Enciclopedia delle armi - a cura di Edoardo Mori
    torna indietro
 

Home > Armi > Atlanti di immagini >Glossario della caccia INDICE

back

Glossario della lingua italiana di caccia - Voci sui CERVIDI e VOLPE

 

Adunata
(CERVIDI) (v. Cinghiale).
Ago
(CERVIDI) il secondo cornetto che sporge dal basso di ognuna delle corna e rimane sopra al pugnale.
Allicciatura
(CERVIDI) lo sporgere delle corna in fuori. Cfr. il latino Licinus bos, che ha le corna ben aperte (lunate) in fuori.
Andatura
(VOLPE) il modo di camminare della volpe. È leggerissima e agilissima, e più veloce di quanto possa credersi; donde il suo muoversi assume forme diversissime. Gattona felinamente acquattandosi per fuggire a la volpina, per accostare animali, per sottrarsi non vista. Guizza come baleno quando entra nella tana. Striscia come il serpente. E sale anche gli alberi, per accovarsi nell'estate lassù fra le fronde e dormire al fresco. E potendo cammina sempre coperta ne' fossi, tra l'erbe e gli sporchi molto folti, ne' solchi.
Apertura
(CERVIDI) riferito a le corna del cervo, vale La larghezza che corre tra i due fusti, misurata tra la pila e la corona, ma poco sotto a questa, ossia nel punto che i fusti sono più distanti.
Appostamento
(CERVIDI) il fatto dell'appostare il cervo. «Il primo atto della caccia al cervo è l'appostamento di esso».
Appostare e Postare
(CERVIDI) nella caccia al cervo prendono anche specificamente il significato di Trovare il giaccio del cervo per mezzo del cane limiero o della abilità pratica del cercatore.
Appostatore, Appostatori
(CERVIDI) gli uomini che tenendo a guinzaglio il cane limiero e facendolo cercare a naso, trovavano il giaccio del cervo. Trovatolo ne lasciavano i Segnali (v. q. vo.).
Astuzia
(VOLPE) è il carattere specifico che si attribuisce a la volpe. ‑ Convien non credere a troppe delle fole, che si raccontano di essa. Può ritenersi però che tra le altre difese sa fingersi morta dopo la schioppettata: e che perciò è molto bene guardarsi di porle le mani addosso senza prima essersene sincerati, perché, se è ancora viva, addenta le mani con tenacità e morsi tremendi.
Astuzie
(CERVIDI) detto di animali cacciati, vale Tutti gli atti ingannevoli con cui essi si studiano di sottrarsi ai cani o agli uomini (v. Difese in generiche).
Balzellare il cervo
(CERVIDI) vien usato da Toscani per «far la posta al cervo». Ora è facile intendere che questo verbo, singolarissimo, preso dal modo di camminare della lepre, e perciò giusto per essa, non può dare alcuna analogia denominativa per designare la posta a un quadrupede del tutto disforme da la lepre stessa. E, se tutto il resto d'Italia dice Far la posta a la lepre mi par lecito pensare e credere che tutto il resto d'Italia abbia ragione, non ostante la doppia toscanità fiorentina e maremmana, che rende tanto simpatico e autorevole scrittore il marchese Niccòlini.
Caccia
(CERVIDI) l'Insieme delle fiere levate, dei cani e degli uomini che le inseguono.
Caccia al cervo
(CERVIDI) questa caccia principesca, che si faceva anticamente in altri Stati europei, non è mai stata propria dell'Italia, dove il cervo ben poco è vissuto a lo stato selvaggio. Da anni esso trovasi solo in certe riserve, dove vien cacciato in modo così poco eroico, che somiglia più un macellamento domestico, che una caccia dignitosa e virile. L'ultimo cervo veramente selvatico, o inselvatichito, parrebbe quello ucciso dal marchese Niccolini a la Falterona. Fuori d'Italia invece, questa caccia era fatta da principi, i quali ponevano in essa una passione e un impegno veramente regale. Essi praticavano anche la stracca (caccia a la) con tale puntiglio, che furon capaci d'inseguire un cervo anche fuori del proprio Stato. Il Tanara asserisce che questa caccia in Italia non è mai esistita. Per intenderla si vedano le voci Mute e Stracca;e si pensi che il vero carattere venatico nostro è popolare, e che anche le altre cacce feudali da noi non attecchirono, o rimasero privilegio non invidiato di principi.
Caccia propriamente detta
(CERVIDI) il momento che le fiere scovate, levatesi dai loro covi, fuggono, e sono inseguite da cani e cacciatori.
Campo degli amori
(CERVIDI) vien chiamato così quel luogo, dove il cervo con le cerve che lo seguano passa la stagione della fregola. Vuolsi che lo stesso cervo, in questa stagione, ritorni ogni anno a lo stesso luogo.
Canattiere del limiero
(CERVIDI) il canattiere che conduceva il cane limiero a la cerca del cervo; e a sua volta era condotto dal cane presso il giaccio della fiera. ‑ «Valletto del limiero» è una mala traduzione da una lingua estera.
Capriolo e Caprio
(CERVIDI) cervide de' nostri boschi e delle nostre montagne agile, veloce e gran saltatore. La femmina dicesi Capriola.
Carriera
(CERVIDI) tutto il corso fatto dal cervo nella sua fuga; e quello degli altri cervidi. ‑ Dicesi stesa, se è a la lunga; tronca se vien interrotta; ripresa, se vien continuata dopo 1'interruzione.
Ceppo
(CERVIDI) la parte delle corna che ne forma la base esteriore.
Cerbiatto
(CERVIDI) il cervo giovanissimo. ‑ Diminutivo Cerbiattolino ed anche Cervettino. Ma Cerviotto vale Cervo piuttosto grande.
Cerca del cervo
(CERVIDI) Il cercare di appostare il cervo, ossia trovarne il giaccio per cacciarlo poi anche solo il domani. ‑ Questa cerca la faceva un canattiere servendosi di un cane limiero (v. a Cane) ch'egli conduceva legato a una cordicella chiamata lunga. Il limiero trovava a naso la fiera, e ne dimostrava il luogo coi moti della coda e segnando con gli occhi. Il canattiere poi, lasciava segnali lungo i sentieri per facilitare ai corritori, incaricati di levar la fiera coi cani da seguito, di trovarla e porla in caccia (v. Segnali e Limiero).
Cerva
(CERVIDI) la femmina del cervo, la quale non ha corna. Dicesi Matricina se è grossa o ha figliato; Sottile, se no. Diminutivo Cervetta, Cervettina.
Cervario
(CERVIDI) il luogo dove si tengono o stanno i cervi. ‑ È il Cervarium latino, ma è forse l'unico termine da usarsi, sia per sfuggire a l'uso del pochissimo noto Cervile (analogo a Caprile e simili) sia perché «Parco dei cervi» dice una cosa troppo grandiosa.
Cervino
(CERVIDI) agg. Di cervo, che ha natura di cervo. «Corna cervine ‑ Furore erotico cervino».
Cervo
(CERVIDI) Potendosi determinare l'età del maschio da la forma e sviluppo delle corna gli si danno i nomi seguenti: Fusone: il cervo giovane da un anno a quattro: perché le sue corna hanno la forma di fusi, e non sono ancora ramificate. Forcuto: il cervo a cui le corna principiano a ramificare inforcandosi. Palcuto: quando le corna hanno già formato i palchi. § Cervo guidaiolo: quello che guida il branco; § ‑ monaco; § ‑ scapolo. Solingo, non unito con le femmine.
Corna
(CERVIDI) le armi di difesa del cervo. ‑ Possono essere allacciate, aperte, camure, ramificate. Le corna del cervo ucciso si conservano congiunte a tutta la testa e si chiamano Trofeo.§ Mettere le corna:dicesi dei maschi a cui spuntano. § Perdere le corna quando gli cadono.
Corno
(CERVIDI) (v. generiche).
Corona
(CERVIDI) il vertice quadriforcuto d'ogni corno.
Corritori
(CERVIDI) gli uomini che nella caccia al cervo hanno l'ufficio di andar a levarlo coi cani.
Cortesie [le]
(CERVIDI) così chiamansi i doni di alcune parti del cervo morto, che sono presentati ai cacciatori, ai quali vuol farsi onore.
Costure
(CERVIDI) i rialti longitudinali che emergono sui fusti delle corna del cervo e dei cervidi.
Credenza, nel modo Dar Credenza
(CERVIDI) l'astuziausata dalle fiere che riescono a sottrarsi ai cani dandogli a credere d'esser fuggite per una parte invece che per un'altra. § E nell'altro In credenza dettodei cani che rimangono ingannati da tale finta.
Daga
(CERVIDI) l'arma bianca che serve nella caccia al cervo.
Far fronte ai cani
(CERVIDI) dicesi del cervo che, invece di fuggire, si ferma, e lotta coi cani a cornate.
Far la posta al cervo
(CERVIDI) attenderlo appostati in luogo, dove credesi che possa venire o passare in ore non determinate.
Fiera e Fiere
(CERVIDI) si diceva, e ancora si dice, per animale selvatico in contrapposizione con uccelli; e si specificavano anche dividendole in armate e disarmate. Armate sarebbero quelle, le quali hanno mezzi atti ad offendere e uccidere l'uomo e i cani: corna, denti, zanne, unghioni; disarmate, quelle che ne mancano. Tra le nostrali appartengono a le prime il cinghiale, il cervo, l'orso, il lupo, la volpe, il tasso, il gatto selvatico: a le seconde la lepre, il coniglio e altre più rare.
Fischiare
(CERVIDI) la voce emessa dal camoscio per avvisare gli altri di un pericolo.
Formazione delle mute
(CERVIDI) la scelta tra tutti i cani e l'unione in varie mute che si faceva di essi, tenendo conto degli inseguimenti preved,ibili, delle qualità della fiera da cacciarsi, dell'astuzia, della resistenza e delle difese e offese tutte che poteva fare (vedi Cane).
Forzare
(CERVIDI) cacciare inseguendolo un animale, e così a lungo con rinnovazione di mute e insistenza da sfinirlo per stanchezza. Perciò anche «Caccia a stracca, e, assolutamente, La stracca. Donde anche Muta di stracca, a quella di cani tenuti freschi per scioglierli dietro l'animale già spossato.
Fuso e Fusi
(CERVIDI) le corna del cervo non ancora ramificate. Sono detti anche Pugnali.
Fusto
(CERVIDI) la parte delle corna da la quale partono e sono sostenute le varie ramificazioni.
Giaccio
(CERVIDI) il covo del cervo. Varchi L. Pr. var. 2. 228: « Dirassi ancora il luogo, ove sia stata la lepre covo; come a la stanza della volpe tana; e là dove abbi riposato o caprio o cervo, Giaccio ». Ed è la stessa parola che Addiaccio o Diaccio, nelle quali il d, secondo la pronunzia toscana, sostituisce la g, come in «dottato» per «gottato».
Grattatolo
(CERVIDI) (v. Cinghiale).
Impalcatura
(CERVIDI) gli ordini, il modo e il numero delle ramificazioni delle corna cervine.
Intanarsi e anche Intanare
(VOLPE) entrare e nascondersi nella tana.
Intestarsi
(CERVIDI) dice il fatto di due cervi maschi che, lottando tra di loro a cornate, rimangono avvinghiati per l'intrecciarsi delle loro ramificazioni.
Limiero
(CERVIDI) (v. Cane).
Lunga
(CERVIDI) (v. Civetta).
Morte del cervo
(CERVIDI) il momento della caccia, in cui il cervo raggiunto e sopraffatto dei cani muore.
Mute (v. Cane)
(CERVIDI) .
Palchi
(CERVIDI) i vari ordini delle ramificazioni delle corna.
Palma
(CERVIDI) le parti delle corna in cui queste si schiacciano allargandosi e assottigliandosi. ‑ Dicesi anche Pala.
Parco dei cervi
(CERVIDI) grandioso recinto, dove sono tenuti e custoditi cervi, i quali servono a cacce principesche.
Passo del cervo
(CERVIDI) la maggiore a minor lunghezza delle pedate, da la quale può desumersi la grandezza, la potenza e l'età della bestia. Suo sinonimo è Andatura.
Pastura volpina
(VOLPE) È data da le defecazioni che si dicono Segno, e da l'orina di odore acre e durevole.
Perle o Nodi
(CERVIDI) quelle protuberanze di colore chiaro che sembrano incastonarsi nell'osso delle corna.
Pila
(CERVIDI) il terzo rametto d'ognun dei corni.
Posta a la volpe
(VOLPE) L'appostamento che gli si fa per solito di notte con lo schioppo. ‑ Come quello di altre fiere si fa ai passi obbligati; e il meglio è postarsi su un albero. Ma è necessario rimaner sottovento, in silenzio perfetto, immobili. Se di giorno con vestito incolore. La posta diurna, si fa a la volpe scacciata da la tana dai cani.
Prendere la campagna
(CERVIDI) nelle cacce alle fiere, con cani da leva e seguito, significava, riferito a fiere, che non fuggivano al bosco, ossia al monte, ma checorrevano verso il piano, ossia a le largure, dove l'inseguimento, specie pei levrieri, era più facile.
Rameggiare
(CERVIDI) dicesi del modo che le corna del cervo s'impalcano.
Rosa
(CERVIDI) la ceppa esteriore di ogni corno del cervo.
Rugire
(CERVIDI) è il verbo col quale in latino si denominava la voce del cervo. «Rugire cervi dicuntur» Questo verbo nel basso latino si deformò in Pringire, Brugire, Prugire.Nell'italiano, purtroppo, non trovo un termine certo. Il Niccolini usa Gridare,più che generico, e Mugliare,ch'è proprio de' buoi. Si può rimaner sempre in carenza a cotesto modo? Segno Rugire con una g sola a la latina, e per lo scrupolo, che non dovesse confondersi col ruggire del leone. E mi auguro che l'Accademia un dì o l'altro voglia decidersi a definire tra le altre innumerevoli anche cotesta incertezza su la voce del cervo, tenendo conto ch'esso è dichiarato una bestia nobile e coronata magnificamente. Del resto il fatto che il marchese Niccolini scrive «grido rauco e fiero del cervo in amore» può essere una prova che, sia a Firenze, sia in Maremma, sia in Casentino, dove egli uccise l'ultimo cervo della Falterona, non esiste un vocabolo unico a determinare la voce del cervo. Al quale però, non so con quanto rispetto a la sua bellezza e nobiltà venatica, si attribuì anche la voce dell'asino, ossia il Ragliare.
Scovamento
(CERVIDI) lo scovare il cervo e porlo in caccia. ‑ Da lo scovamento, ossia dal levarsi la fiera e fuggire dinanzi ai cani, principia la caccia propriamente detta. Infatti essa è annunziata col grido Caccia! Caccia!
Segnali
(CERVIDI) erano quelli lasciati dagli appostatori, quando avevano trovato il giaccio del cervo. § Segnali alti:che indicavano il giaccio: ed eran fatti col troncare in alto piccoli rami lasciandoli appesi a la pianta. § Segnali bassi: rami sparsi a terra con la punta rivolta al luogo donde sàrebbe venuto il cervo.
Stanare
(VOLPE) ha due significati, l'uno attivo, che vale Far uscire da la tana; l'altro neutro, che vale Uscire da la tana. «Il furetto stana i conigli. «Certi animali stanano solo di notte».
Suoni di caccia
(CERVIDI) (v. a Corno nelle generiche).
Tana
(VOLPE) il nascondiglio e covo sotterraneo che si scavano da sé, o trovano nelle caverne naturali, certe fiere, alcune per abitarci sempre, altre secondo i bisogni e le stagioni. Onde Scavarsi la tana Trovarsi la tana. Il Diez lo deriva da Subtana, Subterranea. § Affumicare la tana: mezzo di cui servonsi i cacciatori per farne uscire le fiere, contro le quali non possono i cani. Consiste nell'otturare tutte le entrate della tana meno una, e nel bruciare sostanze fumicose nell'orifizio, per modo che l'animale sia costretto a uscirne da l'asfissia. § Assalto a la tana: Quello che si fa immettendo i cani da tana entro la stessa, perché ne scaccino la fiera o la uccidano. In pratica avviene così. Si otturano tutte le entrate, tranne una, dopo aver riconosciute con certezza tutte le bocche della tana, Si farà entrare il cane migliore per quella in cui ha dimostrato di sentirne la traccia. § Bracci o Gallerie della tana:i passaggi sotterranei di cui è composta la tana. § Cane da tana (v. Cane da pelo). § Indizi della tana: i segni a l'esterno, dai quali può intendersi la vicinanza di una tana, e quale fiera 1'abita. Un indizio è il modo com'è disposta la terra scavata, La volpe la raspa dietro sé come il cane; il tasso se la getta ai lati. Presso ai fori dell'entrature, se la tana è di volpe, ne son segni le pedate e il pelo di essa; e se ha i piccoli (marzo‑aprile) il trovarci qualche piccolo quadrupede morto, delle penne e delle ossa. Lo sterco. Scavo della tana: il metterla a lo scoperto col piccone, la pala, la zappa, quando si creda necessario per portare aiuto ai cani impegnati con fiere, da cui possano essere soprafatti. Questo dello scavo è un'arte, che sola la pratica può insegnare. § Stagione della tana:da novembre ad aprile. § Tana frequentata: quella in cui abitano fiere. § ‑ vuota o abbandonata:quella, dove la fiera non abita più. La tana può essere una caverna più o meno grande, che l'animale adatta a' suoi bisogni; o può essere scavata da l'animale stesso co' proprii mezzi. Le scavate hanno anche parecchie gallerie, ossia passaggi sotterranei, di cui però una è cieca, mentre tutte le altre sboccano a l'esterno. Come pure una di esse può scendere perpendicolarmente. Per lo più poi tutte s'incrociano in uno spiazzetto più largo,. dal quale è aperta la fuga per ognuna di esse. Gli sbocchi esterni sono stretti, e specie uno, molto dissimulato; mentre il più frequentato tradisce, a volte, il passaggio delle fiere, per la confricazione del corpo dell'animale, da cui resta levigato il terreno nella parte inferiore. Si crede che le tane non scendano mai a profondità superiori molto ai due metri. Nella caccia coi cani da tana è necessario spesso dover sfondare la tana con il piccone e il badile.
Traccia della volpe
(VOLPE) sono le pedate, che, per la varietà del suo moversi, cambiano spesso. Non presentano però i falli lunghi e molteplici di quelle della lepre. Le loro irregolarità posson ridursi a due principali: doppie e sfagli improvvisi (v. Traccia a cane).
Tromba e Trombetta
(CERVIDI) istrumenti a fiato usati in caccia per segnare col suono le varie operazioni venatiche, incitare i cani e dar avvisi ai cacciatori. ‑ Può darsi che il diminutivo denominasse quello che dava un suono più acuto. Ma sono usati l'uno per l'altro (v. Corno e Suoni di caccia).
Volpe
(VOLPE) la nota fiera predatrice comune in tutta Italia, a la quale si caccia con lo schioppo, coi cani da tana, da inseguimento, da giungere e coi cavalli. È insieme fiera da tana e da covo scoperto. D'estate sale anche ad accovarsi tra i rami di alberi alti. Dim. Volpina, Volpacchiotto,e Volpona, Volpone accr. La volpe si caccia con lo schioppo appostandola di giorno presso la tana e di notte ai passi. Si caccia coi cani da tana (v. Tana) e coi levrieri; a cavallo, per sport signorile, con mute numerose di bracchi‑segugi.

 


torna su
email email - Edoardo Mori top
  http://www.earmi.it - Enciclopedia delle armi © 1997 - 2003 www.earmi.it