Enciclopedia delle armi - a cura di Edoardo Mori
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La bufala della sicurezza

Non passa mese in cui il ministro dell'interno non sbandieri le statistiche da cui risulta che i crimini diminuiscono e la sicurezza aumenta.
Anche i bambini sanno che con la statistica si può dimostrare qualsiasi cosa, ma ci dovrebbe essere il limite della decenza.
Il livello di criminalità non si può calcolare con i numeri, ma deve essere pesato.
Una cosa sono 10 rapine commesse senz'armi, ma senza dubbio hanno minor peso di una rapina commessa da una banda con armi e addestramento militare, formata da extracomunitari abituati ad uccidere. Una cosa sono gli scippatori, tutt'altra cosa i rapinatori che entrano in casa e torturano e sgozzano le vittime come capre, per pochi euro. E' che da noi la vistra del sangue dà noia quasi a tutti; in certi luoghi il sangue fa parte della normalità quotidiana.
I furti non si contano in base alle denunzie, ma bisogna vedere se si tratta del furto di chi ruba un panino al supermercato o del furto a danno di un magazzino da cui viene asportata merce per un milione di euro. Ed è inutile contare i furti quando si sa benissimo che i piccoli furti non vengono più denunziati; è noto che ormai nelle questure il furto delle biciclette viene fatto fare su un modulo in cui c'è scritto che la bicicletta è stata smarrita! Così non si rovinano le statistiche, non si deve scrivere alla procura della repubblica, non si devono fare ricerche della bicicletta!
Ricordiamoci poi che certi colpi di spugna in materia penale in cui si depenalizzano certi reati oppure li si perseguono  solo a querela, producono un immediato crollo delle statistiche. Eppure la depenalizzazione la cosa più assurda e incostituzionale che ci sia perché in sostanza si afferma il principio che deve stare attento a ciò che fa solo chi ha i soldi per pagare la sanzione; il nullatenente gode di una impunità maggiore di quella dei politici.
Io mi chiedo come fa ad aumentare la sicurezza quando ogni giorno si legge di stupri (ma il ministero ha fatto una statistica di qual è la percentuale degli stupri denunziati rispetto a quelli commessi? o forse quelli non denunziati non incidono sulla sicurezza?), di bande di spacciatori, di accoltellamenti.
Il ministero dà grande peso ai sequestri di beni a persone colluse con la mafia o alla scoperta di un vecchio capo mafioso rintanato in un sotterraneo, ma poi nessuno si chiede quanti di questi sequestri vadano a buon fine al termine del percorso giudiziario.
Il cittadino non può fare a meno di chiedersi (vedi il caso del funerale del Padrino di Roma) come mai questi sequestri si fanno solo in Sicilia e Calabria e nessuno si accorga che un clan ben più potente opera in una città come Roma, dove un potere mafioso può operare su un mercato senz'altro più ricco di quello della campagna sicula.  Vi è un tale degrado che anche le forze dell'ordine che ci stanno in mezzo considerano ciò ineluttabile, componente naturale di un sistema politico criminoso, perché fondamentalmente mafioso. Vien da ridere pensando al clamore sollevato attorno alla P2, ed il sospetto ora è che il clamore fosse orchestrato dalle bande concorrenti.
Il ministero cerca di rassicurare il cittadino dimostrando che gli stupratori e rapinatori vengono subito presi, e non vi è dubbio che la nostra polizia sia molto brava. Ma la sicurezza non sta nel catturare chi ha commesso un crimine in modo che il giudice lo possa liberare al più presto, ma nell'eliminare i troppi delinquenti.
La nostra società diventa sempre più violenta, si può circolare impunemente ubriachi o drogati, ogni giorno c'è un pirata della strada che ammazza qualcuno, si può essere, truffati, ingiuriati, diffati su Internet senza alcuna utile possibilità di difesa, interi quartieri di città sono invivibili ... ma per le statistiche tutto va bene. Ovvio, se si chiudono gli occhi e si consente di delinquere, alla fine si possono anche far sparire gli omicidi dalla statistiche; peccato che il morto rimanga morto!
Ma chi si chiede come mai su 100 furti denunziati, di soli 20 si scopre l'autore, di questi 20 solo cinque vengono condannati e nessuno rimane in galera? In tutti i fatti di cronaca di cui si annunzia l'arresto del criminale, capita di leggere che era ben noto alle forze di polizia, che era già stato arrestato per rapina, che era già stato condannato per lo stupro, che era già stato espulso dal territorio italiano, eccetera eccetera.
Non ci vuol molto a capire che il sistema del tutto sbagliato: chi ha commesso una rapina pericolosa, chi ha stuprato, chi ha ucciso, non deve mai più poter commettere altri reati gravi. Lo straniero che ha commesso delitti non deve mai più girare libero sul territorio italiano. Altrimenti vuol dire che i politici prendono per i fondelli se stessi e cittadini. Ed è sicuro che prendono per i fondelli anche se stessi, perché non si sono mai accorti che noi abbiamo un sistema in cui un extracomunitario può arrivare clandestinamente, può delinquere e lo Stato italiano di paga profumatamente un avvocato di sua scelta che lo aiuti ad essere assolto e che lo aiuti a restare in Italia! Sono decine di milioni di euro all'anno che mancano per far funzionare la giustizia a favore dei cittadini onesti.
Non è che il problema sia solo italico. Ad ogni attentato del terrorismo arabo si dice in ogni paese europeo che gli autori erano già noti e schedati. Ma a che serve tanto lavoro di intelligence se poi non vi sono i mezzi per togliere dalla circolazione questi noti e schedati? Non è che le costituzioni europee e le loro corti costituzionali seguono una nozione astratta dei diritti umani non più adeguata ai nostri tempi? Ci vuole molto a capire che il nostro concetto di diritti e libertà ormai serve principalmente a tutelare chi vuol distruggere questi diritti e queste libertà? È forse contrario al diritto e alla morale lo scrivere che non può godere dei diritti chi prima di tutto non osserva i doveri? Quando faremo una costituzione in cui prima di tutto si fa l'elenco dei doveri che necessario adempiere affinché uno Stato esista?
L'Europa si sta riempiendo di disperati senza patria e senza lavoro, fatalmente destinati a delinquere per sopravvivere, e stanno a guardare come se invece di disperati piovessero gocce d'acqua. Almeno una volta si diceva "piove, governo ladro!"
Forse è giunto il momento di accorgersi che certe situazioni mondiali sono il prodotto dell'utopia secondo cui basta essere buoni e volersi bene per avere pace, ricchezza, lavoro. Il mondo va male perché siamo troppi ed è un falso dire che "Dio lo vuole"; il mondo va male perché si vuol far digerire il falso concetto che chi è riuscito a conquistarsi un minimo di spazio vitale ha il dovere di dividerlo con chi non ce l'ha, tra l'altro, senza nulla chiedere in cambio. Così si dimentica che la ricchezza di un popolo si costruisce in secoli e che basta un lampo per annientarla, forse per sempre.

Comunque il ministero le sue certezze ce le ha: la sicurezza si ottiene togliendo le armi ai cittadini onesti e se ne frega della certezza dei cittadini i quali sono convinti che così si aumenta solo la sicurezza dei delinquenti, Al ministero da anni si affannano a tutelare la sicurezza privata (che non si uccida il coniuge) e hanno dimenticato che essi devono garantire la sicurezza pubblica, cioè la sicurezza di poter girare sempre e comunque senza temere violenza da parte altrui.

(3-8-2015)

Ma lo avete sentito il prefetto di Roma che assicura che sul funerale mafioso non ci sono responsabilità dei vertici perché non sapevano? Ma un capo che non sa che cosa succede, vuol dire un capo che di "intelligence" ne ha bene poca! Il capo ha il dovere di organizzare il suo ufficio in modo da sapere tutto ciò che occorre sapere; e se nomina un incapace a dirigere un ufficio sotto lui è solo lui che ne risponde, e così per tutta la scala gerarchica. O pensa che la sicurezza pubblica può essere affidata alla tre scimmiette? E' certo che questore e prefetto nulla sapevano del funerale, ma essi sono nominati per sapere, non per passare il tempo a revocare licenze di armi.

 


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