Enciclopedia delle armi - a cura di Edoardo Mori
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La bronzatura dei metalli e delle armi - Consigli e ricette

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Esistono in commercio prodotti che consentono di ottenere una soddisfacente bronzatura (detto volgarmente brunitura) dell'acciaio delle armi.
Una ditta che ha un ampio catalogo di strumenti per la lavorazione delle armi e di prodotti chimici per il restauro è la tedesca TRIEBL che vende anche per corrispondenza. Dal sito di questa ditta estraggo utili consigli su come procedere per i vari tipi di bronzatura e al restauro di armi in genere.
Bronzatura antica
Il metodo più antico di brunitura era la bronzatura realizzata senza bagni chimici e senza spazzole di acciaio.
Essa ora può essere riprodotta mediante l’uso di una pasta per brunitura.
Il suo impiego è alquanto semplice. La superficie di acciaio viene detersa e lucidata e poi nuovamente sgrassata.
La pasta per brunire viene poi stesa sulla superficie senza risparmio ed anche soffregandola un po’. Dopo almeno 3-12 ore di attesa si procede ad una seconda applicazione. Ogni tipo di acciaio richiede un certo tempo e occorre fare un po’ di esperienza.
Quando ad occhio si vede che è stato raggiunto il risultato desiderato. Ma il problema è facilmente risolvibile. Quando si ritiene di aver raggiunto lo scopo, si pulisce l’acciaio con un panno; se non si è soddisfatti si spalma un altro strato di pasta. Se invece si è soddisfatti, si pulisce bene con un panno, si intiepidisce il pezzo e lo si incera. I colori ottenibili vanno da un marrone chiaro fino ad un oliva scuro.
Se si trattano canne damascate è bene trattarle prima con acido solforico diluito per far risaltare  la venatura del damasco. Ovviamente occorre poi neutralizzare l’acido lavando la parte con acqua e bicarbonato.
Attenzione: usare guanti ed occhiali! .
Brunitura a pennello
Brunitura di colore nero da usare quando vi sono saldature a stagno e non si possono usare bagni che le scioglierebbero.
Le parti in acciaio devono essere ben pulite (una volta si usava “polvere di tripoli”), lucidate e sgrassate; chiudere le canne con tappi per evitare che vi entrino le paste per la pulitura. Attenti a non toccare le canne con le dita dopo averle sgrassate!
Con una spugna, un batuffolo di cotone o un leggero pennello stendere il liquido in strato molto sottile. Dopo di ciò la canna viene sospesa con sottile filo metallico in un contenitore in cui l’aria viene riscaldata con una fiamma di gas. Dopo una decina di minuti, quando è asciutta, si mette sulla fiamma un pentolino con acqua calda così che si sviluppi del vapore che provoca una ruggine superficiale (circa 15 minuti). Poi si spegne la fiamma e si lasci il tutto nel contenitore per circa 40 minuti.
Dopo di ciò si mette la canna a bollire in un recipiente con acqua pura. Durante la bollitura si staccano la ruggine e resti del prodotto e emerge il colore nero.
Si toglie poi dall’acqua, si lascia asciugare fino a quando è ben asciutta, anche nelle cavità, e poi si rispazzola con una finissima spazzola d’acciaio assolutamente ben sgrassata. Si usino durante tutta la procedura guanti di gomma per evitare di toccare il metallo con le dita.
A questo punto si dà una seconda passata di liquido e così via anche per 5 volte (cosa che richiede un giorno intero). Usare ogni volta acqua pulita e spazzole ben sgrassate.
Per rendere la superficie ancora più nera, si aggiunge all’ultima passata di liquido una piccola quantità di mordente per mogano (un grammo per 5 litri).
Dopo l’ultima asciugatura e spazzolatura, si unge la canna con olio lubrificante (senza solventi).
Il liquido viene venduto dalla Treibl con il nome di Trioxydin.
Bronzatura a damasco

Si tratta della brunitura di un tempo, di colore marron che fa emergere la venatura del damasco.
Si usa un sistema a pennello ma, a differenza di quello usato perla brunitura, si conserva lo strato di ruggine che si forma. Quindi non si procede alla bollitura nell’acqua.
Non è necessario trattare la superficie con acido, salvo che si voglia esaltare la venatura; va sempre ben pulita e lucidata con una spazzola o disco di fibra, e poi sgrassata.
Ciò fatto si passa con un batuffolo di cotone con il liquido apposito. Si lascia asciugare per circa due ore e si formerà uno strato di ruggine; si ripete l’applicazione del liquido più volte fino a che si è formato lo strato di bronzatura desiderato.
Si rispazzola molto bene, magari con una spazzola rotante di fibra, si ripassa uno strato di liquido  e così via fino a che il risultato non soddisfa. Certe volte occorrono 8 strati, ma in genere 5 bastano. Si possono rifare anche piccoli ritocchi isolati in angoli riusciti male, lucidando prima con una spazzolina d’acciaio.
Alla fine il pezzo viene lavato molto bene con acqua tiepida (non oltre 45 gradi, altrimenti sis formano macchie!) per neutralizzare il bagno; quando asciutto si unge  o si incera o si copre con lacca “sangue di drago”. Questa può essere ulteriormente unta con olio per renderla molto lucida.
Attenzione: sgrassare bene – non toccare mai con le dita – usare spazzole ben sgrassate.
Lacca Sangue di drago
Questa lacca veniva usata anticamente nella bronzatura e brunitura delle armi come strato protettivo e colorante. Si può applicare su metallo e su legno
Procedimento su acciaio
Si applica più volte e in piccoli  con un tamponcino di cotone fino a che non si vedono più striature. Se su un punto se ne applica troppa, può essere distribuita meglio con un batuffolo umido.
Quando la lacca è ben secca si tira a lucido con lo steso tampone di cotone.
Se il tampone fa attrito, ungere con un po’ di olio.
Se si vuole aumentare l’intensità di colore si può applicare un secondo strato sul rimo, ben secco.
Laccatura del legno
Si procede come con la gommalacca, ma non è necessario dare un mordente colorato. Si inumidisce i legno, si scartavetra e si applica la lacca in più strati. Il colore finale assomiglia a quello del legno di noce.
Si possono dare più strati.
Lucidatura del legno
Scartavetrare con carta  n. 60 sempre in direzione della fibra; finire con carta 100-150.
Inumidire il legno per fare emergere le fibre; lasciare asciugare e passare la carta fine. Ripetere l’operazione per tre volte.
La rifinitura si fa con polvere di pietra pomice fine e un pezzo di feltro con cui si raccoglie un po’ di polvere e  si soffrega fortemente il legno, sempre aggiungendo un po’ di altra polvere.
Quando non si vedono più segni di lavorazione si passa alla polvere extrafina e si ottiene un bel lucido.
Si protegge i legno con olio  applicandolo fino ad avere la tonalità desiderata. Si usa olio chiaro per legno scuro e con venature; olio marron per legni chiari.

***

Riporto qui sotto una raccolta di ricette per la coloritura di acciaio e ferro, vecchie di almeno un secolo. Non tutte sono valide e nessuna può essere impiegata senza preventive prove ed esperimenti. L'uso di sostanze chimiche, e specialmente di acidi, non è privo di rischi se non si ha la necessaria pratica.
Quando nelle ricette si parla di acqua è opportuno impiegare acqua distillata o almeno acqua oligominerale. Le parti sono indicate in peso.
La superficie metallica da colorare deve essere perfettamente levigata e sgrassata. Per la sgrassatura si impiega di solito trielina. Un'ottima detersione si ottiene con il fosfato trisodico alla soluzione massima del 5% (ma può bastare la soluzione al 2% se il grasso non è vecchio o duro), assolutamente non corrosivo; viene spruzzato ad 80-90° di calore sulla superficie metallica inclinata in modo che possa scorrere su di esse.
Anticamente veniva usata anche la bollitura dei pezzi in soluzione di potassa caustica a l0% con successivo abbondante lavaggio.
Dopo la sgrassatura i pezzi non devono più essere toccati con le mani.
Se occorre togliere ossidazioni superficiali si ricorre a pulitura meccanica oppure a bagni di acido solforico diluitissimo (1%) a cui si fa seguire un bagno in acido nitrico in soluzione debolissima. Si veda anche la pagina sulla eliminazione elettrolitica della ruggine .
Ricordarsi che non bisogna mai versare acqua nell'acido solforico, ma che, se occorre diluirlo, si versa l'acido nell'acqua.

La bronzatura non va confusa con la brunitura.
La brunitura e un processo di lucidatura e consiste nel passare sulla superficie metallica il brunitoio munito di pietra dura (agata) che dà una lucentezza compatta e un tono molto più caldo, da cui la parola "brunire". Si fa scivolare la pietra del brunitoio premendola alquanto e appoggiandola al pollice della mano sinistra che la guiderà nei suoi movimenti avanti ed indietro. La superficie deve essere ingrassata (con glicerina ad es.) in modo che la pietra scivoli bene. Si usa sulle superfici metalliche metallizzate a spruzzo o a foglia o con metodi chimici o galvanici.
La bronzatura (o brunitura falsa, ossidatura) è un procedimento per ottenere chimicamente un rivestimento del metallo (solfuro, ossido, ecc.) che ne renda più gradevole l'aspetto o che ne preservi la superficie dalla ossidazione. Viene usato anche quando il colore finale non sia quello del bronzo.

A metà Ottocento un sistema di brunitura per ferro e acciaio usato in Prussia era il seguente: si scioglievano in acqua, 4 parti di cloruro d'antimonio (burro d'antimonio) a basso contenuto di acido cloridrico e una parte di acido gallico; si appllica poi a tampone sull'acciaio ben deterso questo liquido, lasciando seccare bene e si ripete l'operazione fino ad ottenere uno strato uniforme di ossidazione; aumentando gli strati la colorazione diviene più scura; a quel punto si lava bene per togliere ogni traccia di acido (usare eventualmente acqua con un po' di bicarbonato di sodio) e alla fine si dà a tampone dell'olio di lino cotto. ATTENZIONE: il tricloruro di antimonio è un prodotto irritante e velenoso!

  Inc. Galeazzi
  Canne da fucile
* Si mescolano:
Soluz. cloruro ferrico (d. 1,28) 14 - Cloruro mercurico 3
Ac. nitrico fumante 3 - Solfato di rame 3 - Acqua 80.
Se ne applicano due o tre straterelli, poi si strega ciascuno strato con spazzola d'acciaio. S'immerge poi la canna in soluz. di solfuro potassico al 10%, lasciandovela per 10 giorni, si lava con sapone ed acqua calda e si vernicia con olio di lino.

* Bagno di 50 a 100 gr. di nitrato d'ammonio e 0,5 a 5 di cloruro o solfato di manganese. Si sospendono gli oggetti nel bagno come anodi, e come catodi si usano fili di platino.

Nitrato di piombo gr. 80
Liscivia di soda (d. 1,269 - 31° Bé) cc. 500 - Acqua gr. 500
Carbonato di manganese, in sospensione, gr. 10.
Si opera come nella precedente.

* Si applica a pennello questa soluzione

Solfato di rame 4 - Cloruro di ferro 4 - Alcool 2
Etere nitrico 1 - Ac. nitrico 1 - Acqua 60.

* Si bagnano le canne dopo averle ben deterse, con aceto assai forte, si asciugano, indi si strofinano con un cencio umettato con ac. cloridrico e si lasciano esposte all'aria per circa un quarto d'ora. Si scaldano a bagno di sabbia, a calore moderato, e si strofinano con panno ben secco.

Acqua distillata 16 - Solfato di rame 4 - Etere solforico 2 -
Cloruro di ferro 1.
Si mescolano l'etere ed il cloruro di ferro, poi vi si aggiungono gli altri ingredienti; dopo avere agitato per qualche tempo, si applica a pennello, ripetendo l'operazione se si voglia colorazione più intensa.

* Solfato di rame 25 gr., Nitrato di potassio 25 gr., Acqua 500 gr.
Scogliere i sali nell'acqua e immergere il pezzo ripetutamente con intervalli di alcune ore. Lasciar seccare 24 ore e strofinare bene con un panno. Fissare strofinando con una miscela di cera olio e terpentina.

Conservazione di armi
* Si sfregano con uno straccio di lana imbevuto di soluz. di allume nell'aceto forte e si asciuga poi con cura.

* Unguento mercuriale, mediante tampone di lana.

Metallocromia chimica dell'acciaio.
Giallo e azzurro

* Per piccoli pezzi. Si scalda una sbarra di ferro; quando è rossa si pone sopra un recipiente contenente acqua fredda; il pezzo da colorare, ben deterso con carta smeriglio fina, si pone sulla sbarra di ferro avendo cura che la parte lucida da colorare non sia in contatto colla sbarra stessa; l'acciaio si scalda. diventa giallo pallido, giallo scuro, ed infine azzurro. Quando ha acquistato il grado di colorazione voluto si fa cadere prontamente nell'acqua; esso conserva in tal modo la colorazione che aveva acquistato.

* L'acciaio assume colorazione azzurra, simile a quella che si produce ricuocendolo, quando lo si immerga in un liquido bollente formato mescolando le due soluz. seguenti, previamente preparate a parte:

a) Iposolfito di soda gr. 140 - Acqua 1000
b) Acetato di piombo gr. 35 - Acqua 1000.

Azzurro-violaceo
* Occorre detergere l'acciaio, già brunito, in una soluz. di soda caustica, lavarlo con acqua, nell'ac. solforico diluito, nell'alcool e infine ancora nell'acqua Se la colorazione può farsi subito dopo la brunitura, bastano le lavature all'alcool e all'acqua.
Si produce poi sul metallo una tenuissima ramatura immergendolo per 10 a 20" in un bagno di:
Alcool 300 - Ac. nitrico comune 100 - Solfato di rame 40 - Acqua 1000.
Si lava subito nell'acqua corrente.
Si trasforma la pellicola di rame in solfuro trattando a freddo con soluz. assai diluita di un solfuro alcalino o di ac. solfidrico. Bastano 2 a 3 gocce di solfuro ammonico per litro d'acqua.
Si ha una tinta rosea che essiccando diventa porpora ed infine azzurra.
A seconda della durata del bagno si possono ottenere successivamente le seguenti colorazioni: rame-roseo, rame-rosso, rosa, rosso-porpora, rosso-violaceo, viola, azzurro-viola, azzurro, azzurroverdastro, verde, verde-giallastro, giallo, ecc.

* Per conservare le colorazioni ottenute si fa uso di una soluz. di alcool, etere o ess. di trementina, con 2 a 3 gocce d'olio di lino. Si possono variare all'infinito gli effetti colorando le vernici coi colori solubili nei solventi eterei.

* Si fa una soluz. mista di due soluz. al 5 %, l'una di prussiato rosso e l'altra di percloruro di ferro, e vi si immerge il pezzo dopo averlo ben deterso. Si asciuga e si strofina con legno assai tenero. Si riveste con sottile strato di vernice incolora.

* Dopo accurata detersione chimica, si immerge il pezzo a freddo per 15U in una soluz. contenente 10 di solfato di rame, 2 % d' ac. cloridrico e 15% di cloruro di zinco. Occorre fare prima la soluz. del solfato di rame, filtrarla e aggiungervi ordinatamente l'acido e poi la soluz. di cloruro di zinco.
Dopo aver bronzato i pezzi con questo bagno si lavano e si immergono per circa 3 minuti in un bagno d'iposolfito preparato alcune ore prima e così composto

Acqua 1000 - Iposolfito di soda 1500 - Ac. cloridrico 75.
Si lavano ancora in acqua calda e si essiccano.

* Immersione nella lega fusa

Piombo 25 - Stagno 1.

* Si bagnano i pezzi con ac. nitrico diluito al 10 %. Si lavano in acqua tiepida, e quando sono asciutti si ungono con olio di lino.

* Immersione in una soluz. di

Ferrocianuro di potassa 1 - Cloruro di ferro 1 - Acqua 400.

Ferro e acciaio - Bronzatura
* Trattandosi di ferro o di acciaio si dà il nome di bronzatura a quei procedimenti che hanno per iscopo di ottenere chimicamente un rivestimento del metallo (solfuro, ossido, ecc.) che ne renda più artistico l'aspetto o che ne preservi la superficie dall'ossidazione, estendendo tale denominazione anche ai casi in cui il rivestimento stesso non abbia colorazione imitante il bronzo.
Le armi e simili oggetti di ferro e d'acciaio si bronzano sfregandoli fortemente con cloruro d'antimonio fuso. Una sola operazione non basta; occorre ripeterla scaldando leggermente il pezzo.

* S'immerge il pezzo nello solfo fuso misto a nerofumo. La superficie, fatta sgocciolare e seccare, resiste agli acidi e può acquistare bel pulimento; ha l'aspetto del bronzo ossidato, forse dovuto alla formazione del solfuro di ferro, una specie di pirite marziale, della quale sono noti i bei riflessi metallici e la resistenza agli agenti chimici.

* Si disossidano e disgrassano i pezzi (p. es. con poltiglia di bianco di Spagna e soda); poi s'immergono in un bagno di ac. solforico diluito e si sfregano di nuovo con pomice finissima, ecc. Si espongono allora per 2 a 5 minuti ai vapori di una miscela di ac. cloridrico ed ac. nitrico in parti uguali, poi si scaldano a 300-350° sino a che si sviluppi il color bronzato.
Siccome il gas che si sviluppa dall'azione reciproca dei due acidi è perossido d'azoto (vapori nitrosi) assai venefico, occorre operare con le dovute cautele.
I pezzi raffreddati si ricoprono per sfregamento con vaselina e si scaldano una seconda volta sino a che la vaselina cominci a scomporsi. Dopo raffreddamento si spalmano ancora di vaselina. I toni che si ottengono con questo procedimento sono di un bel rosso, ed il rivestimento è inalterabile. Aggiungendo al miscuglio dei due acidi, dell'ac. acetico, si ottengono delle belle tinte giallo di bronzo. Tutte le gradazioni di colori, dal bruno-rosso chiaro al bruno-rosso scuro, o dal giallo-bronzo chiaro al giallo-bronzo scuro possono essere ottenute con dei miscugli variati di tali acidi. Queste colorazioni sono inalterabili anche in ambienti che contengano vapori acidi.

 

* Per bronzare un revolver, si pulisca prima bene a lucido. Si prenda poi una cassetta di lamierino di ferro, si riempia di carbone di legna e si metta sopra il fuoco fino a tanto che il carbone sia ben acceso. Si rimescoli il carbone e vi si introduca nel mezzo il revolver acciò abbia tanto calore sotto quanto sopra Si abbia pronta della calce polverizzata, un pezzo di stoppa o cotore ed una tanaglia mantenuta nel fuoco. Si tolga colla tanaglia il revolver ogni 10 minuti dalla cassetta e con sollecitudine si strofini colla stoppa e colla polvere di calce, rimettendolo poi di nuovo nella cassetta Si eviti che la temp. s'innalzi eccessivamente. Il revolver in breve tempo acquisterà una bella tinta porporina e poi una tinta azzurro-chiaro assai bella.
Si ripeta però l'operazione diverse volte perchè la prima colorazione azzurra ottenuta non è solida. Quando sia freddo si, unga d'olio.

* Si strofina l'acciaio con una piccola quantità di soluz. concentrata di soda; si lava all'acqua calda; si stropiccia con soluz. di cloruro di ferro al 7 %. Dopo essiccato si stropiccia ancora con soluz. di ac. pirogallico al 5 %. Si fa essiccare e si lucida con spazzola.

Azzurro
* Si ottiene colorazione azzurra bagnando i pezzi, ben detersi, con ac. nitrico diluito al 10 %. Si lavano in acqua tiepida e quando sono asciutti si ungono con olio di lino.

* Immersione in una soluz. di:

ferrorocianuro di potassa p. 1 - Cloruro di ferro 1 - Acqua 400.

* Gli oggetti minuti in acciaio si fanno scaldare fra la cenere di carbone di legna, alla temp. di 300°. Si esaminano di tanto in tanto e si estraggono rapidamente appena, esponendoli all'aria, si veda che abbiano assunto la colorazione desiderata.

* Per dare il colore azzurro bruno d'acciaio alla testa delle viti, si ungono, dopo averle ben pulite, con pochissimo olio, e quindi si scaldano alla fiamma ossidante d'un becco Bunsen.

Colorazione imitante l'argento
* Digrassata con cura la superficie del ferro si bagna con questa soluz.:

Cloruro d'autimonio gr. 40
Anidride arseniosa in pol. 10 - Ferro-ematite in polv. 6 - Alcool a 90° litri 1
che si sarà ottenuta scaldando debolmente, a b. m., per una mezz'ora. La spalmatura del ferro si farà con tampone di ovatta. Si otterrà un precipitato di arsenico e antimonio, sulla superficie del ferro, assai bianco.

* Nero - Si fanno bollire insieme 10 p. di olio di trementina e 1 di solfo. Si copre il metallo con un leggero strato di tale liquido, indi lo si espone alla fiamma di una lampada a spirito.

* In una certa quantità di ess. di trementina si versa goccia a goccia dell'ac. solforico, rimescolando continuamente fino a che non si formi più precipitato. Si getta allora il tutto nell'acqua, si agita, si decanta e si rinnova la lavatura del precipitato, fino a che la carta azzurra di tornasole immersa nell'acqua non si arrossi più. I1 precipitato sarà così spogliato di tutto l'acido e, dopo averlo fatto sgocciolare su di una tela, sarà pronto per l'uso.
Se ne riveste il metallo e si fa bruciare nel fuoco. Se s'incontrasse difficoltà nello stenderlo si può diluirlo con un poco di trementina. Si sfrega quindi il metallo con uno straccio di lana unto d'olio di lino, fino a che la superficie apparisca d'un bel nero lucente.

* Alla seguente soluz.:

Cloruro di bismuto 20 - Bicloruro di mercurio 20
Cloruro di rame 10 - Ac. cloridrico 60 - Alcool 50 - Acqua 500
si aggiunge della fucsina in quantità sufficiente per mascherarne il colore. Si stende la soluz. col pennello o vi si immerge l'oggetto ben pulito e sgrassato. Si lascia seccare, quindi si passa all'acqua bollente per mezz'ora. Si ripete l'operazione fino ad ottenere la colorazione voluta. Poi si passa l'oggetto al bagno d'olio e si scalda al fuoco dopo averlo spalmato di uno strato d'olio.
Questo procedimento è adatto per armi di lusso, foderi di sciabole, ecc. Nell'oreficeria serve per scatole di orologi, medaglioni, braccialetti, ecc.

* Piccoli oggetti - Immersione in un bagno di cloruro ferrico reso acido con aggiunta di ac. cloridrico. Lavatura in acqua bollente. Spalmatura con olio.

* Nero-mat - S'immerge il pezzo, ben deterso, in questa soluzione:

Cloruro di mercurio 2 - di rame 1 - Ac. cloridrico 6 - Alcool 5 - Acqua 50.
Si può anche applicare la soluz. a spazzola, ripetendo se occorre. Si lava poi con acqua calda.

* Colorazioni diverse - Col selenito di rame. Il ferro precipita il rame ed il selenio dai loro sali. Immerso in una soluzione di selenito di rame acidulata con alcune gocce d'acido nitrico, precipita questi due metalli sotto forma d'uno strato fangoso nero, poco aderente. Ma se si lava l'oggetto con acqua, poi con alcool e lo si fa seccare rapidamente sopra un becco a gas, il deposito diviene aderente. Sfregato con un cencio, tale deposito diviene nero-azzurro o nero lucente secondo la composizione del bagno.
Il selenito di rame è un sale verde pistacchio insolubile nell'acqua, e poco solubile nell'acqua acidulata con acido nitrico o solforico. È preferibile mescolare una soluz. di solfato di rame ad una di ac. selenioso e acidulare con ac. nitrico per impedire la precipitazione del selenito di rame.
Questo procedimento, di Malherbe, è assai comodo per colorare in nero od in azzurro i piccoli oggetti di ferro o d'acciaio (penne da scrivere, sfere da orologio, piccoli pezzi d'armi, ecc.). Riesce meno bene per i pezzi di ghisa. D'altronde, il prezzo elevato dell'acido selenioso riesce d'ostacolo al suo uso per la colorazione di grandi superfici metalliche.
I bagni s'impoveriscono assai rapidamente di selenio, perchè si deposita del selenito di ferro, giallo, insolubile.

* Per il nero-brillante:

Acido selenioso 6 - Solfato di rame 10 - Acqua 1000 - Acido nitrico 4 a 6.

* Per il nero-azzurro:

Acido selenioso 10 - Solfato di rame 10 - Acqua 1000 - Acido nitrico 4 a 6.
Immergendo il pezzo per tempo brevissimo si ottengono alla sua superficie le colorazioni seguenti: giallo, rosa, porpora, violetto, azzurro.

* Grigio - Si applica, a pennello, sui pezzi scaldati una soluz. di:

Nitrato di rame 7 - Alcool 3
indi si procede al riscaldamento. Si forma una patina d'ossido nero di rame che, stropicciata, lascia una tinta grigia.

* Color cioccolato - Mettere il pezzo sotto una campana di cartone o plastica, o dentro ad una scatola, assieme a due scodellini contenenti uno acido cloridrico non troppo diluito e l'altro ammoniaca. Si formano dei fumi di cloruro di ammonio che in alcune ore ossidano con una ruggine sottilissima ed uniforme il pezzo. Ingrassare bene il pezzo. Si ottiene una superficie che imita bene l'ossidazione naturale del ferro antico.

* Damascatura - Per damascare ad es. una lama, bisogna, quando è fucinata, lasciarla raffreddare lentamente in modo che il carbone vi si ripartisca inegualmente. Poi, prima di temperarla, immergerla in un acido capace di sciogliere il ferro alla superficie (ac. nitrico); il carbonio messo allo scoperto forma delle vene più o meno grigie secondo che è più o meno abbondante.

* A pelle di trota - Questo genere di damascatura che imita le macchiettature della pelle delle trote, è assai usata per canne da fucile.
Si fanno sciogliere 60 gr. di solfato di rame in un litro d'acqua calda e quando la soluz. è fredda vi si aggiungono 15 gr. d'acido nitrico e altrettanto d'ac. cloridrico, 30 d'alcool e altrettanto di soluzione diluita di cloruro di ferro.
Si applica questo liquido sul metallo, mediante pennello duro; quando si è ottenuto l'effetto desiderato - il che richiede circa 24 ore - si sfrega il metallo con una spazzola metallica, si lucida con legno duro. Volendo si vernicia con vernice alla gommalacca.


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