Sulla  sparatoria di Milano si sono immediatamente scatenati gli avvoltoi professionisti  che hanno per mestiere di campare sui cadaveri. Politici alla ricerca di voti e  che ormai trovano un po' difficile riuscire a campare ancora sui morti della Resistenza,  saltimbanchi e canterini televisivi convinti di essere filosofi, organismi vari,  tutti sono scattati come un sol uomo a gridare che lo Stato non protegge i  magistrati e i cittadini.
    Va  da sé che costoro da cinquant'anni sono quelli che gridano contro lo Stato e  contro le armi se un delinquente rimane ucciso, ma che da sempre hanno coperto  la delinquenza politica, cioè quelli che per dimostrare l'alto livello del loro  pensiero vanno a buttare bombe molotov contro la polizia o ad incendiare le  macchine, e la delinquenza comune, facendo apparire come un'ingiustizia il  fatto che un delinquente sconti la sua pena o venga posto nelle condizioni di  non nuocere. Il delinquente può far soffrire gli altri, ma lui non deve soffrire!
    Sono  quegli avvoltoi che se la prendono con le armi ogni volta che uno muore per un  colpo di pistola, ma che chiudono totalmente gli occhi quando uno viene  ammazzato a calci da un rapinatore. Il numero di coloro che muoiono per  coltellate o strangolati o presi a bottigliate è di gran lunga superiore a  quelli che muoiono per armi da fuoco, ma per gli avvoltoi esistono solo queste  ultime.
    Sono  coloro che si inventano il reato di femminicidio e vengono prontamente  ridicolizzati da una bella serie di donne che ammazzano l'uomo, e sono talmente  imbecilli da non capire l'altezza intellettuale di chi aveva scritto senza  tanti se e ma "chiunque uccide un uomo è punito con pena non inferiore a  21 anni di carcere". E non capiscono che il problema non è la pena scritta  nella legge, ma quella che in concreto si sconta. Inutile aumentare le pene se  poi non vengono applicate.
    Questi  avvoltoi hanno paura di tutto, ma purtroppo hanno anche paura dei mezzi che servono  ad evitare certi guai.
    Nella  loro fobia psichiatrica per le armi non riescono a vedere che il pazzo che vuol  uccidere non ha bisogno delle armi, basta anche una automobile, o un aereo o le  mani, o un fiammifero, né riescono a vedere che un terrorista può fare stragi  senza toccare né una pistola né un etto di esplosivo. L'unica cosa che  riescono a capire è che bisogna limitare i diritti dei cittadini: limitare  Internet, limitare le armi, mettere metal-detector e casseforti dappertutto, come  se fosse possibile mettere ogni cittadino sotto una campana di vetro.
    Prendiamo  per l'appunto l'esempio dei magistrati che subito l'associazione magistrati ha  urlato essere abbandonati dallo Stato. In primo luogo le statistiche di  aggressioni a magistrati, salvo che da parte di organizzazioni mafiose o  terroristiche, sono bassissime; in secondo luogo hanno diritto di andare armati  e nei casi più gravi sono muniti di scorta; in terzo luogo nello stabilire il  loro stipendio si è sempre già calcolato che la loro può essere una professione  rischiosa. Che cosa si dovrebbe fare di più per proteggerli proprio non si  capisce. Vi è stato il periodo del terrorismo in cui volevano munirmi di un  ridicolo impermeabile antiproiettile e di una valigetta blindata da mettere  davanti al cuore in caso di pericolo. Né io né altri magistrati ne abbiamo  fatto mai uso proprio perché erano ridicolaggini.
    Un  magistrato non è che sia esposto a rischio soltanto quando è dentro al  tribunale. Qualunque pazzo lo può seguire ed aggredire per la strada o a casa o  al ristorante e nessuno lo potrà mai proteggere. Che senso ha blindare  tribunali come se si fosse all'aeroporto, quando il rischio per il magistrato è  lo stesso dentro o fuori dall'edificio? Che senso ha controllare che uno non  entri armato, quando può aggredire e uccidere il suo nemico in numerosi altri  modi? 
    Quello  che manca nel mondo moderno è purtroppo il controllo sui pazzi e, in certi  paesi, in prima linea l'Italia, il controllo sulle persone violente e  pericolose.
    Fondamentale  per creare guai della nostra società è stata la cosiddetta tutela della privacy,  una mostruosa macchina burocratica che fa distruggere più alberi da cellulosa  della carta igienica (provate ad andare in una banca o da una assicurazione a  fare il contratto e capirete cosa vuol dire firmare carte inutili) e che in  concreto non serve a nulla, salvo a nascondere che uno AIDS. Però ha comportato  che i pazzi non vengono più segnalati all'autorità di pubblica sicurezza, ha  comportato che i tubercolosi girano tranquillamente per le strade e ci vengono  vicini a chiedere l'elemosina, ha comportato che negli ospedali non si riesce a  curare bene i pazienti perché un medico non può vedere tutta la loro storia sanitaria!  Puro delirio burocratico.
    Altra  pietra fondamentale dei nostri guai è l'idea che si debba parlare solo dei  diritti e non dei doveri; diritto a vivere alle spalle degli altri (chi si  ricorda ancora che la Repubblica italiana è fondata sul lavoro?), diritto ad  essere mantenuti e curati anche se nella vita non sia mai fatto assolutamente  nulla per meritarselo o, peggio ancora, anche se si è ampiamente demeritato, diritto  uscire dal carcere più presto possibile anche se si è ancora delinquenti  pericolosi, diritto di essere violenti o prepotenti alle spalle dei cittadini  tranquilli, diritto a guidare la macchina e ad uccidere anche se si è drogati o  alcolizzati, eccetera, eccetera.  Ci vuol  poco a vedere che gli avvoltoi schiamazzano ad ogni morto, ma non hanno mai  fatto nulla di concreto ed utile per salvare quella vita.
    Infine  non trascurabile il fatto che abbiamo una burocrazia (ed è burocrazia anche la  magistratura) che regolarmente gira a vuoto, ed ammucchia una marea di carte  che nessuno ha tempo e voglia di leggere. Se un burocrate ha vita tranquilla  quando gestisce una pratica ammucchiando carta e certificati, e non viene criticato  se quei certificati non li ha mai letti e non mai colto la realtà dietro di  essi, poca strada si può fare. E così la nostra burocrazia è bravissima a  scoprire che uno trent'anni fa aveva fumato uno spinello a 14 anni e quindi non  merita di possedere una carabina ad aria compressa, ma non si accorge che la  persona che ha davanti è fuori di testa.
    Ma  continuando così, si arriva ogni giorno, come diceva Amleto a vedere "un dramma stupido, recitato da idioti". 
  
(10-04-2015)
  Aggiornamento
  Ma  avete visto che marea di incapaci vi sono fra i magistrati?
    A  Napoli c' è uno che pensa di poter far passare, da un giorno all'altro,  migliaia di avvocati,  che hanno precisi  appuntamenti, attraverso un metaldetector. Ma lo hanno mai visto un apparecchio  del genere? Non lo sanno che suona per le chiavi, le monetine, i braccialetti,  i telefonini, i chiodi nelle ossa, e che perciò per ogni persona si perdono  parecchi minuti e una coda chilometrica è inevitabile ed ingestibile?.
    A  Savona un avvocato con porto d'armi e pistola si presenta per entrare e dichiara  di essere armato; il sorvegliante correttamente chiama un poliziotto che prende  in custodia l'arma e lascia passare l'avvocato. Apriti cielo: interviene la  procuratrice capa, che sentenzia che le armi non possono né entrare né essere  prese in custodia e fa espellere dal tribunale l'avvocato con la sua pistola.  Il cliente rimane senza difensore con sicura nullità del processo!
    Ora  è noto che  in quella zona i magistrati  hanno provocato ben altri guai di milioni di euro, facendo una strombazzata  indagine sul porticciolo turistico di Imperia, indagine scoppiata davanti ai  giudici in una bolla di sapone, ma è possibile che un procuratore della  repubblica non sappia che nessuna norma vieta di girare in un ufficio pubblico  con la pistola legalmente portata,  che  nulla vieta alla polizia di prendere in custodia una pistola se ciò è  necessario, che se proprio si vuole vietare l'ingresso alle armi, è l'ufficio  che deve organizzarsi per prendere in custodia le armi di coloro che hanno diritto  di difendersi fin davanti all'ingresso e poi di usufruire del servizio pubblico?
    A  Napoli, vista la malaparata hanno deciso che gli avvocati possono entrare senza  controllo, ma devono mostrare al portiere il tesserino dell'Ordine Avvocati. Il  tesserino uno se lo può stampare con il computer e il portiere non è certo pagato  per essere un esperto in documenti falsi. Sapete a che cosa serve il  provvedimento? Solo a parare il fondo schiena al responsabile della sicurezza  che così potrà dare la colpa al portiere!
    Ma  poi dove sta scritto che un avvocato non può diventare matto e fare una strage?  La pazzia purtroppo non fa distinzione di professione. E poi, non è forse vero  che i magistrati sono gli unici che possono portare la pistola senza avere mai  presentato un certificato di idoneità psico-fisica e senza aver mai frequentato  un poligono per apprendere come si usa un'arma? Perché loro possono entrare  armati e gli altri no?
    Io  una soluzione, a questo punto ce l'avrei: non si potrebbe risolvere ogni  problema di sicurezza impedendo ai magistrati di entrare nei tribunali? 
    Purtroppo  nessuno dei responsabili ha le palle per dire chiaramente che il problema della  sicurezza nei tribunali è una bufala perché il rischio che si corre entro di  essi è esattamente lo stesso che si corre fuori di essi  e che la marea di soldi per pagare guardie  giurate e carabinieri è sprecata e sarebbe meglio impiegarli per protegge i  cittadini da furti, rapine e bullismi vari. Sembra proprio che tutti si siano  dimenticati di quando i magistrati  chiedevano  e ricevevano la scorta, non perché ne avessero bisogno, ma come status simbol, per  fare credere che facessero cose importanti. 
  (14-4-2015)