Enciclopedia delle armi - a cura di Edoardo Mori
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Esplosione nel poligono di Ferrara

Leggo sul giornale La Nuova Ferrara del 14 gennaio 2016 il seguiente articolo che merita un commento.
Dopo la tragedia a Ferrara nuova legge sui poligoni

PORTOMAGGIORE. Sui poligoni di tiro privati la normativa presenta non poche lacune. Questo non significa che i gestori dell’Asd non abbiano rispettato la legge, anzi. Gli stessi sono stati descritti da tutti come persone, soprattutto Fabrio Ghesini, estremamente precise e meticolose. Ecco quindi che, molto probabilmente, il ragionamento sta a monte. Sul fatto che le norme siano labili, è d’accordo anche il procuratore Cherchi il quale, riferendosi a quanto accaduto a Portomaggiore, è tornato sull’enorme gravità del fatto. Anche per i difensori dei tre indagati siamo davanti a «un buco normativo, ma l’interno era in sicurezza».
E come spesso accade, dopo la tragedia (...sempre dopo) «l’ufficio di presidenza della Commissione Ambiente di Palazzo Montecitorio ha deliberato la calendarizzazione del disegno di legge relativo all’introduzione di nuove disposizioni per la tutela dell’ambiente, della salute e della sicurezza nei poligoni da tiro sia pubblici che privati a prima firma Fabbri, designando me come relatore». Ad affermarlo l’onorevole ferrarese Alessandro Bratti, presidente della Commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti.
«La tragedia di domenica scorsa avvenuta al poligono di Portomaggiore - spiega Bratti - è solo l’ultima di una serie di incidenti, anche mortali, avvenuti nel corso degli anni all’interno dei poligoni da tiro, di natura sia pubblica che privata. La normativa di settore ci appare ambigua e frammentata e questo provvedimento nasce dall’esigenza, non più procrastinabile, di garantire la piena incolumità pubblica, specie in presenza di poligoni di tiro situati in prossimità di abitazioni civili o attività industriali, e di esercitare un controllo sui possibili effetti che questi potrebbero determinare dal punto di vista dell’inquinamento acustico ed ambientale».
«A questo proposito - conclude - con la collega Fabbri stiamo predisponendo un’interrogazione in cui chiediamo ai Ministri competenti se siano a conoscenza del fatto che la regolamentazione riguardo alla sicurezza di tali strutture è lacunosa e non aggiornata rispetto alle esigenze di sicurezza che devono essere garantite nei territori».

Il commento è che, come puntualmente avviene, escono quelli che non sanno nulla e non hanno capito nulla e vogliono pontificare e legiferare a sproposito.
Nel caso in esame hanno iniziato a sproloquiare per primi gli investigatori i quali non hanno saputo inventarsi di meglio che dire che senz'altro erano esplosi i gas di sparo accumulatisi perché vi erano troppi tiratori. Ma se non lo sanno, perché non statto zitti? Come possano riesplodere i gas di sparo, che sono solo dei fumi e gas prodotti da una esplosione della polvere di sparo, Dio solo lo sa. Forse si sono confusi con la vampa di bocca. All’uscita della volata ci sono principalmente tre fonti di innesco che sono rappresentate:
1)     dai gas molto caldi prodotti dalla deflagrazione (sopra la temperatura di ignizione un materiale prende fuoco spontaneamente se c’è comburente),
2)     dalla vampa data soprattutto dalla ulteriore ossidazione del monossido (una reazione velocissima di tipo radicalico che produce CO2)
3)     dai lapilli di polvere incombusta che si vedono sempre nelle foto e possono arrivare a qualche metro dalla volata (dipende dal tipo di polvere).
Ma è un fenomeno che si verifica alla bocca dell'arma; se l'anidride carbonica e l'ossido di carbonio si diffondono nell'ambiente, fanno male ai polmoni, ma davvero non esplodono!

Nell'esplosione in esame si è verificato il tipico incidente, le cui cause sono già note da decenni, dovuto semplicemente a difetto di pulizia: quando in un poligono, davanti alle linee di tiro o nei ventilatori si accumulano polveri, basta una scintilla per farli incendiare ed esplodere. Fenomeno questo che non si verifica solo nei poligoni ma in tutti i luoghi ove vi sono polveri combustibili (farine di cereali, farine di legno, segatura fine, eccetera). Personalmente avevo già avvisato del problema sulla rivista Diana armi almeno 25 anni or sono. Ormai è fatto notorio, e il commercio vi sono persino aspirapolveri speciali, anti-scintilla, per aspirare queste polveri. Comunque è regola fondamentale di diligenza per chi gestisce un poligono, di avere nei pressi delle linee di tiro pavimento e pareti lavabili e di lavarli il più spesso possibile; anche ogni giorno se il poligono è molto frequentato. Si veda sull'argomento il testo Mori – Nunziata, Guida alla progettazione dei poligoni di tiro (a proposito, i responsabili del poligono se lo erano comperato oppure avevano seguito solo i corsi dell'UITS?).
Ora,  che per salvare le spalle a chi ha gestito un poligono senza sapere queste cose elementari, si debba buttare la croce su tutti i poligoni dicendo che mancano le norme di sicurezza è una vera bufala e mistificazione. In Italia si sono verificati tre o quattro casi analoghi, tutti in poligoni del TSN per i quali vi sono pacchi di norme e di regole, ma se chi gestisce le regole non le applica, non c'è regola che tenga. In tutti questi casi inizialmente vennero chiamati dei periti che non  capivano assolutamente nulla e che giunsero ad affermazioni assolutamente strabilianti, ma alla fine, sentiti i veri esperti, sempre si è concluso che l'unica causa dell'incidente era la mancata pulizia dei locali! Quando l'evento di verifica esso è talmente rapido e devastante che a nulla servono le uscite di sicurezza e altre cose che tanto piacciono alla burocrazia e a chi scrive i regolamenti.

Ma perché tutti questi furboni che scoprono i poligoni non hanno mai scoperto che ogni anno in Italia vi sono esplosioni devastanti di GPL negli appartamenti perché anche un analfabeta può montarsi una bombola di gas con un tubo di gomma fatiscente o con viti strette con le dita?
16-1-2016

1-2-2016: In queste due settimane sono saltati sei edifici per fughe di gas, con numerosi morti. E i cretini continuano a scrivere sulla pericolosità dei poligoni, in cui incidenti gravi si possono verificare solo per incuria umana!

 

 


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