Enciclopedia delle armi - a cura di Edoardo Mori
    torna indietro
 

Home > Varie > Il tempo di reazione

back

Il tempo di reazione

Dal momento in cui il nostro cervello percepisce un segnale al momento in cui i muscoli che devono compiere l'azione richiesta scattano, trascorre un intervallo di tempo detto tempo di reazione.
Questo tempo varia a seconda del tipo di stimolo (acustico, ottico, tattile), del numero e massa di muscoli da mettere in movimento e dalla loro distanza dal cervello nonché delle caratteristiche genetiche del soggetto e dello specifico allenamento. Il tempo di reazione individuale può essere migliorato in via generale e per certe specifiche reazioni il tempo può essere drasticamente ridotto se con l'allenamento si riescono ad avere delle reazioni istintive che non richiedono l'intervento del pensiero. Si pensi ad esempio come sia fulminea la reazione della palpebra ad un gesto rivolto contro l'occhio.
Il tempo di reazione si misura in genere rispetto alla mano, riducendo al minimo il movimento richiesto (pressione di un sensibile pulsante) e si vede che una persona normale ha tempi di reazione minimi attorno ai 20 centesimi di secondo. Ma vi sono persone che senza allenamento riescono a reagire in 10 centesimi e altre che non riescono a scendere sotto i 30 centesimi.
Lo studio del tempo di reazione è interessante per il tiro istintivo e qualcuno ha provato a vedere quanto siano realizzabili i tiri fulminei così diffusi nei film del Far West e se è possibile trasferirli alle usuali esigenze difensive moderne.
Già prima dell'invenzione di macchine per misurare il tempo di reazione, vi era un metodo empirico per vedere se un tiratore era sufficientemente rapido nello estrarre il revolver dalla fondina e nello sparare colpendo una sagoma umana a sei metri di distanza. La prova era la seguente; il tiratore si metteva in posizione con il braccio teso in avanti e una moneta appoggiata sul dorso della mano; quando decideva di sparare, girava la mano, così facendo cadere la moneta, e con la stessa mano estraeva la pistola; egli doveva sparare e colpire prima che la moneta toccasse terra. Calcolando che la mano si trovasse inizialmente a poco più di un metro e mezzo di altezza, il tempo per l'operazione era di 40 centesimi di secondo circa. In questo caso, decidendo lo stesso tiratore quando sparare, mancava il tempo di reazione vero e proprio.
Con lunghissimi allenamenti e con misurazioni elettroniche, uno specialista (Chuck Ries) ha dimostrato di riuscire ad estrarre ed a sparare, senza pretendere di colpire il bersaglio, in 22 centesimi di secondo. Un altro noto tiratore (Ed Mc Givern) estraeva e colpiva il bersaglio posto a tre metri in 25 centesimi di secondo. Ciò significa che un tiratore con questa rapidità di estrazione, messo di fronte ad una persona che gli punta contro la pistola da breve distanza, è in grado di estrarre la propria pistola e di sparare, prima che l'altro abbia il tempo per premere il grilletto.
Usando revolver a doppia azione e sparando a comando (e perciò con un tempo di reazione aggiuntivo), si è visto che un tiratore esperto riesce a sparare in 35 centesimi di secondo. Si è calcolato che un terzo del tempo viene impiegato per portare la mano all'arma, un terzo per estrarre l'arma e un terzo per lo sparo vero e proprio.
Per completezza aggiungiamo che anche lo sparo dei colpi successivi al primo può avvenire in tempi fulminei. Mc Given, sparando contemporaneamente con due revolver mise i cinque colpi di ogni arma entro due carte da gioco poste a 4,5 metri in soli 1,5 secondi; egli riuscì anche a piazzare 5 colpi in un carta da gioco in soli 40 centesimi di secondo.
Il tempo di reazione è utile anche per calcolare le possibilità di difesa che si hanno di fronte ad un aggressore. Le polizie di molti Stati si sono posto il problema di qual'è la distanza minima a cui occorre iniziare a reagire di fronte ad una possibile aggressione da parte di persona non armata con armi da fuoco (ad esempio drogato con siringa!), per evitare di essere prevenuti dall'avversario, e la misura standard, ormai generalmente accettata, è che questa distanza di sicurezza e di ben sette metri.
Come si e giunti a stabilire questa misura e presto detto. La scienza ha ormai perfettamente stabilito quali sono i tempi di reazione richiesti per compiere determinate operazioni, tempi molto diversi da soggetto a soggetto e variabili in rapporto allo stimolo, acustico o visivo, a cui si deve reagire. Ad esempio, il calciatore che tira un rigore imprime una velocità di 120 km/h al pallone che raggiunge la linea di porta dopo 0,33 secondi. Il portiere, per fermarla vicino ad una palo dovrebbe scattare con la stessa velocità di Carl Lewis! Se pero si considera che egli spende 45 centesimi per capire la direzione presa dalla palla e da 12 a 30 centesimi di secondo per scattare nella direzione giusta, si conclude che egli, per superare i tre metri richiesti, dovrebbe scattare ad oltre 100 km/h.
Nel campo del tiro con arma corta si è constatato che il tempo minimo necessario ad una persona normale per percepire il pericolo, decidere di estrarre l'arma, riuscire ad estrarla e sparare è, nella migliore delle ipotesi (si tenga conto delle conseguenze dell'agitazione e dello scarso allenamento a manovre del genere) di un secondo e mezzo, di cui circa 30 centesimi spesi per iniziare la reazione.
Ciò comporta due conseguenze:
- che quando si punta la pistola contro un avversario, convinti di tenerlo a bada, questi (che non deve reagire, ma soltanto agire), se è abile può fare in tempo ad estrarre un'arma ed a sparare entro il nostro tempo di reazione; se e troppo vicino a noi, può agevolmente afferrare o spostare il nostro braccio o la nostra arma, prima che noi si abbia reagito;
- che un avversario a sette metri di distanza che parte di scatto per aggredire la vittima (4,5 m/s pari a circa 15 km/h, pari a 20 secondi sui 100 metri), riesce ad entrare in contatto fisico con lei in meno di 1,5 secondi e, quindi, prima che essa sia riuscita a portare a termine l'operazione di estrarre la propria arma e di sparare.
E per questo motivo che chi porta un'arma e prevede una situazione di possibile aggressione, dovrebbe iniziare a reagire (estrazione dell'arma e predisposizione allo sparo) quando l'avversario e ancora ad una certa distanza.

Vediamo ora come si può misurare il proprio tempo di reazione.
righello
Il metodo più empirico è quello di prendere un righello di almeno 50 cm di lunghezza e tenerlo sospeso per l'estremità finale davanti alla persona da controllare; questa pone le dita esattamente sotto l'inizio della graduazione sul righello e poi le allarga in modo da non essere in contatto con il righello. Quando essa da il via, chi tiene il righello lascia passare qualche secondo (da 3 a 10 circa) e poi lo molla e l'altro lo afferra il più rapidamente possibile. Ciò consente di misurare di quanti centimetri il righello è caduto prima di essere afferrato e, con una semplice formula, di risalire al tempo trascorso.
La formula dice che il tempo è uguale alla radice quadrata della caduta divisa per la forza di gravità, ma può essere tranquillamente approssimata moltiplicando la caduta in cm per 20 e poi estraendo la radice quadrata (per una caduta di 50 cm. il tempo sarà dato dalla radice quadrata di 1000 = 31 centesimi di secondo. Ecco qui una tabella già pronta.

 cm 	cent.      cm 	    cent. 	  cm      cent.
 5       0.10      15       17,5       28      23,9
 6       11        16       18         30      24,7
 7       12        17       18,6       32      25,5
 8       12,7      18       19         35      26,7
 9       13,5      19       19,7       40      28,5
 10      14,3      20       20,2       45      30,3
 11      15        21       20,7       50      31,9
 12      15,6      22       21,2       55      33,5
 13      16,3      23       21,6       60      35
 14      17        25       22,6       65      36,5

Unisco qui un programmino che consente di misurare con esattezza i propri tempi di reazione. Explorer talvolta è impostato in modo da non permettere l'esecuzione di questo tipo di programma; se il programma non funziona controllate che in alto non sia comparsa una riga che avvisa del blocco.


torna su
email top
  http://www.earmi.it - Enciclopedia delle armi © 1997 - 2003 www.earmi.it