tutti i rapaci ai quali si ponga la pastoia) di cercare ogni modo di liberarsene col becco.
Grattarsi
(CIVETTA)  verb. rif. dicesi degli uccelli che si liberano dei pollini con gli artigli. Fed. scrive RaspareCum unguibus raspando caput suum». Ma, come noto altrove, altro è raspare, ed altro Grattarsi, che in latino sarebbe Scabere.
Gruccia
(CIVETTA)  asta non troppo alta, su cui si espone la civetta quale allettamento in certe cacce. Quest'asta prende nome da l'aver in cima una traversina, la quale appunto serve di posatoio a la civetta. È propria dell'uso toscano. Nota. Questi pali da sostenere o esporre la civetta nella caccia sono tre: la gruccia, il mazzolo e la racchetta. Come si vede prendono nome tutti e tre da la forma del posatoio che hanno in cima: la gruccia da la traversina o mezza traversina in cui termina: il mazzolo da l'aver per capo un disco più o meno grosso di materia non del tutto solida, perché possanci far presa le grinfiette dell'uccello; la racchetta, perché il posatoio ha per piano un reticolato. È facile intendere perciò che i tre nomi rimangono necessarii a distinguerne la forma varia in uso ne' varii paesi.
Guancialetto
(CIVETTA)  il mazzuolo del palo della civetta, che comunque sia imbottito di crine o simile materia. Questo, come il mazzuolo, possono essere a sé e innestarsi al palo come a la racchetta. Per solito son composti del guancialetto saldato a un tubo di metallo.
Gufo reale
(CIVETTA)  detto anche Grande Ugo: ilmaggiore dei rapaci notturni, che vien usato presso di noi anche per allettamento in certe cacce.
Impaniare
Rivestire di pania i vergoni, o i panioni, o le paniuzze per tenderli. § Impaniarsi detto di uccelli significa rimaner presi dalla pania. Es. «È rimasto impaniato in un'ala» .
Impaniatore
(PANIE)  chi impania paniuzze, panioni, vergoni, fili e quant'altro serve a questa uccellagione con panie.
Impaniatura
(PANIE)  il Tomm. la definisce  «Fattura dell'impaniare». Ma dice anche l'atto e l'effetto dell'impaniarsi.
Inquietudine
(CIVETTA)  chiamasi in falconeria ogni agitazione che ha il falco e dimostra contro ciò che lo tien prigione, senza però tentare di darsi a la fuga volando via dal suo posatoio. Feder. (v. Dibattersi). Quello che si dice dei falconi vale anche per le civette.
Invischiarsi e invischiare
(PANIE)  sono sinonimi d'impaniarsi e impaniare. Invescare e invescarsi sono forme letterarie e d'uso figurato.
Lunga
(CIVETTA)  [ la] negli antichi erroneamente «il lungo». È la fune, la cordicella o lo spago col quale si tengon legati certi animali, quando si voglion addestrare o si usano in qualche esercizio. Lunga è la corda che serve ad ammaestrare il cavallo; Lunga è la cordicella con che si teneva legato il cane limiero e quella con cui ancora oggi si tien legato il cane da ferma nell'ammaestramento. Lunga è la coreggiola o lo sferzino che si attacca ai geti della civetta o d'altri uccelli che servano per allettamento, così su la racchetta, come nella caccia a getto. Nel basso latino Longa (Fed.). È dunque istrumento molto importante nella caccia
Mansuefarsi
(CIVETTA)  diventar mansueto, domestico. Dicesi della civetta, dei falchi e di qualunque animale selvatico che si usi a la mano dell'uomo.
Mazzuolo
(CIVETTA)  asta per esporci la civetta non dissimile dalla gruccia solo in quanto su la cima ha un toppo di sughero o di legno rivestito anche da un guancialetto.
Mostrare la civetta
(CIVETTA)  farla volare o volettar tanto che la scorgano lodole o uccelli che passano specie di lontano. §  ‑ ai presicci: dicesi del farla vedere svolazzante agli uccelli già presi nelle tese a panie, o a reti, perché essi schiamazzino di spavento e perciò servano da allettamento e richiamo. (V. Schiamazzo a «Tese» ).
Movere la civetta
(CIVETTA)  scuotere con le mani o col filone l'asta della gruccia o la racchetta perché la civetta si mova e voletti a farsi vedere dagli uccelli. La civetta può moversi tendendo a le lodole, anche quando non se ne vedano, perché qualcuna sfugge sempre a l'occhio anche più acuto. Ma la civetta «si tocca»soloquando le lodole sono in vista, e si tocca ad arte.
Palmoncello
(PANIE)  il palmone meno grande e più semplice del grande sudescritto. ‑ Si regge sopra una grossa asta che si conficca in terra: e si usa sia per caccia vagante, come per aucupio minore. II diminutivo Palmoncino credo significhi la forma minore dei due precedenti.
Palmone
(PANIE)  congegno per uccellagione a panie, il quale finge un tronco d'albero, i cui rami sono grosse verghe posticce coperte di paniuzze e sporgenti a raggiera da la sua cima, quali posatoi per gli uccelli richiamati. Le parti di cui è composto il polmone sono la Morsa, la Cassa, l'Antenna, la Rotella, i Vergoni, le Paniuzze, il Cavicchio. ‑ Ma questa è la forma di palmone più completa, e serve specie per tendere in pianura a le pispole. Nota. Il Tommaseo, definendo il Palmone, conclude «Adesso questi palmoni si chiamano Fantocci; e qui erra, perché il Fantoccio è l'albero delle tese miste tondato nella frasca, da la quale si fanno sporgere, quali posatoi secchi e ripuliti, i panioni». Antenna: l'asta, per solito squadrata che s'inalza su la cassa, e riman fissata a la morsa per mezzo di un cavicchio, che unendola come copiglia a la morsa stessa ne regola l'altezza, graduata in vari fori salienti a ugual distanza nella morsa e nell'antenna stessa. Cassa: la parte vuota della morsa, entro cui entra l'antenna mobile del palmone, in cima a la quale è infissa la rotella. Cavicchio: il palettino di ferro o di legno, che serve a fermare l'antenna del palmone grande a la morsa congiungendole attraverso i fori graduati, che si fanno riscontro nell'una e nell'altra. Morsa: la parte dei palmoni fissi, la quale entra sotterra per una parte e per l'altra sporgente serve di sostegno all'antenna, che le si assicura a maggiore o minore altezza per mezzo del cavicchio. Rotella: il disco bucherellato, come il mozzo d'una ruota, entro il quale si dispongono a raggiera i vergoni impaniati con le paniuzze. Vergoni: verghe più lunghe e grosse di quelle dei panioni, che, incise di tacche nella parte superiore, si conficcano nella rotella del palmone con le paniuzze disposte a spinapesce, quali posatoi per le pispole e simili uccellini. Sono chiamati anche Vergelli e Vergilli. § Intaccare i vergoni: farci le tacche.
Pania
(PANIE)  materia tenace, prodotta da parecchie sostanze, ma più che altro da 1'ebullizione del vischio, con la quale si pigliano gli uccelli nelle tese. § Dicesi anche per Vischio. Inesatta è 1'ultirna parte della definizione data dal Tomm. «Le verghe così impaniate si dicono paniuzze». Si deve correggere «I fuscelli così impaniati si dicono paniuzze».Le verghette più grandi si dicono panioni; e le maggiori Vergoni o Vergelli. Queste ultime però non sono propriamente invischiate ma rivestite nelle tacche di paniuzze. La gradazione dunque è paniuzze, panioni, vergoni.
Paniaccio
(PANIE)  è la pelle entro la quale s'impaniano le paniuzze da tendere, e si trasportano e conservano fresche per uso della tesa.
Panie, Le panie
(PANIE)  con questo plurale la lingua designa ogni forma di uccellagione fatta coi vischi, vale a dire il Palmone, il Palmoncello, i Panioni, la Canna o Canna da vischio, le Paniuzze e altre. § Panie fisse quelle tese con casotto inamovibile e palmone o palmoncelli. § Panie vaganti: che possono mutar luogo, ossia essere trasportate a piacere qua e là, § Disporre le panie:èil modo di presentarle agli uccelli insidiati quali posatoi non solo non sospetti, ma anche in quella positura, che possano impaniar bene. Ci sono uccelli i quali ci restano se il panione è dritto, altri che lo vogliono alquanto curvo, altri con la punta rivolta a la civetta. Insomma anche in queste, che paion minuzie, la caccia è un'arte tutt'altro che facile. § Disposizione delle panie:il modo che son disposte, e che si debbon disporre, perché gli uccelli possano posarcisi e rimangano impaniati. «Nel boschetto da tordi sorgono qua e là dei fantocci», E anche «Nei vergoni le paniuzze son disposte a spinapesce».
Panione
(PANIE)  la verga media invescata che usasi nella uccellagione a vischio, § Quello che si porta dentro la Canna. § Avvoltolare il panione dentro la canna,girarlo volgendolo pel manico in modo che s'inveschi bene ed estraendolo sia tutto e bene impaniato.
Panioni
(PANIE)  sono verghe di grossezza non troppo superiore al centimetro, ben rimonde e stagionate, le quali si ricopron di vischio, e si tendono in modi diversi, ma tali, che servano da posatoi agli uccelli richiamati coi canterini o con allettamenti di altra specie. Conviene osservare che il criterio distintivo tra paniuzze, canna e panioni è unicamente la grandezza della verga invischiata, la quale nei panioni è la più lunga. La canna ha dentro un panione; il fantoccio è ispido di panioni; il vergone invece è rivestito di paniuzze a spinapesce, e si usa solo nel palmone o in tesa mista a schioppo e vischio. Perciò errano quegli scrittori di uccellagione che chiamano Palmoncino una piccola tesa con alcuni panioni; il Palmoncino è il più piccolo dei palmoni, ma, perché palmone, è e può essere solo a paniuzze e vergoni. Se vogliamo intenderci è necessario che abbandoniamo tutti i termini locali e dialettali, che falsano i concetti giusti, e rendono impossibile unificare la lingua in questa nostra materia.
Paniuzze
(PANIE)  i fuscelli sottili e lunghi che impaniati si conficcano nelle tacche dei vergoni o vergelli, disposte a spinapesce: o anche si appendono a fili tesi tra i rami degli alberi, agli alberi stessi o a qualsiasi altra pianta. § Tendere paniuzze:uccellare con questa forma di panie, che anche dicesi Tendere o Uccellare a paniuzze. Esi usa anche con l'articolo determinativo. § Le Paniuzze sono la forma di panie più insidiosa e facile a nascondersi; perciò meriterebbero di essere vietate in qualunque loro uso di frodo. Sopprimere il palmone alle pispole è un errore irragionevole: ma perseguitare la anonima insidia di paniuzze poste qua e là da soppiattoni, che insidiano al rosignolo, come a qualunque altro uccelletto meritevole di essere rispettato, è un dovere logico e civile.
Pastoia
(CIVETTA)  (v. Geti).
Penzolare
(CIVETTA)  è il fatto che la civetta non ancor bene usata a la gruccia, al mazzuolo o a la racchetta, non sappia reggere il volo che fa staccandosi dal suo sostegno e rimanga penzoloni appesa pe' piedi. Gli autori medievali dicevano Pendere «Falco pendet».
Pertica
(CIVETTA)  un posatoio pei falconi. Era un'asta di legno o di ferro, tonda o quadrata su due sedili, che poteva essere più o meno lunga e più o meno bassa. La bassa (pertica ima) bastava che fosse alta da terra solo quel tanto, che il falcone non toccasse il suolo con la coda. L'alta quella superiore poco o molto a la prima.
Piantare la civetta
(CIVETTA)  dicesi per piantare la gruccia, il mazzuolo, la racchetta con la civetta sopra, a principiare la caccia. Com'è facile intendere è modo figurato, che dice la parte più importante, che è la civetta, per tutto l'arnese; e differisce da «Postare la civetta» il quale ha maggior comprensione. (V. questo modo).
Piumata
(CIVETTA)  così chiamansi quegli stoppaccioli di penne, piuma o pelo, che trovansi, specie la mattina, sotto la gruccia delle civette. Sono le parti non digeribili del pasto, ch'esse emettono per la bocca come fanno i falchi e  gli altri rapaci. Federico la chiama Plumata.
Posatoio
(CIVETTA)  rif. a uccelli che si tengono in schiavitù è l'arnese sul quale si avvezzano a star posati per adempiere al loro ufficio di allettamento, per mangiare, prender aria. Sono Posatoi per la civetta: la gruccia, il mazzuolo, la racchetta; pei falconi e simili la pertica alta e bassa e il toppo (in lat. Sedile).
Postare la civetta
(CIVETTA)  piantarne il sostegno nella posizione che, rispetto al cacciatore, e per regola d'arte, deve secondo il vento, la luce, l'esposizione più o meno scoperta, favorire l'avvicinarsi e il crederle degli uccelli. (V. Note pratiche).
Racchetta
(CIVETTA)  l'asta articolata o no, il cui posatoio posto in cima abbia il piano contesto a rete. IL Diez la fa derivare dal latino Reticuletta.Ècerto l'etimo è giusto, perché se il mazzuolo è a rete si presta meglio ai piedi di certi uccelli, non solo, ma coi vani delle maglie, lasciando cadere le defecazioni, rimane più pulito, e ne salva i piedi da malattie. § Per estensione dicesi ora e generalmente per L'asta alta e articolata, con cui si espone la civetta nella caccia a le lodole al capanno scoperto. (V. Gruccia e Mazzuolo). § Venti della racchetta: i trespaghi fermati a terra con cavicchi, i quali da tre parti opposte reggono l'asta della racchetta, a cui sono agganciati a mezzo, e le impediscono di svettar troppo. Nota. La Racchetta può piantarsi a terra presso l'appostamento del cacciatore, o portarsi a giro da un ragazzo, che sappia moverla a tempo per mostrarla a le lodole. § Puntale della racchetta:l'ultimo pezzo di essa, da piantarsi in terra, e perciò munito di un cono metallico molto puntuto. § Toccare la racchetta:scuoterla a regola d'arte tirando il filone. È sinonimo di «Toccare la civetta».
Raggirarsi
(CIVETTA)  dicesi del volare scompostamente qua e là che fanno le civette e i falchi sul principio che sono impastoiati cercando con tal maniera di liberarsi. (Falc. Regiratio). Il più pericoloso dei modi è quello appunto del volare attorno al posatoio, perché è causa dell'attortigliarsi dei geti o della lunga.
Restarci
(PANIE)  l'usano gli uccellatori a vischio per significare che l'uccello toccata la pania, n'è rimasto invischiato così bene, che non può fuggire. ‑ Sottintende impaniato validamente.
Richiamo
(CIVETTA)  e, forse meglio, Richiamata: riferitoa falconi, Era il cenno, che si faceva a loro col logoro, o la voce alta, con cui s'invitavano a tornare al falconiere. Il logoro si girava in aria In falconeria Reclamatorium ilmezzo. «Sit valde magnum, ut longe videri possit». Vocatio era la chiamata con la voce. Sconsigliato era il fischio.
Rinvergonare
(PANIE)  rimettere i vergoni nel palmone. E fors'anche i panioni ne' fantocci.
Riscaldare la canna
(PANIE)  tenerla presso il fuoco, perché il vischio o 1a pania se ci si sono congelati dentro o induriti, riacquistino la viscosità necessaria a impaniare gli uccelli. E così dicesi dei Panioni.
Rusticità
(CIVETTA)  dicesi dell'indole della civetta e degli altri rapaci ausiliari, finché dura in loro la ribellione ad essere mansuefatti. Fed. diceva Agrestitas e Immansuetudo.
Sbattersi e Sbattimento
dicevasi del Tentare che fanno i falconi di liberarsi, gettandosi a volare e staccandosi con impeto o dal pugno del falconiere o dal posatoio a cui sono legati. In lat. Diverberare, Diverberatio (Fed.).
Segno
(CIVETTA)  (v. Evacuazione).
Spaniare
(PANIE)  v. levare le paniuzze ch'erano state tese sia nel palmone sia altrove, § Spaniare gli uccelli:toglier loro dalle penne la pania, da cui eran rimasti invischiati.
Spaniato
(PANIE)  [lo] la parte delle verghe piccole o grandi e dei palmoni o alberi o fili, che nelle tese a vischio non è coperta di vischio, ossia non è impaniata.  «Non ci rimane quell'uccello, che si butta su lo spaniato». § Buttarsi su lo spaniato:dicesi di quegli uccelli che buttandosi su i vergoni, o panioni o altri oggetti invischiati capitano su la parte di essi che non è impaniata; e perciò rimangono non invischiati. E anche Dare su lo spaniato.
Tacca
(PANIE)  l'incisione profonda che si fa nei rami degli alberi e nei vergoni per conficcarci le paniuzze. § Fare le tacche:incidere col coltello rami d'albero o vergelli in modo che l'incisura sia fatta come una piccola bocca restringentesi in fondo, e possa trattenere le paniuzze da tendere. In latino Incidere.
Tendere a panie o con le panie
(PANIE)  usare le panie quale mezzo di cattura nella tesa.
Tirare il calesse
(CIVETTA)  dicesi per similitudine della civetta, quando, posatasi in terra anzi che far voli e riverenze, si mette a tirare il gabbione a cui è legata (Crusca).
Tracollare
(CIVETTA)  cadere a capo in giù e rimanerci, come fanno le civette non ben ammaestrate a stare e rivolar su la gruccia, o quando sono spossate da la fatica e dal sole.
Uccellagione a vischio
(PANIE)  è il titolo generico che si dà a ogni specie di aucupio fatto col mezzo della pania. ‑ In questo senso si usa anche il termine Le Panie.
Venti
(CIVETTA)  i tre spaghi attaccati a la racchetta e piantatile attorno a triangolo, perché la conservino dritta non ostante gli scrollamenti che se ne fa per movere la civetta.
Vento
(CIVETTA)  (v. «Piantare la racchetta» e Generiche).
Vischio
(PANIE) pianta parassita che nasce e vive sopra altre, da la quale per cottura e mescolanza di altre sostanze si forma la pania da prendere uccelli e uccellini. § Rimondare il vischio dai bruscoli: ripulirlo da le minuzie d'altre sostanze, che possan renderlo meno impaniante. § Temprare il vischio:rimestarlo tanto e portarlo a quel grado di temperatura, di mollezza e mescolanza d'ingredienti, ch'è necessario a dargli tutta la sua potenza. Il vischio congelato dal freddo si tempra di nuovo con l'olio di noci. (È insegnamento degli antichi). Si tempera anche in modo che si difenda da l'acqua. ‑ § Tenere (il vischio e la pania) valgono avere la potenza d'impaniare validamente. ‑ Tiene a una certa temperatura, e col gelo perde la presa ossia la viscosità necessaria. § Vischio artificiale:  quello composto di altre sostanze impanianti. § Vischio molle:che ha la mollezza necessaria a invischiare ‑ duro, che ha perduta questa mollezza. Nota. Nell'antichità furono celebri e apprezzatissimi il vischio di Damasco, fatto coi frutti del sebesten, e quello egiziano.
Volettare
(CIVETTA)  far piccoli voli a gioco, come fanno le civette brave, sia intorno alla racchetta, sia intorno alla gruccia o mazzuolo. Sinonimo di Fare i ritornelli.

 


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