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Lo sportellino di caricamento Abadie

Tino Berger

Questo scritto è opera dell'esperto svizzero di storia delle armi Tino Berger, che ha già pubblicato alcuni studi su riviste importati tra cui Diana Armi. Cura pubblicazioni per l'associazione NWG (Nordwestschweizerische Waffensammlergesellschaft, Collezionisti d'armi del nord est della Svizzera). Lo pubblico con il suo consenso trattandosi di materiale molto interessante e importante per chi voglia studiare e conoscerte il revolver d'ordinanza italiano Mod. 1889. Purtroppo all'inzio del 2005 Tino Berger, che aveva passato una vita a raccogliere il materiale per un'opera sui revolver di ordinanza dell'Ottocento, è morto pochi mesi dopo essere andato in pensione.
L'originale è scritto in lingua tedesca ed ho provveduto io a tradurlo, senza troppe pretese di perfezione linguistica, trattandosi d'un testo molto ampio.


Tra le innumerevoli invenzioni che vennero ideate nel secolo scorso in relazione alle rivoltelle, merita un'attenzione speciale lo sportellino di caricamento Abadie.
Lo sportellino Abadie fu uno dei mezzi più adatti per semplificare e rendere più sicuro e più rapido il caricamento delle cartucce e l'espulsione dei bossoli nelle rivoltelle a castello chiuso senza tamburo a ribaltamento.
Siccome purtroppo non sono stato in grado di trovare nel corso della preparazione per quest’articolo le risposte a tutte le domande ancora irrisolte circa la persona d’Abadie e le circostanze della sua invenzione (brevetti, protezioni industriali ecc.), questo riassunto si limita genericamente alla descrizione dei tipi dello sportellino Abadie più conosciuti e più frequentemente impiegati e di altri congegni basati sullo stesso principio.
L’autore sarà lieto di ricevere indicazioni che aiutino a completare il mosaico ABADIE qui esposto.

Rimandi nella letteratura
Nella letteratura moderna sulle armi, come già detto, non si trovano molte informazioni su Abadie.
Secondo l’eccellente opera di Rolf H. Müller „Geschichte und Technik der europäischen Militärrevolver" (1982) G. Abadie sarebbe stato un ingegnere francese inventore di un svincolo del cane che porta il suo nome e quest’invenzione sarebbe stata venduta alla fabbrica d’armi „J. Dechorin Fils" a St. Étienne (Francia) senza che questa ne riconoscesse il valore. L'invenzione d’Abadie venne infatti ceduta alla fabbrica d'armi „Louis Soleil" a Liegi (Belgio) nell'anno 1878.
Eugen Heer nel suo libro „Geschichte und Entwicklung der Militärhandfeuerwaffen in der Schweiz von 1800 bis zur Gegenwart" (1971) cita una relazione del maggio 1878 di Rudolf Schmidt dove era menzionato un Signor Decharin che a lui (a Schmidt) avrebbe mostrato un svincolo del cane sistema Abadie.
Rudolf Schmidt stesso nel suo libro „Die Handfeuerwaffen, ihre Entstehung und technisch-historische Entwicklung bis zur Gegenwart" (1878) menziona uno specifico miglioraramento per rivoltelle (Abadie) di „J. Dechorin fils in St. Étienne...".
(Nota l'ortografia differente del cognome „Decharin" o „Dechorin" da R.H. Müller, E. Heer e R. Schmidt!)
In „Pistols of the World" (1982) di Ian V. Hogg e John Weeks si può leggere che Abadie sarebbe stato un armaiolo belga titolare di un originario brevetto per un sistema che si trovava abitualmente nelle rivoltelle belghe nelle quali l'asta d'espulsione era inserita nell'albero cavo del tamburo da cui doveva essere estratta e ribaltata per procedere alla espulsione dei bossoli, uno ad uno. Però il suo nome sarebbe legato ad uno sportellino di sicurezza chi si trova in numerose rivoltelle d'ordinanza europee dal 1870 fino il 1900.
Il „Der neue Stöckel" (1978) d’Eugen Heer spiega sotto il nome Abadie: „ABADIE (ABADY), Liegi (B), ca. 1860-80. Costruttore + „Fabricant". Partecipava in modo decisivo allo sviluppo delle rivoltelle. Inventava uno svincolo del cane mediante lo sportellino di carcamento. Esportava armi nel Portogallo. Q40; Q54".
Q40 significa che le informazioni erano del „Quatre siècles d'armurerie liègoise" di Claude Gaier e Q54 indica come fonte dell’informazione la „Geschichte und Entwicklung der Militärhandfeuerwaffen in der Schweiz" di (che buffo!) Eugen Heer...
Il cognome DECHORIN (od ortografie similare) non si trova nel „Der neue Stöckel" d’Eugen Heer.
(Nel „Dictionary of Guns and Gunmakers" (2001) di John Walter è menzionato „Dechorin frères" elencato come distributore ed agente per armi e munizioni in rue des Jardins 29, Saint-Étienne, Francia nel1879 .)
In un articolo sulle rivoltelle d'ordinanza portoghesi (v. DIANA-ARMI 12/1992) opina Luciano Salvatici che d’Abadie sia un armaiolo francese che abbia lavorato a Beaumont de Lomagne e si sia trasferito più tardi a Belgio; ecco perché tanti autori lo considerano come belga.
John Walter, un autore d'altronde noto come serio , scrive nel suo „Dictionary of Guns and Gunmakers" (2001) come Abadie sia stato evidentemente un armaiolo di Liegi - probabilmente impiegato dei fratelli Nagant - e come il suo brevettato 1874 si possa trovare su qualche rivoltella Nagant fabbricata tra 1878 e 1890. J. Walter richiama l’attenzione sul fatto che Abadie sia spesso falsamente identificato come ufficiale portoghese perché il „sistema Abadie" si trova - a parte il modello serbo (!) - sulle armi portoghesi…
In una brossura della ditta S. J. & D. (Simonis, Janssen und Dumoulin Frères) che sfruttava i brevetti di Georges Abadie si legge: „Le modèle du revolver de guerre qui nous a paru réunir la plus grande somme des qualités spéciales exigées pour ce genre d'armes est celui de l'ingénieur français Abadie."
In questa brossura non si lodano solamente le rivoltelle fabbricate da questa ditta, ma sono anche intonate lodi all'industria armiera di Liegi. Dato questo orgoglio pare molto credibile che G. Abadie non fosse belga ma francese, il che probabilmente non faceva proprio piacere ai signori S. J. & D…
Naturalmente il nome „Abadie" è menzionato in ogni libro su armi senza però che si possa trovare informazioni ulteriori.
Una ricerca fatta nell'estate 1994 al „Mueseu Militar de Lisboa" su „Abadie" da parte de sottodirettore, colonnello Alfeu Raul Maia da Silva Forte, ha portato alla interessante informazione: che inizialmente „Abadie" si scrivesse con due „b", cioè „Abbadie".
Inoltre il mio informatore del museo dell' esercito di Lisbona mi comunicava di aver trovato dal 1810-1897 un francese di nome Antoine Thompson d’Abbadie, membro dell’accademia delle scienze, il quale fece un’esplorazione nell’Etiopia e ne scrisse un’opera „Geodesia da Alta Etiópia" (Paris 1873); poco probabile che si tratti della stessa persona ma potrebbe avere avuto qualche connessione col „nostro" signor Abadie, Abady o Abbadie.

Principio di funzionamento e scopo
Con lo sportellino Abadie - anche chiamato „sicurezza Abadie", „modificazione Abadie", „svincolo del cane Abadie" ecc. si ottiene che con il cane abbattuto e con lo sportellino aperto, quando si arretra il grilletto ruota solo il tamburo di una camera senza che si armi il cane e senza che si spari un colpo.
Lo sportellino Abadie consiste di uno sportellino che si può aprire tirandolo all'indietro per liberare le camere del tamburo per il caricamento o per lo scaricamento. Questo però non è qualcosa di speciale: anche altri tipi degli sportelli adempiono questo compito (per esempio i „portellini" ribaltabili verso l'alto delle rivoltelle Lefaucheux , gli sportellini ruotanti di lato ed in basso nelle Nagant ed altre rivoltelle belghe, tedesche ed inglesi, come nei „Reichsrevolver" o nei „Webley RIC" e nei modelli „Bulldog" per citare solamente i tipi più conosciuti del genere o sportelli che si aprono all'indietro come gli sportelli Abadie, come ad esempio quelli delle rivoltelle sistema Chamelot-Delvigne adottate negli eserciti della Svizzera, Francia e Italia come armi d'ordinanza).
La particolarità dello sportellino Abadie è che se esso è aperto ed il cane abbattuto o nella sua posizione di mezza monta, l'appendice del cane viene spinta indietro cosicché al tirare sul grilletto il cane non viene armato, ma solo il tamburo ruota di una camera cosicché non deve - per essere caricato o scaricato - venire ruotato a mano ma mediante l'ulteriore pressione sul grilletto. Questo „lavoro" consuma meno energia che nel tiro in doppia azione, perché viene meno l'armamento del cane.
Lo scopo essenziale dello sportellino Abadie è il caricamento e lo scaricamento rapido, sicuro e comodo mediante la sola pressione sul grilletto a sportellino aperto cosicché il tamburo ruota di una camera finché quella coincide esattamente con l'astina d’espulsione.
Il fatto che quando si aziona il grilletto, ruota solo il tamburo ma il cane non viene armato, è ottenuto in quanto un piolo o appendice dello sportellino spinge l'appendice fuori dello spazio d'azione del dente (o dente del noce) del grilletto. A seconda della forma e della posizione di quella camma lo sportellino Abadie può effettuare anche altre funzioni ed avere altri effetti, oltre quello del svincolo del cane.

Funzioni secondarie

Oltre alle denominazioni come „svincolatore Abadie", „modificazione Abadie", „sconnettore Abadie", „svincolo Abadie" ecc. questo geniale dispositivo Abadie è anche chiamato „sicurezza Abadie" perché può funzionare, con lo sportellino aperto, come sicurezza.
Col cane armato e con lo sportellino aperto la trazione sul grilletto può provocare le reazioni seguenti:

1) Non succede niente: il cane rimane armato
2) Il cane si abbatte e rimane bloccato in mezza via (circa in posizione „half cock")
3) Il cane si abbatte, ma non completamente e si blocca circa nella posizione di mezza monta o di sicurezza („safety position")
4) Il cane si abbatte completamente così che si spara un colpo.
Nell'ultimo caso cioè nella quarta situazione, è chiaro che il disconnettore Abadie può essere considerato come una sicurezza affidabile solo con cautela (sicurezza Abadie) perché non è tanta sicura ma spesso molto poco affidabile
Si può supporre che la prima situazione menzionata sopra fosse la più vicina alle intenzioni di G. Abadie . Infatti la prima rivoltella fabbricata in serie che adottava la „modificazione Abadie" - cioè il modello portoghese 1878, come anche il modello successivo, il modello 1886 - portano il nome d’Abadie. Il dispositivo Abadie funzionava in entrambe rivoltelle nel modo primo menzionato: con lo sportellino aperto rimane il cane armato quando è premuto il grilletto e funziona come una vera sicurezza.
Questa „sicurezza" del cane armato si ottiene in quanto il piolo o la camma che preme l'appendice del cane all'indietro e fuori del raggio d'azione della leva di scatto, preme contemporaneamente anche questa leva così che il grilletto non può essere mosso e il cane non può sparare.
Con camme o perni troppo sottili che consentono di muovere il grilletto, lo sportello non può funzionare come una sicurezza affidabile, ma può solamente fermare il cane, in modo più o meno sicuro in una posizione in cui la spina del cane non può arrivare alla capsula della cartuccia.

Primo modello con sportellino Abadie
È menzionata in „Les revolvers et les fusils Nagant" (1982) di Claude Feys e René Smeets una rivoltella del museo delle armi a Liegi che pare fosse fabbricata nel 1874 dall'armaiolo Abadie di Liegi.
Probabilmente si tratta dell’arma cui si riferisce il brevetto presumibilmente concesso al signor Abadie nel 1874.
Purtroppo non sono a disposizione spiegazioni ed immagini di quest’arma.

Prime prove con gli sportelli Abadie
A parte quanto scritto nella „Section technique d’artillerie" in Francia (v. paragrafo „Rivoltelle sperimentale francesi prima di 1992") il primo che riconobbe i vantaggi dello sportellino Abadie (e del meccanismo a rimbalzo Warnant) fu lo svizzero Rudolf Schmidt, direttore della fabbrica d’armi a Berna. Nel 1876 furono prodotte rivoltelle sperimentali con questo sistema.


Rivoltella sperimentale 1876 di Schmidt con leva di smontaggio e sportellino Abadie (Mü)


Schizzi da „Atlas zu Schmidt, Handfeuerwaffen" (1878) della rivoltella sperimentale 1877 (Sc)

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